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Le opere della carità e i vizi opposti alla carità

L'insegnamento di san Tommaso d'Aquino sulla carità (seconda parte): le opere della carità (beneficenza, elemosina e correzione fraterna) e i vizi opposti alla carità: odio di Dio, accidia, invidia, contesa, discordia, scandalo e scisma. Ciclo di catechesi "Vizi e virtù", diciottesima puntata, 28 Febbraio 2022

la volta scorsa ci siamo fermati negli atti peculiari della carità: la beneficenza, l'elemosina e la correzione fraterna. La beneficenza consiste nel fare il bene, uno dei motti di san Giovanni Bosco era: fate il bene, più ne fate meglio è. Dal fare un sorriso, un favore, una parola gentile, di pace e anche uno sguardo che sia una carezza - come guardiamo il prossimo è molto significativo - e poi ci sono il garbo, l'affabilità, la gentilezza, la generosità ecc... queste cose traspaiono quando la carità è viva in un'anima. Opere di beneficenza in senso stretto come ci insegna il catechismo sono le 7 opere di misericordia corporale, quelle su cui tutti dovremmo rendere conto. Oggi si sta diffondendo come una piaga purulenta tra i fedeli, che è la cremazione. E' uscito un documento della Chiesa a firma del cardinal Muller (2014) controfirmata dal Papa dove fondamentalmente diceva che la Chiesa ha tolto la proibizione la celebrazione nelle Chiese a chi si faceva cremare. I cimiteri se li sono inventati i cristiani, i cimiteri romani custodivano le urne cinerarie. L'inumazione è iniziata con i cristiani. Era il segno distintivo del paganesimo, quello è un corpo santo di un battezzato...che va a riposare...che faccio? Lo brucio? Ma sei matto? Nel suo compito sacerdotale del don di insegnare alle persone a ben aiutarli: molti criticano un'atteggiamento della Chiesa del passato che era troppo rigida e lo stesso anche i santi del passato... ma guardate cosa succede ogni volta che si fa un'eccezione. Che succede? Siccome non è detto che uno vada a farsi a bruciare per fare uno sfregio al dogma della resurrezione, ma qual'è poi l'effetto? Se è una cosa che si può fare, allora diventa la regola. L'eccezione diventa sempre la regola. Il don porta sempre l'esempio della pratica della comunione in mano: le prime eccezioni concesse da Paolo VI per tamponare una situazione, c'era una prassi abusiva che per quanto si era lottato andava avanti e quindi che fare? si stabilì la comunione in mano a certe condizioni e ogni tanto e guardiamoci come siamo ridotti. Altro esempio? Il clerygman per i preti, naque negli anni '60 iniziarano ad andare in giro le vespe, non si poteva andare con la talare e quindi all'inizio no, ma dagli oggi e dagli domani alla fine si può usare per viaggiare ma in parrocchia talare. Quando celebri in talare. E come stiamo oggi? La talare non lo porta quasi più nessuno, il clerygman lo portano in pochi e la maggioranza dei preti vanno in giro come i laici - quest'ultima parte di per sè non è consentita dalla legge ecclesiastica. La veste talare che ancora l'abito ordinario nella Chiesa, ti fa vedere come una persona strana, che dev'essere per forza ultra tradizionalista ed intransigente ecc... cerchiamo di formare. L'eccezione è sempre pericolosa ed ecco perchè i maestri di spirito sono molto rigidi. Perchè esiste il peccato originale fa sì che la nostra natura sia debole, ma se tu fai l'eccezione quella è destinata a diventare la regola. E' meglio essere un pochino più rigido che aprire la porta a consuetudini che non si sa dove vanno a finire. La riforma liturgica che ha portato al nuovo messale, le radici remoti naquero ai tempi di Pio XII quando fu riformata la settimana santa, per secoli non è stata toccata perchè si riteneva sacro. Aneddoto: quando proposero di aggiungere il nome di san Giuseppe al canone romano a Pio 9° (che poi fu Giovanni 23° con il messale del '62) rispose: devo mettere mani al canone romano? Io sono soltanto il Papa, non sono mica il Padre Eterno. Vediamo oggi come siamo ridotti. Il nuovo ordine non legittima tutti gli abusi che si vedono...valeva la pena? Ad avviso del don c'è stata una miopia generalizzata che nel tempo causa sbracamenti sotto tutti i punti di vista e ci stiamo allontanando dagli esempi ricevuti da 2000 anni di storia di Chiesa - perchè oggi ci riteniamo di sapere tutto e reputiamo degli imbecilli coloro che sono arrivati prima di noi.

