La virtù cardinale della prudenza. Sue definizioni da parte di insigni autori. La prudenza nei libri sapienziali dell'Antico Testamento. La prudenza nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Discernere il bene da farsi e scegliere i mezzi giusti e corretti per farlo. Ciclo di catechesi "Vizi e virtù", ventiquattresima puntata, 11 Aprile 2022
La prima delle quattro virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, fortezza e temperanza. Per analizzare questa virtù, - le virtù cardinali sono infuse con la grazia santificante, ma sono virtù praticabili dalle persone ma non in forma perfetta. Socrate, Platone ed Aristotele parlavano delle virtù cardinali, come Seneca, Marco Aurelio parlavano di esso, ecc... Uno dei tre pilastri del diritto romano era dare a ciascuno il suo. Ci troviamo in un'ambito in cui abbiamo delle possibilità di dialogo con il mondo non espressamente credente. Ma noi tratterremo della virtù che ci viene dal complesso cristiano. Ci sono dei libri nell'AT che nominano questa virtù e che sono facilmente comprensibili; per esempio i libri sapienziali. Il libro del Siracide, dei Proverbi e della Sapienza. San Tommaso d'Aquino in queste cose ha lasciato scritto trattazioni complete ed esaustive.
Prudenza (per quanto riguarda la lingua latina -- porro videns) potrebbe derivare da colui che guarda lontano o da lungimirante (San Tommaso d'Aquino), molto bella questa etimologia latina. Una delle prime ed autorevoli definizioni fu data da Aristotele: prudenza, cioè retta ragione delle cose da compiere. La prudenza viene chiamata la regina delle virtù, se uno non sa cosa fare o regolarsi, come fa ad esercitare le altre virtù (giustiza, fortezza, temperanza, ecc...). Conoscenza delle cose da perseguire e da evitare (sant'Agostino). Aristotele fu il precettore di Alessandro Magno. San Tommaso definisce la prudenza l'abito della ragion pratica che delibera giudica e comanda rettamente le cose ordinate al bene. Abito della ragion pratica, questa terminologia fu ripresa da Emmanuel Kant - le opere principali di Kant furono la critica alla ragion pura e alla ragion pratica. La ragion pratica non è quella che semplicemente cerca strettamente il bene ma presiede, ordina e volge ciò che dobbiamo fare, parte da un'intelligenza - c'è un pensiero - ma dopodichè c'è una dimensione pratica. Fai così. Una persona prudente è colei che prima di fare qualcosa collega il cervello, pensa e conta fino a 10. Noi non dobbiamo mai agire d'impulso e di pancia. Esempio molto pratico: personalmente il don ha imparato a detestare la comunicazione che tra noi mortali avviene la messagistica. Il don usava in maniera abbastanza disinvolta questa comunicazione e ha smesso quando ha visto i danni che possono derivare da questo tipo di comunicazione. Una cosa positiva e bella per certi aspetti, ma quando c'è qualche divergenza iniziano i diverbi tra i due, uno legge il messaggio, si sente toccare ed in un'istante risponde di getto, cosa che non si deve fare mai. Pensare, ponderare, riflettere, vedere se è il caso di rispondere perchè la comunicazione scritta è foriera di grandi equivoci. Il don non usa nè Whatsapp nè telegram ma usa le mail, perchè risponde con calma, pondera con calma, può vedere tante cose ecc... e ti dà la possibilità di calibrare una buona sacerdotalità. L'impulso e la precipitazione non ci portano mai sulla retta via, può darsi che vada bene ma è un puro caso. Le cose fatte bene devono essere pensate e riflettute.
Nell' AT, il termine prudenza ricorre 27 volte. I riferimenti si trovano nel libro di Giuditta, Ester, nel libro di Giobbe, nei libri dei Proverbi, nel libro della Sapienza, qualcuna nel libro dei Profeti (Isaia, Baruc e un'altra ancora in Daniele).
Giobbe - 12
"...12Nei canuti sta la saggezza e in chi ha vita lunga la prudenza. 13In lui risiedono sapienza e forza, a lui appartengono consiglio e prudenza!..."
