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Nelle profondità del nostro io

La finestra di Johari e la quadripartizione dell'io. Indispensabile conoscersi e prenderne coscienza per un autentico cammino di crescita, maturazione, conversione e liberazione. Ciclo di catechesi "dal non senso alla vita di cielo", tredicesima puntata, Venerdì 9 Aprile 2021 --- DOWNLOAD PER IL PDF DI DON LEONARDO MARIA POMPEI (è nella stessa pagina della catechesi su Youtube)

Nella prima parte stiamo affrontando il viaggio di conoscenza del nostro io. E adesso partiamo da alcuni dati fenomenologici (che si possono verificare) ed empirici (che vengono dall'esperienza). La scienza umana non è tutta da buttare, quando funziona bene può dare un discreto apporto ma non è paragonabile alla scienza divina ma concorre non lievemente alla nostra crescita.

Ambito di come è strutturato il nostro io, quello che vediamo è quello che riguarda la totalità di tutti gli esseri umani dopo la caduta. Una catechesi va ascoltata in modalità ricettiva, non è una lezione come una conferenza ma poi finisce lì. La Catechesi è una forma di predicazione che serve a suscitare una revisione di vita, un cambio di direzione, un qualcosa che deve tradursi a livello operativo. Se uno ascolta una parola la deve mettere in pratica. Questo che il don espone è una cosa che si basa sulle scienze umane. Nelle scienze umane non è possibile dimostrare una certa cosa in laboratorio ma è un dato di cui prendere atto non come oro colato. Le informazioni che ascoltiamo aprono un'orizzonte sconfinato in cui camminare e il cammino è affidato alla nostra assoluta libertà; io ascolto e sono libero di dare credibilità a quello che ho ascoltato o come tenerne conto ecc.. nelle cose di Dio c'è sempre la libertà. Don Fabio Rosini ha ascoltato una frase: ti accorgi che è Dio perchè puoi dirgli di no, - buon per noi che diciamo sì a Dio, ma è un sì che deve nascere dal nostro cuore. L'importanza capitale di insegnare alle persone l'arte di vivere e decidere - oggi decido io (canzone di The Sun che parla di conversione) di camminare come un babbeo. Il don per questa catechesi usa un libro di un sacerdote psicologo. Se tu metti degli strumenti nelle mani di una persona che ci crede (al Signore) e li sa usare bene questa cosa sarà solo un vantaggio.

Il testo si chiama Amare con tutto il cuore - di Sovernigo Giuseppe. (Il don spiega la finestra di Johari) Ci sono delle cose mie che sono sconosciute da me, ma conosciute dagli altri - l'Io ceco - quante guarigioni di ciechi ci stanno nei Vangeli, a cosa si riferiva Gesù quando guarisce un cieco? La parte l'Inconoscio, è qua che ci sono i buchi neri - cose mie sconosciute a me e sconosciute dagli altri.

L'Io Manifesto o aperto, quella parte di noi che sta sotto la luce del Sole. A partire dei nostri tratti somatici e lo vedono pure gli altri, dentro quest'area ci sono le nostre modalità comportamentali...se faccio un'azione pubblica lo so che certi comportamenti saranno visibili...quando abbiamo a che fare con questa nostra parte dell'io, noi ci riconosciamo se qualcuno ci dice: hai detto questo. Come mi arriva un messaggio io riconosco che quella cosa mi appartiene, anche il nostro temperamento - ordinariamente alcuni tratti fondamentali - è abbastanza evidente. Un flemmatico non ti dirà mai che è un collerico. Sono quelle cose evidenti, i tratti temperamentali debordano in certi comportamenti.

L'Io segreto: gli affari nostri, sono le cose conosciute da me ma sconosciute dagli altri ed è la persona se, cosa, a chi, quando e come farla conoscere. Esempio: al don arrivano mail su problematiche di vario genere anche morali e di attualità. Quando si tratta di un problema o male oggettivo ma è un problema che va valutato su certe circostanze il don fornisce dei parametri e alla domanda: tu cosa faresti (al don) in questa situazione? Il don non lo vuole, non lo deve e non lo può dire.

