Cosa è e come si fa la meditazione o orazione mentale, con cui si impara ad ascoltare cosa dice a me oggi il Signore. Come si fa a discernere la volontà di Dio. Importanza dell’imparare a fare le proprie scelte sempre davanti al Signore e lasciandosi fa Lui guidare e illuminare. Catechesi della scuola di preghiera di domenica 29 Dicembre 2019
Paolo VI scrisse una cosa consona sulla Famiglia di Nazareth su ciò che si sta facendo in questo ritiro spirituale: essa ci insegna il silenzio,oh, se nascesse in noi il desiderio del silenzio, atmosfera indispensabile dello spirito, mentre siamo storditi dai rumori del nostro tempo; oh, silenzio di Nazareth insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri, insegnaci quanto importante e necessario sia il lavoro di preparazione,lo studio, la meditazione, l'interiorità della vita e la preghiera che Dio solo vede nel segreto. - ufficio delle letture di quel giorno di Paolo VI
( Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa Discorso tenuto a Nazareth, 5 gennaio 1964 -- Vedi l'immagine in fondo all'articolo)
Meditazione o orazione mentale, e a detta dei grandi Maestri di Spirito, se vuoi diventare santo devi imparare a fare l'orazione mentale, per andare in Paradiso non è indispensabile farla; devi solo osservare solo i comandamenti di Dio e della Chiesa. Ma la meditazione mentale è quella che ci mette in ascolto di quello che Egli vuole in generale e da te in particolare e dal momento che diventare santo vuol dire fare ciò che Dio vuole tu non puoi diventare santo se non ti applichi e quindi se non la fai non diventi santo. Puoi diventare un bravo cristiano, ci sono le brave persone, i bravi cristiani e poi ci stanno i santi.
La Meditazione è un mettersi in ascolto di Dio che ci parla cercando di personalizzare ciò che ci dice nella nostra vita per trarne argomenti di crescita o di comprensione di quello che nella mia vita sta accadendo e sulle scelte da fare. Chiaramente richiede due cose indispensabili: 1) spazi di silenzio, per fare la meditazione bisogna stare in silenzio (anche per chi ha i figli) altrimenti non si può fare. 2)tempo congruo dedicato - Padre Pio chiedeva un'ora ai suoi figli spirituali, ma almeno mezz'ora è richiesta. Questo esercizio ha delle regole elastiche, c'è una struttura condizionata da certi orizzonti.
La struttura classica: La preghiera è un parlare con Dio dal quale sappiamo di essere infinitamente amati, ma si parla in due e non è un monologo. La cosa più importante nella preghiera è ascoltare non parlare. Lo schema classico della meditazione (c'è anche nella Filotea o Alfonso Maria de' Liguori lo dice). Anche i laici possono diventare santi, anche san Giuseppe è diventato santo e anche la Madonna lavorava per casa. 1) Mezz'ora di tempo 2) Silenzio 3)luogo adatto (ahimè non sempre le Chiese lo sono) a custodire il silenzio (per questo Gesù dice di entrare in camera propria e chiudere la porta), in caso estremo ci sono i tappi. 4) Posizione del corpo adatta, quando si prega, la forma più bella è stare in ginocchio però nella meditazione devi starci con la testa, se ti è scomoda si può cambiare. Quello che non ci aiuta nella preghiera va lasciato perdere. A)Primo momento dove c'è lo stacco dal mondo (offline il cellulare), se per mezz'ora non siamo reperibili non è la fine del mondo, B)ci si mette alla presenza di Dio - (Dio è sempre presente) Dio conosce in ogni istante ogni minimo movimento del nostro cuore meglio di noi e sa anche i nostri desideri nascosti che noi non conosciamo e sa anche le motivazioni profonde che nemmeno noi sappiamo, solo che quando mi metto a meditare io prendo coscienza della Sua presenza con degli atti mentali (segno della croce, preghiere ecc... ce ne sono tantissimi) e chiediamo perdono dei nostri peccati. Più o meno come succede a Messa. Ci vuole sempre un minimo di stacco. Poi inizia la lettura della parola di Dio (come a Messa), C) Si medita - per esempio - sui Vangeli. Non si trova la parola magica a tutti i problemi, una lettura troppo prolungata nè troppo veloce. Si legge un pò e si medita.
Es. Meditiamo le beatitudini e leggo il discorso della Montagna. E' importante nella meditazione far lavorare la nostra fantasia che è la nostra regia dei nostri film interiori. Se io mi immagino questo monte e compongo la scena, e penso che quelle parole siano rivolte a me. Beati i poveri in spirito perchè di essi è il Regno dei Cieli. Chi sono i poveri in spirito? I morti di fame? Che significa essere povero in spirito? Ci devi arrivare te. Nella meditazione ci pensi tu e una volta che ci arrivi (povero in spirito cioè chi si sente un nulla di fronte a Dio), devi chiederti: mi sento un nulla di fronte a Dio? Però dev'essere un discorso fatto senza menzogne e davanti a Gesù, vuoi vedere se sei realmente povero in spirito o è un'illusione? Vivi il Paradiso sulla terra o no? Se la risposta è no, ti devi convertire.
