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Ricordati di santificare le feste

Il terzo comandamento: ricordati di santificare le feste. Perché la Domenica è giorno così importante. Vivere e santificare bene la Domenica, vivendola come giorno di gioia che anticipa il Paradiso. La partecipazione alla santa Messa e l'astensione dal lavoro. Modalità pratiche di attuazione del comandamento. Ciclo di catechesi la sana dottrina cattolica, diciottesima puntata, Lunedì 15 Febbraio 2021

Ci sono alcuni comandamenti del decologo che si conservano nella sostanza ma dopo l'Incarnazione e la Redenzione cambiano leggermente modalità di attuazione (o vengono dilatati come il 5° il 6° comandamento che non è soltanto (il 5°) non uccidere ma è anche non ledere in nessun modo al prossimo la sua dignità - non commettere atti impuri (6°) Gesù è venuto a contemplare, a portare alla perfezione il decalogo e non ad abolirlo). Anche nel primo comandamento - e su questo fanno leva alcune persone non cattoliche o non cristiane - per negare il culto i cattolici rendono alle immagini di Gesù, della Madonna o dei santi. Le immagini sacre ecc... se uno prende il primo comandamento e lo interpreta in maniera critica ecc...allora dice: stai peccando di idolatria. La croce per esempio è un'immagine sensibile. C'è una possibilità di relazionarsi ad esso in modo malsano che non sono fondati nella realtà e rischiano di fare più male che bene e farci ritornare ad un'ambiente guidaico che Gesù ha combattuto. Gesù ha santamente osteggiato quella visione ipertrofica del sabato che nel corso del tempo di era creata e che lo aveva reso una sorta di incubo. Di qualche cosa che anzichè diventare un giorno di distensione ecc... non si poteva far nulla.

Trattandosi di un procetto positivo, la Chiesa dà delle indicazioni molto concrete perchè ci sono tutta una serie di dinamiche che vanno incanalate e ben interiorizzate, fermo restando l'osservanza del comandamento ci vuole una capacità di usare bene la nostra coscienza. La Chiesa ci dà dei parametri oggettivi. Vedremo che in alcune formulazione grande è lo spazio lasciato alla nostra coscienza. L'apostolo san Giacomo dice che fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà e le resta fedele non come un'ascoltatore smemorato ma come uno la mette in pratica questo troverà felicità nel praticarla e san Paolo dice che Gesù ci ha liberato dalla schiavitù della legge. Da un qualcosa che tu hai un cappio al collo, cioè possiamo fare quello che ci pare? No, questa libertà non deve diventare un pretesto per vivere secondo la carne ma perchè ci si metta al servizio degli altri.

In diverse circostanze, il catechismo e Dio stesso farà appello alla nostra coscienza: sei tu che devi imparare a capire bene come relazionarsi di fronte a certe realtà ascoltando cosa ti dice il cuore, perchè è nel cuore che Dio ti parla. La legge degli ebrei aveva 613 precetti ed era diventata un prontuario sistematico, dettagliato e particolareggiato dove c'era scritto cosa fare in qualsiasi situazione, ma non è così. Tu hai il cammino della vita, il percorso, il senso, lo scopo, il fine e hai un certo margine di libertà su come raggiungerlo e devi capire tu tutto ciò che ti impedisce e ti intralcia in quel fine da raggiungere (il valore del comandamento) e toglierlo. Esempio sciocco: se io so che non so controllarmi ad una certa ora davanti alla tv e potrei iniziare a gironzolare e mettermi nell'occasione di peccare contro il sesto comandamento - se io ho questa realtà - evito di farlo. Un'altra persona che non ha questo problema, se a mezzanotte vede un qualcosa di edificante (ammesso che le facciano a quell'ora) non c'è nessun problema. La legge è uguale per tutti sì nella sostanza, ma le modalità concrete che ci portano verso Dio noi dobbiamo imparare ad ascoltare la voce della coscienza.