Poi ci sono le opere di misericordia spirituale. (Consigliare i dubbiosi. Insegnare agli ignoranti. Ammonire i peccatori. Consolare gli afflitti. Perdonare le offese. Perdonare pazientemente le persone moleste. Pregare Dio per i vivi e per i morti). Più se ne fanno meglio è. Cerchiamo di fare quanto più bene possibile, quanto più possibile a quanta più gente possibile. Molte persone dicono che non fanno peccati ma devono chiedersi cosa fai di bene. Gesù dice: tutto quello che voi volete le persone facciano a voi, fatelo a loro. Noi dobbiamo essere solleciti ed attivi nel bene e non semplicemente attenti a non fare il male.

L'elemosina: punto importantissimo della vita dei fedeli, l'attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali e Gesù ha tuonato più volte che non possiamo servire a Dio e Mammoma (cioè i soldi, il denaro). L'elemosina è un'atto di carità libero al prossimo per sopperire alle necessità altrui. Gesù invita a non accumulare tesori sulla terra ma ad accumularli in Cielo e ricorda che il nostro tesoro si trova là dov'è il nostro cuore e dove è il nostro cuore è il nostro tesoro. Queste indicazioni di Gesù sono da tenere presenti per affrontare questo tema in sincerità di fronte a noi stessi. San Tommaso dice che l'elemosina, che di per sè è sempre un'atto gratuito, diventa un precetto in due situazioni: quando ci sono beni superflui e quando c'è una situazione disperata di estrema necessità. Bisogna sempre ricordare che in Paradiso non si possono portare soldi a meno che....c'è una banca del Cielo nel quale si possono depositare i soldi, che fa come tasso d'interesse (lo dice Gesù nel Vangelo) 100 per uno. Dai uno e ti viene 100. Non solo subito ma infinito per uno, perchè Gesù dice chi dà o rinuncia ai beni importanti...e poi c'è la vita eterna. L'elemosina è importantissimo farla e anche da parte di chi è povero, cioè non ha i beni soldi, come la povera vedova che getta nel tesoro l'equivalente dei 2/3 € che aveva per mangiare. Gesù la guarda (negli scritti della Valtorta: ha detto che oggi non mangia.). L'elemosina attira un sacco di grazie da parte del Signore, e sarà sicuramente ricompensata anche se l'anima dovesse dannarsi, il fatto che Dio sappia non vuol dire che lo voglia o condiziona la libertà della persona, Dio sa ma secondo il nostro modo di pensare agisce come se non lo sapesse (come ha fatto con Giuda). Ma se un'opera elemosina la fa un'anima che sarà dannata, Gesù la ricompensa in vita con beni e benefici temporali. Se l'anima raggiungerà la salvezza - queste cose le dice san Tommaso d'Aquino - ordinariamente nel post vita c'è da passare per il Purgatorio per purificarci da tutte le sozzure che ci portiamo dietro, l'elemosina san Pietro scriva che copre una moltitudine di peccati e in quel contesto san Pietro dice che si riferisce all'elemosina. Chiunque voglia risparmiarsi un pò di Purgatorio: quali sono le opere penitenziali da fare? La Chiesa non ha leggi stringenti in questo periodo. I digiuni canonici sono rimasti il mercoledì delle cenere e il venerdì santo. Ma più ne fai, più digiuni, preghiere e elemosine fai...meno purgatorio fai..Quanto? Vedi tu quanto ci credi e quanto ci vuoi investire. I cristiani non sono pauperisti, non dobbiamo essere tutti per forza poveri. Gli atteggiamenti disordinatamente estremisti sono sempre sospetti. I cristiani non devono essere per forza privi di beni, però al tempo stesso sanno che il denaro è un bene pericoloso e che deve essere santificato con un buon uso. Bisogna essee sempre ben formati e preparati.