La meditazione fatta bene, è un'ascolto provocante perchè nessuno di noi è tanto giusto di fronte a Dio - il Signore non ci giudica e non ci disprezza nè ci fa violenza e non ci aggredisce ma ti eleva in continuazione e arriveremo vecchi che avremo bisogno della meditazione e solo i beati del Cielo non ne hanno più bisogno. Devo cercare di capire cosa il Signore dice a me ed applicarlo alla mia vita. Devo uscirne con un proposito e di impegno. Es: i poveri in spirito, io capisco che parlo sempre e devo sempre dire la mia quindi oggi come proposito cercherò di stare zitto. Ascolto e dico la mia solo se vengo chiamato in causa. Beati i miti, sono facile all'ira o all'insulto? ecc.. detto questo l'orazione mentale dovrebbe chiudersi con un colloquio per non far diventare l'orazione mentale una cosa fredda. Piccolo colloquio su ciò che ho meditato, segno della croce e chiudo. (In rete si trova un sacco di materiale e ci sono gli schemi).
Non riduciamo la meditazione solo alla lettura spirituale. Non è una lettura al volo come un giornale ma è una lettura elevata. O l'mp3 perchè oggi ci sono gli audio-libri.
Soggetti della meditazione: i Vangeli, l'Imitazione di Cristo, l'Opus Dei è una realtà di Chiesa per la santità dei laici, San Josemaría Escrivá ha scritto alcune cose. Per chi ama la Divina Volontà ci sono 36 volumi di Luisa adattissimi alla meditazione ecc... (sant'Alfonso, san Francesco di Sales hanno scritto un sacco di cose). IL Don suggerisce di iniziare dai Vangeli. Quando ci sono dei punti in cui uno non capisce nulla, pazienza e si va avanti (si fa come all'Università) a furia di ripassarci con le conoscenze acquisite capirai di più. Questo per quanto riguarda la meditazione in senso stretto.
La Meditazione si fa con una fonte divina (Vangelo) o uno scritto di un Santo. Solo che poi c'è un'altro campo che è quello del discernimento della nostra vita. Cosa vuole Dio da me? Quali decisioni devo prendere? E non ci pensa quasi nessuno, moltissimi vivono a casaccio o fa semplicemente dei ragionamenti sull'umana volontà o umano buon senso - (c'è un senso non buon senso che però ci allontana dalle prospettive divine). Quest'operazione (il discernimento) ti libera dalla domanda: e che devo fare? Perchè quello che devo fare lo sa il Signore (e non il sacerdote o il prossimo) e sono io che lo devo capire. Qua si entra nella psicologia umana:
Esempio: nella sua esperienza sacerdotale (del don che tiene la catechesi ndr) ha avuto modo di conoscere tante persone e su tante questioni il suo linguaggio è stato spesso diretto e anche forte. Che succede? Il processo che si può ingenerare ascoltando queste cose è molteplice: quello idolatrico (pensare: ah, che santo sacerdote, l'ha detta lui quindi la faccio - l'ha detta lui - anche se costasse sacrifici ecc.. / interiorizzazione di questa cosa: zero. Che succede? Se quella cosa poi non va per quella persona, con chi se la prende questa persona? Con il sacerdote e fa campagne mediatiche contro il sacerdote o trova un sacerdote migliore in tutto rispetto al primo e che succede? Drastici cambi radicali, si passa da un modo ad un'altro. Qual'è il processo mentale di un'anima di questo genere? Questa non ha interiorizzato la volontà di Dio - la contraccezione è moralmente illecita , Magistero della Chiesa, ma l'ideale è che una coppia ascolti questa cosa, ci preghi e ci parli insieme e lo interiorizzi e comprenda perchè va contro la legge di Dio e non lo faccia perchè il don X l'ha detto. Perchè se dopo le cose cambiano, quella scelta interiorizzata davanti a Dio rimanga la mia. Chi entra nella dv la capisce bene, noi dobbiamo imparare a vivere davanti a Dio. Non devo avere soggezione del don ma devo parlarne a Dio che ha fatto Lui i comandamenti. Quando saremo morti non dovremo rendere conto del nostro operato a Don.... ma a Gesù Cristo. Il discernimento si fa davanti a Dio, è anche un modo (delegare al prete X le decisioni) per scaricare le proprie responsabilità. L'idolatria, la dipendenza psicologica che è una cosa negativa o l'auto soggezione psicologica. Sono tutte dinamiche distruttive. Il don parla di cose che ha visto. Ci sono persone che in tanti anni hanno professato vita devota e se dopo tanti anni si vedono pochi cambiamenti concreti cosa significa? Tutto fumo. Sant'Ignazio di Loyola dice che fino a quando non si vede un cambiamento sostanziale nel difetto predominante di una persona il suo cammino spirituale è basso o non c'è. Se però si vede stiamo sulla strada buona.
