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I quattro tentacoli e i dodici gradi della superbia

Le quattro specie della superbia e i dodici gradi della superbia (e dell'umiltà). Ciclo di catechesi "Vizi e virtù", settima puntata, Lunedì 6 Dicembre 2021

le quattro specie della Superbia come se fossero dei tentacoli che prendono il malcapitato di turno. Le specie sono (San Tommaso d'Aquino lo ha scritto, il don non sta facendo altro che prendere del suo materiale) 1)Vantarsi di avere ciò che non si ha 2) Credere che il bene posseduto derivi da sè medesimo 3) Credere che il bene ricevuto dall'Alto sia arrivato per propri meriti 4) Cercare di fare apparire del tutto singolari le doti che si hanno disprezzando gli altri. Se siamo onesti con noi stessi, difficilmente potremmo dire con buona coscienza di non essere mai caduti in questi tentacoli e se siamo proprio onesti dovremmo dire che siamo caduti in tutti e quattro e speriamo di parlarne al passato e non al presente perchè sono comportamenti molto diffusi.

Vantarsi di ciò che non si ha: quante volte i discorsi dei mortali sono uno sciorinamento di improbabili di titoli, prestigi, ricchezze, si chiamano gli spacconi, i fanfaroni ecc.. si persone che si gonfiano di cose che non hanno o non hanno avuto. In Ebraico superbia di chiama con un nome che letteralmente vuol dire vapore, fumo e noi diciamo tutto fumo e niente arrosto. Quando uno si vanta di avere ciò che non si ha, vende fumo perchè non sono cose reali ma inventate per apparire più di quello che si è.

Secondo step: io ho dei beni o titoli realmente posseduti (esempio), ho la villa, ho attestati di studio, ho la macchina e sono amico di tizio, Caio e Sempronius (nomi di gente altolocata). San Paolo nelle sue lettere, con forza e vigore dice: ammesso anche che tu abbia qualcosa di buono, ma che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto... e se lo hai ricevuto, perchè te ne vanti come se non lo avessi ricevuto? Quale uomo può essere tanto stolto da non riconoscere che niente è suo di tutto quello che ha, che fa ed anche che è? A partire dal dono della vita, noi l'abbiamo ricevuta senza chiederla, non sappiamo nemmeno quando l'abbiamo ricevuta. Non sappiamo quando nati ma lo sappiamo perchè ce lo è stato detto, ma quando siamo stati concepiti, a meno che i genitori non avessero incontri molto diradati nel tempo, non lo sappiamo. Ma sappiamo che c'entriamo con noi con il dono della vita. Non soltanto abbiamo soltanto ricevuto la vita ma anche la conservazione nell'essere, Dio non soltanto ci ha creati ma ci conserva nell'essere, il don sta parlando e tu stai agento ecc... perchè la Provvidenza di Dio mi conserva nell'essere, perchè Dio smettesse di conservarmi nell'essere torneremmo nel nulla. 100 anni fa noi non c'eravamo ed eravamo nella mente di Dio. Chi non crede a questa cosa respira, ma l'aria ce l'ha messo lui l'ossigeno? Qualche essere umano ha merito del fatto che il cuore mi batta? Ti sei laureato..ma chi ti ha pagato gli studi? Chi ti ha permesso di studiare? Chi ti ha fornito l'intelligenza? Si ha merito nell'essere intelligenti? Il don non crede. Ma io ho studiato e mi sono tanto sacrificato (esempio) ma è poca roba. Avrai anche una laurea ma rispetto allo scibile umano che cos'è? Lo scibile umano oggi ha raggiunto delle dimensioni spaventose e il tasso di elevatezza di specializzazione, una persona che ha una cultura generica, se va ad assistere ad una laura di un corso di specializzazione particolare - al don è capitato - sai cosa vuol dire non capire quasi nulla? Eppure un pochino quella materia si è studiata quando si era a scuola. Oggi il tasso di specializzazione è elevatissimo e quindi? Hai un bel carattere? Ringrazia Dio e anzichè insuperbirti, prega per coloro che hanno un brutto carattere. Il don si ricorda - quando il suo migliore amico è morto di leucemia - quando gli hanno messo il catetere perchè il suo amico non poteva andare più in bagno, ha assistito a questa scena e la mattina dopo si è alzato e....si può ringraziare Dio di andare al bagno con le gambe proprie? L'umile non va sciorinando titoli ma ringrazia Dio per tutti e per sempre, noi ci mettiamo quel pochissimo, la buona volontà, - la buona volontà rimane l'unica cosa che spetta a noi - ma se tu vai a vedere nel complessivo che ci fai solo con la buona volontà?