Chi fa questa domanda - Io Nascosto / io segreto - non si possono fare mai ad una persona, una domanda e diretta personale, un'incursione volta a tirare fuori qualcosa dalla sua coscienza personale. Dal suo Io segreto perchè la condivisione di questo è pertinenza assoluta del diretto interessato e di questo non ce ne rende conto. Non sempre dobbiamo rispondere a ciò che ci viene chiesto. Il don non risponde sempre a tutto e a tutti ma solo in certe situazioni. Non è essere cafoni. Quando Gesù non rispondeva a Ponzio Pilato o ad Erode non era un cafone, ad Erode non ha risposto per nulla a Ponzio Pilato in qualche cosa ha risposto. Perchè? Perchè alcune cose erano degne di risposta altre cose no. Con i farisei e sadducei. Alla domanda: con che autorità fai queste cose? Gesù ha risposto: alt, il battesimo di Giovanni veniva da Dio o dagli uomini? E rispondono: non lo sappiamo. Gesù è un cafone? No. Non lo è. Perchè quella non era una domanda a cui rispondere. Le domande di curiosità non si deve rispondere quasi mai. Magari qualche rara volta per misericordia. La legge suprema è la carità, magari cambi discorso o fai finta di non aver capito. Se insiste lo fai capire: non si fanno domande indiscrete. Dentro una personalità sana non è un problema l'io segreto. Ci sono i segreti del Re (Gesù) che ci li dobbiamo tenere, ma con l'amico c'è un margine di condivisione coi segreti e il coniuge dovrebbe essere il confidente o con il confessore.

Si può pensare ragionevolmente che l'Io Ceco e l'Io Sconosciuto - nei nostri progenitori prima del peccato - fossero quasi al limite dell'inesistenza perchè la cecità dell'intelletto o l'ignoranza è una grandissima forma di miseria e causa di tantissima guai ed è l'opposto di ciò che Dio è. Dio è Luce, le aree tenebrose sono posti dove non vediamo.

Dell'Io Ceco ne parla Gesù: A proposito del non giudicare, perchè tu guardi la pagliuzza dell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave nel tuo occhio?

1Non giudicate, per non essere giudicati; 2perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. 3Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 4O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? 5Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. (san Matteo 7)

Come facciamo capire quando ci troviamo di fronte a questa sfera? Esempio: Quando qualcuno ti dice: senti un pò, mi sembra che sei un pò tirchio, quando c'è da cacciare i soldi non paghi mai il caffè a nessuno, no, io non tirchio ma parsimonioso ma in questi tempi di covid non si sa mai che fine facciamo. E' tirchio ma razionalizza dal suo punto di vista e la edulcora. Guarda che mi sembra (capita anche ai poveri preti), a Roma che ci sia un detto: c'è chi rivolge un sacerdote, tu gli dici quello che gli devi dire e ti risponde: no padre, lei non mi capisce. Il non mi capisce è segno che siamo entrati nell'Io Ceco. Gli altri notano questa cosa - non per cattiveria - ma con verità. Ma noi non le notiamo. IL cardo carinale Petrocchi diceva: noi viviamo nel 2021, se non esistessero gli specchi/telecamere ecc... chi è che potrebbe dirti come sei fatto? Soltanto gli altri ti potrebbero descrivere. Chi ti ha detto come sei? Noi possiamo vederci le mani, il corpo, (non la schiena) ma la faccia non lo possiamo fare, possiamo sempre rivolgerci a qualcun'altro. Io la faccia mia non l'ho mai vista Live quindi non deve stupirci che ci sono delle cose che altri vedono e io. La realtà psicologica e spirituale è una riproduzione della realtà fisica. Questo Io Ceco è la sorgente di una serie di comportamenti balordi che non riconosciamo come tali anzi li giustifichiamo. Ma quando un comportamento è oggettivamente balordo - se è peccato è oggettivamente cattivo o inopportuno o quasi sempre molto imperfetto - se tu fai qualcosa di questo genere, tu starai male. Bisogna però ascoltare tutte le catechesi. La causa di ogni malessere è il male oggettivo. Noi possiamo dirci che quand'è che inizia il mio cammino di guarigione e santificazione quando il male oggettivo diventa male riconosciuto come tale.

