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L'ira: il vizio più forte e violento

Il vizio capitale dell'ira. Introduzione. L'ira dell'uomo nella Sacra Scrittura: esegesi di alcuni brani del Nuovo Testamento. Presentazione sintetica del quadro del quarto vizio capitale. Ciclo di catechesi "Vizi e virtù", ventisettesima puntata, 2 Maggio 2022

Dopo la prudenza, trattiamo del vizio della prudenza. Vizio molto delicato e molto difficilmente controllabile. La Scara Scrittura parla tantissimo dell'ira di Dio (ma non è un vizio, è un concetto importante da capire in maniera corretta).

I sette vizi capitali, che ha una base nella Chiesa cattolica è stata ordinata e classificata in maniera corretta dal grande Papa san Gregorio Magno, un mostro in quanto a scienza, dottrina e cultura. L'ira è un vizio molto diffuso, si pensa che tutti quanti abbiamo avuto una minima esperienza, un vizio molto radicato e molto pericoloso, perchè sotto la spinta dell'ira si arriva a compiere una serie di atti gravemente disordinati: in preda all'ira si lanciano bestemmie, volgarità ed imprecazioni di ogni genere tali da far inorridire, in preda all'ira le persone si abbandonano alla violenza, omicidi, rissi, tumulti, insulti di ogni genere nei confronti del prossimo. Oggi con il nuovo fenomeno delle tastiere da computer e dei commenti ci sono forme nuove ma non meno disordinate di sfoghi non consoni dell'ira. Aristotele e poi san Tommaso d'Aquino; già detta dei fenomeni classici l'ira è la passione più violenta delle passioni. Nella parte inferiore dell'anima - secondo la tradizione latina o nella parte dell'anima che condividiamo con gli animali, c'è l'ira con le altre passioni e c'è l'ira senza il suo opposto. Ed è la più violenta mentre l'amore è la più intensa. E se non è controllata è capace di far perdere il freno inibitore nella persona rendendolo capace di fare le peggiori azioni. Il controllo dell'ira è uno degli aspetti più importanti della personalità e si esercita con il dominio di sè. E si esercita con lo Spirito Santo, la fortezza insieme alla prudenza riescono a tenere a bada questa terribile passione. Esistono due temperamenti che purtroppo si ritrovano a che fare con l'ira come la croce primordiale: il temperamento collerico e quello sanguigno. E per questa categoria dominare l'ira diventa un'impresa titanica anche se ci sono grandi santi (per esempio san Francesco di Sales, san Curato d'Ars e sant'Ignazio di Loyola) che hanno dominato la passione dell'ira e che sembravano dolci e mansueti, il curato d'Ars, quando sentiva nascere la passione dell'ira, prendeva il suo fazzoletto nella talare e lo massacrava. San Francesco di Sales ci ha messo 22 anni per dominare questo vizio e sant'Ignazio di Loyola ce ne ha messo 40. La battaglia è dura per tutti ma non è impossibile da vincere.

Sacra Scrittura:

Vangelo secondo Matteo - 5

"..21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna..." Gesù

Già il fatto stesso di adirarsi, afferma Gesù è peccato. Adirarsi - anche l'ira interna ma acconsentita è già peccato. Non l'ira interna ma che uno cerca in qualche modo di non acconsentire e di reprimere. Nel vizio capitale dell'ira succede che le passioni si accendono e partono senza un'atto esplicito della nostra volontà - questo lo faceva solo Nostro Signore Gesù Cristo che ha fatto una bella dimostrazione di ira divina santa in un paio di circostanze (al Tempio e quando le ha cantate contro i Farisei). Gesù si è arrabbiato solo in maniera perfettissima come Lui sa fare, ma noi non possiamo dire che ci adiriamo tranquillamente. Lui era Dio, sapeva come, sapeva quando e l'ha fatto con coscienza e quarto, poteva farlo - perchè l'ira di Dio, è diversa da quella degli uomini. Già quando rimane all'interno, quando si esterna c'è il sinedrio, un'insulto pesante, una mortificazione pesante al prossimo c'è il fuoco della Geènna. E quando mani qualcuno a.......sarà grave? Quando l'ira porta al disprezzo profondo della persona l'ira diventa un vero e proprio peccato mortale.

San Paolo, Lettera agli Efesini - 4

"...26Adiratevi, ma non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira...."

Quando dice di non peccare, è perchè nell'ira si fanno un sacco di peccati

"..31Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità..."