Correzione fraterna: grande opera di carità. Però san Tommaso d'Aquino e altri dicono alcuni accorgimenti: per prima va fatta quando sicuramente una persona appare disponibile alla correzione fraterna e non è arrabbia sul momento e quando si vede ha un cuore chiuso. Poi va fatta - non ordinariamente - in presenza di altre persone, in privato. E poi il modo: il modo non è che attacchi una persona e gli fai il rimprovero esplicito, ma con molta delicatezza prendendola da lontano...prima loda la persona per le cose belle che fa e poi vedere cosa non funziona. Se si giudica da un punto di vista oggettivo che la persona non accetterà la correzione in modo esplicito bisognerà fare la correzione in maniera indiretta o implicita per esempio il nostro buon esempio. Per esempio se l'altro dice un sacco di parolacce, tu intanto non dirle mai e non scendere mai a quel livello. C'è chi fa macello in Chiesa, tu invece stai devoto e raccolto. Ecc.... la predica muta delle nostre azioni possiamo farla sempre, quella esplicita solo a queste condizioni. Questo discorso è differente per chi ha delle posizioni di autorità (parroco, genitori, ecc...), purtroppo per il parroco, l'autorità sacra non viene quasi più riconosciuta. Deve intervenire su una certa questione ma sa benissimo che l'ignoranza presente potrebbe far generare disastri peggiori ma dovrà inventarsi qualcosa per far arrivare la correzione a chi di dovere.

Lo stolto dice quello che pensa, il saggio pensa a quello che dice. Non posso dire io dico dico ciò che mi passa realmente in testa ecc... non possiamo pensare di cambiare i cuori con le parole (specie quelle sgarbate) la prima cosa da fare è pregare il Signore che apra il cuore a quella persona. La carità ha dei gradi differenti di presenza e di operatività nelle anime, può crescere, diminuire o scomparire del tutto. Nei principianti o i bambini nella Fede (san Paolo) la carità in queste anime muove la persona ad allontanarsi dal peccato e della concupiscenza - la carità è anzitutto amore verso Dio. Nei proficenti (quelli che progrediscono e che cercano di camminare), quelli che vanno di beni in meglio, la carità sostiene lo sforzo di avanzare nel bene e non si fa nulla di buono nella vita cristiana senza la perseveranza e la perseveranza dev'essere sostenuta e rafforzata dall'amore di Dio, se si raffredda non agiremo per crescere nell'amore di Dio. Nei perfetti la carità porta alla vita di unione con Dio e quindi ad un incipiente godimento di Lui anche in questa vita - per quanto è possibile. Basta un solo peccato mortale per perdere completamente questa virtù. Con un solo peccato mortale si perdono tutte le virtù, tranne la Fede e Speranza che rimangono come corpi senz'anima. I peccati veniali non fanno perdere la carità e la raffreddano e poi alla fine intepidiscono la virtù e una persona diventa mediocre. E contro le anime tiepide Gesù usa parole terribili (Apocalisse, la Chiesa di Laodicea).

