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Come sono le mie relazioni?

Le nostre relazioni con gli altri attraverso la metafora dei territori: Territorio prateria, Territorio trincea, Territorio fortezza, Territorio rattrappito, Territorio debordante, Territorio intasato, Territorio arcipelago, Territorio fruttifero. Importanza dell'individuazione del proprio territorio e del lavoro per giungere al "territorio fruttifero". Ciclo di catechesi "dal non senso alla vita di cielo", quindicesima puntata, Venerdì 23 Aprile 2021

Il senso di questo nostro cammino è che noi siamo lontani dal nostro vero Io o sè, noi - a parte che non ci conosciamo - siamo assolutamente distanti da quello che siamo. Tutto quanto il nostro cammino, prima prendiamo coscienza della nostra situazione attuale cercando di capire su cosa ci portiamo dietro (ferite, zavorre, ecc..) e poi ci chiederemo chi è l'uomo (con la u minuscola) e l'Uomo. Se il verbo si è fatto Uomo vale la pena di vivere (disse San Giovanni Paolo II). Dio fa delle cose fatte bene, Nostro Signore Gesù Cristo, è vero che è Dio ma è anche vero che è Dio. C'è un solo soggetto (diceva San Leone Magno) che è il Verbo Eterno del Padre ma ci sono due nature distinte (quella divina ed umana) ciascuna perfettamente operante con le sue caratteristiche. E Maria Santissima è la Donna, la piena di Grazia e dietro queste due figure ciascuno può e deve ritrovare sè stesso - l'uomo perfetto assomiglia a Gesù e la donna perfetta assomiglia alla Madonna - qualsiasi stato di vita non impedisce questa somiglianza. Non vuol dire ricalcare fin nei minimi dettagli il tutto ma la sostanza sì. Dopo questa puntata dovremo confrontarci con il progetto di Dio sull'essere umano, come l'uomo in quanto tale è pensato da Dio e tutto quello che ci è restituito da Dio nel processo di guarigione. Occorre spalancare le porte a Cristo e alla Madonna, ma in maniera differente - assoluta a Cristo e in maniera subordinata alla Madonna. Dovremo essere un'iperbole, parte dal basso e va in alto.

Ci sono delle slide da vedere - qua posterò appunti

Don Giuseppe Sovernico usa la metafora dei territori. Tutti noi abbiamo uno spazio vitale e c'è qualcosa che ci gira attorno, chi entra in contatto con noi entra in contatto con il nostro spazio vitale. Che tipo di realtà trova? Che tipo di dinamiche instauro con il prossimo? Don Giuseppe individua 8 tipi di territorio anche qua vale quello che ci siamo detti sui temperamenti: non è detto che sia una via di demarcazione al 100%, ci sono dei territori che rappresentano dei punti di contatto, l'importante è focalizzare le nostre strutture e modalità perchè anche qua - c'è il seme sulla strada ecc... e noi dobbiamo essere un terreno fruttifero. Gesù ci chiede di portare frutti. Un territorio fruttifero è capace di accogliere tutto il bene che ci viene dal prossimo, di stornare il negativo che ci viene dal prossimo ed è capace di mettere a disposizione i doni che ci portiamo. Ma i doni sono potenzialità che devono uscire in maniera bella.

Territorio prateria - Una prateria, ci può entrare chiunque a mangiare, bene ecc.. senza nessuna modalità di accesso, senza neanche bussare. E' la classica persona aperta a tutti, piaciona, che accontenta tutti, che dice sempre di sì ecc.. tutte cose buone. E' una persona incapace di dire di no. Ci sono delle circostanze in cui dobbiamo dire di no. Non sempre si deve dire di no, ma a volte bisogna dire no. Questo territorio è capace di fare un peccato non per malizia ma per eccesso di bontà. E dietro il timore di deludere il prossimo c'è una ricerca di consenso o affetto, può arrivare ad essere l'adulatore, quello che va a blandire e lodare anche l'inqualificabile. Grosse inconsistenze della personalità e tutto questo viene camuffatto dietro questa apparente personalità solarissima e generosissima e che concretamente fa tante belle cose buone.