Che lavori si possono fare alla domenica e quali no? Posso andare al bar? Ristorante? Posso fare lo shopping. La Chiesa ci dà delle indicazioni ma non tipo bar sì, ristoranti sì ma palestra no, centro commerciale no. Ci dà dei criteri ed indicazioni e poi sono io che devo capire perchè sono io che rispondo al Signore questa cosa. E perchè sono io che vivo questo comandamento e con questo mi vado a giocare la Vita. Perchè se esci dalla Volontà di Dio esci dal cammino della vita. Dio (tramite Mosè) ci dice: io pongo di fronte a te la Vita e il Bene, la Morte e il Male. Il Signore ti esorta a scegliere la vita perchè tu sia felice e anche la tua discendenza. Ci dobbiamo mettere del nostro e dobbiamo imparare a fare le nostre scelte di fronte al Signore - la nostra coscienza dev'essere formata - e non dobbiamo pretendere di avere la pappa pronta. Non capita solo per la legge di Dio ma capita anche per la direzione spirituale. Non è che nei 10 comandamenti non c'è scritto tutto il prontuario allora lo chiedo al direttore spirituale così me lo dà lui. Quindi quello che Dio non fa, lo fa il mio direttore sostituendosi a Dio e alla mia coscienza. E generalmente chi cerca la direzione spirituale cerchi questo pensando di fare una cosa buona e può accadere che il direttore spirituale faccia questo in buona fede per fare il bene. Noi dobbiamo imparare a vivere questa sana e libertà dei Figli di Dio. Che non è fare come mi pare ma siamo interpellati.

« Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro » (Es 20,8-10). 104

Qual'è il punto fondamentale? La Domenica, la domenica viene dal latino che significa Giorno del Signore, nel quale Gesù è risorto. Viene festeggiata fin da primissimi tempi come l'ottavo giorno, Dio ha creato tutto in sette giorni, il sabato era il settimo giorno (shabbat in ebraico significa riposare - sostantivo - dire sabato o riposo era dire la stessa cosa). Ma che cosa è successo? Gesù il sabato santo si è riposato nel sonno della Morte dalle sue fatiche dicevano i primissimi commentatori, il primo giorno dopo il sabato dicono i Vangeli - questa sorta di giorno nuovo - tanto è vero che nella Chiesa è stato chiamato l'ottavo giorno. Il primo giorno della nuova creazione. Come fai a non festeggiare questo giorno?

2175 La domenica si distingue nettamente dal sabato al quale, ogni settimana, cronologicamente succede, e del quale, per i cristiani, sostituisce la prescrizione rituale. Porta a compimento, nella pasqua di Cristo, la verità spirituale del sabato ebraico ed annuncia il riposo eterno dell'uomo in Dio. (catechismo della Chiesa Cattolica)

Tutte le tradizioni che abbiamo smarrito, non è per farci altre leggi, tutte le cose belle legate alla domenica, i pranzi in famiglia, i dolci, il vestito bello della domenica, ecc... non sono solo cose formali (non sono essenziali) ma capiamo subito che questo è un giorno speciale. Se mi invitano ad un matrimonio, ci vado in jeans? Se avessi un'udienza privata con il Presidente della Repubblica o con il Papa, che vado, con i jeans strappati? No. Tutto quello che aiuta questo - è il giorno della gioia e della felicità - anche in quaresima, anche le domeniche di quaresima per quanto ci sia un'attenuazione (nella liturgia) di assopimento e di riduzione dei riflettori,(non c'è gloria, non ci sono canti, ecc...) di sobrietà, è sempre domenica. In domenica non si fanno digiuni. E' comunque il giorno del Signore. Tutto quello che mi aiuta a solennizzare ma non in senso formalistico, usiamolo. Ci fa bene. Dio non è contento che - gli affanni sul lavoro, affanni della vita, i dolori, le tribolazioni ecc.. noi sappiamo bene dalla dottrina cattolica che sono conseguenze del peccato - tutta la nostra vita terrena avrebbe dovuto essere un paradiso terrestre in attesa di quello celeste. Per un giorno Dio ci dice: vivi un giorno di paradiso sulla terra. Sii contento e fai festa e sii felice, questo è il senso di questo giorno e dentro questo orizzonte noi potremmo capire i comportamenti perchè si faccia un'uso santo della giornata.

