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Il quinto comandamento: aborto, eutanasia e accanimento terapeutico

Introduzione al quinto comandamento. Il carattere sacro, inviolabile e indisponibile della vita umana. Il divieto di uccidere un essere umano innocente e i modi con cui si trasgredisce questo basilare precetto. L'abominevole delitto dell'aborto e le sue gravissime conseguenze, anche su chi vi coopera formalmente. L'altrettanto abominevole eutanasia, che è un suicidio e un insulto alle sofferenze di Gesù in croce. La possibilità di rifiutare l'accanimento terapeutico e la differenza tra questo e le forme di eutanasia. Ciclo di catechesi la sana dottrina cattolica, venticinquesima puntata, Lunedì 12 Aprile 2021

Comandamento che è un'inno alla dignità della vita umana che è in quanto tale un prodigio meraviglioso, che una testimonianza di ciò che Dio è. Noi crediamo in Dio che è la Vita, non è semplicemente vivo. Gesù dice di sè Io sono la Via, Verità e la Vita - Gesù è venuto perchè abbiamo la vita in abbostanza. C'è la vita biologica ma c'è anche la vita soprannaturale che è quella che il Signore ci porta e ci ha donato.

La Chiesa sta sempre dalla parte della vita e noi oggi viviamo in una cultura non solo di morte che ha trovato il modo per essere sempre più legalizzata e dove incombono sempre nuove incipienti forme di aggressione contro la vita nei confronti della vita innocente o indifesa. Il 5° comandamento proibisce l'uccisione di un'essere umano innocente. Oggi la pena di morte non è più indispensabile grazie al progresso umano. Quando si tollerava la pena suprema il principio è che il comandamento tutela la vita di un'essere umano innocente per cui quando l'innocenza non c'è la tutela della vita umana non è un'assoluto ma bisogna capire bene le situazioni con discernimento. Alcuni passaggi del Catechismo usano dei termini molto chiari diretti anche nei confronti dei legislatori che non devono per nessun motivo legiferare a cuor leggere ne risponderanno di fronte al Signore. L'argomento è molto esteso. Gesù quando ha ribadito i 10 comandamenti ha ripreso dal 5° e Lui ci dice che chi si adira contro il proprio fratello sarà sottoposto a giudizio ecc... e ha dilatato l'importanza di questo comandamento.

C'è un'amplissima testimonianza sul rispetto della vita: Caino che uccide Abele, la prima volta che la terra ha bevuto il sangue umano. Nel libro della genesi il Signore dice che chiederà conto del sangue sparso (Genesi capitolo 9 -- 5Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto a ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo, a ognuno di suo fratello. 6Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché a immagine di Dio è stato fatto l’uomo.). Il Catechismo della Chiesa Cattolica presenta le fattispecie di peccato - su questa materia è inutile dire che la specie è grave, non è neanche da specificarlo troppo - Omicidio Volontario sono cose su cui non c'è bisogno di spendere troppe parole. Il discorso inizia a diventare - oggi lo chiamerebbero confessionale - quando si toccano argomenti come l'aborto e l'eutanasia si inizia a dire che non si può parlare di vita ma di grumi di cellule e con il dilagare delle dottrine eutanasiche, la cultura contemporanea arrampicandosi sugli specchi - al don fa tanto male vedere scritte certe cose e pensare quanto veleno è stato messo nel cuore di un sacco di persone e dei danni che sono stati fatti. Sull'aborto si parlano di milioni di innocenti che non hanno visto la luce del Sole. Se tu condanni l'assassino di un'innocente perchè permetti l'aborto cioè l'assassino volontario di una creatura che non può difendersi specie con l'avvallo della madre? Purtroppo si prendono sempre casi limite per le grandi leggi che hanno permesso di introdurre il divorzio e altre leggi. Si prende il caso limite e si passa alla norma. Sono tecniche molto diffuse. Per far entrare una cosa abbastanza ripugnante che la coscienza sociale non vuole, si sbatte il caso limite attraverso i mass media e così diventa la regola coprendolo con l'ipocrisia. Di fronte a questo la Chiesa porta senza timore la parola della Verità consapevola di incontrare una persecuzione (verbale) violenta.

