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Peccato grave, mortale e veniale

La distinzione tra peccato originale e attuale. La distinzione tra peccato mortale e veniale. Il peccato grave. Quando un peccato è mortale e quando non lo è. Le circostanze soggettive che possono influire sulla piena avvertenza e il deliberato conoscenza. Il dovere di non giudicare nessuna persona, nemmeno se stessi. Il dovere di applicare la verità con carità. La gradualità dei percorsi di conversione. Alcuni esempi e casi del tutto singolare. L'attenzione alle persone che sono o possono essere coinvolti dalle nostre scelte morali. Ciclo di catechesi "La sana dottrina cattolica", quattordicesima puntata, Lunedì 11 Gennaio 2021

La volta scorsa abbiamo parlato dell'importanza del senso del peccato e di come il nostro mondo contemporaneo abbia perso il senso del peccato e ruolo della coscienza, ecc... Alcune cose che il don dirà avranno dietro un'esperienza sacerdotale vissuta. Il don è cresciuto nell'esperienza e abbiate pietà di un giovane parroco perchè nessuno è nato imparato, è inevitabile che si commettano una serie di errori dovuti all'inesperienza, si impara col tempo.

Il peccato in generale è distinto in due grandi specie: originale ed attuale. Il peccato originale che a sua volta si distingue in peccato originale originante (commesso da Adamo ed Eva) e peccato originale originato è quello che si trasmette attraverso l'atto del concepimento per propagazione a tutto il genere umano senza eccezione. E si rimuove con il sacramento del Battesimo. Dal peccato originale si distingue il peccato attuale. Perchè attuale deriva dal latino e si commette con un'atto, non è una cosa che io mi ritrovo appicciata e non c'entro nulla, è un'atto sempre della volontà, se non è coinvolta la volontà non si può parlare della volontà. Atto fatto nel presente con una volontà che rimane libera anche se il tasso della sua libertà e il grado della sua libertà può essere condizionato da una serie di fattori interni o esterni ereditati che possono aggravere o diminuire la responsabilità che una persona commette. Qualcosa del genere esiste anche nel codice penale (un reato commesso con premeditazione è più grave di uno senza).

Il peccato attuale si distingue in mortale e veniale. Il peccato mortale è una disubbedienza alla legge di Dio in materia grave commessa con piena avvertenza e deliberato consenso. Noi dobbiamo fare in modo che tutta quanta la bellezza della fede stia in noi anche quando affrontiamo una tematica che è impegnativa come quella del peccato e penitenza. Il peccato veniale è quello che ha oggetto materia lieve o non è stato commesso in piena avvertenza e/o deliberato consenso. Se manca uno dei tre elementi del peccato mortale (materia grave, deliberato consenso o piena avvertenza) si ha sempre un peccato veniale. Esempio: una persona che subisse una violenza sessuale, la materia è grave, la persona sa che quella cosa non si dovrebbe fare ma c'è il deliberato consenso? No, anzi c'è quella forma massima di quasi paralisi della libertà che è la violenza e in alcuni casi è completamente invincibile, supponiamo che una persona fosse letteralmente immobilizzata non può farci nulla. O materia grave, deliberato consenso ma non c'è piena avvertenza...è il caso di quando la nostra coscienza è erronea. Esempio: mando a quel paese con il cuore una persona, una persona può pensare che questo atto non sia grave, se legge il Vangelo di san Matteo Gesù dice che mandare a quel paese con il cuore è una cosa grave. Se dici ad una persona pazzo con il cuore vai all'inferno (dice Gesù), è vero che c'è l'azione ma una persona non si rende conto che è una cosa grave, e ce la manda e poi alla domenica va a farsi la comunione. La materia lieve tipo ad esempio: peccato di gola o bugia di scusa (racconto una bugia senza far danno al prossimo).