La prudenza è la virtù delle persone che sono giunte a maturazione, molto difficile trovare un giovane prudente. Molto difficile perchè questa virtù viene con il passare degli anni. Perchè chiede di esercitare una serie di informazioni che si acquisicono con il tempo, ma quando il bagaglio non c'è, è quasi impossibile esercitare questa virtù. Nella Chiesa, l'età minima per essere nominati vescovi è di 35 anni; il don può dire che ne ha 50 che questa virtù - che per lui è stato sempre un grande problema - i temperamenti collerici hanno difficoltà con questa virtù -
Proverbi - 3
"...13Beato l’uomo che ha trovato la sapienza, l’uomo che ottiene il discernimento: 14è una rendita che vale più dell’argento e un provento superiore a quello dell’oro. 15La sapienza è più preziosa di ogni perla e quanto puoi desiderare non l’eguaglia...."
Nella traduzione attuale c'è discernimento ma sarebbe prudenza, il don usa un'altra versione che usa termini leggermente diversi. La sapienza è la capacità di vedere le cose come le vede Dio e di penetrare e saper giudicare le cose in maniera soprannaturale. La prudenza è la capacità di discernere nel concreto delle cose da fare. Se uno avesse la Sapienza e il discernimento ha fatto strike. Sarebbe il top.
Proverbi - 8
"..5Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati..."
La prudenza in questo brano si oppone alla stoltezza, frequentemente nella Sacra Scrittura prudenza e stoltezza sono opposti.
Proverbi 14
"..29Chi è paziente ha grande prudenza, chi è iracondo mostra stoltezza..."
Perchè molte volte noi prendiamo decisioni precipitose? Perchè vogliamo sfuggire subito da situazioni che ci provoca sofferenza ma andiamo a fare danni peggiori. L'ira porta alla stoltezza, ad agire in maniera considerata.
Proverbi - 16
"..22Fonte di vita è il senno per chi lo possiede, ma castigo degli stolti è la stoltezza..."
Il prudente e lo stolto.
Proverbi - 24
"..3Con la sapienza si costruisce una casa e con la prudenza la si rende salda;.."
Di nuovo, la prudenza e la sapienza sono accostate, anche negli scritti di Salomone, vanno di pare passo, sono sorelle. Il sapiente è sempre prudente mentre il prudente non è detto che sia sempre sapiente, perchè c'è anche la prudenza umana che non arriva al gradino del soprannaturale.
Sapienza - 8
"..17Riflettendo su queste cose dentro di me e pensando in cuor mio che nella parentela con la sapienza c’è l’immortalità 18e grande godimento vi è nella sua amicizia e nel lavoro delle sue mani sta una ricchezza inesauribile e nell’assidua compagnia di lei c’è la prudenza e fama nel conversare con lei, andavo cercando il modo di prenderla con me...."
Salomone ha invocato la sapienza da Dio.
SIRACIDE - 1
"...1Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre... ...... 4Prima d’ogni cosa fu creata la sapienza e l’intelligenza prudente è da sempre....."
SIRACIDE - 19
"..22Non c’è sapienza nella conoscenza del male, non è mai prudenza il consiglio dei peccatori..."
Conoscere il male non è una cosa da farsi, però è molto diffusa oggi l'idea che per crescere bisogna fare esperienza anche del male così lo si eviterà.
Siracide - 25
"...9felice chi ha trovato la prudenza, chi parla a gente che l’ascolta; 10quanto è grande chi ha trovato la sapienza, ma nessuno supera chi teme il Signore!..."
Nei libri sapienzali la sapienza stessa e prudenza stessa dipendono da una disposizione del cuore che dipendono dal timore del Signore, che è quel senso di riverenza di Dio che ti muove a cercare come Lui la pensa (sapienza) e cercare di metterlo in pratica (prudenza).