Dentro questo orizzonte (attenzione a non fare di tutta l'erba un fascio) una persona che lavora (poi bisogna vedere le circostanze, ecc..) se è possibile evitare è sempre meglio. Nessuno che lavori, per quanto lo faccia con gioia, sia così contento di passare questo giorno. Non tutti possono fare un lavoro gratificante, non è detto che il mio lavoro mi appaghi. C'è anche una dimensione morale. Qual'è la dimensione morale?

2176 La celebrazione della domenica attua la prescrizione morale naturalmente iscritta nel cuore dell'uomo « di rendere a Dio un culto esteriore, visibile, pubblico e regolare nel ricordo della sua benevolenza universale verso gli uomini ». 116 Il culto domenicale è il compimento del precetto morale dell'Antica Alleanza, di cui riprende il ritmo e lo spirito celebrando ogni settimana il Creatore e il Redentore del suo popolo.

La partecipiazione liturgica è una cosa pubblica, io attesto pubblicamente andando a Messa - la Messa è un fatto pubblico, la Chiesa è un luogo pubblico. Io sto dicendo che a Dio ci credo e che gli rendo il culto che gli è dovuto. Anche il culto esteriore. Visibile, le persone lo vedono che io sto lì. E regolare, non occasionale ma tutte le domeniche e le feste comandate.

2177 La celebrazione domenicale del giorno e dell'Eucaristia del Signore sta al centro della vita della Chiesa. « Il giorno di domenica in cui si celebra il mistero pasquale, per la Tradizione apostolica deve essere osservato in tutta la Chiesa come il primordiale giorno festivo di precetto »

La celebrazione liturgica è il cuore della Chiesa. La festa inizia dal tramonto del sole e la Chiesa ha stabilito che l'osservanza al precetto avviene anche con il sabato pomeriggio.

2180 Il precetto della Chiesa definisce e precisa la Legge del Signore: « La domenica e le altre feste di precetto i fedeli sono tenuti all'obbligo di partecipare alla Messa ». 124 « Soddisfa il precetto di partecipare alla Messa chi vi assiste dovunque venga celebrata nel rito cattolico, o nello stesso giorno di festa, o nel vespro del giorno precedente »

2181 L'Eucaristia domenicale fonda e conferma tutto l'agire cristiano. Per questo i fedeli sono tenuti a partecipare all'Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (per esempio, la malattia, la cura dei lattanti) o ne siano dispensati dal loro parroco. 126 Coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave.

Quando per qualche motivo non si può andare a Messa alla domenica, inizia ad esserci una difficoltà abbastanza rilevante e quindi avverto il parroco della difficoltà e posso essere dispensato. Però recupera nella settimana.

"..126 Coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave.."

Il don rimanda alla sua catechesi dove distingueva il peccato mortale, grave, ecc.. deliberatamente.. tu potresti andare a Messa, non c'è nessun grave motivo che mi distoglie, dici non me ne importa nulla e non ci vado. In questo caso commetto un peccato grave, se deliberatamente non ci vai il peccato diventa mortale nella misura in cui la mia coscienza si rende conto di quanti sia grave trasgredire l'andare in Messa. Quando la non presenza è motivata da qualche reale motivo è già peccato grave. Ci sono delle testimonianze molto antiche, dove molti autori dicono che il Pane quotidiano chiesto nel Padre Nostro sia l'Eucarestia e poi il cibo del corpo. La domenica c'è il dovere di ringraziare il Signore per tutto ciò che mi ha donato, per tutto ciò che ha fatto, ecc..e dovere di dargli in pubblico un pò del mio tempo. Il serio motivo, chi è il primo a giudicare il serio motivo? La mia coscienza. A quanto pare - statistiche recenti - dopo il lockdown, un terzo di quelli erano praticanti hanno smesso di andare a messa alla domenica. Il don si chiede da sacertote cosa significa questa cosa qua? Bisogna preoccuparsi di questo fatto - di quello che succede che abbiamo un terzo di fedeli in meno - è questo o ciò che questo fatto ci rivela ci fa capire. Il discorso è molto semplice: quanto la Chiesa parla di motivo molto serio, io devo fare un giudizio di coscienza di cui io rispondo davanti a Dio. Dio lo sa se è il motivo è serio. Il raffreddore è una malattia? Ma se ho 40 di febbre o una polmonite non serve confessarsi perchè non c'è la volontà. Però prima di darsi per vinti, combatti. Esistono anche le tentazioni, il diavolo cercherà di scoraggiarsi. Il don capisce l'allarme, la preoccupazione, ecc.. ma non è che ci stiamo facendo prendere dalla paura? Se per me è una cosa importante, ma se non è importanta ogni scusa è buona. Cosa rivela questo qua? Rivela quanto è importante per me questo appuntamento, se fosse realmente importante ci andrei a Messa affidandosi al Signore.

