La purificazione del Purgatorio e come ridurla o evitarla, per i defunti e per noi viventi. Il concetto di "pena temporale" del peccato e le opere di carità e penitenza. Che cosa sono le indulgenze e come si lucrano. Ciclo di catechesi: "I Novissimi. La morte e la vita del mondo che verrà", quattordicesima puntata, Mercoledì 21 Dicembre 2022
Secondo alcune rivelazioni private di alcuni Santi - ce ne sono state tantissime sul Purgatorio - il giorno di Natale un sacco di anime vengono portate in Paradiso. Trattare del Purgatorio vuol dire stimolare le anime per fare il possibile per ridurre al minimo - e per i più bravi evitare - la sosta di purgazione. Ricordiamo sempre che la più piccola pena del Purgatorio è più grande della più grande pena terrena e il tempo in Purgatorio scorre in modo più lentamente di quello terreno, si soffre di più con una percezione del tempo peggiore di quella attuale. Se noi ci offriamo un pochino qua accettando con amore le croci che il Signore ci manda (malattie, il caldo, il freddo, le persone scorbutiche, le offese, le umiliazioni, le contrarietà, le calunnie, le maldicenze, gli oltraggi, insulti, la fatica del lavoro ecc....) e poi offriamo le piccole rinunce e alle grandi penitenze ecc... è una cosa molto saggia perchè ci fa risparmiare un pò di purgatorio ma ci procura meriti. Le penitenze offerte qua ci procurano un'aumento di grazia e un'aumento di gloria in Paradiso oltre che ad espiare le colpe. Quale persone ragionevole e saggia - alla luce di queste cose - non ne approfitterebbe?
1031 La Chiesa chiama purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al purgatorio soprattutto nei Concili di Firenze 621 e di Trento. 622 La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, 623 parla di un fuoco purificatore: ---Catechismo della Chiesa Cattolica
Il termine Purgatorio deriva dalla parola Pira cioè fuoco, anche il termine purificazione, cioè significa fare fuoco. Ci sono tre tipi di fuochi: c'è quello dell'amore che è del Paradiso, poi c'è il fuoco del Purgatorio che fa male, ma è un male salutare che serve a bruciare ciò che ci ostacolerebbe con un'unione con Dio. Mentre il fuoco dell'inferno fa male e basta. E' un fuoco retributorio, è il fuoco dell'amore respinto che arde come fonte di dannazione, insopportabile e terrificante. Il termine castigo dei dannati è un termine non bello, perchè dal latino il verbo castum agere che è la stessa cosa del Purificare: castum agere, cioè rendere puro, casto. Il Signore i castighi ce li manda su questa terra. Noi siamo castigati in questo mondo da Dio, non perchè Dio si vendica ma è una purificazione, è un'atto d'amore del Signore che dovrebbe essere finalizzato alla conversione. Per i dannati è meglio il termine pena. La correzione e purificazione sono una cosa e la retribuzione è un'altra cosa.