Terzo tentacolo: d'accordo, il dono che possiedo è un dono di Dio, non me ne vanto più...però l'ha fatto a me non altri perchè me lo sono meritato. Vado a Messa tutte le domeniche, faccio qualche digiuno, faccio la questua, dò qualche spicciolo a chi elemosina per strada ecc... ma questo atteggiamento è stato cassato di brutto dal Nostro Salvatore Gesù Cristo con la parabola del Fariseo e del Pubblicano. Il fariseo stava facendo ciò davanti a Dio, cioè vantandosi del bene che compiva: prego, sono devoto, digiuno due volte alla settimana e pago le decime di quanto possiedo, ecc... non millanterie ma cose vere ma il Signore dice che chi si vanta sarà umilato, mentre il pubblicano non alzava lo sguardo e chiedeva pietà.

(4) Mi arrendo: i beni arrivano da Dio, non li ho meritati ma però una cosa dobbiamo riconoscerla: i miei sono super, sono stratosferici, ringrazio il Signore perchè ha me mi ha posto in una condizione elitaria rispetto ai comuni mortali che non li hanno. I grandi Santi che ci fanno vergognare, a volte avevano grandi doni da parte del Signore ma non ne hanno mai fatto oggetto di ostentazione - manifesta o subdola. Loro cercavano per quanto possibile per dissimularli e sapevano che grandi doni chiamano grandi dolori, e grandi grazie chiamano grandi prove e grandi benedizioni chiamano grandi sofferenze. Ecco perchè San Giovanni della Croce raccomandava di non chiedere a Dio grazie straordinarie, perchè esse significheranno croci straordinarie e sei sicuro di poterti abbracciare una croce straordinaria con lo stesso zelo con cui tu ti abbracci una grazia straordinaria? Meglio non fare questa prova.

E' stato San Bernardo di Chiaravalle a fare i 12 gradi della superbia e dell'umiltà.

Questo santo ha scritto un libretto molto adatto alla vita monastica, molto prima di Tommaso da Kempif che è l'autore a cui è attribuito il capolavoro: L'imitazione di Cristo.

Bisogna immaginare come una piramide, ogni grado della Superbia è speculare a quello dell'umiltà, mentre il cammino dei vizi è in discesa - dal più piccolo al più grande - per le virtù è il contrario. San Bernardino pone una distinzione tra la superbia dell'intelletto e della volontà - non è la stessa cosa. La superbia dell'intelletto è tipica di chi si crede di essere chissà chi o che, mentre l'umiltà dell'intelligenza è quella che i maestri di spirito che chiamano la conoscenza sapienzale di sè. Il Montfort ha scritto qualcosa su di essa. Noi siamo cose di poco conto, quel poco di buono che abbiamo -a hinoi - è molto imperfetto, molto limitato. Nel trattao della Vera Devozione, san Luigi Montofort - descrive la nostra debolezza strutturale. L'umiltà dell'intelletto è una cosa interiore, un'intima convinzione, che deriva dalla constatazione sincera...se c'è qualcosa di buono in noi viene da Dio, e quel buono è impastrocchiato. Noi siamo incapaci di qualsiasi bene per la nostra salvezza, se non ci fosse la grazia santificante. Non ci sentiamo deboli in ogni cosa? Il don si sente un pò tonico nel cuore ma si sente affatticato nel corpo, è una condizione di umana debolezza. La nostra incostanza, chi di noi può dire sempre perfettamente costante? Magari ci sono piccoli cedimenti ma ci sono sempre. La nostra indegnità ad ogni grazia...chi può dire al Signore: fammi questa grazia perchè me la merito? Noi siamo indegni di ogni grazia, se dipendesse da noi stessi saremmo degni dell'inferno. Se Gesù non fosse morto in croce, con un solo peccato mortale si va all'inferno e se Gesù non ce li rimette ( i mortali) noi siamo perduti. Se Nostro Signore ogni tanto ci leva le mani dalla testa - e ogni tanto lo fa proprio per farci conoscere la verità di ciò che stiamo dicendo - siamo rovinati.