Territorio Trincea. Pensiamo alle personalità che si difendono da tutti e da tutto, che considerano l'altro una potenziale minaccia quindi va tenuta a debita distanza. Pensiamo alle persone iper permalose, che non accettano una critica o una correzione, dentro questo territorio ci sono personalità gelossissime e possessive di cose e di persone, (il don dice preti compresi). Atavica diffidenza se non di pochissimi e mai pienamente. C'è una persona che non si è sentita amata e si percepisce come non amabile e non pensa di essere amabile e quindi è impossibile instaurare una relazione serena e positiva con il prossimo.

Territorio fortezza: Non ci si è sentiti amati, valorizzati, ecc... e quindi la persona inizia ad autocostringersi a mete perfezionistiche - anche alcune cose belle, buone e sante se vissute con questo spirito diventano contro producenti: Gesù ha detto di essere perfetti (perfezione evangelica) un conto è tendere a quella perfezione che il Signore ci presenta - in modo sereno non perchè se non sono perfetto devo conquistarmi l'amore del prossimo - ma camminare verso la perfezione il bello che già c'è diventerà più bello. L'Ascesi e la mortificazione cristiana non è un dire no alle cose belle della vita perchè dobbiamo prenderle come rendimento di grazia e di lode verso il Signore. Le penitenze che i Santi hanno fatto non hanno - attenzione - una sorta di auto- punizione, come se io non andassi bene, mi devo in qualche modo punire - la penitenza cristiana è un processo di liberazione dalle scorie del peccato non ha come background il disprezzo delle cose belle della vita. Mortificazione e penitenza cristiana non quella distruttiva. La rigidità di pensiero è un difetto, la severità è una virtù. I santi sono severi ma non rigidi. La rigidità è quella incapacità di essere flessibili di saper valutare e discernere le situazioni dentro un contesto e alla luce delle circostanze concrete con cui uno si trova ad agire ed operare. Un territorio ha le proprie convinzioni ma non è intollerante con chi ha convinzioni (anche se errate) ma come mi relaziono? Lo faccio sentire rispettato o no? Prego per lui? Dietro ogni territorio c'è tanta sofferenza nascosta e quella sofferenza dev'essere guarita.

Territorio rattrappito: la donna curva guarita nel Vangelo. Il territorio rattrappito o l'uomo dalla mano inaridita. Quello che sta curvo, ripiegato su sè stesso, persona passiva, le inibizioni non sono una cosa buona - un conto è il controllo di sè (la temperanza, modestia, castità, mitezza e la continenza) ma l'inibizione è una debolezza non virtù. La persona virtuosa sa bene cosa può fare o no e le sa controllare ma non è inibita.

Una persona santa e sana si riconosce, magari ha delle azioni simili a qualche altro territorio ma il fine con cui si fanno le azioni è completamente diverso. Un conto è scegliere di essere remissivo in certe situazioni per non causare problemi inutili quando non è il caso e un conto è avere la bontà rassegnata che pur di non urtare qualcuno abbozza perchè poi perde l'affetto dell'altro.

Territorio debordante: persone invadenti, cosa molto diffuse nelle nostre società digitalizzate alias i famosi leoni da tastiera. Noi dobbiamo rispettare il prossimo, domande di curiosità e personali non si fanno e un territorio maturo non si lascia mettere in crisi da una domanda invadente. Gesù ha risposto sempre a tutti nei Vangeli? Ha risposto Gesù ad Erode? Perchè ad Erode non c'era nulla da rispondere e ai Farisei? - attenzione a capire - (serpenti, razza di vipere, sepolcri imbiancati ecc..) ci sono dei momenti in cui bisogna saper dire di no. Personalità manipolatrici in maniera inconscia o no. Il pettagolare o il chiacchericcio sta qua. Cosa succede quando un territorio debordante incontra un territorio rattrappito? E' la fine: un dominatore e una personalità soggiogata. Nel concetto di manipolazione ci può essere anche l'uso o abuso delle altre persone per sè o per i propri scopi. La doppiezza brutta, intesa come ipocrisia o la seduzione come intesa in senso satanico. Il clientelismo, il cliente che gli sta dietro, le personalità dominanti e con i servetti che gli stanno sempre lì.

