Per passare dal non senso ad una vita di cielo occorre percorrere un cammino. Il punto di inizio è focalizzare bene la propria situazione attuale, in relazione al passato che si è vissuto, alla realtà e a ciò che si vive nel presente e a come si guarda e si progetta al sicuro. Analisi del passato, del presente e del futuro alla luce di una griglia di lavoro che consente un adeguato screening su stesso. Ciclo di catechesi "dal non senso alla vita di cielo", seconda puntata, Venerdì 22 Gennaio 2021
Il senso di questa catechesi: la condizione di una persona che, per tante situazioni, si ritrova caduto nel punto più basso ed ad un certo punto decide di ritornare ed iniziare a vivere. Questo ciclo di catechesi è una ripresa di un vecchio ciclo di catechesi (non più disponibile) che si chiamava Chi sono io per poter giudicare, alla ricerca di noi stessi, e che il don intende riprendere in parte però ulteriormente ampliarlo. Per camminare su questo percorso occorre lavorarci sopra, non basta ascoltare ma lavorarci sopra ( vedi poi il link pdf allegato ).
Download del PDF usato nella catechesi ed utile per cominciare a scoprire se stessi e le proprie origini (ATTENZIONE, per seguire la Catechesi del don è necessario seguire e leggere il pdf ed ascoltare ciò che dice sul video)
Per poter camminare dobbiamo focalizzare il nostro passato, presente e futuro. Sul passato non possiamo farci nulla, però lui ci fa tanto, molto più di quello che noi pensiamo, il passato è un fardello che ci portiamo fino a quando non ci facciamo i conti. Il presente: come sto vicendo? Qual'è la mia situazione attuale e qual'è il mio futuro? Cosa intendo fare della mia vita? Noi possiamo imparare a neutralizzare (e questo ce lo dà il Signore) il mare di male che ci dà il passato ma non dobbiamo guardarci indietro come la moglie di Lot che diventò una statua di sale. I nostri scheletri nell'armadio, ciò che non avremmo mai voluto fare e vivere ecc.. è necessario consegnarlo tutto a Gesù che lo distrugga. L'unica cosa che deve rimanere del nostro passato è l'esperienza. E' fondamentale saperne trarne conoscenze senza quel male che ci fa rivedere tante cose; siamo riconciliati con il passato quando possiamo ripensare seneramente a quello che è successo e che ci ha fatto tanto soffrire (sia per colpa mia che no) senza sentirne dolore. Lo so che l'ho vissuto, non ne sono felice, il top (come la Chiesa canta) felice colpa mia e degli altri, ci sono anche colpe degli altri, tanto male abbiamo ricevuto e sta lì a farci male. Questo è un percorso vorrebbe essere un cammino di guarigione, di santificazione e di divinizzazione. Non si fa di botto, nel cristianesimo non ci sono magie, guru, stregoni, ecc...c'è solo Gesù e le terapie da fare.
La prima fase è la fase diagnostica, dobbiamo concorrere noi, questo è un regalo che facciamo a noi stessi e non ha senso raccontarci stupidaggini o mettere la testa sotto la sabbia. Il motivo per cui la stragrande maggioranza delle persone non fa questo cammino, è una cosa meravigliosa ma anche dolorosa, quando Gesù dice di prendere la croce ogni giorno e Seguirlo, il problema è che Lui non vorrebbe darci nessuna croce e dolore il problema è che se vuoi uscire dal grande dolore della vita devi affrontare questi piccoli ma impegnativi dolori della vita. Le persone non vogliono soffrire per andare a tirare fuori gli scheletri che ha nell'armadio e che puzzano un pò, andare a riaprire alcuni armadi o cassetti, a ripensare a certe cose.. non ci pensa. Però se non ci pensa quella roba resta lì e la mia coscienza non è addolorata perchè ha deciso di non pensarci, quella cosa maligna però continua ad operare e non ce ne esci da lì. Le cose dell'anima e dello spirito sono simili a quelle del corpo (se ho un problema e mi chiudo all'operazione che mi potrebbe salvare la vita, il male peggiora e vado al Creatore). Il don invita a soffrire un pò - abbiamo sempre delle cose da aggiustare - l'importante è abbandonarsi e avere questa ferma risoluzione: se non la faccio io, al posto mio non lo può fare nessuno. E non si può fare questa cosa in termini generici. Certo una cosa buona ma non è sufficente.
