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L'inferno, i diavoli e l'eterna dannazione sono, purtroppo, cose vere reali...

La dottrina della Chiesa cattolica sull'Inferno. La sua esistenza reale e la sua eternità. L'insegnamento della Chiesa sugli angeli ribelli e la loro irreversibile e ostinata perversione. L'esistenza dell'inferno non contraddice affatto né la bontà e la misericordia di Dio, né la sua volontà salvifica universale, ma è richiamo e appello alla vera e reale libertà e responsabilità di ogni essere umano davanti a Dio e alla propria sorte ultraterrena. Catechismo degli adulti, sabato 7 Marzo 2020

Pre requisiti per capire: Dalla seconda metà del secolo scorso ci sono stati degli interventi di Papi ed altro perchè alcune persone hanno incominciato a negare l'esistenza dei diavoli come essere personali, il male esiste nel mondo come conseguenza del fatto che alcuni esseri liberi (i diavoli) si sono separati da Dio e il peccato produce male. Il male non è un concetto astratto, non viene da Dio il male. Noi lo sappiamo dalla Rivelazione.

Quello che si chiama Inferno è uno stato, noi non sappiamo come sarà la vita dopo, ma la cosa fondamentale è che capiamo come sarà la vita dopo la morte. L'inferno è uno stato di separazione eterna da Dio in modo eterno. Qualcuno non ritiene la cosa compatibile con la Misericordia di Dio e quindi ha iniziato a dire che o l'inferno non esiste o che esiste ma non è eterno - noi non crediamo per paura ma per amore, non è una bella fede quella di cui uno è messo dalla paura, devi però anche sapere però che se muori in stato di peccato mortale senza esserti pentito ti aspetta questo. L'inferno è eterno perchè gli angeli a differenza di noi sono puri spiriti e quindi quando un'angelo fa un'azione, dalla prima dipende tutto il resto che farà. Se è buona, l'angelo si conferma nel bene ed eserciterà la sua libertà solo nel bene, se è cattiva (come nel caso di lucifero) la volontà si perpetua nel male. Noi nella vita possiamo cambiare, siamo instabili per antonomasia, ci sono grandi peccatori che poi tornano indietro e persone che fanno progressi e poi cadono. Quando ci coglie sorella morte, la nostra volontà (come viene trovata) rimane in modo irreversibile per tutta l'eternità. Ecco perchè all'inferno ci va solo chi muore in stato di peccato mortale senza essersi pentito, dopo la morte non è possibile pentirsi. Non è l'inferno una specie di vendetta di Dio (o punizione), tu starai dannato perchè per tutta la tua vita hai respinto ogni tentativo di Dio per salvarti e quindi non si torna più indietro. Noi possiamo dire che ha avuto fortuna una persona che è morta nel sonno, ma ne siamo sicuri? Quella persona era pronta ad incontrare l'Altissimo? Perchè se quella persona (esempio) ha commesso un peccato mortale prima di andare a dormire senza poi provare pentimento, non è stato fortunato a morire nel sonno.

Non ci crogioliamo nel concetto falso che Dio non manda nessuno, Dio non ci manda nessuno che non ci voglia andare. I santi dicevano che qualche volta occorre qualche scossone ai peccatori. C'è lo stile di Giovanni Battista o di Gesù ma in entrambi casi la possibilità di dannarsi. Il don può metterci in guardia ma non può costringerci a credere. Il compito del don è dirtelo con le buone o cattiva ma la responsabilità è nostra. Dio ci aiuta ma non ci prende per la collottola. Dio non viola la nostra dignità, non violerà mai la nostra libertà. Violentare la libertà di una creatura è male, l'inferno è l'attestazione del rispetto della nostra libertà. Gesù ha fatto di tutto per salvarci, si è preso il male ecc...; ci sono tante fonti per farci un'idea.

CCC 1033 "..628 Morire in peccato mortale senza essersene pentiti e senza accogliere l'amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola « inferno ».

Passi biblici: Marco 9 43-48, Gesù quanda parla della Geena parla dell'inferno (se la tua mano ti è di scandalo, tagliano, ecc...) - Luca 16 (Parabole del ricco Epulone). Cosa dice qua Gesù? Afferma l'eternità dell'inferno. Gesù nel corso della storia della Chiesa ha seminato un sacco di prove: Le lettere dall'inferno, una ragazza dannata che per volontà di Dio torna dalla sua amica e gli racconta ciò che c'è all'inferno (con approvazione ecclesiastica), c'è un libro del don on-line (tenera amata) che racconta come è il Paradiso e descrive com'è il Paradiso in termini moderni. Il miracolo è per aiutare la tua fede non per fartela venire dal nulla. La lettera di san Giuda (versetti 7 -13) dove parla dei castighi subiti da Sodoma e Gomorra.

Se qualcuno ritiene che i tormenti dell'inferno avranno fine sia anatema, chi crede questa eresia è fuori dalla Chiesa. Chi entra all'inferno non esce più. Se uno entra in una setta satanica o nella mafia non ne puoi più uscire. Mentre su questa terra hai qualche possibilità di uscire (magari poi ti ammazzano i parenti e pure anche a te), ma una volta che il demonio ti mette le mani addosso non c'è più nulla da fare. Il Concilio Lateranense IV afferma che tutti risorgeranno con i corpi di cui ora sono rivestiti, per ricevere secondo le loro opere - siano state buone o malvagie - gli uni la pena eterna con il diavolo e gli altri la Gloria eterna con Cristo. Anche nel corpo. Benedetto 12°, quando un Papa dice una cosa di questo genere: le anime che muoiono in stato di peccato mortale attuale, subito dopo la loro morte discendono all'inferno dove sono tormentate con supplizi infernali.