Baruc - 3
"..10Perché, Israele? Perché ti trovi in terra nemica e sei diventato vecchio in terra straniera? 11Perché ti sei contaminato con i morti e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi? 12Tu hai abbandonato la fonte della sapienza! 13Se tu avessi camminato nella via di Dio, avresti abitato per sempre nella pace. 14Impara dov’è la prudenza, dov’è la forza, dov’è l’intelligenza, per comprendere anche dov’è la longevità e la vita, dov’è la luce degli occhi e la pace..."
La prudenza si trova nel Signore e non abbandonare mai i suoi sentieri. Detto questo andiamo a vedere insieme la virtù cardinale della prudenza e cosa si trova di esso nel catechismo maggiore di san Pio X. Da ciascuna di queste virtù ne discendono una serie di virtù chiamate virtù morali, necessarie per vivere rettamente.
913 D. Che cosa è la Prudenza?
R. La Prudenza è la virtù che dirige ogni azione al debito fine, e però cerca i mezzi convenienti affinché l’ opera riesca in tutto ben fatta, e quindi accetta al Signore.
Qui viene introdotto un punto fondamentale, ma non basta fare la cosa giusta ma anche farla nel modo giusto. Questo è un punto capitale specie per noi figli di Dio. Sant'Alfonso Maria de Liguori diceva che non basta fare il bene ma bisogna farlo bene. Il bene fatto male è male. Esempio: pensiamo a tante cose che non funzionano oggi, nella nostra amata Madre Chiesa. Quante cose funzionano male? Abbastanza. Di fronte a ciò, cosa fare? Perchè sul cosa fare si sfracellano in tanti, il problema è che cosa si può fare per affrontare certe cose? La prudenza consente di formulare dei giudizi ben precisi. C'è questo problema ecclesiale, che facciamo? E' un problema solubile da noi esseri umani o no? Perchè se la risposta è la seconda, l'unica cosa da fare è pregare che ci metta le mani Nostro Signore. Nella settimana di Passione, passiamo a san Pietro che estrae il coltello (o spada) e taglia l'orecchio al servo del sommo sacerdote, sta agendo per amore di Gesù, il fine di quell'azione è buona ma il mezzo non è buono. Gesù dice a Pietro che coloro che metteranno mano alla spada e feriranno il prossimo periranno di spada, ma sta dice che Lui deve bere il calice cioè sta dicendo a Pietro: quello che tu hai fatto che è mosso dall'amore che hai per Me, difetta di una considerazione: sto vivendo una tragedia ma questa è il calice che il Padre mi ha dato - perchè attraverso quella doveva realizzarsi la Redenzione dell'Umanità. Dio non ha applaudito ai carnifici di Gesù ma la Divina Provvidenza e Bonta ha fatto in modo di indirizzare al bene anche i più gravi mali. Ma questo dipende dall'Onnipotenza di Dio, perchè i mali non smettono di essere mali per questo. Gesù spiega bene il disordine nell'agire di Pietro. I mezzi non erano buoni per fare giustizia (le spade) e mancanza di considerazione tipica dell'assenza della Prudenza: questa tragedia che tu vorresti impedire per amor Mio, tu non la devi impedire. Con questo - si consenta al don - situazione ecclesiale attuale: certamente noi dobbiamo fare il possibile perchè certe cose non accadono o siano ridotte, ma la Purificazione che la Chiesa Cattolica sta passando da un pò, non c'è da dubitare che sia voluta da Dio proprio per la purificazione. Se uno si mettesse di traverso con mezzi disordinati, può avere tutte le buone intenzioni del mondo ma sta sbagliando perchè sta uscendo da quella che è la Volontà di Dio. Qualsiasi cosa che si voglia fare di bene, bisogna chiedersi: ci sono mezzi buoni per raggiungere quello scopo o non ci sono.