(Vedere il pdf) Noi dobbiamo scrivere il nostro libro della Genesi. Del mio libro della Genesi. Qual'è il mio ieri (io sono frutto anche del mio passato), qual'è il mio oggi e i progetti per il futuro. Quali sono? Li ho chiari? I primi anni della nostra esistenza (addirittura anche quando stiamo nel grembo materno secondo gli studi attuali) determinano in modo profondo la nostra personalità. E ci segnano a vita. I primi rapporti con i compagni di scuola, mano a mano che si cresce i rapporti con i compagni/e, le prime esperienze d'amore, le prime esperienze e avventure e le prime storie impegnative (e qua possono succedere di ogni), il mio rapporto con Dio che ho avuto - che cosa mi hanno trasmesso di Dio? Che tipo di immagine ho respirato di Dio? E che tipo di rapporto ho instaurato con Dio? Cosa ho combinato? Altri macigni che possono pesare una tonnellata. Il don parlando del sacramento della penitenza, per non rischiare di disperarci ed essere travolti di sensi di colpa, quando si fanno i conti del passato bisogna sempre far attenzione a distinguere bene: posso aver anche fatto delle cose orribili, anche gravissime senza aver peccato mortalmente. E' certo che il male che ho fatto male ha prodotto e bene non è, ma non possiamo giudicare noi stessi e quindi nessuno inizi (è travisare e distorcere questa cosa buona: non si fa questo percorso per accusare i nostri genitori e metterli in croce accusandoli come causa della nostra rovina). I nostri genitori erano (o per chi li ha ancora) poveri uomini e donne come noi. Non erano il Padre Eterno il terra, anche loro avevano le loro infermità e forse non se ne sono resi conto, anche il male che dovrebbero averci fatto ma noi non possiamo giudicare nessuno nemmeno noi stessi. Si tratta di prendere coscienza che purtroppo certe situazioni possono averci fatto male e farci pace. Quello che l'esperienza del don insegna è che purtroppo la nostra volontà umana ha il potere (tentata dal maligno) di trasformare anche le cose buone in negative: esempio: mi vengono - facendo questa catechesi - in mente le ferite che ho ricevuto dai miei genitori, mi avveleno e mi carico ed inizio ad odiarli. Ripenso al mio passato e mi dispero (altro esempio) o faccio 400 confessioni generali e alla 401° penso che debba ancora confessarmi. Noi abbiamo questa imperfezione, la nostra natura è decaduta..attenzione, di tutte le cose ne sia fatto un'uso buono. Lo stesso discorso non basta fare il bene, bisogna farlo bene e il fine non giustifica i mezzi. Io non posso in nome di una cosa buona usare i mezzi cattivi.
Io prendo un'informazione importante che deve servire per la vita non per farmi venire l'angoscia. Altrimenti abbiamo avvelenato una cosa che il Signore mi ha dato per tornare a vivere.
COME E COSA STO VIVENDO IN QUESTO MOMENTO DELLA MIA VITA? COME VIVO NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI? OGGI IO SONO ANCHE CIÒ IN CUI CREDO - Che campo a fare? Cosa desidero con tutto me stesso? Voglio fare un sacco di soldi? Me lo devo dire. Non occorre che lo sappia nessuno, lo deve sapere per farne oggetto di preghiera e colloquio con Lui, Gesù ti aiuterà ad entrare dentro te stesso ed infine il progetto di vita. Cosa ho ricevuto e cosa ho dato dalla mia famiglia ecc...? (vedasi il pdf)
Il don illustra il pdf (è necessario seguirlo) / sapresti raccontare quali opere Dio ha compiuto nella mia vita? E tu cosa gli hai dato? gli ho dato retta? Ascolto? Amore? Adorazione o no? Come mi sento amato da Dio? Può darsi - è possibile che Dio sia fondamentalmente un'estraneo? Riesco a trasmettere questo amore? Le ferite ricevuto derivano dai peccati altrui e dei miei.
Ho individuato il mio temperamento? Qual è? Qual'è il grande obbiettivo della mia vita? I desideri sono il motore di tutte le nostre scelte. Il progetto di vita, quali sono i miei progetti di vita? Che prete voglio essere io (dice il don), che volete fare della vostra famiglia? Come vuoi spendere la tua vita? Non hai vincoli dell'obbedienza? Hai tanto tempo a dispozione...come lo impiego? Qual'è il tuo progetto? Tu credi sul serio che Dio ha un progetto di vita o hai già deciso che il tuo progetto scavalca il Suo? Ho comprenso la mia vocazione di vita? Dio non s'è sbagliato a creare nessuno, sono io che non mi sono sintonizzato sulle sue frequenze....ho compreso il suo progetto di vita? Come mi sto preparando alla grande missione che il Signore mi dà?