1032 Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: « Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato » (2 Mac 12,45). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, 625 affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti:
« Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre, 626 perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? [...] Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere ». 627 ---Catechismo della Chiesa Cattolica
Il problema del nostro rapporto con la morte è un problema decisivo. Ma anche la morte delle persone a noi care. Il don dice riceve gente, ha delle mail, celebra un pò di funerali, ecc... vedere un battezzato - a parte il fatto che spesso quando si celebra un funerale entra in Chiesa gente che non entra in Chiesa da oltre 20 anni...ma si vedono scene di disperazioni. Non è una cosa gradevole vedere un proprio caro morire. Ma noi non siamo pagani peccatori, per noi la morte non è la fine. Noi non possiamo versare lacrime. La cosa sensata è, se tu hai fede, da quel momento in poi inizia a bombardarla di suffragi, fai dire Messe, ecc... magari fai qualche digiuno, per esempio mezz'ora di preghiera adorando il Santissimo. O le elemosine, gesto penitenziale molto doloroso perchè quando noi mettiamo le mani dentro il portafoglio,ricchi o poveri che siamo, nessuno pensi di essere distaccato dal denaro. Ma l'unico modo per essere sicuri per allentare la morsa dell'avarizia che abbiamo, facciamo serie, cospique e costanti offerte secondo le nostre possibilità. Facciamo il giusto discernimento e le giuste valutazioni. Ogni elemosina che noi facciamo, tu prendi dei soldi da te ma li versi nella Banca del Cielo che ha il tasso d'interesse 100 per uno, ogni cent che dai ti ricorna in benedizioni qua e vita eterna dopo. L'elemosina - si legge nel NT - copre una moltitudine di peccati. Come fare l'elemosina? Ai poveri, le adozioni a distanza, le Messe fatte celebrare per il prossimo o per il defunto. Si possono dare i soldi alla propria parrocchia, per le Missioni, ecc... ogni centesimo dato in elemosina è un versamento nella propria banca del Cielo. E' chiaro che una persona benestante può fare delle cospicue elemosina..però una persona alle soglie della povertà e che in un mese può permettersi solo 10 €, il Signore li gradisce come perla preziosa. Perchè quei 10 € sono l'equivalente dei 100 € di chi sta meglio e di 1000 € di chi sta ancora meglio.
Chi vuol fare un regalo al defunto faccia fare le Messe gregoriane, c'è un sito on line che si chiama aiuto alla Chiesa che Soffre, con le messe gregoriane distribuiscono Messe a sacerdoti in tutto il mondo che hanno bisogno di quei soldi. E ti dà, se lasci il recapito, ti dice che la Messa per quel defunto sarà celebrata dal sacerdote Y dal giorno tale. Se tu non hai soldi e puoi fare dire solo due Messe, Nostro Signore, quelle due messe che sono figlie di quel poco che hai, certamente avranno di fronte alla Divina Clemenenza un grande valore. Il don non sa se è certo quello che dice sia vero al 100%.
Le pene del peccato
1472 Per comprendere questa dottrina e questa pratica della Chiesa bisogna tener presente che il peccato ha una duplice conseguenza. Il peccato grave ci priva della comunione con Dio e perciò ci rende incapaci di conseguire la vita eterna, la cui privazione è chiamata la « pena eterna » del peccato. D'altra parte, ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio. Tale purificazione libera dalla cosiddetta « pena temporale » del peccato. Queste due pene non devono essere concepite come una specie di vendetta, che Dio infligge dall'esterno, bensì come derivanti dalla natura stessa del peccato. Una conversione, che procede da una fervente carità, può arrivare alla totale purificazione del peccatore, così che non sussista più alcuna pena.82 ---Catechismo della Chiesa Cattolica
1473 Il perdono del peccato e la restaurazione della comunione con Dio comportano la remissione delle pene eterne del peccato. Rimangono, tuttavia, le pene temporali del peccato. Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato; deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e di carità, come pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a spogliarsi completamente dell'« uomo vecchio » e a rivestire « l'uomo nuovo ».83
Il peccato mortale ci espone a due tipi di pene: la pena eterna (pena del danno) e la pena temporale (pena del senso). La pena del danno è la privazione della Visione Beatifica e la dannazione eterna e la compagnia eterna dei demoni. La pena temporale sono le sofferenze necessarie per espiare e purificare le conseguenze del peccato mortale. Un peccato mortale - secondo sant Tommaso d'aquino - ha due pene: quella eterna e quella temporale. Un peccato veniale ha un solo reato di pena: quello della pena temporale. Il Catechismo qua sopra sta dicendo - qua parla del peccato mortale -, la remissione del peccato mortale, cioè tu ti vai a confessare , c'è la remissione della pena eterna (non vai all'inferno) ma rimangono le pene temporali derivate dal peccato. Hai fatto un peccato mortale? Non puoi dire che problema c'è - tanto mi vado a confessare? Per prima cosa occorre che ci sia un vero pentimento, perchè se ricaschi nel peccato in modo abitudinario è tutto da dimostrare che tu sia pentito - ricevi l'assoluzione però....la pena temporale te la scordi? Molti secoli fa le penitenze in uso per un peccato impuro erano tanti giorni di digiuno a pane ed acqua. Un peccato impuro solitario che, nella scala dei peccati contro il sesto comandamento, sta nel gradino più basso anche se mortale. Che facciamo con queste pene temporali del peccato?