Territorio Intasato. Certe scrivanie che sono affollate..come fa un cristiano a raccappezzarci qualcosa? Senza orari, con attività improvvisate, piene di impegni, non concludono nulla, troppo estroversi, che si prendono carico anche dei problemi altrui...è il classico iper attivismo e scambiato talvolta (nella Chiesa) come apostolato, cioè attività sconclusionate. La vita dev'essere ordinata. Una persona disordinata non si metterà uno scopo di vita, non c'è un centro unificatore, ci sono solo una montagna di impegni. Poche conclusività, annaspamento e molto correre senso di ingolfamento. Anche qua si può trovare il timore di deludere qualcuno.

Territorio Arcipelago. Insieme di isole, sono personalità che hanno delle zone solide e delle zone evanescenti. Instabili ed ambigue. C'è un pò di vita buona ma ristretta certe aree, su certe cose ci siamo ma su altre non ci siamo. E' una personalità a macchia di leopardo, non si dice chiaramente quello che si pensa, chi accetta tanti compromessi pur di non creare problemi, può essere una persona capace di collaborazione ma al tempo stesso pigra e passiva. Ha una personalità senza fondamenta, senza una base solida.

Territorio fruttifero: territorio sano. Da una parte c'è il problema dell'orgoglio e superbia di sè stessi e dall'altra parte il disprezzo di sè stessi. Qua sana consapevolezza dei propri limiti, certo di controllare il meno positivo ecc.. Si ha una indipendenza dagli altri, il non dover cercare la stima, affetto, considerazione altrui, ecc... questo non significa non avere relazioni con il prossimo. I cristiani hanno delle relazioni di Carità e altro è la dipendenza. Non è da umili dire io faccio schifo. Io delle qualità e risorse e ho dei limiti o dei vizi da correggere, controllare ecc...le cose negative di noi stessi: alcuni vizi ce li possiamo togliere, altri vizi possiamo diminuirli, altri non possiamo nè toglierli nè diminuirli ma possiamo imparare a gestirli in maniera tale che non facciano danni. E' proprio di un percorso di crescita sapere cosa posso togliermi, sapere cosa posso non mi toglierò ma potrò diminuire e cosa potrò solo gestire. Andare in Paradiso è un'obbietivo a lunga scadenza.

Si mettono dei sani paletti, nel senso che non si autorizzano intrusioni indebite né ci si lascia scuotere o ferire facilmente da circostanze esterne

Il don non è assolutamente di essere chiamato per nome, per non farsi non chiamare per nome è un modo che la persona (e serve anche al sacerdote) che tu ti stai relazionando con un sacerdote e non mi posso relazionare con un prete come se fosse una persona qualsiasi. Uno è prete sempre non solo quando svolge le sue funzioni. Il don non risponde ai messaggi perchè questa modalità relazione con i messaggi non è positiva e quindi si è messo un paletto. Sono paletti che cercano di tutelare il bene delle persone e del suo ministero.

Una persona sposata - chiede il don - può avere rapporti disinvolti e tranquilli con chiunque senza nessun paletto? Il don ha molti dubbi e non possiamo finta di nulla pensando di essere capaci di tenere il tutto sotto controllo.

Si conoscono e si affrontano con serenità le proprie zone d'ombra, i propri limiti e anche i propri difetti, o togliendoseli del tutto oppure imparando a gestirli

Sei capace di dire seneramente 7 buone qualità e 7 difetti di te? I limiti e difetti dobbiamo affrontarli perchè non li affronta nessuno al posto mio. Dio si prende cura di te, sant'Agostino dice che Dio che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te. La cura con cui Lui si prende cura di te, esige una tua responsabilizzazione.

Ottime relazioni con gli altri, cordiali e propositive, grande capacità di dialogo e scambio sereno e rispettoso

Tutto questo è possibile raggiungerlo ma bisogna lavorarci un pò, il Signore è della nostra parte e non vede l'ora di vederci così per poterci vedere portare tanti frutti e diventeremo discepoli del Signore, coloro che imparano tante scuole da Gesù. E ce le insegnerà con la misura noi apriremo le porte del cuore.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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