Un peccato mortale richiede la sussistenza di tutte tre le condizioni, se manca una non c'è. 1) Noi dobbiamo sapere che non possiamo e non dobbiamo giudicare mai nessuno, perchè se uno commette una cosa grave (ecco perchè Gesù dice di non giudicare) perchè potrebbe non averne la piena avvertenza, potrebbe aver fatto la cosa senza il deliberato consenso magari non perchè sottoposto ad una violenza o coarzione ma cosa ne sai tu di quello che si porta dietro? Quella persona magari si porta dietro delle ferite nell'anima, ma tu sai se quella persona ha avuto un'inferno in famiglia? Tu sai se quella persona è stata abbandonata? Ecc.. tutte queste circostanze che nemmeno noi sappiano su noi stessi vanno ad influire sul deliberato consenso ed ecco perchè una mistica (Maria Simma) diceva di aver visto John Lennon in Purgatorio. Non c'è da stupirsi in sè, perchè se anche se quel poveraccio di John lennon avesse fatto una vita sgangherata tu che ne sai di quello che si portava nel cuore? Ecco perchè canonizza i santi ma non dannatizza le persone, perchè noi non possiamo sicuri che una persona sia dannata, e noi non sappiamo se dietro alle malefatte di quella persona (che vanno confessate) quale sia il tasso di responsabilità soggettiva di quella persona. Noi non possiamo giudicare nemmeno noi stessi. Quando una persona si confronta con i 10 comandamenti è inevitabile che prenda coscienza di cose gravi che ha commesso nel passato - se tu al momento in cui hai fatto quella cosa non eri cosciente che era peccato mortale, probabilmente peccato mortale non l'hai fatto perchè ti mancava la piena avvertenza. C'è un'ambito nell'ambito di ciò che accade dentro di noi di cui non sappiamo cosa accade dentro di noi. Dentro le confessioni può introdursi la nostra volontà umana che rende le cose brutte, il sacramento della confessione è una cosa bellissima e cosa seria - non si fa una chiaccherata o sfogo -.

Devo prepararmi alla confessione generale e mi si drizzano i capelli confrontandomi coi 10 comandamenti. Tra le cose valide è che oggetto della confessione sono i peccati gravi che uno ha commesso nella vita e non ha ancora confessato. Quindi se io mi rendo conto di aver commesso cose oggettivamente gravi dovrò confessarle, però attenzione: il fatto che io abbia commesso delle cose oggettivamente gravi non significa necessariamente che per me siano da considerarsi peccati mortali. Perchè se quando li ho commesso io non avevo la piena avvertenza perchè magari non potevo farci nulla o c'erano delle condizioni esterne o interne (ricatti, violenze psicologiche ecc...) / se io faccio una cosa che è materia lieve ma io penso che sia grave - la mia avvertenza è che quella materia sia grave e la faccio lo stesso, ho peccato mortalmente. San Tommaso d'Aquino diceva che il luogo proprio del peccato è la nostra volontà, più c'è la volontà - tra l'altro illuminata dall'intelligenza - più io sono colpevole, meno c'è la volontà meno sono colpevole. Ma da un punto di vista oggettivo non soggettivo. San Paolo dice di non giudicare nulla prima di Dio, perchè anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Quando uno dice mi sembra di non aver fatto alcun peccato, i santi dicono: mi pare, mi sembra, a quanto mi risulta ecc.. cautela. Se John Lennon non sta all'inferno, vuol dire che non è morto in stato di peccato mortale perchè lo sa lui. Questo non è che attenua il discorso sulla gravità del peccato, del dovere di evitarlo e sulla nefandezza del peccato ci consenta di stare al nostro posto. Noi siamo poveri umani, dobbiamo accettare le cose che abbiamo sbagliato, ci prendiamo le conseguenze e lo portiamo al Signore e chiediamo perdono. Altro esempio: noi abbiamo l'obbligo di confessare i peccati della nostra vita passata che non abbiamo mai confessato, se questa cosa che è vera, e che è una cosa bella - perchè confessare i peccati della vita passata? Il sacramento della confessione è il modo con cui il sangue di Gesù prende i nostri peccati e li distrugge e se una robaccia ti rimane dentro la coscienza e tu non la porti a distruggere da Gesù quella cosa produce male nella tua vita. Uno non può stare una vita a ripensarci.