"..Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato;....." CCC
Non è la fine del mondo se ti muore una persona cara. Il problema è che se uno va all'inferno e uno va in Paradiso. O peggio ancora se entrambi all'inferno. Se mamma e figlio si ritroveranno all'inferno si odieranno e ferocemente, con odio allo stato puro. A questo non ci pensiamo mai.
"..Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato;....." CCC
Ti viene una malattia? Hai un'acciaccio? Una contrarietà della vita? Uno dovrebbe dire: grazie Signore che mi dai questo, perchè offerta a Te, queste pene mi ridurranno il Purgatorio. Nell'ottica di Dio queste cose sono una grazia. Affrontando seneramente la morte....e la mia? La tua? Per noi figli di Dio la morte è una tragedia se non ci arriviamo pronti. Noi cristiani non siamo amanti della morte ma la morte è l'unica possibilità di andare a trovare Dio. Fino a quando siamo nel corpo noi siamo in esilio, lontani dalla fede e lontano dal Signore - dice san Paolo. Siamo in uno stato d'interdizione fino a quando non andiamo in Paradiso. Tu puoi essere un giglio ma un bel giorno impazzisce la concupiscenza senza che ci sia una causa adeguata e tu avverti uno stimolo che non controlli e per calmarti devi buttarti dentro la neve (come ha fatto san Francesco d'Assisi). In Paradiso la concupiscenza non c'è più. Quale tragedia sarebbe la morte? Chi ha il terrore della morte sua o di qualche suo caro deve crescere nella Fede. La penitenza cristina è gioia, non siamo masochisti, se leggete le opere dei grandi Santi (Santa Veronica Giuliani per esempio), quella donna nella sua vita quotidiana aveva le catene, strumenti di penitenza ma era una persona affibile e dolce. Il santo cela la penitenza sotto il sorriso e una vita comune e nessuno sa quello che fa e non lo deve sapere; lo sa solo il Signore. Ci vogliamo liberare delle pene del peccato proporzionamente alla salute, a quanto una persona ha interiorizzato ecc... Sant'Alfonso diceva che se una persona accetta la morte in maniera cosciente, la vive serenamente e gli offre il gesto di morire in modo volentieri e diceva: fai questo esercizio: accetto di morire quando tu Signore stabilirai, nel luogo in cui vorrai, come vorrai....martire? Solo? Circondato da persone? Chi fa tutte queste qua, il Purgatorio se lo risparmierà di molto.
(1473)....Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato; deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e di carità, come pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a spogliarsi completamente dell'« uomo vecchio » e a rivestire « l'uomo nuovo ».83 ---Catechismo della Chiesa Cattolica
Opere di misericordia corporali e poi quelle spirituali, più ne fai meglio è. Una preghiera è un'opera penitenziale. Fare 1000 Ave Giuseppe che sono 5 ore di preghiera consecutive; ma quanto Purgatorio ti risparmia? O quanti rosari che facciamo o a quante Messe partecipano? C'è un valore penitenziale in ciò. Tanto più una persona sa di essere stata peccatrice tanto più che si dia da fare. E poi le opere penitenziali che sono finalizzate alla mortificazione dei 5 sensi: il tatto, le cose che ci fanno soffrire, il gusto e le mortificazioni corporali, la vista - chiudo la tv o altro, le orecchie il silenzio e l'olfatto - rinunci a qualche profumino o sopportare pazientemente i cattivi odori che ci stanno attorno.
