I meccanismi di difesa. Cosa sono. Quali sono. Come operano. Come neutralizzarli per poter affrontare adeguatamente tutti i nostri problemi. Ciclo di catechesi "dal non senso alla vita di cielo", quattordicesima puntata, Venerdì 16 Aprile 2021
Se non si disattivano i meccanismi di difesa, le possibilità di cambiare sono ridotte quasi a zero. Vuoi cambiare vita? Segui questo ciclo di meditazioni. Conversione significa inversione di rotta, cambiare modo di porsi, di relazionarsi, pensare, ecc... si tratta di passare dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita ecc... da una non-vita ad una vita. Non possiamo dire che sia vita umana che cambia in base a ciò che accade fuori di noi, dobbiamo prendere in mano la nostra vita ed iniziamo ad occuparcene e nessuno può farlo al posto nostro.
Ci sono delle slides (il download sul sito Youtube del don o l'ho scaricata io) fatte dal don, si leggano quelle - qua solo appunti.
La volta scorsa abbiamo visto la quadripartizione dell'io e non ci conosciamo bene e abbiamo bisogno di essere aiutati dal prossimo e dalla Luce di Dio. Questo processo di conoscenza profonda di noi stessi in tutte le nostre sfacettature.
Prima domanda: chi sono io agli occhi di Dio e chi è Dio? Quello che Dio ha detto di noi e di sè stesso e solo dentro questo orizzonte possiamo iniziare un cammino passando dalla morte alla luce. Oggi iniziamo con il primo: I meccanismi di difesa
Stiamo sempre sulla difensiva, dalle possibili aggressioni e alziamo le difese quando appare lo spettro della sofferenza. Noi non vogliamo soffrire - e non si intende la sofferenza fisica - c'è anche quella morale, spirituale, affettiva ecc.. quando arriva iniziamo a porre in essere una serie di difese anche inconsapevoli che ci terrorizzano. Cosa sta uscendo dai cuori degli uomini in questa pandemia? - come sto vivendo io questa cosa? Le prove fanno uscire fuori ciò che noi siamo. E' importante che lo veda io. Come sto vivendo questa epidemia? Cosa sta dicendo dietro tutto questo - nessuno pensi che questa cosa non avvenga sotto divina permissione - Dio permette ed usa il male per trarne un bene maggiore - o la stiamo vivendo all'umana (speriamo che tutto passi velocemente). Cosa sta accadendo e cosa mi sta accadendo?
Quando arriva la sofferenza, le persone sclerano perchè non vuole soffrire. Noi seguiamo un maestro che ci ha detto di prendere la sofferenza. Chi vuol venire dietro di me (dice Gesù) prenda la propria croce ogni giorno e mi segua - la sofferenza non la fugga. Molti pensano che la morte sia una consolazione alla sofferenza. Noi cattolici e praticanti come la pensiamo? La vita di Cielo è già entrata dentro di noi?
Appena appare qualcosa che ci fa soffrire noi ci difendiamo. I meccanismi di difesa operano - per quanto ha imparato il don a tre livelli (vedi slides): ignorare e/o minimizzare il problema. Alcuni problemi sono grossi ma vengono minimizzati. Non è il sano ottimismo e la fiducia soprannaturale. O il problema è insolubile. Cosa fare di fronte ai problemi? I meccanismi di difesa sono tutti quanti meccanismi inibitori. Di fronte ad ogni problema bisognerebbe: individuarlo, verificarne la consistenza e chiedersi: cosa sia possibile concretamente fare di fronte a quel problema. Il problema di deve affrontare e non può deve rimanere lì. I meccanismi di difesa ti portano via dall'affrontamento del problema.