2271 Fin dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile. L'aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale............« Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l'altissima missione di proteggere la vita, missione che deve essere adempiuta in modo degno dell'uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; e l'aborto come pure l'infanticidio sono abominevoli delitti ». 183

Il don si chiede: il problema grande dell'essere umano - si faccia attenzione - il segreto per non sbagliare è uno solo: chiudersi dentro una stanza, mettersi in silenzio e pensare: io vorrei quale essere umano che abbia un cuore normale ed un'intelligenza normale che si sieda e parta da parti pregiudiziali e come si fa a dire che l'aborto non sia una cosa abominevole in sè stessa - le modalità, drammi che ci sono dietro a queste questioni ecc... le giudica Dio - ma guardiamo il fatto in sè. Per quanto i laici non sappiano cosa sia l'anima ma c'è la scienza, la scienza ci dice che già lo zigote il programma genetico di come sarò io a 50 anni. Ci sono dei documentari che fanno vedere cosa succede ad un feto abortito - l'aborto te lo fanno in anestesia ma non è un'esperienza traumatica - ma se vedi il documentario ti viene un'infarto. Ma se uno si mette seduto - fermo restando che possono esserci casi limiti - ma può pagare l'innocente per un peccatore? Gli esseri umani - anche gli atei - la Chiesa dice che tutti gli atei si dannano? E i battezzati? Non tutti gli atei si danneranno, e non tutti i battezzati si salveranno. Cosa ci chiederà Dio quando andremo al Suo cospetto? Se abbiamo agito secondo il bene e il male che abbiamo conosciuto ascoltando la voce della nostra coscienza. Non sono le ideologie o l'affermazione e apodittica di un supposto diritto che mi porta a calpestare tutto? Possono esserci 100 miliardi di leggi che ti permettono di farlo ma se uno ascolta la coscienza sentirà che ti dirà che non si può fare. E sulla base di questo saremo giudicati. Anche gli atei - liberi di non credere al Signore - ma quando moriranno se lo ritroveranno davanti e Nostro Signore non li dirà brutto disgraziato - non si può giudicare - ma qualunque essere umano ha la coscienza. Molti fedeli cattolici devono imparare ad agire secondo coscienza e non tacitandola. Quando qualcuno contatta il don per un problema, il don risponde: chi ti dice che ti sei posto il problema? Tu te lo sei posto il problema, significa che qualcosa te lo senti dentro. Ci possono essere coscienze scupolose e non bisogna scambiare le coscienza con le nostre idee distorte e non è sempre così semplice. Però quella vocetta che è dentro il cuore che dice non si deve fare....e per quanto tu con la tua volontà umana cerchi di soffocarla o di auto convincerti per giustificare un'atto sbagliato, la voce grida lo stesso.

Qui non si parla delle persone - il don risponde a dei commenti - tanto che si fanno i funerali delle persone morte suicide perchè non si sa che tragedia hai vissuto e che drammi ti porti dietro, quanto era lucido ecc... - ma il fatto in sè stesso. Le persone non si giudicano ma il fatto si giudica.

2272 La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. « Chi procura l'aborto, se ne consegue l'effetto, incorre nella scomunica latae sententiae », 184 « per il fatto stesso d'aver commesso il delitto » 185 e alle condizioni previste dal diritto. 186 La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.

La Chiesa non vuole condannare senza appello chiunque abbia abortito ma serve a mettere in evidenza la gravità del crimine commesso, perchè quando per una cosa c'è la scomunica vuol dire che stai andando oltre e perdi la comunione contro la Chiesa Cattolica. L'innocente ucciso non ritorna sul pianeta Terra, pensaci bene. Stiamo parlando di fatti e non di persone. Le circostanze sono decisive in molte circostanze di peccato e possono essere le più svariate. Un prete paga le tasse e con le tasse viene pagato l'aborto coperto dal Serivizio Sanitario Nazionale. Qui stiamo parlando del valore e del principio non della persona.