La volontà umana, queste cose sono classiche della volontà umana: una cosa bella ti viene data da Nostro Signore per la tua liberazione, cade dentro un'umanità ferita, fragile ecc.. e quella cosa che dovrebbe aiutarti diventa una maledizione. Esempio: quando arriveremo a certe materie si pone un problema molto grosso: problema che se nella vita sono rimasto un single da solo, mi porto solo i problemi miei, se io mi sono sposato e quindi siamo in due ci sono una serie di cose che non riguardano solo me ma anche il coniuge. C'è un'argomento che è considerato estraneo dalla dimensione del peccato, argomento attinente alla castità e purezza che si vive dentro e fuori dal matrimonio prima e durante esso. Esempio: si vanno a sposare due battezzati che non hanno fatto una vita di fede, ad un certo punto dei due si avvicina alla Chiesa e cambia vita. E adesso che facciamo? Come ne parlo al coniuge? Potrebbe impazzire, sfasciare il matrimonio ecc... e che facciamo? La nostra santa fede cattolica - i principi sono sempre sacrosanti - nell'applicazione bisogna fare sempre attenzione alle circostanze. Può Dio volere che si sfasci un matrimonio perchè uno dei due coniugi vuole vivere santamente la sessualità coniugale? Che fare? Le persone vanno prese per mano, accompagnate, devono fare un percorso e devono essere accompagnate. Il coniuge non vorrebbe ma se è troppo rigido da subito, sfascia la famiglia, parlare con un buon confessore, uno aspetta a fare la comunione e si avvicina questa persona che non ha fatto questo cammino. Ecco pechè è importante vivere un fidanzamento casto certe cose non succederanno mai, ma se una persona dei fidanzamenti disordinati, ha iniziato ad avere una vita matrimoniale disordinata e si converta alla mattina l'altro coniuge rimane spiazzato. Non significa che tutto debba continuare così, bisogna trovare il modo di togliersi di dosso il peccato. Quando c'è di mezzo il Sacramento, quello va salvaguardato. Bisogna fare dei percorsi, non si può dall'oggi al domani cambiare. Se io sono un single e sono stato schiavo per anni schiavo della pornografia, mi sento una bella predica e rimango folgorato e cambio vita e distruggo tutte le riviste. Ma se il comportamento disordinato è stato vissuto in coppia, stai tranquillo, non vuole dire che tutto sia ok, ma bisogna fare un cammino assieme. Quando si parla di percorsi ed accompagnamenti nella Chiesa non si vuole negare l'oggettività del male ma si vuole fare attenzione che l'applicazione di questi principi non diventi un boomerang. Altrimenti si rischia di diventare come una setta: o è tutto ok o sei fuori. Si impara dall'esperienza. Se una personalità è fondamentalmente sana ed equilibrata e prende bene le cose ok, ma le situazioni di fragilità vuol dire che una persona è ferita, fragile, instabile, non troppo equilibrata ecc... con questa cosa bisogna farci i conti. Dev'essere accompagnata altrimenti...si tolgono alcuni mali ma se ne producono altri mali.

Per stimolare il senso del peccato, cosa bisogna fare? Chiamare le cose per nome, oltre alla mancanza del senso del peccato c'è anche un'altro problema: che siamo una generazione senza spina dorsale, fragile e siamo una generazione tendente al depresso, ferita alla spalle. La legge fortuna è del '70, quella che ha introdotto il divorzio, un povero ragazzino che vede la famiglia sfasciarsi resterà segnato a vita e se non fa un percorso di guarigione quello si porta dietro queste cose e se gli sbatti la legge di Dio nuda e cruda e rimane schiacciato da essa. Come faccio? La verità bisogna dirla con grazia e con gradualità, esiste la legge della gradualità cioè tu inizierai a fare dei passi per rimetterti in carreggiata. Bisognerà far comprendere al coniuge il rispetto della persona se l'altro coniuge non vuole avere saperne della vita cattolica in materia sessuale.

Da un lato c'è l'amore alla verità e dall'altro c'è la carità, non si può tacere la verità in nome della carità ma parlare di essa con carità. Non si possono andare a fare - di questi tempi - attacchi in nome della verità. San Giovanni Paolo II disse (nel 2000) che tante volte nel corso della Storia pur nel doveroso incarico di difendere e promuovere la Verità, molti figli della Chiesa hanno mancato alla carità. La Verità senza Carità davanti agli occhi di Dio non va, nessuna di queste due posizioni si può scollegare. La Carità nella Chiesa è la legge suprema della Chiesa. La legge della Chiesa si deve rispettare e le autorità della Chiesa, obbedire e rispettare ma la legge suprema è la carità; significa che quando la legge e l'osservanza rigorosa mi fa ledere la carità fermi tutti.

Noi possiamo giudicare solo i comportamenti oggettivi non le persone e nemmeno noi stessi. Giudicherà Dio. La Verità la devo difendere con i mezzi opportuni e leciti non posso compiere qualsiasi cosa pur di difendere la verità (il fine buono non giusitica i mezzi). Il diavolo vuole trasformare in veleno anche le cose più sante per evitare che le cose belle diventino fonte di sofferenza, dispiacere, malessere o si combini qualche guaio. Un'azione buona fatta con mezzi cattivi è male.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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