Il don cita poi l'episodio di quando è venuta una malattia contagiosa a Torino e san Giovanni Bosco ha detto ai suoi ragazzi che se fossero rimasti in grazia e non avessero fatto peccati - se avessero soccorso gli ammalati per amor di Dio, non sarebbero rimasti contagiati. E così è stato. Ce l'abbiamo tutta questa grande fede? Non avendola è chiaro che devi abbassare le asticelle ed agire di conseguenza.

La dispensa dalla messa domenicale quando te la dai? C'è una lotta o alla prima cosa che accade la prima cosa che parte è la Messa? Tu devi immaginare che vai di fronte a Gesù, tu potresti andare di fronte a Gesù (che conosce tutto di te) e dirgli: Signore mio, io ho fatto di tutto per esserci però è stato impossibile. Non mi devo giustificare con il prete.

2182 La partecipazione alla celebrazione comunitaria dell'Eucaristia domenicale è una testimonianza di appartenenza e di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. In questo modo i fedeli attestano la loro comunione nella fede e nella carità. Essi testimoniano al tempo stesso la santità di Dio e la loro speranza nella salvezza. Si rafforzano vicendevolmente sotto l'assistenza dello Spirito Santo.

Io sono felice di essere battezzato e di appartenere alla Chiesa, e noi lo siamo? O siamo di quelli che se la mangiano viva la Chiesa? "Lasciamo" che gli altri tocchino la Chiesa, ma sono io che parlo male di mia madre? Anche se non fosse questo granchè, io sto zitto. Mica vado a rendere pubblici i peccati di mia madre. Durante la Messa noi recitiamo il Credo, ci accostiamo all'Eucarestia che è il vincolo della carità. Adesso sappiamo che la domenica è il giorno di riposo. Il lavoro, è una delle dimensioni relegate alla vita terrena, in Paradiso non si lavora. In Paradiso non si prende moglie o marito, in Paradiso non ci saranno le cose meno belle nelle relazioni uomo e donna, ci saranno solo quelle belle. Il lavoro in Paradiso non c'è più. Se vivi un'anticipo del Paradiso, devi fare uno stop dal lavoro, non soltanto dal lavoro come attività che mi stanca, il lavoro è anche modo in cui ci procuriamo il denaro necessario per vivere o accumoliamo denaro o ne facciamo di più. Non si può servire Dio e il denaro o mammona. Questo è un giorno di per sè, di riposo. Di astinenza dal lavoro ove possibile. Ci sono attività necessarie (tipo i poliziotti, medici, infermieri, impresari di pompe funebri, ecc..). Le fabbriche a ciclo continuo, un'operaio che deve fare? Non è può esimersi da questa cosa... ci sono tutta una quanta serie di circostanze che rendono impossibili l'astinenza dal lavoro. Altre difficile. Anche qua, se io capisco che il riposo domenicale è un regalo che Dio mi fa, se possibile mi tengo alla larga, se ho la possibilità di non lavorare. Il don dice di aver letto che l'aver aperto i negozi alla domenica è stato un fiasco perchè non è vero che avevano contribuito a generare una maggiore redditività delle attività. Un conto è un'attività necessaria o socialmente utile. Un negozio di abbigliamento non è una cosa indispensabile - non succede nulla se mi compro i vestiti il Lunedì.