Se uno non ha chiaro il discorso della pena temporale non capirà le indugenze.
I peccati veniali vengono rimessi anche attraverso modalità - tipo la Comunione Sacramentale. Se confesso un peccato veniale e mi umilio a dirla, è un'umiliazione alla quale non sarei tenuto. Se io per esempio non porto dentro la confessione un peccato veniale, non succede nulla. Se ne sono consapevole è bene dirlo ma se non lo faccio non rendo sacrilega la confessione. La confessione dei peccati veniali è un mezzo di perfezione e ne abbiamo bisogno. Poi ci sono delle cose che pensiamo che siano peccati veniali (le volgarità per esempio non lo sono).
1471 La dottrina e la pratica delle indulgenze nella Chiesa sono strettamente legate agli effetti del sacramento della Penitenza.
Che cos'è l'indulgenza?
« L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi ».79
« L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati ».80 « Ogni fedele può acquisire le indulgenze [...] per se stesso o applicarle ai defunti ».81
Quanto ha sofferto Gesù nella sua vita terrena? Tanto. Quante penitenze ha fatto la Madonna? Tantissime e molto più cruente di quello che pensiamo. Possiamo pensare che la Regina dei Martiri abbia fatto qualche penitenza? E tutto quello che hanno fatto i Santi? Avete letto le penitenze che hanno fatto i santi? Alcuni hanno compiuto grossi gesti ascetici. E tutte le opere buone vanno a confluire nel tesoro della Chiesa, nulla va disperso. Poi ci sono delle condizioni per acquistare l'indulgenza: 1) devi stare in Grazia di Dio. Per acquistare un'indugelza plenaria è necessario un distacco anche dal peccato anche veniale - cosa impegnativa. Cosa significa? Vuol dire che piuttosto che dire una bugia di scusa mi farei ammazzare. Dire la morte piuttosto che il peccato mortale dovrebbero dirlo tutti, ma la morte piuttosto che il peccato veniale è più impegnativo. Se questa cosa non c'è - sulle cose interiori non possiamo esserne sicuri - il Concilio di Trento ci dice che noi non possiamo essere sicuri di essere in grazia di Dio. Possiamo presumerlo o sperarlo ma non ne siamo sicuri. Quando facciamo un'opera indugenziata, l'opera di per sè è ok; ma siamo sicuri che il Signore quell'indulgenza la fa arrivare a quel tale? Magari il Signore ritiene giusto che l'indulgenza vada ad un'altra persona perchè il destinatario - per via del suo comportamento in vita - potrebbe per un momento, essere ritenuto indegno di riceverla. Quindi facciamo fare un ciclo di Messe perchè non sappiamo sapere molte cose. Noi non le possiamo sapere molte cose. L' indulgenza può essere totale o parziale. A seconda se rimette tutte le colpe o una parte. I peccati che hai fatto, ti causerebbero 150 anni di Purgatorio di cui 120 nel fuoco (esempio) con l'indulgenza plenaria zero. Ma con quella parziale gli anni diventano 90.
L'Eucarestia e il Rosario sono due cose fondamentali. Partecipare alla Messa nel giorno feriale c'è un'indugelza parziale. Fare la comunione? Indugenza parziale...fare adorazione per almeno mezz'ora...indulgenza plenaria. Rosario in chiesa anche in comunità plenaria, rosario detto fuori dalla Chiesa...indulgenza parziale. Lettura spirituale indulgenza parziale, ascolto di una catechesi - formazione sacra - indulgenza parziale. Partecipiare ad un corso di esercizi spirituali - se è almeno di 4 giorni - indugenzia plenaria. O ci sono le opere...la Porziuncola.... le solite condizioni sono: confessione sacramentale entro gli 8 giorni (se uno sta in grazia anche 8 giorni dopo), partecipazione alla Santa Messa e alla comunione, recita del Credo e recita delle preghiere secondo le intenzioni del Santo Padre. Canto del Te- Deum? Indulgenza plenaria ecc... più ne prendiamo meglio è.