1806 La prudenza è la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo. L'uomo « accorto controlla i suoi passi » (Prv 14,15). « Siate moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera » (1 Pt 4,7). La prudenza è la « retta norma dell'azione », scrive san Tommaso82 sulla scia di Aristotele. Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. È detta « auriga virtutum – cocchiere delle virtù »: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L'uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare. - Catechesimo della Chiesa Cattolica
Il fine non giustifica i mezzi, esempio classico: Robin Hood non può rubare ai ricchi per dare ai poveri. Moderati e sobri. La moderazione e la sobrietà. Per poter essere prudenti bisogna moderare assolutamente le passioni, impulsi dell'ira e le reazioni istantanee. Non sai che fare su una cosa? Facci una bella preghiera e poi dormici sopra. Non decidere mai a bruciapelo. Pensate a quante stupidaggini fanno le persone per il fatto che agiscono senza riflettere, perchè trascinati dalle proprie emozioni, paure, dalla pressione sociale ecc... ma così non si fa mai la cosa giusta. La nostra vita di figli di Dio è una vita regolata ed ordinata. La prudenza è connessa al giudizio di coscienza. Il don cerca di rappresentare come può: sono processi mentali. La prudenza guida il giudizio di coscienza, la coscienza che è una cosa giusta, quando il nostro cuore ci dice qualcosa, noi abbiamo il dovere di formarci cristianamente perchè il nostro patrimonio di valori sia quello corretto. Ma la coscienza dobbiamo sempre seguirla. Quando seguire la coscienza comporta dei sacrifici, e partono subito i ragionamenti dell'amor proprio: siccome alla mia umana volontà non sta bene affrontare quel sacrificio, sostenere il peso di quella decisione che mi sembra giusta, devo trovare delle argomentazioni razionali ma campate in aria che mi forniscano una giustificazione per fare il contrario di quello che la coscienza e prudenza mi dice. Di queste cose qua sono piene e strapiene le cronache di questi tempi. Quanta gente - dice il don - mi ha levato la pelle sulle questioni in questi ultimi due anni (covid, lockdown, vaccini, comunioni in mano o no, ecc....), che faccio? Però..mi sento questo problema ecc.... si segue il giudizio della nostra coscienza mettendo in atto mezzi adeguati per poterlo seguire. Tu puoi chiedere anche un consiglio esterno ma non puoi delegare altri nel prendere decisioni. Capiamo perchè è così importante questa virtù? Perchè senza di essa cadiamo in una buca. Non si fanno le cose giuste senza questa virtù.
CICLO DI CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
La prima delle quattro virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, fortezza e temperanza. Per analizzare questa virtù, - le virtù cardinali sono infuse con la grazia santificante, ma sono virtù praticabili dalle persone ma non in forma perfetta. Socrate, Platone ed Aristotele parlavano delle virtù cardinali, come Seneca, Marco Aurelio parlavano di esso, ecc... Uno dei tre pilastri del diritto romano era dare a ciascuno il suo. Ci troviamo in un'ambito in cui abbiamo delle possibilità di dialogo con il mondo non espressamente credente. Ma noi tratterremo della virtù che ci viene dal complesso cristiano. Ci sono dei libri nell'AT che nominano questa virtù e che sono facilmente comprensibili; per esempio i libri sapienziali. Il libro del Siracide, dei Proverbi e della Sapienza. San Tommaso d'Aquino in queste cose ha lasciato scritto trattazioni complete ed esaustive.