Come si fa il discernimento? 1) Formazione continua (meditazione, ascolto di catechesi, ecc...) devo avere un patrimonio di valori e di orientamenti a cui fare riferimento. Quando devo fare una scelta devo regolarmi su dei criteri e più ne so meglio è. Il criterio dei criteri è: che cosa farebbe Maria o Gesù al mio posto? Guardate che se uno si facesse bene questa domanda, quante cose cambierebbero. Noi abbiamo dei nemici dentro il nostro cuore. Incominciamo a trovare una montagna di cose, e dietro queste scuse c'è una domanda: ma tu cosa vuoi veramente? Sei convinto che vuoi diventare santo? Sei convinto che sia una cosa buona? Sei convinto che la tua vita funzionerà tanto più si avvicina al modello di Gesù e di Maria o no? Perchè se su questo sei sincero, tu il confronto lo accetti e se c'è da operare cambiamenti drastici li operi. Sono molto faticosi, perchè le famose potature sono faticose ma necessarie ma si devono fare, ma devo io prenderne coscienza perchè tocca a me poi rimboccarmi le maniche. Gli esseri umani, tutti nessuno escluso, cercano la soluzione magica o cercano con una preghiera di cambiare il proprio difetto. C'è soltanto un caso - quando una persona non riesce - lottando però - ad uscire dall'impurità, se chiede aiuto alla Madonna con fede - però ci lotta sopra - (tu non puoi stare tutto il giorno a vedere i film hard e poi chiedere aiuto). Se tu lotti e hai bisogno di un'input (se lotti però) devi chiedere aiuto alla Madonna e la purezza la ricevi seduta stante - dono che però va conservato. Ma su altre cose non funziona così.
Il discernimento è un cocktail tra la meditazione e la preghiera profonda perchè io devo mettere davanti a Dio la mia vita. Aprendo il cuore a Dio perchè non posso nascondermi, porto quello che sto vivendo, facendo e la prospettiva futura. Il don per capire che doveva diventare prete ha dovuto faticare. Ma anche su cose terra terra. Come faccio a capire che scelta fare quando c'è un'alternativa e che chiama in causa la mia responsabilità? Mi metto davanti al Signore e mi metto a parlare, e poi lo Spirito Santo parla nella nostra anima - mi devo chiedere: se scelgo la prima possibilità (vado al ritiro es) quali sono le conseguenze? O quali sono le conseguenze se non ci vado? Chi fa quest'operazione vedrà che quando inizia a pensare vedrà che dentro il cuore scende una pace che non è umana - cosa che bisogna viverla - anche se fosse una scelta che richiede un sacrificio enorme - sai benissimo che quella scelta ti costerà e soffrirai tantissimo - ma la fai perchè senti la pace. Quando senti la pace vai.
E' un mondo accessibile - non facilmente accessibile, per questo il luogo dell'incontro con il Signore è il monto (nella Bibbia). Il best-seller di San Giovanni della Croce si chiama la Salita del Monte Carmelo - Gesù dice di sforzarsi per passare per la porta stretta perchè molti ci proveranno ma non ci riusciranno ma però ne vale la pena. La vita cambia completamente di orizzonte e di significato. Dentro questo contesto si inserisce la tematica della direzione spirituale che di per sè non è una cosa necessaria ma è un mezzo di perfezione.
Direzione spirituale: Un direttore spirituale è necessario in tre casi in senso stretto, due più rare una più frequente: 1) Discernimento vocazionale, sullo stato di vita è bene che ci sia un confronto specie quando c'è una possibile chiamata alla vita consacrata perchè io non so come si sta dall'altra parte,c'è bisogno che qualcuno di esterno mi dica se in me ci sono i requisiti di natura e di grazia tali da affrontare un cammino di questo genere 2)ancora di più quando uno presume di avere esperienze soprannaturali - attenzione a cosa gira sul web - su una buona ce ne stanno un sacco di tarocche - il diavolo sta facendo un macello su queste cose qua// bisogna stare attenti a chi dice di averne, bisogna controllare cosa dice il vescovo della sua diocesi, che ce l'abbia non è garanzia che sia autentica e bisogna stare alla larga di chi dice di averle ma non ha un direttore spirituale perchè i pericoli su questa materia sono tanti, numerosi e subdoli 3) quando una persona desidera sinceramente diventare santa. Fuori di questi casi basta la confessione e magari che ci sia lo stesso confessore per dare alla persone qualche consiglio ben calibrato. Il problema è: 1)cosa cercando le persone dalla direzione spirituale e 2) fare attenzione a come il sacerdote compie la direzione spirituale, perchè essa è un'arte; non è che uno essendo sacerdote può farlo in automatico, bisogna vedere se lo sa fare e come lo fa. E' un ministero come la confessione delicatissimo. C'è un problema oggi di molte anime che stanno in stato di dipendenza psicologica di qualche sacerdote - è però un problema anche per i sacerdoti che spesso non si rendono conto di ciò perchè non è facile entrare dentro alcune dinamiche (e anche il don che tiene la meditazione non lo sapeva in buona fede); moltissime anime cercano la sudditanza psicologica. La direzione spirituale è un'aiuto alla persona per entrare in comunione personale con Dio perchè Lui entri nella tua vita e ti conduca sul tuo cammino di santità. Il direttore spirituale ha una funzione di supporto che ti dà dei criteri di discernimento. Di fronte a questa scelta puoi fare questo o questo o altro e le conseguenze possono essere ..... (questo lo può dire il sacerdote). Dopo di chè mettiti di fronte a Gesù, prega e scegli. Così la persona si responsabilizza e dopo se sbagli non è colpa del prete. Guardate che queste dinamiche dominanti sono oltremodo diffuse. Perciò è necessario imparare questo discorso.