CICLO DI CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
Secondo alcune rivelazioni private di alcuni Santi - ce ne sono state tantissime sul Purgatorio - il giorno di Natale un sacco di anime vengono portate in Paradiso. Trattare del Purgatorio vuol dire stimolare le anime per fare il possibile per ridurre al minimo - e per i più bravi evitare - la sosta di purgazione. Ricordiamo sempre che la più piccola pena del Purgatorio è più grande della più grande pena terrena e il tempo in Purgatorio scorre in modo più lentamente di quello terreno, si soffre di più con una percezione del tempo peggiore di quella attuale. Se noi ci offriamo un pochino qua accettando con amore le croci che il Signore ci manda (malattie, il caldo, il freddo, le persone scorbutiche, le offese, le umiliazioni, le contrarietà, le calunnie, le maldicenze, gli oltraggi, insulti, la fatica del lavoro ecc....) e poi offriamo le piccole rinunce e alle grandi penitenze ecc... è una cosa molto saggia perchè ci fa risparmiare un pò di purgatorio ma ci procura meriti. Le penitenze offerte qua ci procurano un'aumento di grazia e un'aumento di gloria in Paradiso oltre che ad espiare le colpe. Quale persone ragionevole e saggia - alla luce di queste cose - non ne approfitterebbe?
1031 La Chiesa chiama purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al purgatorio soprattutto nei Concili di Firenze 621 e di Trento. 622 La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, 623 parla di un fuoco purificatore: ---Catechismo della Chiesa Cattolica
Il termine Purgatorio deriva dalla parola Pira cioè fuoco, anche il termine purificazione, cioè significa fare fuoco. Ci sono tre tipi di fuochi: c'è quello dell'amore che è del Paradiso, poi c'è il fuoco del Purgatorio che fa male, ma è un male salutare che serve a bruciare ciò che ci ostacolerebbe con un'unione con Dio. Mentre il fuoco dell'inferno fa male e basta. E' un fuoco retributorio, è il fuoco dell'amore respinto che arde come fonte di dannazione, insopportabile e terrificante. Il termine castigo dei dannati è un termine non bello, perchè dal latino il verbo castum agere che è la stessa cosa del Purificare: castum agere, cioè rendere puro, casto. Il Signore i castighi ce li manda su questa terra. Noi siamo castigati in questo mondo da Dio, non perchè Dio si vendica ma è una purificazione, è un'atto d'amore del Signore che dovrebbe essere finalizzato alla conversione. Per i dannati è meglio il termine pena. La correzione e purificazione sono una cosa e la retribuzione è un'altra cosa.
1032 Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: « Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato » (2 Mac 12,45). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, 625 affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti:
« Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre, 626 perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? [...] Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere ». 627 ---Catechismo della Chiesa Cattolica
Il problema del nostro rapporto con la morte è un problema decisivo. Ma anche la morte delle persone a noi care. Il don dice riceve gente, ha delle mail, celebra un pò di funerali, ecc... vedere un battezzato - a parte il fatto che spesso quando si celebra un funerale entra in Chiesa gente che non entra in Chiesa da oltre 20 anni...ma si vedono scene di disperazioni. Non è una cosa gradevole vedere un proprio caro morire. Ma noi non siamo pagani peccatori, per noi la morte non è la fine. Noi non possiamo versare lacrime. La cosa sensata è, se tu hai fede, da quel momento in poi inizia a bombardarla di suffragi, fai dire Messe, ecc... magari fai qualche digiuno, per esempio mezz'ora di preghiera adorando il Santissimo. O le elemosine, gesto penitenziale molto doloroso perchè quando noi mettiamo le mani dentro il portafoglio,ricchi o poveri che siamo, nessuno pensi di essere distaccato dal denaro. Ma l'unico modo per essere sicuri per allentare la morsa dell'avarizia che abbiamo, facciamo serie, cospique e costanti offerte secondo le nostre possibilità. Facciamo il giusto discernimento e le giuste valutazioni. Ogni elemosina che noi facciamo, tu prendi dei soldi da te ma li versi nella Banca del Cielo che ha il tasso d'interesse 100 per uno, ogni cent che dai ti ricorna in benedizioni qua e vita eterna dopo. L'elemosina - si legge nel NT - copre una moltitudine di peccati. Come fare l'elemosina? Ai poveri, le adozioni a distanza, le Messe fatte celebrare per il prossimo o per il defunto. Si possono dare i soldi alla propria parrocchia, per le Missioni, ecc... ogni centesimo dato in elemosina è un versamento nella propria banca del Cielo. E' chiaro che una persona benestante può fare delle cospicue elemosina..però una persona alle soglie della povertà e che in un mese può permettersi solo 10 €, il Signore li gradisce come perla preziosa. Perchè quei 10 € sono l'equivalente dei 100 € di chi sta meglio e di 1000 € di chi sta ancora meglio.