Alcuni brutti vizi che sono formalmente altri indirettamente contrari alla carità: La forma più grave è l'odio di Dio (quello che hanno i demoni) e i demoni incarnati cioè i peccatori strong. Questo odio da cosa è scatenato? Dio è la Vita, l'Intelligenza suprema, la bontà suprema, Dio è la Bellezza stessa ecc... come si fa ad odiare Dio? Non per sè stesso ma ad alcuni effetti che ripugnano le anime che vivono una vita disordinata: tipo Dio proibisce i peccati e il fatto che li proibisca - anche se oggi questo argomento non vuole essere ascoltato - e li punisce e li castiga. In questo mondo con pene medicinali, sono i castighi, è una sofferenza inflitta allo scopo della mia redenzione perchè io possa capire che sto sbagliando (nella lettera agli Ebrei si legge che è per la nostra correzione che noi soffriamo, Dio ci tratta come figli, quale figlio non è corretto dal padre?). Quando Dio vede che non ci sono altri sistemi per distogliere dal peccato qualcuno e che la sua Misericordia viene scambiata per debolezza, prima di prendere atto della dannazione della persona, ci sono i castighi - pene medicinali. Poi all'inferno ci sono le pene retributive, gli esecutori sono i demoni. Tanti sono i peccati commessi per specie e per numero, tante e quante sono le pene che una persona avrà all'inferno. La giustizia di Dio interviene per impedire alla cattiveria dei demoni di tormentare un peccatore dannato più di quanto se l'è meritato. L'odio di Dio. Poi c'è anche l'odio del prossimo che spesso si nutre del vizio dell'invidia, consiste nel rattristarsi del bene altri e rallegrarsi del male altrui concepito come bene proprio (il male del prossimo), l'opposto della carità. Anche l'accidia, che non è semplicemente la pigrizia, ma anche il tedio per le cose spirituali che tende a fare le retromarce spirituali - meno preghiere, meno sante letture, santi ascolti delle catechesi, ecc... tutto ciò che concorre a far crescere la nostra vita di grazia. Poi c'è anche la discordia e la contesa. La prima consiste nel contrasto di due volontà e uno cerca di anteporre le proprie scelte a quelle altrui, e la carità non impone, cede sempre il passo con l'unica eccezione quando c'è una Verità oggettiva - peccato o grazia. Quando una cosa è contraria al Bene o al Vero, non si tace per rispetto umano. Dentro questo orizzonte San Tommaso d'Aquino dice che è cosa buona introdurre il dissenso tra coloro che sono concordi nel male, fare da bastian contrario , andare contro corrente ecc... significa che la false pace che deriva dall'essere d'accordo su una cosa cattiva, quella falsa pace va combattuta. Io la devo combattere, non è contrario alla carità combatterla ma è il primo atto di carità. Bisogna fare attenzione. La contesa si ha quando si entra in discussione polemica verbale con qualcuno, le polemiche ordinariamente vanno evitate. A meno che la contesa non sia fatta per difendere il bene, ma dev'essere fatta bene, seguendo certi canoni. Non si può mancare ai modi opportuni: non fare nomi di chi ha posizioni limite, se si può evitare è meglio, dover trovarsi in situazioni che possono scandalizzare il prossimo, possibilmente evitare di dare l'immagine esplicita che ci si è messi gli uni contro gli altri perchè la persona semplice che non capisce vede lo scontro diretto. Quando non ci sono grossi interessi in giochi, le polemiche vanno bandite - perchè sono peccato veniali - ma quando si fa polemiche per contrastare verità o beni oggettivi diventa peccato mortale, o quando si fanno polemiche in modo indecoroso. Mai bisognerebbe abbassarsi a stili triviali, rozzi, grezzi e che calpestano la dignità dell'uomo. Il don tante volte vede delle persone in gamba, capace, ferrate su argomenti ma non sono capaci di evitare qualche esternazione o altro l'uso della volgarità. Ma che bisogno c'è di dire parolacce? Ed è più doloroso quando una persona è in gamba, ma perchè macchiare questa cosa con la volgarità? E' proprio necessario? Faresti molto di più senza le parolacce specialmente se credente e anche consacrato. Poi ci sono due peccati pubblici: lo scandalo - distoglie dall'amore di Dio e del prossimo e poi lo scisma - rompe la comunione gerarchica con il capo della Chiesa. La Chiesa non perde la sua unità essenziale ma lo scisma lascia delle ferite. Dentro la Chiesa bisogna portare avanti fin dove è possibile il vero e il bene senza favorire il formarsi di schieramenti contrapposti e creare divisioni. Poi in situazioni estreme e borderline si salvi chi può.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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