[79] "... I peccati attuali da noi commessi, mortali o veniali che siano, anche se perdonati, hanno aumentato la nostra concupiscenza, debolezza, incostanza e corruzione, lasciando delle scorie nella nostra anima. I nostri corpi sono talmente corrotti, che lo Spirito Santo li chiama corpi di peccato, concepiti nel peccato, nutriti nel peccato e capaci di tutto; corpi soggetti a mille e mille malattie, che si corrompono di giorno in giorno e generano putredine. La nostra anima, unita al corpo, è divenuta così carnale che viene chiamata carne: «ogni vivente aveva corrotto la sua vita». Abbiamo per eredità l'orgoglio e l'accecamento nello spirito, l'indurimento nel cuore, la debolezza e l'incostanza nell'anima, la concupiscenza, le passioni in rivolta e le malattie nel corpo. Siamo, per condizione naturale, più superbi dei pavoni, più attaccati alla terra dei rospi, più brutti dei capri, più invidiosi dei serpenti, più golosi degli animali immondi, più collerici delle tigri, più pigri delle tartarughe, più deboli delle canne e più incostanti delle banderuole. Abbiamo di nostro soltanto il nulla e il peccato, ed altro non meritiamo che l'ira di Dio e l'inferno eterno....." Dal Trattao la Vera Devozione a Maria

Pensiamo alla nostra condizione dei nosri corpi, senza far nulla, generano putredine, se non ti lavi dai un cattivo odore e il don non è in grado di spiegare cosa accade. Queste parole non devono essere prese per deprimerci ma sono la verità, noi siamo questo. Lasciati a noi stessi siamo questo. L'umiltà dell'intelletto: io capisco che ciò che sono, se c'è qualcosa di buono, che ho e che faccio è stato ricevuto da Dio come dono di natura ecc.. ma è impastrocchiato da questo mare di miserie, noi combiniamo guai anche con le cose che Dio ci dona. Invece il superbo non le vuole riconoscere e non le ammette o le minimizza o passa il tempo nel confessionale o incolpa gli altri o attenua le proprie colpe. Poi c'è la superbia della Volontà che non riguarda la conoscenza, ma in questo senso il superbo desidera apparire, emergere ecc... ed ostenta conoscenze, soldi, meriti ecc... l'umiltà del cuore consiste nella ferma rinuncia alla gloria del mondo e all'amore della propria abiezione cioè desiderare di non essere riconosciuti, lodati, stimati ecc... noi ci vantiamo (dice San Paolo) nelle tribolazioni di Cristo. Per crescere nell'umiltà il don consiglia di scaricarsi le litanie dell'umiltà, sono modi in cui supplichiamo il Signore di liberarci dal mostro della superbia e ci fanno ricordare i peccati o imperfezioni che commettiamo.

Questi gradi sono spie, se ho il primo grado della superbia vuol dire che questo vizio sta agendo....e se invece sono all'ultimo vuol dire che stiamo camminando.

12) Abitudine al peccato. (il più grave) rende simile al Principe dei Superbi che non vuol servire Dio per nessun motivo

11) Libertà di peccare. Cioè il don legge libertà di fare quello che si vuole, non sottomersi alle leggi di Dio e alle giuste indicazioni di coloro che Dio lo rappresentano. L'umile trova la libertà dentro la volontà di Dio, perchè è lì che si trova. Quindi se un precetto lo limita non si ribella e l'umile sapendo che il Signore sa la risposta perchè ha fatto così, si attiene a ciò che è stato detto.

10) Ribellione contro il superiore e i fratelli - vizio che si oppne alla virtù dell'obbedienza, si tratta di ribellione ai legittimi comandi altrui, sono comandi legittimi quando non travalicano l'ambito del potere o quando non lede il bene oggettivo.