Chi vuol fare un regalo al defunto faccia fare le Messe gregoriane, c'è un sito on line che si chiama aiuto alla Chiesa che Soffre, con le messe gregoriane distribuiscono Messe a sacerdoti in tutto il mondo che hanno bisogno di quei soldi. E ti dà, se lasci il recapito, ti dice che la Messa per quel defunto sarà celebrata dal sacerdote Y dal giorno tale. Se tu non hai soldi e puoi fare dire solo due Messe, Nostro Signore, quelle due messe che sono figlie di quel poco che hai, certamente avranno di fronte alla Divina Clemenenza un grande valore. Il don non sa se è certo quello che dice sia vero al 100%.
Le pene del peccato
1472 Per comprendere questa dottrina e questa pratica della Chiesa bisogna tener presente che il peccato ha una duplice conseguenza. Il peccato grave ci priva della comunione con Dio e perciò ci rende incapaci di conseguire la vita eterna, la cui privazione è chiamata la « pena eterna » del peccato. D'altra parte, ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio. Tale purificazione libera dalla cosiddetta « pena temporale » del peccato. Queste due pene non devono essere concepite come una specie di vendetta, che Dio infligge dall'esterno, bensì come derivanti dalla natura stessa del peccato. Una conversione, che procede da una fervente carità, può arrivare alla totale purificazione del peccatore, così che non sussista più alcuna pena.82 ---Catechismo della Chiesa Cattolica
1473 Il perdono del peccato e la restaurazione della comunione con Dio comportano la remissione delle pene eterne del peccato. Rimangono, tuttavia, le pene temporali del peccato. Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato; deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e di carità, come pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a spogliarsi completamente dell'« uomo vecchio » e a rivestire « l'uomo nuovo ».83
Il peccato mortale ci espone a due tipi di pene: la pena eterna (pena del danno) e la pena temporale (pena del senso). La pena del danno è la privazione della Visione Beatifica e la dannazione eterna e la compagnia eterna dei demoni. La pena temporale sono le sofferenze necessarie per espiare e purificare le conseguenze del peccato mortale. Un peccato mortale - secondo sant Tommaso d'aquino - ha due pene: quella eterna e quella temporale. Un peccato veniale ha un solo reato di pena: quello della pena temporale. Il Catechismo qua sopra sta dicendo - qua parla del peccato mortale -, la remissione del peccato mortale, cioè tu ti vai a confessare , c'è la remissione della pena eterna (non vai all'inferno) ma rimangono le pene temporali derivate dal peccato. Hai fatto un peccato mortale? Non puoi dire che problema c'è - tanto mi vado a confessare? Per prima cosa occorre che ci sia un vero pentimento, perchè se ricaschi nel peccato in modo abitudinario è tutto da dimostrare che tu sia pentito - ricevi l'assoluzione però....la pena temporale te la scordi? Molti secoli fa le penitenze in uso per un peccato impuro erano tanti giorni di digiuno a pane ed acqua. Un peccato impuro solitario che, nella scala dei peccati contro il sesto comandamento, sta nel gradino più basso anche se mortale. Che facciamo con queste pene temporali del peccato?