Se vuoi avere una vita cristiana tu la scegli e la vivi davanti al Signore. San Paolo dice che tutte le cose che facciamo, di farle davanti a Dio non davanti agli uomini. Gesù nel Vangelo dice che se io faccio un digiuno e suono la tromba (mi faccio vedere o lo faccio notare ndr), quel digiuno davanti a Dio non vale niente (così come per l'elemosina). Negli scritti di Luisa il Signore dice più volte - anche ai suoi sacerdoti - che di fronte a certe loro opere, Lui si gira dall'altra parte perchè non fatte per Dio ma per le persone, per farsi notare, per la stima propria, per farsi volere bene, per l'affetto o la considerazione del prossimo. Imparare a conoscere le nostre motivazioni profonde - perchè e per chi faccio una cosa - non lo imparo se non faccio meditazione, preghiera profonda e discernimento. Dio parla nel cuore a tutti quanti ma quasi nessuno lo sta ad ascoltare, perchè di fronte a molte cose parte il nostro cervello: se tu ti sei messo in testa di fare una cosa con intenzioni non buone deve per forza partire dentro la tua testa un processo con cui io giustifico quello che sto facendo convincendomi che lo sto facendo per intenzioni buone. La spia che sta accadendo questo è duplice: 1) Quando faccio quella cosa io non sto tranquillo 2) la logica evangelica: dai frutti si riconosce l'albero. Cosa sta producendo quello che sto facendo?
Esempio: scelte di vita: Il don è un sacerdote, la mia attività sacerdotale cosa produce? Una persona che entra in contatto con me che conseguenze riceve? Sta meglio? Peggio? Si riavvicina al Signore? Io ci devo pensare. Io non posso far finta di niente. I risvolti delle nostre azioni, come facciamo sentire le persone? Se io ho fatto soffrire oggettivamente una persona mortificandola , posso dire che non era mia intenzione, ma si è sentita male. Mettiti di fronte al Signore e chiediti: come mi sono comportato? Forse ho semplicemente mancato alla carità, negli scritti di Maria Valtorta, la Madonna dice che Gesù non ha mai mortificato nessuno - neanche i farisei e i grandi peccatori. Se una persona è permalosa, ma per quanto sta in te tu devi in metterti in condizioni che si possa alterare e magari se è andata male mettiti di fronte al Signore chiedendo scusa.
Dentro questo contesto l'esame di coscienza fatta bene. I nostri esami di coscienza standard sono basati su qualche comportamento esterno che abbiamo fatto e diciamo che non siamo tanto convinti che sia peccato. Però la confessione perchè sia veramente fruttuosa dev'essere un momento in cui mi metto di fronte a Dio - se uno per grazia di Dio non compie grossi peccati - che deve dire al Signore? Deve esaminarsi sulle piccole mancanze, anche di uno sguardo non fatto bene al prossimo ne risponderemo di fronte al Signore. (Spesso non è necessario parlare per offendere il prossimo ndr). Quando noi ce ne accorgiamo ci vergogniamo, Papa Francesco la chiama Santa Vergogna. O anche i gesti possono dire qualcosa. Molte cose che non vanno non le vediamo , perchè Dio non te le sbatte in faccia; se noi imparassimo a fare discernimento diventeremmo santi, faremmo più bene e meno guai, faremmo meno Purgatorio e sarebbe meno doloroso e molta più gloria in Paradiso e camperemmo meglio in questa vita. Non vuoi fare questa cosa? Nessuno ti obbliga e nemmeno Dio ti obbliga, conseguenze: in questa vita campi peggio, le confessioni che faccio fanno ridere le galline nel senso che su 100 di grazie te ne prendi 2, ti farai un sacco di purgatorio (e delle tue mancanze te ne renderai conto al giudizio particolare), piangerai in purgatorio a lungo e soffrendo tanto e avrai un grado di gloria in Paradiso basso. Vedi tu. Nostro Signore ci lascia però liberi di decidere.