Qua l'apostolo elenca dei comportamenti che accompagnano la manifestazione dell'ira: l'asprezza, il termine pìcria che si potrebbe tradurre con amarezza, nel senso...i maestri di spirito individuano tra le condotte apparentemente buone ma peccaminose, lo zelo amaro o lo zelo disordinato, lo zelo è una virtù in sè, è quell'attitudine che ci muove ad agire per Dio, il problema è come difendi Dio, i suoi interessi e la sua verità? Perchè si può cadere nello zelo amaro. Anzichè difendere in maniera pacata, decisa e ragionata anche se forte e senza mai offendere l'avversario, si trascende nello zelo amaro. Magari gli si manca di rispetto, ecc...sono cose che non vanno bene perchè sant'Alfonso il bene fatto male è male. Anche nei confronti degli avversari del bene occorre sperare sempre in un loro ravvedimento ed aiutarli - se vogliono - a riflettere e a correggersi. Il disprezzo o l'insulto non va mai bene e anche il mettere a lubridio una persona non va mai bene. In certi casi è impossibile non fare nomi nelle polemiche ma l'insulto mai. Il don può comprendere che di fronte a tante cose una persona possa essere disperato, deluso o arrabbiato ma non è mai tollerabile che si trascenda in frasi o comportamenti inaccettabili meno che mai che toccano persone di Chiesa. Possono essere colpevoli di qualsiasi cosa ma non tocca a noi giudicarli nè possiamo insultarli in caso di un presunto errore e non dobbiamo mai dimenticare che Dio si riserva il giudizio e sarà severissimo sui suoi consacrati infedeli. Si può fare una critica pacata e costruttiva anche una presa di distanza - verso anche di personaggi noti che fanno un'affermazione inaccettabile - ma nei confronti dell'affermazione. Sdegno o l'indignazione. Indignarsi, sdegnarsi, che facciamo? Si può? Anche qua non si dovrebbe, o si potrebbe dire ferocia. Il termine greco fa pensare quando una persona respira a fatica, è un'esplosione di rabbia che provoca lo sdegno. Non si possono assecondare queste cose. Teniamo sempre che la condizione di natura decaduta il male è sempre più facile, è essere virtuosi che è più complicato. Poi c'è l'ira in senso stretto. è proprio l'ira con la sfumatura, è l'ira come il desiderio di rispondere al male vendicandosi. Clamore, meglio sarebbe grido, urlare e gridare, 99% dei casi, salvo casi particolari - tipo chiamare una persona lontana ecc..., ordinariamente il gridare è una cosa non da figli di Dio. La nostra voce dovrebbe rimanere sempre su frequenze basse; quando uno fa un discorso accorato può succedere che in qualche istante il tono si alzi un pò, ma in linea di massima è sempre meglio non assecondare la tendenza dell'urlo. Un proverbio detto popolare dicono che la sapienza e l'umiltà parlano e l'ignoranza ed arroganza urlano. Gesù urlava? Una profezia su Gesù diceva che non griderà nè alzerà i toni. (Isaia). Alzare i toni è frequente e facile ma se si può evitare è sempre meglio. La verità va difesa bene, a tempo, modo e forme opportune. La forza della verità sono argomenti espressi e solidamente fondati, gli urli e gli sbraitamenti dobbiamo lasciarli a chi è nel torto e che butta il tutto in caciara. Il don non ha mai approvato sacerdoti, consacrati, ecc... che si trovano adesso nelle famose arene e talk - show, lui sarebbe un pochino prudente nell'andare, il tipo di trasmissione, il tipo di argomento e di ospite. Al don è capitato andando nei social vedere cose allucinanti con consacrati e altro messi con le spalle al muro completamente soverchiati da urla e altro con nessuna possibilità di prestare servizo del genere. O urli più forti del prossimo (ma non si può fare) o non urli e non spieghi, ma allora che ci vai a fare? C'è il pericolo che anzichè fare un servizio alla verità tu faccia danni alla verità, perchè oggi si è diffusa molto la ridicolizzazione di chi in qualche modo continua a sostenere certi valori che sono fatti passare - nel migliore dei casi - che sono stati ridicolizzati e buttati e gli opposti (i difetti) sono diventati virtù. I figli di Dio non hanno paura di imbarcarsi in certi campi ma è sempre meglio esercitare un certo controllo sulla situazione. Quando il don scelse - quando iniziò la sua avventura sulla rete come fare a gestire i commenti. Non sapeva che c'erano gli strumenti per gestire i commenti. In pubblico insulti va a disturbare chi vuole fruire di un contenuto. Non si può scendere a livello, non si può polemizzare in maniera disordinata, non è possibile farlo, noi Figli di Dio siamo disponibili al dialogo con tutti ma il contestatore deve formulare delle domande in maniera pacata. Dopodichè se una persona non vuole cambiare idea, basta. Noi figli di Dio non possiamo mai scendere a livello e noi non possiamo peccare per nessun motivo. Noi non possiamo fare a chi strilla più forte per dimostrare le nostre ragioni. Maldicenza o blasfemia. Il termine greco fa riferimento non solo alla bestemmia in senso stretto, il termine blasfemia indica la bestemmia come noi la conosciamo, la diffazione e calunnia ed indica anche il parlare volgare. Dire male, parlare con termini turpi. Il turpiloquio. Con un termine solo espressi 3 comportamenti. Vomitare veleno a forza di insulti inqualificabili sul prossimo. Un figlio di Dio vive in questo modo?