"..Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato;....." CCC
Non è la fine del mondo se ti muore una persona cara. Il problema è che se uno va all'inferno e uno va in Paradiso. O peggio ancora se entrambi all'inferno. Se mamma e figlio si ritroveranno all'inferno si odieranno e ferocemente, con odio allo stato puro. A questo non ci pensiamo mai.
"..Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato;....." CCC
Ti viene una malattia? Hai un'acciaccio? Una contrarietà della vita? Uno dovrebbe dire: grazie Signore che mi dai questo, perchè offerta a Te, queste pene mi ridurranno il Purgatorio. Nell'ottica di Dio queste cose sono una grazia. Affrontando seneramente la morte....e la mia? La tua? Per noi figli di Dio la morte è una tragedia se non ci arriviamo pronti. Noi cristiani non siamo amanti della morte ma la morte è l'unica possibilità di andare a trovare Dio. Fino a quando siamo nel corpo noi siamo in esilio, lontani dalla fede e lontano dal Signore - dice san Paolo. Siamo in uno stato d'interdizione fino a quando non andiamo in Paradiso. Tu puoi essere un giglio ma un bel giorno impazzisce la concupiscenza senza che ci sia una causa adeguata e tu avverti uno stimolo che non controlli e per calmarti devi buttarti dentro la neve (come ha fatto san Francesco d'Assisi). In Paradiso la concupiscenza non c'è più. Quale tragedia sarebbe la morte? Chi ha il terrore della morte sua o di qualche suo caro deve crescere nella Fede. La penitenza cristina è gioia, non siamo masochisti, se leggete le opere dei grandi Santi (Santa Veronica Giuliani per esempio), quella donna nella sua vita quotidiana aveva le catene, strumenti di penitenza ma era una persona affibile e dolce. Il santo cela la penitenza sotto il sorriso e una vita comune e nessuno sa quello che fa e non lo deve sapere; lo sa solo il Signore. Ci vogliamo liberare delle pene del peccato proporzionamente alla salute, a quanto una persona ha interiorizzato ecc... Sant'Alfonso diceva che se una persona accetta la morte in maniera cosciente, la vive serenamente e gli offre il gesto di morire in modo volentieri e diceva: fai questo esercizio: accetto di morire quando tu Signore stabilirai, nel luogo in cui vorrai, come vorrai....martire? Solo? Circondato da persone? Chi fa tutte queste qua, il Purgatorio se lo risparmierà di molto.
(1473)....Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato; deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e di carità, come pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a spogliarsi completamente dell'« uomo vecchio » e a rivestire « l'uomo nuovo ».83 ---Catechismo della Chiesa Cattolica
Opere di misericordia corporali e poi quelle spirituali, più ne fai meglio è. Una preghiera è un'opera penitenziale. Fare 1000 Ave Giuseppe che sono 5 ore di preghiera consecutive; ma quanto Purgatorio ti risparmia? O quanti rosari che facciamo o a quante Messe partecipano? C'è un valore penitenziale in ciò. Tanto più una persona sa di essere stata peccatrice tanto più che si dia da fare. E poi le opere penitenziali che sono finalizzate alla mortificazione dei 5 sensi: il tatto, le cose che ci fanno soffrire, il gusto e le mortificazioni corporali, la vista - chiudo la tv o altro, le orecchie il silenzio e l'olfatto - rinunci a qualche profumino o sopportare pazientemente i cattivi odori che ci stanno attorno.
Se uno non ha chiaro il discorso della pena temporale non capirà le indugenze.
