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Riconciliarsi con la propria storia: perdonare e chiedere perdono

Riconciliarsi con la propria storia è una tappa fondamentale del percorso di guarigione da ogni ferita. Chiedere a Dio la grazia di perdonare e di chiedere perdono. Pregare per coloro che ci hanno ferito e fatto del male. I gesti da compiere per perdonare e chiedere perdono. Le "tappe" della riconciliazione con la propria storia: dal minimo al massimo. Ciclo di catechesi "dal non senso alla vita di cielo", ventitreesima puntata, Venerdì 26 Giugno 2021

Seconda parte destinata a produrre gli effetti che tutti vorremmo, ma se non si sono fatte le tappe precedenti non si riusciranno a vivere adeguatamente le vite non riusciranno a decollare. Dio farà la sua parte ma molto dipenderà a quanto noi scegliamo - esercitando la nostra libertà - di prenderci cura della nostra vita. Gesù, nel Vangelo, dice di amare il prossimo come sè stessi, vuol dire che c'è una forma di amor santo che non è l'amor proprio o egoismo che noi dobbiamo nutrire nel confronto di noi stessi. Se non mi prendo cura di mè stesso in modo soprannaturale, chi lo potrà fare al posto mio? Nessuno. Tanto più la cura l'abbiamo verso noi stessi tanto più l'avremo verso il prossimo.

Riconcilazione con la nostra storia: perdonare e chiedere perdono.

Ricordiamo le ferite che ci portiamo nel cuore, le difficoltà relazionali (i territori ecc...) noi non usciremo mai da queste gabbie se non attiviamo con la potenza del Signore (in collaborazione con i nostri sforzi). Se non lo facciamo, avremo nella vita scheletri nell'armadio, il problema che questi scheletri non sono sorgenti inattive ma sono sorgenti patogeni e le ferite che ci portiamo dietro ci fanno sentire il loro male e condizionano le nostre azioni, desideri, emozioni e ci condizionano con il quale noi ci rapportiamo al sacro. Come mai molti ricevono i Sacramenti e non cambiano mai? Perchè hanno una modalità infantile - sicuramente condizionata da tante cose che si portano dietro - per ricevere quella bomba di grazie che i Sacramenti si portano dietro, bisogna riceverli bene. C'è la grande tentazione di approccio magico alla religione o alla vita. Noi vogliamo trovare una soluzione finale facile o magica. E' vero che Gesù i miracoli li faceva. Ma questo accade in maniera straordinaria. Normalmente si attivano processi di guarigione. Il Sacramento della confessione (ad esempio) è una bomba atomica (di grazia) ma c'è gente che arriva a 70-80 anni che non si è mai confessata. Si è confessata ma non l'ha fatta mai, non ha mai fatto un'esame di coscienza. Tu hai uno strumento di grazia capace di produrre (esempio) 10.000, ma se la usi male ne prendi 10. L'Eucarestia può diventare veleno se uno la fa non stando in grazia. Il don parla che molti gli chiedono benedizioni e lui li fa e dà oggetti sacri, perchè già accogliere un'oggetto benedetto è già quel poco che si può fare, - il don non sa come li prende le persone se come un'amuleto o no - il don dice che è troppo aspettarsi che da una benedizione o da un'oggetto benedetto possa venire la soluzione della propria esistenza questo è un pò troppo. Già accettare una benedizione è una possibilità di apertura alla grazia ma non è soluzione al problema.