2273 Il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano innocente rappresenta un elemento costitutivo della società civile e della sua legislazione

Accompagnare una persona in ospedale ad abortire è cooperazione formale, non lo posso fare.

(2273) "..« I diritti inalienabili della persona dovranno essere riconosciuti e rispettati da parte della società civile e dell'autorità politica; tali diritti dell'uomo non dipendono né dai singoli individui, né dai genitori e neppure rappresentano una concessione della società e dello Stato: appartengono alla natura umana e sono inerenti alla persona in forza dell'atto creativo da cui ha preso origine. Tra questi diritti fondamentali bisogna, a questo proposito, ricordare: il diritto alla vita e all'integrità fisica di ogni essere umano dal concepimento alla morte ». 187

Il diritto alla vita è inalienabile e del quale non se ne può disporre neanche per te e me stesso. Le legislazioni eutanasiche dicono: se una persona è d'accordo, che problema c'è? Se una persona mi chiede aiuto a morire? La persona non ha il diritto di disporre in forza dell'atto Creativo di Dio. Io non posso disporre della mia vita - tant'è che oltre ad essere grave l'Omicidio è peccato grave - in sè stesso - il suicidio. E non è che se a qualcuno dico: mi ha chiesto aiuto per essere ammazzato e poi dico: ho solo ascoltato una richiesta. No, perchè quello è un diritto indisponibile. Qui si parla di legeg morale che secondo quello dovrebbe essere si troverebbe su un piano superiore alla legge civile. Purtroppo oggi così non è. Lo stato è laico...è una cosa buona o no? La Chiesa dice che se per laico tu intendi che nella gestione delle cose temporali e nelle cose che seguono la vita in questo mondo tu hai una legittima autonomia non si discute ok. Ma se tu con laico intendi che l'ordinamento giuridico e la legislazione sia al di sopra di un'altra cosa che non sia sè stessa questo no. Questo non va bene perchè per divina volontà la legge civile è soggetta alla legge morale e divina. Cosa intendi per laico?

(2273)"...« Nel momento in cui una legge positiva priva una categoria di esseri umani della protezione che la legislazione civile deve loro accordare, lo Stato viene a negare l'uguaglianza di tutti davanti alla legge.

La legge tutela che se qualcuno cerca di ammazzarmi quel tizio va in prigione, ma la tutela della vita riguarda tutti. Se tu fai una categoria di persona che può essere tranquillamente soppressa, dove sta il principio dell'uguaglianza sostanziale di tutti davanti alla legge? Quando c'è l'omicidio ci sono delle circostanze aggravanti, l'omicidio di un bambino è più grave di un'adulto e un feto? Ci vuole la fede?

(2273) "..Quando lo Stato non pone la sua forza al servizio dei diritti di ciascun cittadino, e in particolare di chi è più debole, vengono minati i fondamenti stessi di uno Stato di diritto..."

Se il diritto è il decodificatore della giustizia e non lo stato di diritto alla luce degli ordinamenti positivisti..

(2273)"..Come conseguenza del rispetto e della protezione che vanno accordati al nascituro, a partire dal momento del suo concepimento, la legge dovrà prevedere appropriate sanzioni penali per ogni deliberata violazione dei suoi diritti ». 188

E attenzione che il concepito - in tema di successione ci sono i diritti del concepito - se muore il padre durante la gravidanza quel bambino avrà partecipazione del patrimonio del padre - il nascituro potrebbe avere già dei soldi e non ha il diritto alla vita?

La diagnosi prenatale: è moralmente illecita, infatti è moralmente lecita solo se rispetta la vita ed integrità dell'embrione e se è orientata alla sua salvaguardia individuale.