Il padre spirituale è una cosa buona, a patto che sia un buon padre spirituale, - se vedi che ci sono delle risoluzioni troppo drastiche del sacerdote (fai quello o fai questo, obbedienza, ecc..), anche se uno avesse il filo diretto con lo Spirito Santo - si chiede il don - andrebbe bene fare così? No , per due motivi: 1) perchè ingeneri (dipendenza ndr), ti sostituisci a Dio (parlando del sacerdote) 2) Se questa cosa andasse bene, perchè Dio non fa così? mentre il Signore vuole che per capirci qualcosa vuole che ci mettiamo a pregare, a fare orazione mentale,ecc.. / non ci dice una cosa chiara ma vuole che tu collabori con Lui e perchè fa così, perchè vuole che tu sia collaborante perchè Dio ci ha dato intelletto e volontà che però vanno usate. Ed è anche la tua dignità, perchè se io interiorizzo e scelgo personalmente davanti a Dio diventa fonte di gloria personale. Sei tu che sei degno di stima e considerazione perchè hai fatto una cosa tua davanti a Dio e al prossimo - forma di nobilitazione della persona e della sua libertà.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
Paolo VI scrisse una cosa consona sulla Famiglia di Nazareth su ciò che si sta facendo in questo ritiro spirituale: essa ci insegna il silenzio,oh, se nascesse in noi il desiderio del silenzio, atmosfera indispensabile dello spirito, mentre siamo storditi dai rumori del nostro tempo; oh, silenzio di Nazareth insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri, insegnaci quanto importante e necessario sia il lavoro di preparazione,lo studio, la meditazione, l'interiorità della vita e la preghiera che Dio solo vede nel segreto. - ufficio delle letture di quel giorno di Paolo VI
( Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa Discorso tenuto a Nazareth, 5 gennaio 1964 -- Vedi l'immagine in fondo all'articolo)
Meditazione o orazione mentale, e a detta dei grandi Maestri di Spirito, se vuoi diventare santo devi imparare a fare l'orazione mentale, per andare in Paradiso non è indispensabile farla; devi solo osservare solo i comandamenti di Dio e della Chiesa. Ma la meditazione mentale è quella che ci mette in ascolto di quello che Egli vuole in generale e da te in particolare e dal momento che diventare santo vuol dire fare ciò che Dio vuole tu non puoi diventare santo se non ti applichi e quindi se non la fai non diventi santo. Puoi diventare un bravo cristiano, ci sono le brave persone, i bravi cristiani e poi ci stanno i santi.
La Meditazione è un mettersi in ascolto di Dio che ci parla cercando di personalizzare ciò che ci dice nella nostra vita per trarne argomenti di crescita o di comprensione di quello che nella mia vita sta accadendo e sulle scelte da fare. Chiaramente richiede due cose indispensabili: 1) spazi di silenzio, per fare la meditazione bisogna stare in silenzio (anche per chi ha i figli) altrimenti non si può fare. 2)tempo congruo dedicato - Padre Pio chiedeva un'ora ai suoi figli spirituali, ma almeno mezz'ora è richiesta. Questo esercizio ha delle regole elastiche, c'è una struttura condizionata da certi orizzonti.
La struttura classica: La preghiera è un parlare con Dio dal quale sappiamo di essere infinitamente amati, ma si parla in due e non è un monologo. La cosa più importante nella preghiera è ascoltare non parlare. Lo schema classico della meditazione (c'è anche nella Filotea o Alfonso Maria de' Liguori lo dice). Anche i laici possono diventare santi, anche san Giuseppe è diventato santo e anche la Madonna lavorava per casa. 1) Mezz'ora di tempo 2) Silenzio 3)luogo adatto (ahimè non sempre le Chiese lo sono) a custodire il silenzio (per questo Gesù dice di entrare in camera propria e chiudere la porta), in caso estremo ci sono i tappi. 4) Posizione del corpo adatta, quando si prega, la forma più bella è stare in ginocchio però nella meditazione devi starci con la testa, se ti è scomoda si può cambiare. Quello che non ci aiuta nella preghiera va lasciato perdere. A)Primo momento dove c'è lo stacco dal mondo (offline il cellulare), se per mezz'ora non siamo reperibili non è la fine del mondo, B)ci si mette alla presenza di Dio - (Dio è sempre presente) Dio conosce in ogni istante ogni minimo movimento del nostro cuore meglio di noi e sa anche i nostri desideri nascosti che noi non conosciamo e sa anche le motivazioni profonde che nemmeno noi sappiamo, solo che quando mi metto a meditare io prendo coscienza della Sua presenza con degli atti mentali (segno della croce, preghiere ecc... ce ne sono tantissimi) e chiediamo perdono dei nostri peccati. Più o meno come succede a Messa. Ci vuole sempre un minimo di stacco. Poi inizia la lettura della parola di Dio (come a Messa), C) Si medita - per esempio - sui Vangeli. Non si trova la parola magica a tutti i problemi, una lettura troppo prolungata nè troppo veloce. Si legge un pò e si medita.
Es. Meditiamo le beatitudini e leggo il discorso della Montagna. E' importante nella meditazione far lavorare la nostra fantasia che è la nostra regia dei nostri film interiori. Se io mi immagino questo monte e compongo la scena, e penso che quelle parole siano rivolte a me. Beati i poveri in spirito perchè di essi è il Regno dei Cieli. Chi sono i poveri in spirito? I morti di fame? Che significa essere povero in spirito? Ci devi arrivare te. Nella meditazione ci pensi tu e una volta che ci arrivi (povero in spirito cioè chi si sente un nulla di fronte a Dio), devi chiederti: mi sento un nulla di fronte a Dio? Però dev'essere un discorso fatto senza menzogne e davanti a Gesù, vuoi vedere se sei realmente povero in spirito o è un'illusione? Vivi il Paradiso sulla terra o no? Se la risposta è no, ti devi convertire.