Se si vuole camminare bisogna focalizzare la nostra situazione sul passato.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
Il senso di questa catechesi: la condizione di una persona che, per tante situazioni, si ritrova caduto nel punto più basso ed ad un certo punto decide di ritornare ed iniziare a vivere. Questo ciclo di catechesi è una ripresa di un vecchio ciclo di catechesi (non più disponibile) che si chiamava Chi sono io per poter giudicare, alla ricerca di noi stessi, e che il don intende riprendere in parte però ulteriormente ampliarlo. Per camminare su questo percorso occorre lavorarci sopra, non basta ascoltare ma lavorarci sopra ( vedi poi il link pdf allegato ).
Download del PDF usato nella catechesi ed utile per cominciare a scoprire se stessi e le proprie origini (ATTENZIONE, per seguire la Catechesi del don è necessario seguire e leggere il pdf ed ascoltare ciò che dice sul video)
Per poter camminare dobbiamo focalizzare il nostro passato, presente e futuro. Sul passato non possiamo farci nulla, però lui ci fa tanto, molto più di quello che noi pensiamo, il passato è un fardello che ci portiamo fino a quando non ci facciamo i conti. Il presente: come sto vicendo? Qual'è la mia situazione attuale e qual'è il mio futuro? Cosa intendo fare della mia vita? Noi possiamo imparare a neutralizzare (e questo ce lo dà il Signore) il mare di male che ci dà il passato ma non dobbiamo guardarci indietro come la moglie di Lot che diventò una statua di sale. I nostri scheletri nell'armadio, ciò che non avremmo mai voluto fare e vivere ecc.. è necessario consegnarlo tutto a Gesù che lo distrugga. L'unica cosa che deve rimanere del nostro passato è l'esperienza. E' fondamentale saperne trarne conoscenze senza quel male che ci fa rivedere tante cose; siamo riconciliati con il passato quando possiamo ripensare seneramente a quello che è successo e che ci ha fatto tanto soffrire (sia per colpa mia che no) senza sentirne dolore. Lo so che l'ho vissuto, non ne sono felice, il top (come la Chiesa canta) felice colpa mia e degli altri, ci sono anche colpe degli altri, tanto male abbiamo ricevuto e sta lì a farci male. Questo è un percorso vorrebbe essere un cammino di guarigione, di santificazione e di divinizzazione. Non si fa di botto, nel cristianesimo non ci sono magie, guru, stregoni, ecc...c'è solo Gesù e le terapie da fare.
La prima fase è la fase diagnostica, dobbiamo concorrere noi, questo è un regalo che facciamo a noi stessi e non ha senso raccontarci stupidaggini o mettere la testa sotto la sabbia. Il motivo per cui la stragrande maggioranza delle persone non fa questo cammino, è una cosa meravigliosa ma anche dolorosa, quando Gesù dice di prendere la croce ogni giorno e Seguirlo, il problema è che Lui non vorrebbe darci nessuna croce e dolore il problema è che se vuoi uscire dal grande dolore della vita devi affrontare questi piccoli ma impegnativi dolori della vita. Le persone non vogliono soffrire per andare a tirare fuori gli scheletri che ha nell'armadio e che puzzano un pò, andare a riaprire alcuni armadi o cassetti, a ripensare a certe cose.. non ci pensa. Però se non ci pensa quella roba resta lì e la mia coscienza non è addolorata perchè ha deciso di non pensarci, quella cosa maligna però continua ad operare e non ce ne esci da lì. Le cose dell'anima e dello spirito sono simili a quelle del corpo (se ho un problema e mi chiudo all'operazione che mi potrebbe salvare la vita, il male peggiora e vado al Creatore). Il don invita a soffrire un pò - abbiamo sempre delle cose da aggiustare - l'importante è abbandonarsi e avere questa ferma risoluzione: se non la faccio io, al posto mio non lo può fare nessuno. E non si può fare questa cosa in termini generici. Certo una cosa buona ma non è sufficente.