Prudenza (per quanto riguarda la lingua latina -- porro videns) potrebbe derivare da colui che guarda lontano o da lungimirante (San Tommaso d'Aquino), molto bella questa etimologia latina. Una delle prime ed autorevoli definizioni fu data da Aristotele: prudenza, cioè retta ragione delle cose da compiere. La prudenza viene chiamata la regina delle virtù, se uno non sa cosa fare o regolarsi, come fa ad esercitare le altre virtù (giustiza, fortezza, temperanza, ecc...). Conoscenza delle cose da perseguire e da evitare (sant'Agostino). Aristotele fu il precettore di Alessandro Magno. San Tommaso definisce la prudenza l'abito della ragion pratica che delibera giudica e comanda rettamente le cose ordinate al bene. Abito della ragion pratica, questa terminologia fu ripresa da Emmanuel Kant - le opere principali di Kant furono la critica alla ragion pura e alla ragion pratica. La ragion pratica non è quella che semplicemente cerca strettamente il bene ma presiede, ordina e volge ciò che dobbiamo fare, parte da un'intelligenza - c'è un pensiero - ma dopodichè c'è una dimensione pratica. Fai così. Una persona prudente è colei che prima di fare qualcosa collega il cervello, pensa e conta fino a 10. Noi non dobbiamo mai agire d'impulso e di pancia. Esempio molto pratico: personalmente il don ha imparato a detestare la comunicazione che tra noi mortali avviene la messagistica. Il don usava in maniera abbastanza disinvolta questa comunicazione e ha smesso quando ha visto i danni che possono derivare da questo tipo di comunicazione. Una cosa positiva e bella per certi aspetti, ma quando c'è qualche divergenza iniziano i diverbi tra i due, uno legge il messaggio, si sente toccare ed in un'istante risponde di getto, cosa che non si deve fare mai. Pensare, ponderare, riflettere, vedere se è il caso di rispondere perchè la comunicazione scritta è foriera di grandi equivoci. Il don non usa nè Whatsapp nè telegram ma usa le mail, perchè risponde con calma, pondera con calma, può vedere tante cose ecc... e ti dà la possibilità di calibrare una buona sacerdotalità. L'impulso e la precipitazione non ci portano mai sulla retta via, può darsi che vada bene ma è un puro caso. Le cose fatte bene devono essere pensate e riflettute.
Nell' AT, il termine prudenza ricorre 27 volte. I riferimenti si trovano nel libro di Giuditta, Ester, nel libro di Giobbe, nei libri dei Proverbi, nel libro della Sapienza, qualcuna nel libro dei Profeti (Isaia, Baruc e un'altra ancora in Daniele).
Giobbe - 12
"...12Nei canuti sta la saggezza e in chi ha vita lunga la prudenza. 13In lui risiedono sapienza e forza, a lui appartengono consiglio e prudenza!..."
La prudenza è la virtù delle persone che sono giunte a maturazione, molto difficile trovare un giovane prudente. Molto difficile perchè questa virtù viene con il passare degli anni. Perchè chiede di esercitare una serie di informazioni che si acquisicono con il tempo, ma quando il bagaglio non c'è, è quasi impossibile esercitare questa virtù. Nella Chiesa, l'età minima per essere nominati vescovi è di 35 anni; il don può dire che ne ha 50 che questa virtù - che per lui è stato sempre un grande problema - i temperamenti collerici hanno difficoltà con questa virtù -
Proverbi - 3
"...13Beato l’uomo che ha trovato la sapienza, l’uomo che ottiene il discernimento: 14è una rendita che vale più dell’argento e un provento superiore a quello dell’oro. 15La sapienza è più preziosa di ogni perla e quanto puoi desiderare non l’eguaglia...."
Nella traduzione attuale c'è discernimento ma sarebbe prudenza, il don usa un'altra versione che usa termini leggermente diversi. La sapienza è la capacità di vedere le cose come le vede Dio e di penetrare e saper giudicare le cose in maniera soprannaturale. La prudenza è la capacità di discernere nel concreto delle cose da fare. Se uno avesse la Sapienza e il discernimento ha fatto strike. Sarebbe il top.
Proverbi - 8
"..5Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati..."
La prudenza in questo brano si oppone alla stoltezza, frequentemente nella Sacra Scrittura prudenza e stoltezza sono opposti.
Proverbi 14
"..29Chi è paziente ha grande prudenza, chi è iracondo mostra stoltezza..."
Perchè molte volte noi prendiamo decisioni precipitose? Perchè vogliamo sfuggire subito da situazioni che ci provoca sofferenza ma andiamo a fare danni peggiori. L'ira porta alla stoltezza, ad agire in maniera considerata.
Proverbi - 16
"..22Fonte di vita è il senno per chi lo possiede, ma castigo degli stolti è la stoltezza..."
Il prudente e lo stolto.
Proverbi - 24
"..3Con la sapienza si costruisce una casa e con la prudenza la si rende salda;.."