2185 Durante la domenica e gli altri giorni festivi di precetto, i fedeli si asterranno dal dedicarsi a lavori o attività che impediscano il culto dovuto a Dio, la letizia propria del giorno del Signore, la pratica delle opere di misericordia e la necessaria distensione della mente e del corpo....

Non ti dice questo sì o no. Se io studio 10 o 12 ore alla domenica, magari non mi spossa però mi impedisce di andare a Messa. Se sono un professionista e mi ricordo che lunedì ho un'udienza e mi manca una carta dentro la cartella, capiamo il senso. E' chiaro che se dalla mattina alla sera sto dentro un'ufficio e non curo i legami famigliari e non vado a Messa...capiamo il senso.

2185....Le necessità familiari o una grande utilità sociale costituiscono giustificazioni legittime di fronte al precetto del riposo domenicale. I fedeli vigileranno affinché legittime giustificazioni non creino abitudini pregiudizievoli per la religione, la vita di famiglia e la salute.

Non dice quali siano, ma devono essere grandi opere di utilità sociale.

« L'amore della verità cerca il sacro tempo libero, la necessità dell'amore accetta il giusto lavoro ». 130

2186 È doveroso per i cristiani che dispongono di tempo libero ricordarsi dei loro fratelli che hanno i medesimi bisogni e i medesimi diritti e non possono riposarsi a causa della povertà e della miseria. Dalla pietà cristiana la domenica è tradizionalmente consacrata alle opere di bene e agli umili servizi di cui necessitano i malati, gli infermi, gli anziani. I cristiani santificheranno la domenica anche dando alla loro famiglia e ai loro parenti il tempo e le attenzioni che difficilmente si possono loro accordare negli altri giorni della settimana. La domenica è un tempo propizio per la riflessione, il silenzio, lo studio e la meditazione, che favoriscono la crescita della vita interiore e cristiana.

2187 Santificare le domeniche e i giorni di festa esige un serio impegno comune. Ogni cristiano deve evitare di imporre, senza necessità, ad altri ciò che impedirebbe loro di osservare il giorno del Signore.

2187....."..Quando i costumi (sport, ristoranti, ecc.) e le necessità sociali (servizi pubblici, ecc.) richiedono a certuni un lavoro domenicale, ognuno si senta responsabile di riservarsi un tempo sufficiente di libertà. I fedeli avranno cura, con moderazione e carità, di evitare gli eccessi e le violenze cui talvolta danno luogo i divertimenti di massa. Nonostante le rigide esigenze dell'economia, i pubblici poteri vigileranno per assicurare ai cittadini un tempo destinato al riposo e al culto divino. I datori di lavoro hanno un obbligo analogo nei confronti dei loro dipendenti.."

Posso tenere aperto il ristorante aperto la domenica? E' chiaro che tu devi anche capire il contesto e la situazione - se ci tieni, metti al sicuro la Messa domenicale e prova a prenderti un tempo sufficiente per la tua libertà. Questo è un comandamento che mette fuori cosa c'è nel tuo cuore, facciamo un'esempio teorico: io faccio un lavoro che in teoria potrei conservare la domenica senza trasgredire il comandamento. Tipo un bar e ristorante..e se io tenessi chiuso la domenica, che succede? Diventa un problema grosso o è soltanto qualche soldo in meno? Nel contratto c'è l'obbligo di lavorare la domenica - e non ci posso fare nulla - e se ci guadagno più soldi, perchè voglio prendere pià soldi? Perchè ho 5 figli o perchè mi ci posso togliere uno sfizio in più? Dobbiamo capire queste dinamiche molto importanti.

(il don fa un breve riassunto di ciò che ha detto).

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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