Cosa fare? Maturare una profonda conoscienza che i problemi non ci siano :. Per adesso - a bruciapelo - tu saresti in grado di dire che problemi ho a livelli personale, ecclesialiale, ecc... sei capace di dire un numero di problemi che hai? Se non sei capace o non li vedi i problemi e stiamo nell'ambito Io ceco o Io Inconscio o non li vogliamo vedere. Ricordiamo Gesù quando guarisce il cieco nato cosa dite ai Farisei. Il problema grosso dei Farisei - nel Vangelo di san Giovanni si vede benissimo - è che nonostante tutte le mani tese da Gesù non hanno voluto piegarsi. Nel Vangelo di san Giovanni quand'è che si decreta la morte di Gesù? Quando Gesù resuscita Lazzaro morto da 4 giorni, di fronte a ciò un cuore piccolo piccolo si piega - di fronte ad una cosa del genere e dovrei arrendermi ma invece non è stato così. Il non voler vedere, la causa di tutti i nostri guai è la nostra volontà umana, perchè se la smette, tutto si rivolve. Il non voler vedere un problema vuol dire che nonostante tutte le sollecitazioni, le imbeccate che io ricevo dalle circostanze della vita io dico No, no, no ecc.. la volontà può arrivare a far fare delle cose assurde. Io posso - il don fa un'esempio: apre la mano con le sue 5 dita, dovremmo essere tutti d'accordo ma uno potrebbe dire: per me sono 4. Se ha decido che siano 4 pur essendo 5 è una scelta stolta ma è una sua scelta. Che vogliamo fare? Non esistono problemi totalmente insolubili - non sempre il problema si può eliminare ma lo si può imparare come affrontarlo almeno per attenuarne la gravità e quanto meno conviverci. Se io casco dal 7 piano e mi rompo un braccio e me lo tagliano, il braccio non ricresce. Che facciamo? Una protesi? O re inventare la mia vita sapendo che il mio braccio non ce l'ho più. Convivere con questa menomazione.
Sindrome dello struzzo: nascondersi un problema. Si fa questo perchè il problema mi causa stress ed ansia preferisco non vederlo e capita a livello di qualche patologia - non mi vado a fare qualche analisi e poi la malattia mi porta la cimitero. La rimozione riguarda l'affrontamento di quelle ferite molto gravi che io mi porto dietro che esigono dei percorsi di riconciliazione - c'è una persona che dopo anni e anni si è ricordato di un problema, qual'è la molla? La paura di soffrire. La superficialità irresponsabile: il gradasso che fa finta che vada tutto bene. L'accidia Imbelle, l'accidia è quel vizio che ci condanna all'inoperosità, al non fare, si pensa che i problemi ci sono ma sono troppo grandi - so che ci stanno ma non li voglio affrontare - è un'atto di volontà, meglio il Carpe Diem. L'attimo fuggente. Il film è bello ma il messaggio che lancia è un pò inquietante. Meglio il carpe diemo o affrontare i problemi? E poi la fuga dalla realtà o la vita spericolata. Che facciamo? Canne, godere, droga, sesso, divertirsi ed andare tutti.... perchè sto ubriacato di sensazioni e divertimenti e così non penso (specie se ho i soldi). Salvo che poi divento malato di sesso, o divento una larva umana con la droga, ecc... chi fa questa vita estrema non lo dobbiamo stigmatizzare subito, probabilmente chi le pratica è stato pompato del diavolo. I piaceri della vita sono una risposta sbagliata ai problemi che ci sono. Questo non toglie la responsabilità morale di chi compie queste cose.
Cosa impedisce di affrontare il problema? La sindrome di Peter Pan - quelli che prefericono non pensare e vivere senza prendersi senza responsabilità - come mai sono così diffuse le libere convivenze? Perchè oggi i cosidetti giovani non vogliono prendere decisioni impegnative irreversibili di vita. Stesso discorso dei matrimoni che si sfasciano facilmente. Sindrome dei discepoli di Emmaus, i discepoli che stanno andando via da Gerusalemme, ormai è troppo tardi, è tutto finito e non c'è più nulla da fare. Sindrome del fannullone: affrontare un problema richiede costanza, sforzo ed energia - per fare questo occorre tempo, energia, fatica con fatica e costanza. Una persona che ha il talento non lo investe, non rischia e per paura di faticare troppo non lo investe e Gesù lo rimprovera. Il giovane ricco, pulire tutto e poi vieni con Me dice Gesù - ha detto di no. Il problema del giovane ricco è paura di cambiare, di rinunciare a qualcosa non comprendendo che Gesù ti chiede uno per darti 100. La sindrome del fifone, di chi ha paura. Poi sindrome dell'illuso: i problemi si risolveranno da soli. Il tempo può essere un'alleato positivo per certe problematiche. Se io ho il telefonino rotto se io lo lascio dopo 3 giorni a riposo non risorge ma lo devo portare a riparare.
Abbiamo visto i meccanismi che impediscono di prendere consapevolezza del problema, quelli che impediscono di affrontarlo e meccanismi che ci impediscono di dare una risposta adeguata: ho preso coscienza del problema, intendo risolverlo...ma come lo vuoi affrontare?