Lettera ai Colossesi - 3

"..8Ora invece gettate via anche voi tutte queste cose: ira, animosità, cattiveria, insulti e discorsi osceni, che escono dalla vostra bocca..."

Anche qua c'è il termine tecnico ira. Animosità o passione; l'indignazione o lo sdegno che ci porta ad essere animosi, a polemizzare in maniera non buona. La cattiveria, quando una persona diventa cattiva nell'ira e vuole fare del male e ferire. Torna ancora la blasfemia o maldicenze o insulti. Poi c'è il termine nuovo: discorsi osceni. Qua si fa riferimento - evidentemente - discorsi osceni e parole oscene, sia in senso stretto, sono osceni anche le espressioni comunemente chiamate parolacce. Se una persona fa attenzione, provate a pensare alla parolacce volgari, praticamente tutte fanno riferimento al mondo della sessualità o comunque a situazioni/ termini connessi a ciò che sta sotto la cinta - davanti o dietro. San Paolo ha detto che queste cose bisogna buttarle via. Lasciatele via. Non sono cose che si addicono a Figli di Dio.

Lettera di Giacomo - 1

"..19Lo sapete, fratelli miei carissimi: ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira..."

Una persona sia sempre veloce ad ascoltare ma a rispondere o parlare sia lento. E lento all'ira. Veloci nell'ascolto ma ci sono complicazioni quando si ascoltano malefatte altrui o cose che non si devono ascoltare.

"..20Infatti l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio...."

Se tu ti lasci sopraffare dalla passione dell'ira, esci dalla giustizia stessa di 10 cioè dai 10 comandamenti. Sono alcuni dei brani maggiormente significativi per quanto riguarda il Nuovo testamento dell'ira. L'ira di Dio è una manifestazione della divina Giustizia che la Sacra Scrittura che per analogia antropomorfica, uno si arrabbia in senso buono quando vede qualcosa di storto e bisogna reagire. Dio non si arrabbia, ma di fronte alle cose storte non rimane indifferente. Ordinariamente Lui preferisce la pazienza e la misericordia, ma quando è necessario e Lui sa quando lo è - per la conversione di una persona, perchè non si moltiplichino indefinitivamente il numero delle colpe, perchè non appare possibile possibile altra strada se non quella di mandare una sofferenza, una medicina atta a favorire la conversione e riflessione di chi sta svalvolando.

San Tommaso afferma che il vizio dell'ira è assolutamente contrario alla virtù della mansuetudine - che fa parte della fortezza - la calma è la virtù dei forti, avere il pieno controllo di sè - è ereditare la terra (beatitudini). Noi quando siamo in preda all'ira perdiamo il controllo di noi stessi. Le quasi tutte le cose che si fanno in preda all'ira sarebbe meglio (quando lo si vede a posteriori) non averle fatte. Ci sono 6 figli, 3 specie e 3 gradi. Oggetto proprio di questo vizio è il fastidio che la persona prova di fronte a ciò che contrasta la propria volontà. Chi vive molto di volontà umana si arrabbia spesso. Chi vive di volontà divina non si arrabbia più. In particolare quando qualcun'altro oscura il prestigio o l'eccellenza della persona o lo ostacola. E l'ira sfocia in vendetta per vendicarsi della vera o presunta ingiusitiza subita. L'ira è occasione prossimissia di peccato e in alcune occasioni può diventare peccato mortale.

CICLO DI CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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