9) Confessione simulata, che viene resa palese dalle dure e severe ingiunzioni. Il superbo non è in grado di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

8) Difesa dei peccati. Si giustifica sè stessi e si punta il dito contro gli altri, cosa che fa quasi la stragrande maggiornaza delle persone. Si parla male dei non presenti.

7) La presunzione: intromettersi in ogni cosa. -- 6) L’arroganza: credersi più santo di tutti

5) La singolarità: gloriarsi nell’ostentare i propri affari privati. Il superbo cerca sempre di apparire del tutto singolare, la singolarità, è proprio della carità e dell'umiltà - in tutto ciò che non è opportuno, seguire il comportamento comune. In tutto ciò in cui non è in gioco il Bene o la gloria di Dio, se ci sono in gioco essi non si possono fare. Esempio feriale: mi trovo in una Chiesa dove durante la consacrazione non si inginocchia quasi nessuno, che faccio? Mi inginocchio? Se lo faccio sono l'unico superbo - cosa penseranno di me? Quindi è meglio stare in piedi, sbagliato. Stai in ginocchio e dai il buon esempio. Un giorno di digiuno, arriva una persona che mi fa una domanda diretta e mi chiede se sto facendo il digiuno, cosa rispondo? Lì per forza bisogna rispondere sì se non possiamo fare altrimenti, senza però perdere il merito. Il merito lo perdi se quella cosa la sbandieri o la ostenti. Ma non si può mentire. La linea di demarcazione è molto sottile. Una donna che oggi vuole riscoprire la propria femminilità e quindi archivia gli abiti da uomo e riscopre gli abiti modesti ed eleganti, certo che attirerà l'attenzione perchè se tutte le donne vanno vestite da uomo e una donna si sintonizza sulle frequenze mariante è chiaro che attirerà l'attenzione. Il don fa questi esempi per dire che la singolarità si ha quando non ci si conforma a ciò che è comune senza che sia in ballo la gloria di Dio, il bene oggettivo e la salvezza delle anime. Una persona tacciata di superbia in maniera grossolana fu Sant'Atanasio, il grande avversario degli ariani, si è beccato tanti insulti...ai tempi di Sant'Atanasio la maggioranza dei vescovi era ariana. Non si confonda la forma di superbia derivante dalla singolarità con il dovere di andare controcorrente quando c'è in ballo la gloria di Dio e il bene delle anime.

2) La leggerezza d’animo, che si manifesta nelle parole indifferentemente liete o tristi. o stolta allegria. Chiacchere inutili, l'umile non ride sguaiatamente ma sorride, pur prendendosi i divertimenti sta lontano da ogni eccesso e bagordo, parla ma usa la lingua bene.

1) La curiosità con la quale, con gli occhi e gli altri sensi, ci si occupa di cose che non ci riguardano. L'andarsi ad impicciare di cose che non ci riguardano. Facciamoci gli affari nostri. Non badare a cosa fanno gli altri, occupati della tua santificazione. Il superbo è desideroso di conoscere anche ciò che non è utile o non conviene. Chi va da un medium, vuole sapere le proprie notizie sui propri morti e non ce la fa stare nella fede. Se Nostro Signore ci ha occultato alcune cose in questo mondo è segno che è bene che siano occultate. Saranno svelate quando andremo - speriamo - quando andremo in Paradiso. Le domande invadenti, noi abbiamo il dovere e diritto di non rivelare i nostri segreti. L'invadenza è una cosa molto brutta, non facciamo mai dirette sul prossimo sugli affari del prossimo e quando la subiamo dobbiamo trovare il modo di dire con molta carità che queste cose non si devono chiedere. L'umile dà il massimo di sè, non è un superficiale o pressapochista con la scusa che siamo tutti peccatori, però l'umile sa essere discreto e mai invadente e sta lontano da tutto ciò che potrebbe ledere la virtù e l'onore di Dio e del prossimo. Superbia: tema terminato anche se si potrebbero fare - su ogni vizio - una catechesi.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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