La meditazione fatta bene, è un'ascolto provocante perchè nessuno di noi è tanto giusto di fronte a Dio - il Signore non ci giudica e non ci disprezza nè ci fa violenza e non ci aggredisce ma ti eleva in continuazione e arriveremo vecchi che avremo bisogno della meditazione e solo i beati del Cielo non ne hanno più bisogno. Devo cercare di capire cosa il Signore dice a me ed applicarlo alla mia vita. Devo uscirne con un proposito e di impegno. Es: i poveri in spirito, io capisco che parlo sempre e devo sempre dire la mia quindi oggi come proposito cercherò di stare zitto. Ascolto e dico la mia solo se vengo chiamato in causa. Beati i miti, sono facile all'ira o all'insulto? ecc.. detto questo l'orazione mentale dovrebbe chiudersi con un colloquio per non far diventare l'orazione mentale una cosa fredda. Piccolo colloquio su ciò che ho meditato, segno della croce e chiudo. (In rete si trova un sacco di materiale e ci sono gli schemi).
Non riduciamo la meditazione solo alla lettura spirituale. Non è una lettura al volo come un giornale ma è una lettura elevata. O l'mp3 perchè oggi ci sono gli audio-libri.
Soggetti della meditazione: i Vangeli, l'Imitazione di Cristo, l'Opus Dei è una realtà di Chiesa per la santità dei laici, San Josemaría Escrivá ha scritto alcune cose. Per chi ama la Divina Volontà ci sono 36 volumi di Luisa adattissimi alla meditazione ecc... (sant'Alfonso, san Francesco di Sales hanno scritto un sacco di cose). IL Don suggerisce di iniziare dai Vangeli. Quando ci sono dei punti in cui uno non capisce nulla, pazienza e si va avanti (si fa come all'Università) a furia di ripassarci con le conoscenze acquisite capirai di più. Questo per quanto riguarda la meditazione in senso stretto.
La Meditazione si fa con una fonte divina (Vangelo) o uno scritto di un Santo. Solo che poi c'è un'altro campo che è quello del discernimento della nostra vita. Cosa vuole Dio da me? Quali decisioni devo prendere? E non ci pensa quasi nessuno, moltissimi vivono a casaccio o fa semplicemente dei ragionamenti sull'umana volontà o umano buon senso - (c'è un senso non buon senso che però ci allontana dalle prospettive divine). Quest'operazione (il discernimento) ti libera dalla domanda: e che devo fare? Perchè quello che devo fare lo sa il Signore (e non il sacerdote o il prossimo) e sono io che lo devo capire. Qua si entra nella psicologia umana:
Esempio: nella sua esperienza sacerdotale (del don che tiene la catechesi ndr) ha avuto modo di conoscere tante persone e su tante questioni il suo linguaggio è stato spesso diretto e anche forte. Che succede? Il processo che si può ingenerare ascoltando queste cose è molteplice: quello idolatrico (pensare: ah, che santo sacerdote, l'ha detta lui quindi la faccio - l'ha detta lui - anche se costasse sacrifici ecc.. / interiorizzazione di questa cosa: zero. Che succede? Se quella cosa poi non va per quella persona, con chi se la prende questa persona? Con il sacerdote e fa campagne mediatiche contro il sacerdote o trova un sacerdote migliore in tutto rispetto al primo e che succede? Drastici cambi radicali, si passa da un modo ad un'altro. Qual'è il processo mentale di un'anima di questo genere? Questa non ha interiorizzato la volontà di Dio - la contraccezione è moralmente illecita , Magistero della Chiesa, ma l'ideale è che una coppia ascolti questa cosa, ci preghi e ci parli insieme e lo interiorizzi e comprenda perchè va contro la legge di Dio e non lo faccia perchè il don X l'ha detto. Perchè se dopo le cose cambiano, quella scelta interiorizzata davanti a Dio rimanga la mia. Chi entra nella dv la capisce bene, noi dobbiamo imparare a vivere davanti a Dio. Non devo avere soggezione del don ma devo parlarne a Dio che ha fatto Lui i comandamenti. Quando saremo morti non dovremo rendere conto del nostro operato a Don.... ma a Gesù Cristo. Il discernimento si fa davanti a Dio, è anche un modo (delegare al prete X le decisioni) per scaricare le proprie responsabilità. L'idolatria, la dipendenza psicologica che è una cosa negativa o l'auto soggezione psicologica. Sono tutte dinamiche distruttive. Il don parla di cose che ha visto. Ci sono persone che in tanti anni hanno professato vita devota e se dopo tanti anni si vedono pochi cambiamenti concreti cosa significa? Tutto fumo. Sant'Ignazio di Loyola dice che fino a quando non si vede un cambiamento sostanziale nel difetto predominante di una persona il suo cammino spirituale è basso o non c'è. Se però si vede stiamo sulla strada buona.