Che significa prendere in considerazione l'Io Ceco? Ascoltare i richiami che ci vengono dagli altri anche se detti in malo modo come la critica e la mormorazione e l'insulto. Non sono modi buoni di fare - Dio non fa così - però noi dobbiamo pensare che se la persona mi manda a quel paese - e non dovrebbe farlo - siamo sicuri che io non abbia dato adito a farlo? Mi ha parlato male, mi ha insultato, ecc..... sono offese e non si dovrebbe fare, ma se io sono intelligente: io lo perdono e mi chiedo: che gli ho fatto? Non come una vittima che si è già data l'assoluzione. Ci siamo mai detti (davanti a Dio): hanno fatto bene a mandarmi a quale paese? Non in modo distruttivo - mai. Hai un difetto, modo di fare o di essere sbagliato. Quando si inizia un cammino di santificazione si vedono le cose sotto in un'altra luce. Sant'Alfonso Maria de Liguori -uno che non conosceva la dv come Luisa - riguardo all'esempio che uno ti mandi a quel paese: è volontà di Dio che quello ti abbia mandato a quel paese? 1) Se io considero il mandare a quel paese un peccato, Dio non è in nessun modo la causa diretta del male morale - intenzionalmente non voleva che accadesse ciò 2) Però ha permesso che quello mi mandasse a quel paese - quella persona sarà giudicata per quel peccato, se si pente sarà perdonata ecc... - Dio voleva che io mi prendessi quell'umiliazione o perchè sono già santo e quindi offrendo quel sacrificio sono la causa della salvezza di qualche altra persona o perchè santo non sono e mi chiedo: perchè mi ci ha mandato? Non è che lo ho esasperato? Noi non possiamo a campare dicendo non mi ci doveva mandare, io devo sapere che c'è un'Io Ceco e quando vedi una reazione nei tuoi confronti devi essere capace di ascoltare i messaggi che ti arrivano ed avere l'umiltà di prendere i rimproveri e di cambiare rotta se voglio camminare verso la santità. Penso di fare il bene ed invece faccio male. Penso di essere buono ma sono malvagio.

Io sconosciuto: la stragrande maggioranza delle persone pensa di non aver peccati e il don è rimasto sconcertato all'inizio ed ha quindi iniziato a fare catechesi al fulmicotone, con il fuoco vivo iniziando a chiamare i peccati per nome e cognome. Viviamo in un tempo senza Dio, senza Sacramenti o almeno ridotti ai minimi termini in una cultura post cristiana e piena di valori anticristiani e nessuno pensa di avere un peccato su di sè. E' possibile quanto più noi siamo stati lontani da Dio quanto più grande è la tenebra in noi - facciamo le percentuali da uno a cento dei quattro quadrati. Se tu stai lontano da Dio, L'Io Ceco ed Inconscio ti prendono il 90% della personalità. Tu ne fai grosse quanto una casa ma non te ne rendi conto. Il problema è reale. Se queste aree ciece non si riducono noi siamo morti. Quando una persona va a confessarsi e dice che non ha commesso peccati sta dicendo - senza saperlo - per me Cristo è morto in croce invano, io non ho peccati? Gli esorcisti dicono che il diavolo - negli esorcismi - dice che non ha peccati. Perchè presubilmente dentro la sua capa malata pensa di fare il bene. Se diciamo che siamo senza peccato inganniamo noi stessi (dice san Giovanni) e la Verità non è in noi. Il don ha visto un sacco di persone confessarsi bene, è arrivata una luce e piano piano - attraverso anche a qualche cazzotto sullo stomaco - è il mondo dell'incosapevolezza. Ma noi abbiamo una coscienza, noi abbiamo il dovere di formarci ed informarci e non possiamo rinunciare al campare come persone. L'Io sconosciuto. La Fede viene dall'ascolto (catechesi) perchè tu aprendo il cuore inizi ad avere una serie di sollecitazioni che ti porteranno alla conversione. La predicazione serve alla presa di coscienza, se le persone pensano di non avere peccati non vengono a Messa.

Quindi le persone non pensano di avere peccati e non vanno a Messa, poi però depressioni, vite disastrate, matrimoni sfasciati, aborti, droghe e tutto quello che ci vediamo in giro adesso. Dai frutti riconosci l'albero, se l'albero è marcio i frutti saranno marci e sicuramente sarà marcio se non sta piantato in una vita di grazia. Quanto più una persona cresce, matura e si converte, tanto più diminuiscono i marigi dell'Io Ceco, Sconosciuto e Nascosto. Prima il Signore inizia a farti vedere le cose grosse e poi sempre cose minori. Se noi vedessimo quanto è brutta un'imperfezione...esempio scioccco: il don sta leggendo il Vangelo, involontariamente sbaglia un nome e si corregge, che cos'è questa? Non è un peccato, è una miseria che se invoco lo Spirito Santo e ci sto con la testa la eviti. Da parte chi l'ascolta è una cosa brutta e il non perfetto è sempre brutto.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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