(Vedere il pdf) Noi dobbiamo scrivere il nostro libro della Genesi. Del mio libro della Genesi. Qual'è il mio ieri (io sono frutto anche del mio passato), qual'è il mio oggi e i progetti per il futuro. Quali sono? Li ho chiari? I primi anni della nostra esistenza (addirittura anche quando stiamo nel grembo materno secondo gli studi attuali) determinano in modo profondo la nostra personalità. E ci segnano a vita. I primi rapporti con i compagni di scuola, mano a mano che si cresce i rapporti con i compagni/e, le prime esperienze d'amore, le prime esperienze e avventure e le prime storie impegnative (e qua possono succedere di ogni), il mio rapporto con Dio che ho avuto - che cosa mi hanno trasmesso di Dio? Che tipo di immagine ho respirato di Dio? E che tipo di rapporto ho instaurato con Dio? Cosa ho combinato? Altri macigni che possono pesare una tonnellata. Il don parlando del sacramento della penitenza, per non rischiare di disperarci ed essere travolti di sensi di colpa, quando si fanno i conti del passato bisogna sempre far attenzione a distinguere bene: posso aver anche fatto delle cose orribili, anche gravissime senza aver peccato mortalmente. E' certo che il male che ho fatto male ha prodotto e bene non è, ma non possiamo giudicare noi stessi e quindi nessuno inizi (è travisare e distorcere questa cosa buona: non si fa questo percorso per accusare i nostri genitori e metterli in croce accusandoli come causa della nostra rovina). I nostri genitori erano (o per chi li ha ancora) poveri uomini e donne come noi. Non erano il Padre Eterno il terra, anche loro avevano le loro infermità e forse non se ne sono resi conto, anche il male che dovrebbero averci fatto ma noi non possiamo giudicare nessuno nemmeno noi stessi. Si tratta di prendere coscienza che purtroppo certe situazioni possono averci fatto male e farci pace. Quello che l'esperienza del don insegna è che purtroppo la nostra volontà umana ha il potere (tentata dal maligno) di trasformare anche le cose buone in negative: esempio: mi vengono - facendo questa catechesi - in mente le ferite che ho ricevuto dai miei genitori, mi avveleno e mi carico ed inizio ad odiarli. Ripenso al mio passato e mi dispero (altro esempio) o faccio 400 confessioni generali e alla 401° penso che debba ancora confessarmi. Noi abbiamo questa imperfezione, la nostra natura è decaduta..attenzione, di tutte le cose ne sia fatto un'uso buono. Lo stesso discorso non basta fare il bene, bisogna farlo bene e il fine non giustifica i mezzi. Io non posso in nome di una cosa buona usare i mezzi cattivi.
Io prendo un'informazione importante che deve servire per la vita non per farmi venire l'angoscia. Altrimenti abbiamo avvelenato una cosa che il Signore mi ha dato per tornare a vivere.
COME E COSA STO VIVENDO IN QUESTO MOMENTO DELLA MIA VITA? COME VIVO NELLE RELAZIONI CON GLI ALTRI? OGGI IO SONO ANCHE CIÒ IN CUI CREDO - Che campo a fare? Cosa desidero con tutto me stesso? Voglio fare un sacco di soldi? Me lo devo dire. Non occorre che lo sappia nessuno, lo deve sapere per farne oggetto di preghiera e colloquio con Lui, Gesù ti aiuterà ad entrare dentro te stesso ed infine il progetto di vita. Cosa ho ricevuto e cosa ho dato dalla mia famiglia ecc...? (vedasi il pdf)
Il don illustra il pdf (è necessario seguirlo) / sapresti raccontare quali opere Dio ha compiuto nella mia vita? E tu cosa gli hai dato? gli ho dato retta? Ascolto? Amore? Adorazione o no? Come mi sento amato da Dio? Può darsi - è possibile che Dio sia fondamentalmente un'estraneo? Riesco a trasmettere questo amore? Le ferite ricevuto derivano dai peccati altrui e dei miei.
Ho individuato il mio temperamento? Qual è? Qual'è il grande obbiettivo della mia vita? I desideri sono il motore di tutte le nostre scelte. Il progetto di vita, quali sono i miei progetti di vita? Che prete voglio essere io (dice il don), che volete fare della vostra famiglia? Come vuoi spendere la tua vita? Non hai vincoli dell'obbedienza? Hai tanto tempo a dispozione...come lo impiego? Qual'è il tuo progetto? Tu credi sul serio che Dio ha un progetto di vita o hai già deciso che il tuo progetto scavalca il Suo? Ho comprenso la mia vocazione di vita? Dio non s'è sbagliato a creare nessuno, sono io che non mi sono sintonizzato sulle sue frequenze....ho compreso il suo progetto di vita? Come mi sto preparando alla grande missione che il Signore mi dà?
Se si vuole camminare bisogna focalizzare la nostra situazione sul passato.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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