2274 L'embrione, poiché fin dal concepimento deve essere trattato come una persona, dovrà essere difeso nella sua integrità, curato e guarito, per quanto è possibile, come ogni altro essere umano. La diagnosi prenatale è moralmente lecita, se « rispetta la vita e l'integrità dell'embrione e del feto umano ed è orientata alla sua salvaguardia o alla sua guarigione individuale [...]. Ma essa è gravemente in contrasto con la legge morale quando contempla l'eventualità, in dipendenza dai risultati, di provocare un aborto: una diagnosi [...] non deve equivalere a una sentenza di morte ». 189

(2275) ".....« È immorale produrre embrioni umani destinati a essere sfruttati come "materiale biologico" disponibile ». 191 - « Alcuni tentativi d'intervento sul patrimonio cromosomico o genetico non sono terapeutici, ma mirano alla produzione di esseri umani selezionati secondo il sesso o altre qualità prestabilite. Queste manipolazioni sono contrarie alla dignità personale dell'essere umano, alla sua integrità e alla sua identità » 192 unica, irrepetibile.

Cosa che purtroppo è ampiamente diffusa. Sappiamo bene che allo stato attuale non sembrano esserci alcuna speranza di modifiche nel campo della legislazione civile, dobbiamo pregare tanto. Tanta preghiera, tanta testimonianza e di fiducia, non dobbiamo mai lasciarci scoraggiare. Siamo in una fase sotto certi aspetti involutiva ma chi governa la Storia e la porta avanti e Dio non permetterà che il male non avrà l'ultima parola. Ci sono dei momenti in cui il Male sembra dilagare, signoreggiare e sembra occupare delle posizioni che sembrano inespugnabili ma qua noi cristiani abbiamo quella virtù che si chiama Speranza, noi abbiamo la certezza che nei modi e tempi che solo Dio sa, tutto questo grave danno e grave male sarà fermato. Noi portiamo avanti il Vangelo della Vita dire come stanno le cose, pregare intensamente e cercare di fare il possibile e se possibile di accompagnare ed aiutare il prossimo, si fa quello che si può.

L'eutanasia

2276 Coloro la cui vita è minorata o indebolita richiedono un rispetto particolare. Le persone ammalate o handicappate devono essere sostenute perché possano condurre un'esistenza per quanto possibile normale

2277 Qualunque ne siano i motivi e i mezzi, l'eutanasia diretta consiste nel mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte. Essa è moralmente inaccettabile. Così un'azione oppure un'omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un'uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L'errore di giudizio, nel quale si può essere incorsi in buona fede, non muta la natura di quest'atto omicida, sempre da condannare e da escludere. 193

Anche qua il Catechismo non usa mezzi termini. Chi si mette a giocare con la vita - e questi sono giochi molto pericolosi - sta mancando gravemente di rispetto al Dio vivente e al Creatore e fonte della vita. Vedete come l'attenzione distingue l'errore dall'errante.

La vita biologica non è assoluto da tenere a qualsiasi prezzo che fanno diventare un'essere umano un'essere da laboratorio. C'è sempre un grandissimo equilibrio nella dottrina della Chiesa:

2278 L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'« accanimento terapeutico ». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.

Con l'eutanasia si procura la morte con l'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate lasci che la vita faccia il suo corso. La vita diventerebbe un'artificio tenerla in essere e con l'eutanasia gli dai una spinta risolutiva.

2279 Anche se la morte è considerata imminente, le cure che d'ordinario sono dovute ad una persona ammalata non possono essere legittimamente interrotte. L'uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile. Le cure palliative costituiscono una forma privilegiata della carità disinteressata. A questo titolo devono essere incoraggiate.

Se si dà l'analgesico di un certo tipo con l'intenzione di accelerare la morte è immorale, se si dà con l'intenzione di alleviare il dolore pur sapendo che questo potrebbe leggermente accelerare la morte che in ogni caso arriverebbe il discorso è differente.

Una persona in spirito di immolazione potrebbe rinunciare alle cure palliave. E' un'atto eroico ma non può essere nè imposta o obbligata a nessuno.

In campo morale - fermo restando alcuni principi - poi ci sono il fine e le circostanze che sono decisive.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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