Sindrome del “tutto e subito” - di chi vuole risolvere i problemi in tempi non adeguati - con il mio lavoro il problema si affronterà con l'aiuto del tempo. Sindrome di Mandrake. Si sogna (o a volte si pretende) da Dio (o dai suoi ministri) una soluzione magica o istantanea. Si chiede al don: che devo fare? - Il prete (esempio) viene pensato come uno stregone che con un sistema sacro o formula magica sacra ti risolve il problema.Sindrome di Pisolo. È l'opposto del tutto e subito o la sindrome delle Calende Greche - le calende greche non esistono. Ci si crogiola e si dorme cullandosi sul fatto che ci vuole tempo e non facendo, gradualmente, i passi concretamente possibili. Sindrome dello "scaricabarile" - si cerca negli altri una soluzione al problema e qua entra in ballo la figura del confessore o direttore spirituale - per molte persone il confessore e direttore spirituale è quello che ti dice cosa fare e ti risolve tutti i problemi.
Noi dobbiamo tenere sempre presente che qua sul pianeta Terra c'è il Peccato originale e le sue conseguenze, noi siamo sempre in regime di interdizione coatta e voluta da Nostro Signore - in Paradiso le cose non funzioneranno come qua - ma fino a quando siamo qua bisogna fare attenzione.
LE RISPOSTE ADEGUATE: Umiltà, Fiducia e Realismo. Ci si mette in discussione e ci si fa aiutare anche dagli altri (ricordiamo l'io ceco ) a prendere conoscenza dei propri problemi, una sana direzione spirituale è finalizzata ad instradarci. Si chiede aiuto con un pò di sana umiltà. Con la fiducia (anche nel Signore) ci si affronta i problemi usando i mezzi adeguati. Sana dose si realismo si individua il tipo di obbiettivo possibile. Posso eliminarlo? Possono diminuirlo o gestirlo (il problema)?
Cosa posso fare concretamente fare di fronte a questo problema (dentro e fuori di me) ? Che cosa posso realisticamente fare? I problemi che sono più grossi di noi possiamo solo impararli a conviverci e a gestirli e affidare la soluzione di essi o a chi ha il potere di metterci mano o al Signore. Se non si sfugge a queste dinamiche maledette di questo passo non cambieremo mai. Se stiamo al passo di questi meccanismi i margini di crescita sono sempre molto limitati.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
Se non si disattivano i meccanismi di difesa, le possibilità di cambiare sono ridotte quasi a zero. Vuoi cambiare vita? Segui questo ciclo di meditazioni. Conversione significa inversione di rotta, cambiare modo di porsi, di relazionarsi, pensare, ecc... si tratta di passare dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita ecc... da una non-vita ad una vita. Non possiamo dire che sia vita umana che cambia in base a ciò che accade fuori di noi, dobbiamo prendere in mano la nostra vita ed iniziamo ad occuparcene e nessuno può farlo al posto nostro.
Ci sono delle slides (il download sul sito Youtube del don o l'ho scaricata io) fatte dal don, si leggano quelle - qua solo appunti.
La volta scorsa abbiamo visto la quadripartizione dell'io e non ci conosciamo bene e abbiamo bisogno di essere aiutati dal prossimo e dalla Luce di Dio. Questo processo di conoscenza profonda di noi stessi in tutte le nostre sfacettature.
Prima domanda: chi sono io agli occhi di Dio e chi è Dio? Quello che Dio ha detto di noi e di sè stesso e solo dentro questo orizzonte possiamo iniziare un cammino passando dalla morte alla luce. Oggi iniziamo con il primo: I meccanismi di difesa
Stiamo sempre sulla difensiva, dalle possibili aggressioni e alziamo le difese quando appare lo spettro della sofferenza. Noi non vogliamo soffrire - e non si intende la sofferenza fisica - c'è anche quella morale, spirituale, affettiva ecc.. quando arriva iniziamo a porre in essere una serie di difese anche inconsapevoli che ci terrorizzano. Cosa sta uscendo dai cuori degli uomini in questa pandemia? - come sto vivendo io questa cosa? Le prove fanno uscire fuori ciò che noi siamo. E' importante che lo veda io. Come sto vivendo questa epidemia? Cosa sta dicendo dietro tutto questo - nessuno pensi che questa cosa non avvenga sotto divina permissione - Dio permette ed usa il male per trarne un bene maggiore - o la stiamo vivendo all'umana (speriamo che tutto passi velocemente). Cosa sta accadendo e cosa mi sta accadendo?