I peccati veniali vengono rimessi anche attraverso modalità - tipo la Comunione Sacramentale. Se confesso un peccato veniale e mi umilio a dirla, è un'umiliazione alla quale non sarei tenuto. Se io per esempio non porto dentro la confessione un peccato veniale, non succede nulla. Se ne sono consapevole è bene dirlo ma se non lo faccio non rendo sacrilega la confessione. La confessione dei peccati veniali è un mezzo di perfezione e ne abbiamo bisogno. Poi ci sono delle cose che pensiamo che siano peccati veniali (le volgarità per esempio non lo sono).
1471 La dottrina e la pratica delle indulgenze nella Chiesa sono strettamente legate agli effetti del sacramento della Penitenza.
Che cos'è l'indulgenza?
« L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi ».79
« L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati ».80 « Ogni fedele può acquisire le indulgenze [...] per se stesso o applicarle ai defunti ».81
Quanto ha sofferto Gesù nella sua vita terrena? Tanto. Quante penitenze ha fatto la Madonna? Tantissime e molto più cruente di quello che pensiamo. Possiamo pensare che la Regina dei Martiri abbia fatto qualche penitenza? E tutto quello che hanno fatto i Santi? Avete letto le penitenze che hanno fatto i santi? Alcuni hanno compiuto grossi gesti ascetici. E tutte le opere buone vanno a confluire nel tesoro della Chiesa, nulla va disperso. Poi ci sono delle condizioni per acquistare l'indulgenza: 1) devi stare in Grazia di Dio. Per acquistare un'indugelza plenaria è necessario un distacco anche dal peccato anche veniale - cosa impegnativa. Cosa significa? Vuol dire che piuttosto che dire una bugia di scusa mi farei ammazzare. Dire la morte piuttosto che il peccato mortale dovrebbero dirlo tutti, ma la morte piuttosto che il peccato veniale è più impegnativo. Se questa cosa non c'è - sulle cose interiori non possiamo esserne sicuri - il Concilio di Trento ci dice che noi non possiamo essere sicuri di essere in grazia di Dio. Possiamo presumerlo o sperarlo ma non ne siamo sicuri. Quando facciamo un'opera indugenziata, l'opera di per sè è ok; ma siamo sicuri che il Signore quell'indulgenza la fa arrivare a quel tale? Magari il Signore ritiene giusto che l'indulgenza vada ad un'altra persona perchè il destinatario - per via del suo comportamento in vita - potrebbe per un momento, essere ritenuto indegno di riceverla. Quindi facciamo fare un ciclo di Messe perchè non sappiamo sapere molte cose. Noi non le possiamo sapere molte cose. L' indulgenza può essere totale o parziale. A seconda se rimette tutte le colpe o una parte. I peccati che hai fatto, ti causerebbero 150 anni di Purgatorio di cui 120 nel fuoco (esempio) con l'indulgenza plenaria zero. Ma con quella parziale gli anni diventano 90.
L'Eucarestia e il Rosario sono due cose fondamentali. Partecipare alla Messa nel giorno feriale c'è un'indugelza parziale. Fare la comunione? Indugenza parziale...fare adorazione per almeno mezz'ora...indulgenza plenaria. Rosario in chiesa anche in comunità plenaria, rosario detto fuori dalla Chiesa...indulgenza parziale. Lettura spirituale indulgenza parziale, ascolto di una catechesi - formazione sacra - indulgenza parziale. Partecipiare ad un corso di esercizi spirituali - se è almeno di 4 giorni - indugenzia plenaria. O ci sono le opere...la Porziuncola.... le solite condizioni sono: confessione sacramentale entro gli 8 giorni (se uno sta in grazia anche 8 giorni dopo), partecipazione alla Santa Messa e alla comunione, recita del Credo e recita delle preghiere secondo le intenzioni del Santo Padre. Canto del Te- Deum? Indulgenza plenaria ecc... più ne prendiamo meglio è.
CICLO DI CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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