CCC 1036 Le affermazioni della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa riguardanti l'inferno sono un appello alla responsabilità con la quale l'uomo deve usare la propria libertà in vista del proprio destino eterno. Costituiscono nello stesso tempo un pressante appello alla conversione: « Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! » (Mt 7,13-14).

Dell'inferno e del diavolo non bisogna averne paura se uno sta in Grazia di Dio e se prega (e ha una vita cristiana), ma se tu non hai una vita cristiana e non preghi fai quello che vuoi il demonio senza che te ne rendi conto. Molta gente va all'inferno (oltre per i peccati della carne) perchè non crede alla sua esistenza. Il diavolo non vuole che si parli di queste cose, non è bello pregare per paura dell'inferno ma se uno non si converte per amore cerca di pensarci perchè non si scherza. Se uno non ci pensa (all'inferno) il diavolo ha terreno libero.

Giovanni Calvino parlava di predestinazione all'inferno (eresia), la mia vita e la tua è già scritta (non è così) non esiste destino secondo come inteso dagli uomini cioè una strada che ineluttabilmente percorrerei. Dio ci ha destinati (in senso buono cioè incoraggiati, ci ha aperto la via) al bene. E se andremo al male non c'è nessun destino, Giuda non è predistinato all'inferno. Giuda è stato ordinato vescovo. Non è che c'è un destino, c'è un mistero delle scelte umane. Manco lui era predestinato, noi siamo canditati ad essere cittadini del cielo e se non ci saremo sarà solo per colpa nostra. Dio certamente anche a tutte le persone (anche non credenti) dà i mezzi per accedere alla salvezza. Noi nella Chiesa Cattolica possiamo avere i mezzi salvifici in pienezza, ma la messa che viene celebrata non è solo per noi ma per tutti.

Gesù è morto per tutti ma non tutti beneficeranno di quel sacrificio

CCC 1037 Dio non predestina nessuno ad andare all'inferno; 633 questo è la conseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alla fine. Nella liturgia eucaristica e nelle preghiere quotidiane dei fedeli, la Chiesa implora la misericordia di Dio, il quale non vuole « che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi » (2 Pt 3,9):

Pene dell'inferno: pena del danno, perdita della Visione Beatifica - chi la perde è un pazzo, a noi ci fanno più impressione la pena del danno, non ci rendiamo conto cosa significhi non vedere Nostro Signore dal momento che nessuno veda Dio e si disperi. Noi credenti, la morte fisica non è il problema assoluto, il problema assoluto è morire malamente. I Santi che hanno avuto visioni intellettuali di Dio piangevano perchè volevano morire per congiungersi al Signore, hanno intravisto cosa c'era di là e non avevano nessun problema a morire. Tormenti che affligeranno in eterno: il fuoco - vero fuoco - che tormenta in modo misterioso anche nello stato di anima separata, non è paragonabile al fuoco terreno. Il freddo, gelo violentissimo che si altera all'inferno, il verme che non muore cioè il rimorso eterno del dannato che vedrà che per tutta la vita Dio gli è stato dietro passo per passo per risparmiargli quello che sta vivendo e che è stata colpa del dannato e quella situazione è irreversibile. C'è una canzone dei The Sun che si chiama le opportunità che ho perso ed è cantata da un'anima dannata, ripensa a tutta la sua vita terrena e dice che è troppo tardi. Il pianto e lo stridore di denti, la disperazione continua che affligge i dannati uniti al terrore, noi quando stiamo male sappiamo che ci sarà una fine a quel dolore. C'è una speranza. Ma all'inferno non ci sarà, e i maestri di spirito dicono di farci meditazione: e se capitasse a me una cosa del genere, le tenebre e il buoi fitto che mi fa vedere solo cose brutte e terrificante cio è i demoni. E le pene dei sensi, le pene proporzionati al numero e alle specie di peccati questa è una verità di fede. Il cosidetto del contrappasso è un concetto biblicamente fondato.

La Giustizia di Dio, che arriva anche all'inferno, impedisce ai diavoli di tormentarti più di quanto ti sia meritato. Perchè se dipendesse da loro non ci sarebbe fondo alla loro cattiveria. Come in Paradiso, anche all'inferno c'è una gerarchia: più peccati fai peggio starai, meno ne farai (non starai bene lo stesso) ma meno peggio stai. In Paradiso, più opere di bene farai, più gloria avrai. La gloria accidentale e il grado di conoscenza di Dio sarà superiore, questo lo dobbiamo sapere. Diretta conseguenza della giustizia di Dio: tanto hai fatto, tanto avrai. Sia nel bene che nel male. Sia in un modo che in un'altro.

L'inferno esiste, Sacra Scrittura e Magistero della Chiesa sono inequivocabili, l'inferno è eterno e terzo l'attestazione della libertà della persona umana. Non si può costringere nessuno. Se uno mi dona un'appartamento la donazione è nulla (ambito giuridico) se non accetto, un sacerdote diventa vescovo se accetta di diventare vescovo. Il Papa non viene eletto ma ha un margine di tempo per scegliere se accettare o meno. L'inferno è un luogo di tormenti e non abbiamo nessun motivo che le pene non ci siano. I tormenti sono eterni. L'inferno non è vuoto e non è lecito sperare che lo sia. I diavoli non fanno tutto il male che possono ma solo quello che il dannato si è meritato.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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