Quando arriva la sofferenza, le persone sclerano perchè non vuole soffrire. Noi seguiamo un maestro che ci ha detto di prendere la sofferenza. Chi vuol venire dietro di me (dice Gesù) prenda la propria croce ogni giorno e mi segua - la sofferenza non la fugga. Molti pensano che la morte sia una consolazione alla sofferenza. Noi cattolici e praticanti come la pensiamo? La vita di Cielo è già entrata dentro di noi?
Appena appare qualcosa che ci fa soffrire noi ci difendiamo. I meccanismi di difesa operano - per quanto ha imparato il don a tre livelli (vedi slides): ignorare e/o minimizzare il problema. Alcuni problemi sono grossi ma vengono minimizzati. Non è il sano ottimismo e la fiducia soprannaturale. O il problema è insolubile. Cosa fare di fronte ai problemi? I meccanismi di difesa sono tutti quanti meccanismi inibitori. Di fronte ad ogni problema bisognerebbe: individuarlo, verificarne la consistenza e chiedersi: cosa sia possibile concretamente fare di fronte a quel problema. Il problema di deve affrontare e non può deve rimanere lì. I meccanismi di difesa ti portano via dall'affrontamento del problema.
Cosa fare? Maturare una profonda conoscienza che i problemi non ci siano :. Per adesso - a bruciapelo - tu saresti in grado di dire che problemi ho a livelli personale, ecclesialiale, ecc... sei capace di dire un numero di problemi che hai? Se non sei capace o non li vedi i problemi e stiamo nell'ambito Io ceco o Io Inconscio o non li vogliamo vedere. Ricordiamo Gesù quando guarisce il cieco nato cosa dite ai Farisei. Il problema grosso dei Farisei - nel Vangelo di san Giovanni si vede benissimo - è che nonostante tutte le mani tese da Gesù non hanno voluto piegarsi. Nel Vangelo di san Giovanni quand'è che si decreta la morte di Gesù? Quando Gesù resuscita Lazzaro morto da 4 giorni, di fronte a ciò un cuore piccolo piccolo si piega - di fronte ad una cosa del genere e dovrei arrendermi ma invece non è stato così. Il non voler vedere, la causa di tutti i nostri guai è la nostra volontà umana, perchè se la smette, tutto si rivolve. Il non voler vedere un problema vuol dire che nonostante tutte le sollecitazioni, le imbeccate che io ricevo dalle circostanze della vita io dico No, no, no ecc.. la volontà può arrivare a far fare delle cose assurde. Io posso - il don fa un'esempio: apre la mano con le sue 5 dita, dovremmo essere tutti d'accordo ma uno potrebbe dire: per me sono 4. Se ha decido che siano 4 pur essendo 5 è una scelta stolta ma è una sua scelta. Che vogliamo fare? Non esistono problemi totalmente insolubili - non sempre il problema si può eliminare ma lo si può imparare come affrontarlo almeno per attenuarne la gravità e quanto meno conviverci. Se io casco dal 7 piano e mi rompo un braccio e me lo tagliano, il braccio non ricresce. Che facciamo? Una protesi? O re inventare la mia vita sapendo che il mio braccio non ce l'ho più. Convivere con questa menomazione.
Sindrome dello struzzo: nascondersi un problema. Si fa questo perchè il problema mi causa stress ed ansia preferisco non vederlo e capita a livello di qualche patologia - non mi vado a fare qualche analisi e poi la malattia mi porta la cimitero. La rimozione riguarda l'affrontamento di quelle ferite molto gravi che io mi porto dietro che esigono dei percorsi di riconciliazione - c'è una persona che dopo anni e anni si è ricordato di un problema, qual'è la molla? La paura di soffrire. La superficialità irresponsabile: il gradasso che fa finta che vada tutto bene. L'accidia Imbelle, l'accidia è quel vizio che ci condanna all'inoperosità, al non fare, si pensa che i problemi ci sono ma sono troppo grandi - so che ci stanno ma non li voglio affrontare - è un'atto di volontà, meglio il Carpe Diem. L'attimo fuggente. Il film è bello ma il messaggio che lancia è un pò inquietante. Meglio il carpe diemo o affrontare i problemi? E poi la fuga dalla realtà o la vita spericolata. Che facciamo? Canne, godere, droga, sesso, divertirsi ed andare tutti.... perchè sto ubriacato di sensazioni e divertimenti e così non penso (specie se ho i soldi). Salvo che poi divento malato di sesso, o divento una larva umana con la droga, ecc... chi fa questa vita estrema non lo dobbiamo stigmatizzare subito, probabilmente chi le pratica è stato pompato del diavolo. I piaceri della vita sono una risposta sbagliata ai problemi che ci sono. Questo non toglie la responsabilità morale di chi compie queste cose.