Di nuovo, la prudenza e la sapienza sono accostate, anche negli scritti di Salomone, vanno di pare passo, sono sorelle. Il sapiente è sempre prudente mentre il prudente non è detto che sia sempre sapiente, perchè c'è anche la prudenza umana che non arriva al gradino del soprannaturale.
Sapienza - 8
"..17Riflettendo su queste cose dentro di me e pensando in cuor mio che nella parentela con la sapienza c’è l’immortalità 18e grande godimento vi è nella sua amicizia e nel lavoro delle sue mani sta una ricchezza inesauribile e nell’assidua compagnia di lei c’è la prudenza e fama nel conversare con lei, andavo cercando il modo di prenderla con me...."
Salomone ha invocato la sapienza da Dio.
SIRACIDE - 1
"...1Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre... ...... 4Prima d’ogni cosa fu creata la sapienza e l’intelligenza prudente è da sempre....."
SIRACIDE - 19
"..22Non c’è sapienza nella conoscenza del male, non è mai prudenza il consiglio dei peccatori..."
Conoscere il male non è una cosa da farsi, però è molto diffusa oggi l'idea che per crescere bisogna fare esperienza anche del male così lo si eviterà.
Siracide - 25
"...9felice chi ha trovato la prudenza, chi parla a gente che l’ascolta; 10quanto è grande chi ha trovato la sapienza, ma nessuno supera chi teme il Signore!..."
Nei libri sapienzali la sapienza stessa e prudenza stessa dipendono da una disposizione del cuore che dipendono dal timore del Signore, che è quel senso di riverenza di Dio che ti muove a cercare come Lui la pensa (sapienza) e cercare di metterlo in pratica (prudenza).
Baruc - 3
"..10Perché, Israele? Perché ti trovi in terra nemica e sei diventato vecchio in terra straniera? 11Perché ti sei contaminato con i morti e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi? 12Tu hai abbandonato la fonte della sapienza! 13Se tu avessi camminato nella via di Dio, avresti abitato per sempre nella pace. 14Impara dov’è la prudenza, dov’è la forza, dov’è l’intelligenza, per comprendere anche dov’è la longevità e la vita, dov’è la luce degli occhi e la pace..."
La prudenza si trova nel Signore e non abbandonare mai i suoi sentieri. Detto questo andiamo a vedere insieme la virtù cardinale della prudenza e cosa si trova di esso nel catechismo maggiore di san Pio X. Da ciascuna di queste virtù ne discendono una serie di virtù chiamate virtù morali, necessarie per vivere rettamente.
913 D. Che cosa è la Prudenza?
R. La Prudenza è la virtù che dirige ogni azione al debito fine, e però cerca i mezzi convenienti affinché l’ opera riesca in tutto ben fatta, e quindi accetta al Signore.
Qui viene introdotto un punto fondamentale, ma non basta fare la cosa giusta ma anche farla nel modo giusto. Questo è un punto capitale specie per noi figli di Dio. Sant'Alfonso Maria de Liguori diceva che non basta fare il bene ma bisogna farlo bene. Il bene fatto male è male. Esempio: pensiamo a tante cose che non funzionano oggi, nella nostra amata Madre Chiesa. Quante cose funzionano male? Abbastanza. Di fronte a ciò, cosa fare? Perchè sul cosa fare si sfracellano in tanti, il problema è che cosa si può fare per affrontare certe cose? La prudenza consente di formulare dei giudizi ben precisi. C'è questo problema ecclesiale, che facciamo? E' un problema solubile da noi esseri umani o no? Perchè se la risposta è la seconda, l'unica cosa da fare è pregare che ci metta le mani Nostro Signore. Nella settimana di Passione, passiamo a san Pietro che estrae il coltello (o spada) e taglia l'orecchio al servo del sommo sacerdote, sta agendo per amore di Gesù, il fine di quell'azione è buona ma il mezzo non è buono. Gesù dice a Pietro che coloro che metteranno mano alla spada e feriranno il prossimo periranno di spada, ma sta dice che Lui deve bere il calice cioè sta dicendo a Pietro: quello che tu hai fatto che è mosso dall'amore che hai per Me, difetta di una considerazione: sto vivendo una tragedia ma