Come si fa il discernimento? 1) Formazione continua (meditazione, ascolto di catechesi, ecc...) devo avere un patrimonio di valori e di orientamenti a cui fare riferimento. Quando devo fare una scelta devo regolarmi su dei criteri e più ne so meglio è. Il criterio dei criteri è: che cosa farebbe Maria o Gesù al mio posto? Guardate che se uno si facesse bene questa domanda, quante cose cambierebbero. Noi abbiamo dei nemici dentro il nostro cuore. Incominciamo a trovare una montagna di cose, e dietro queste scuse c'è una domanda: ma tu cosa vuoi veramente? Sei convinto che vuoi diventare santo? Sei convinto che sia una cosa buona? Sei convinto che la tua vita funzionerà tanto più si avvicina al modello di Gesù e di Maria o no? Perchè se su questo sei sincero, tu il confronto lo accetti e se c'è da operare cambiamenti drastici li operi. Sono molto faticosi, perchè le famose potature sono faticose ma necessarie ma si devono fare, ma devo io prenderne coscienza perchè tocca a me poi rimboccarmi le maniche. Gli esseri umani, tutti nessuno escluso, cercano la soluzione magica o cercano con una preghiera di cambiare il proprio difetto. C'è soltanto un caso - quando una persona non riesce - lottando però - ad uscire dall'impurità, se chiede aiuto alla Madonna con fede - però ci lotta sopra - (tu non puoi stare tutto il giorno a vedere i film hard e poi chiedere aiuto). Se tu lotti e hai bisogno di un'input (se lotti però) devi chiedere aiuto alla Madonna e la purezza la ricevi seduta stante - dono che però va conservato. Ma su altre cose non funziona così.
Il discernimento è un cocktail tra la meditazione e la preghiera profonda perchè io devo mettere davanti a Dio la mia vita. Aprendo il cuore a Dio perchè non posso nascondermi, porto quello che sto vivendo, facendo e la prospettiva futura. Il don per capire che doveva diventare prete ha dovuto faticare. Ma anche su cose terra terra. Come faccio a capire che scelta fare quando c'è un'alternativa e che chiama in causa la mia responsabilità? Mi metto davanti al Signore e mi metto a parlare, e poi lo Spirito Santo parla nella nostra anima - mi devo chiedere: se scelgo la prima possibilità (vado al ritiro es) quali sono le conseguenze? O quali sono le conseguenze se non ci vado? Chi fa quest'operazione vedrà che quando inizia a pensare vedrà che dentro il cuore scende una pace che non è umana - cosa che bisogna viverla - anche se fosse una scelta che richiede un sacrificio enorme - sai benissimo che quella scelta ti costerà e soffrirai tantissimo - ma la fai perchè senti la pace. Quando senti la pace vai.
E' un mondo accessibile - non facilmente accessibile, per questo il luogo dell'incontro con il Signore è il monto (nella Bibbia). Il best-seller di San Giovanni della Croce si chiama la Salita del Monte Carmelo - Gesù dice di sforzarsi per passare per la porta stretta perchè molti ci proveranno ma non ci riusciranno ma però ne vale la pena. La vita cambia completamente di orizzonte e di significato. Dentro questo contesto si inserisce la tematica della direzione spirituale che di per sè non è una cosa necessaria ma è un mezzo di perfezione.
Direzione spirituale: Un direttore spirituale è necessario in tre casi in senso stretto, due più rare una più frequente: 1) Discernimento vocazionale, sullo stato di vita è bene che ci sia un confronto specie quando c'è una possibile chiamata alla vita consacrata perchè io non so come si sta dall'altra parte,c'è bisogno che qualcuno di esterno mi dica se in me ci sono i requisiti di natura e di grazia tali da affrontare un cammino di questo genere 2)ancora di più quando uno presume di avere esperienze soprannaturali - attenzione a cosa gira sul web - su una buona ce ne stanno un sacco di tarocche - il diavolo sta facendo un macello su queste cose qua// bisogna stare attenti a chi dice di averne, bisogna controllare cosa dice il vescovo della sua diocesi, che ce l'abbia non è garanzia che sia autentica e bisogna stare alla larga di chi dice di averle ma non ha un direttore spirituale perchè i pericoli su questa materia sono tanti, numerosi e subdoli 3) quando una persona desidera sinceramente diventare santa. Fuori di questi casi basta la confessione e magari che ci sia lo stesso confessore per dare alla persone qualche consiglio ben calibrato. Il problema è: 1)cosa cercando le persone dalla direzione spirituale e 2) fare attenzione a come il sacerdote compie la direzione spirituale, perchè essa è un'arte; non è che uno essendo sacerdote può farlo in automatico, bisogna vedere se lo sa fare e come lo fa. E' un ministero come la confessione delicatissimo. C'è un problema oggi di molte anime che stanno in stato di dipendenza psicologica di qualche sacerdote - è però un problema anche per i sacerdoti che spesso non si rendono conto di ciò perchè non è facile entrare dentro alcune dinamiche (e anche il don che tiene la meditazione non lo sapeva in buona fede); moltissime anime cercano la sudditanza psicologica. La direzione spirituale è un'aiuto alla persona per entrare in comunione personale con Dio perchè Lui entri nella tua vita e ti conduca sul tuo cammino di santità. Il direttore spirituale ha una funzione di supporto che ti dà dei criteri di discernimento. Di fronte a questa scelta puoi fare questo o questo o altro e le conseguenze possono essere ..... (questo lo può dire il sacerdote). Dopo di chè mettiti di fronte a Gesù, prega e scegli. Così la persona si responsabilizza e dopo se sbagli non è colpa del prete. Guardate che queste dinamiche dominanti sono oltremodo diffuse. Perciò è necessario imparare questo discorso.