Cosa impedisce di affrontare il problema? La sindrome di Peter Pan - quelli che prefericono non pensare e vivere senza prendersi senza responsabilità - come mai sono così diffuse le libere convivenze? Perchè oggi i cosidetti giovani non vogliono prendere decisioni impegnative irreversibili di vita. Stesso discorso dei matrimoni che si sfasciano facilmente. Sindrome dei discepoli di Emmaus, i discepoli che stanno andando via da Gerusalemme, ormai è troppo tardi, è tutto finito e non c'è più nulla da fare. Sindrome del fannullone: affrontare un problema richiede costanza, sforzo ed energia - per fare questo occorre tempo, energia, fatica con fatica e costanza. Una persona che ha il talento non lo investe, non rischia e per paura di faticare troppo non lo investe e Gesù lo rimprovera. Il giovane ricco, pulire tutto e poi vieni con Me dice Gesù - ha detto di no. Il problema del giovane ricco è paura di cambiare, di rinunciare a qualcosa non comprendendo che Gesù ti chiede uno per darti 100. La sindrome del fifone, di chi ha paura. Poi sindrome dell'illuso: i problemi si risolveranno da soli. Il tempo può essere un'alleato positivo per certe problematiche. Se io ho il telefonino rotto se io lo lascio dopo 3 giorni a riposo non risorge ma lo devo portare a riparare.
Abbiamo visto i meccanismi che impediscono di prendere consapevolezza del problema, quelli che impediscono di affrontarlo e meccanismi che ci impediscono di dare una risposta adeguata: ho preso coscienza del problema, intendo risolverlo...ma come lo vuoi affrontare?
Sindrome del “tutto e subito” - di chi vuole risolvere i problemi in tempi non adeguati - con il mio lavoro il problema si affronterà con l'aiuto del tempo. Sindrome di Mandrake. Si sogna (o a volte si pretende) da Dio (o dai suoi ministri) una soluzione magica o istantanea. Si chiede al don: che devo fare? - Il prete (esempio) viene pensato come uno stregone che con un sistema sacro o formula magica sacra ti risolve il problema.Sindrome di Pisolo. È l'opposto del tutto e subito o la sindrome delle Calende Greche - le calende greche non esistono. Ci si crogiola e si dorme cullandosi sul fatto che ci vuole tempo e non facendo, gradualmente, i passi concretamente possibili. Sindrome dello "scaricabarile" - si cerca negli altri una soluzione al problema e qua entra in ballo la figura del confessore o direttore spirituale - per molte persone il confessore e direttore spirituale è quello che ti dice cosa fare e ti risolve tutti i problemi.
Noi dobbiamo tenere sempre presente che qua sul pianeta Terra c'è il Peccato originale e le sue conseguenze, noi siamo sempre in regime di interdizione coatta e voluta da Nostro Signore - in Paradiso le cose non funzioneranno come qua - ma fino a quando siamo qua bisogna fare attenzione.
LE RISPOSTE ADEGUATE: Umiltà, Fiducia e Realismo. Ci si mette in discussione e ci si fa aiutare anche dagli altri (ricordiamo l'io ceco ) a prendere conoscenza dei propri problemi, una sana direzione spirituale è finalizzata ad instradarci. Si chiede aiuto con un pò di sana umiltà. Con la fiducia (anche nel Signore) ci si affronta i problemi usando i mezzi adeguati. Sana dose si realismo si individua il tipo di obbiettivo possibile. Posso eliminarlo? Possono diminuirlo o gestirlo (il problema)?
Cosa posso fare concretamente fare di fronte a questo problema (dentro e fuori di me) ? Che cosa posso realisticamente fare? I problemi che sono più grossi di noi possiamo solo impararli a conviverci e a gestirli e affidare la soluzione di essi o a chi ha il potere di metterci mano o al Signore. Se non si sfugge a queste dinamiche maledette di questo passo non cambieremo mai. Se stiamo al passo di questi meccanismi i margini di crescita sono sempre molto limitati.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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