questa è il calice che il Padre mi ha dato - perchè attraverso quella doveva realizzarsi la Redenzione dell'Umanità. Dio non ha applaudito ai carnifici di Gesù ma la Divina Provvidenza e Bonta ha fatto in modo di indirizzare al bene anche i più gravi mali. Ma questo dipende dall'Onnipotenza di Dio, perchè i mali non smettono di essere mali per questo. Gesù spiega bene il disordine nell'agire di Pietro. I mezzi non erano buoni per fare giustizia (le spade) e mancanza di considerazione tipica dell'assenza della Prudenza: questa tragedia che tu vorresti impedire per amor Mio, tu non la devi impedire. Con questo - si consenta al don - situazione ecclesiale attuale: certamente noi dobbiamo fare il possibile perchè certe cose non accadono o siano ridotte, ma la Purificazione che la Chiesa Cattolica sta passando da un pò, non c'è da dubitare che sia voluta da Dio proprio per la purificazione. Se uno si mettesse di traverso con mezzi disordinati, può avere tutte le buone intenzioni del mondo ma sta sbagliando perchè sta uscendo da quella che è la Volontà di Dio. Qualsiasi cosa che si voglia fare di bene, bisogna chiedersi: ci sono mezzi buoni per raggiungere quello scopo o non ci sono.
1806 La prudenza è la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo. L'uomo « accorto controlla i suoi passi » (Prv 14,15). « Siate moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera » (1 Pt 4,7). La prudenza è la « retta norma dell'azione », scrive san Tommaso82 sulla scia di Aristotele. Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. È detta « auriga virtutum – cocchiere delle virtù »: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L'uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare. - Catechesimo della Chiesa Cattolica
Il fine non giustifica i mezzi, esempio classico: Robin Hood non può rubare ai ricchi per dare ai poveri. Moderati e sobri. La moderazione e la sobrietà. Per poter essere prudenti bisogna moderare assolutamente le passioni, impulsi dell'ira e le reazioni istantanee. Non sai che fare su una cosa? Facci una bella preghiera e poi dormici sopra. Non decidere mai a bruciapelo. Pensate a quante stupidaggini fanno le persone per il fatto che agiscono senza riflettere, perchè trascinati dalle proprie emozioni, paure, dalla pressione sociale ecc... ma così non si fa mai la cosa giusta. La nostra vita di figli di Dio è una vita regolata ed ordinata. La prudenza è connessa al giudizio di coscienza. Il don cerca di rappresentare come può: sono processi mentali. La prudenza guida il giudizio di coscienza, la coscienza che è una cosa giusta, quando il nostro cuore ci dice qualcosa, noi abbiamo il dovere di formarci cristianamente perchè il nostro patrimonio di valori sia quello corretto. Ma la coscienza dobbiamo sempre seguirla. Quando seguire la coscienza comporta dei sacrifici, e partono subito i ragionamenti dell'amor proprio: siccome alla mia umana volontà non sta bene affrontare quel sacrificio, sostenere il peso di quella decisione che mi sembra giusta, devo trovare delle argomentazioni razionali ma campate in aria che mi forniscano una giustificazione per fare il contrario di quello che la coscienza e prudenza mi dice. Di queste cose qua sono piene e strapiene le cronache di questi tempi. Quanta gente - dice il don - mi ha levato la pelle sulle questioni in questi ultimi due anni (covid, lockdown, vaccini, comunioni in mano o no, ecc....), che faccio? Però..mi sento questo problema ecc.... si segue il giudizio della nostra coscienza mettendo in atto mezzi adeguati per poterlo seguire. Tu puoi chiedere anche un consiglio esterno ma non puoi delegare altri nel prendere decisioni. Capiamo perchè è così importante questa virtù? Perchè senza di essa cadiamo in una buca. Non si fanno le cose giuste senza questa virtù.
CICLO DI CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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