Se vuoi avere una vita cristiana tu la scegli e la vivi davanti al Signore. San Paolo dice che tutte le cose che facciamo, di farle davanti a Dio non davanti agli uomini. Gesù nel Vangelo dice che se io faccio un digiuno e suono la tromba (mi faccio vedere o lo faccio notare ndr), quel digiuno davanti a Dio non vale niente (così come per l'elemosina). Negli scritti di Luisa il Signore dice più volte - anche ai suoi sacerdoti - che di fronte a certe loro opere, Lui si gira dall'altra parte perchè non fatte per Dio ma per le persone, per farsi notare, per la stima propria, per farsi volere bene, per l'affetto o la considerazione del prossimo. Imparare a conoscere le nostre motivazioni profonde - perchè e per chi faccio una cosa - non lo imparo se non faccio meditazione, preghiera profonda e discernimento. Dio parla nel cuore a tutti quanti ma quasi nessuno lo sta ad ascoltare, perchè di fronte a molte cose parte il nostro cervello: se tu ti sei messo in testa di fare una cosa con intenzioni non buone deve per forza partire dentro la tua testa un processo con cui io giustifico quello che sto facendo convincendomi che lo sto facendo per intenzioni buone. La spia che sta accadendo questo è duplice: 1) Quando faccio quella cosa io non sto tranquillo 2) la logica evangelica: dai frutti si riconosce l'albero. Cosa sta producendo quello che sto facendo?
Esempio: scelte di vita: Il don è un sacerdote, la mia attività sacerdotale cosa produce? Una persona che entra in contatto con me che conseguenze riceve? Sta meglio? Peggio? Si riavvicina al Signore? Io ci devo pensare. Io non posso far finta di niente. I risvolti delle nostre azioni, come facciamo sentire le persone? Se io ho fatto soffrire oggettivamente una persona mortificandola , posso dire che non era mia intenzione, ma si è sentita male. Mettiti di fronte al Signore e chiediti: come mi sono comportato? Forse ho semplicemente mancato alla carità, negli scritti di Maria Valtorta, la Madonna dice che Gesù non ha mai mortificato nessuno - neanche i farisei e i grandi peccatori. Se una persona è permalosa, ma per quanto sta in te tu devi in metterti in condizioni che si possa alterare e magari se è andata male mettiti di fronte al Signore chiedendo scusa.
Dentro questo contesto l'esame di coscienza fatta bene. I nostri esami di coscienza standard sono basati su qualche comportamento esterno che abbiamo fatto e diciamo che non siamo tanto convinti che sia peccato. Però la confessione perchè sia veramente fruttuosa dev'essere un momento in cui mi metto di fronte a Dio - se uno per grazia di Dio non compie grossi peccati - che deve dire al Signore? Deve esaminarsi sulle piccole mancanze, anche di uno sguardo non fatto bene al prossimo ne risponderemo di fronte al Signore. (Spesso non è necessario parlare per offendere il prossimo ndr). Quando noi ce ne accorgiamo ci vergogniamo, Papa Francesco la chiama Santa Vergogna. O anche i gesti possono dire qualcosa. Molte cose che non vanno non le vediamo , perchè Dio non te le sbatte in faccia; se noi imparassimo a fare discernimento diventeremmo santi, faremmo più bene e meno guai, faremmo meno Purgatorio e sarebbe meno doloroso e molta più gloria in Paradiso e camperemmo meglio in questa vita. Non vuoi fare questa cosa? Nessuno ti obbliga e nemmeno Dio ti obbliga, conseguenze: in questa vita campi peggio, le confessioni che faccio fanno ridere le galline nel senso che su 100 di grazie te ne prendi 2, ti farai un sacco di purgatorio (e delle tue mancanze te ne renderai conto al giudizio particolare), piangerai in purgatorio a lungo e soffrendo tanto e avrai un grado di gloria in Paradiso basso. Vedi tu. Nostro Signore ci lascia però liberi di decidere.
Il padre spirituale è una cosa buona, a patto che sia un buon padre spirituale, - se vedi che ci sono delle risoluzioni troppo drastiche del sacerdote (fai quello o fai questo, obbedienza, ecc..), anche se uno avesse il filo diretto con lo Spirito Santo - si chiede il don - andrebbe bene fare così? No , per due motivi: 1) perchè ingeneri (dipendenza ndr), ti sostituisci a Dio (parlando del sacerdote) 2) Se questa cosa andasse bene, perchè Dio non fa così? mentre il Signore vuole che per capirci qualcosa vuole che ci mettiamo a pregare, a fare orazione mentale,ecc.. / non ci dice una cosa chiara ma vuole che tu collabori con Lui e perchè fa così, perchè vuole che tu sia collaborante perchè Dio ci ha dato intelletto e volontà che però vanno usate. Ed è anche la tua dignità, perchè se io interiorizzo e scelgo personalmente davanti a Dio diventa fonte di gloria personale. Sei tu che sei degno di stima e considerazione perchè hai fatto una cosa tua davanti a Dio e al prossimo - forma di nobilitazione della persona e della sua libertà.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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