L'altra volta abbiamo visto l'importanza del perdonare sè stessi, come tu tratti te stesso tu tratti il prossimo. Se hai chiesto perdono a Dio, riuscirai a perdonare il prossimo e se tu hai ricevuto il perdono di Dio e hai perdonato te stesso, potrai perdonare chi ti ha fatto del male. La sequenza di queste catechesi non è casuale. La prima cosa da fare è sempre chiedere perdono a Dio, se non chiede perdono a Dio non si perdona sè stessi e il prossimo. La riconcilazione si tratta di riconciliarsi con la propria vita. Il riconciliato per antonomasia è una persona bellissima, e lo si vede. Come faccio a vedere se una persona non è ancora riconciliata? Non giudichiamo il prossimo ma ci sono delle spie: la persona è fondamentalmente triste, depressa, sta sempre a parlare del prossimo, sta sempre a denigrare il prossimo, sta sempre a dire io io io, semina zizzazina, spettegola dal mattino alla sera. O non ha chiesto perdono a Dio o si porta una caterva di ferite aperte perchè non ha perdonato e non ha riparato le sue malefatte. Una persona non avvelenata è l'incontrario di chi non è riconciliato. Le cose negative non dobbiamo coltivarle, che bellezza nel parlare male del prossimo? O nel pavoneggiarsi o farsi i palloni gonfiati? O riempirsi la bocca di volgarità? I diavoli (negli esorcismi) si esprime a parolacce e bestemmie - lo dicono gli esorcismi. Chi dice le parolacce a chi assomiglia?

Domanda del don: è più difficile perdonare o chiedere perdono? ---- ad un'uomo. Ciascuno pensi alla propria esperienza personale. Come si fa? Da cosa si comincia? Nel Padre Nostro diciamo: rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo a nostri debitori. Nella versione di Luca c'è affinchè noi possiamo perdonare i nostri debitori. Il perdono a volte chi non chiede perdono a Dio non perdona il prossimo. Ricordiamo il capitolo delle ferite ricevute? Qua dobbiamo iniziare imparare a fare la preghiera profonda, a portare la nostra vita in preghiera. Il don consiglia di fare queste cose davanti all'Eucarestia e tu devi iniziare a pensare a chi ti ha fatto del male dandogli un nome e cognome: papà? Mamma? ecc... tu devi ripercorrere tutto l'arco della tua vita - chiedi al Signore di conoscere i tuoi nemici, coloro che ti hanno fatto del male . Sono cose dolorose quando il male è stato grande. Perdonare anche quelle cose? Sì. Come faccio a perdonare una violenza sessuale, psichica o altro aggravata magari? Ci sono delle cose ci possono fare tanto male. Se ci sono situazioni gravi bisogna dirselo e prenderne atto e la prima cosa da fare: amare i nostri nemici e pregate per coloro che vi maltrattatano o ci hanno fatto del male. 1° step: pregare per loro davanti al Signore, quando si prega per i nemici, è più efficace specificare le cose buone: ti chiedo per questa persona (chiamalo per nome - Francesco - ad esempio) che mi ha tradito, mi ha sparlato dietro, ha usato delle informazioni delicate per calunniarmi (esempi). Per Francesco ti chiedo la salute del corpo e dell'anima e se non ti conosce possa conoscere il tuo nome e possa avere un lavoro e una famiglia ecc... che non gli succeda mai che nessuno faccia mai ciò che lui ha fatto a me. E che sia accanto a me in Paradiso (esempio di Santa Maria Goretta). Dicendo ciò fai un sacco di atti di virtù, primo affermi che esista il Paradiso, secondo che credi ad una cosa importante: le cose non sono come qua, le cose brutte di questo mondo se è sanata dalla misericordia di Dio diventa forse un vago ricordo. Primo step è riconoscere chi ci ha fatto del male e il secondo step è pregare per le persone e pregare per loro chiedendo cose buone e dettagliandole. Quando preghiamo per noi vale il Padre Nostro, quando preghiamo nel prossimo dobbiamo dettagliare, perchè una preghiera del genere di perdono del prossimo, ti attira una montagna di grazie di perdono. Doppodichè prova davanti a Dio a dire: per tutto quello che mi ha fatto, nel tuo nome come tu hai perdonato me io lo perdono: non lo odio cioè non voglio il suo male, non gli auguro male, non ne voglio parlare male, n.2.: rinuncio a vendicarmi 3) Non serberò rancora per quello che è successo con astio e non alimento cose insane. 4) Niente maldicenza, farò modo di evitare di metterlo in cattiva luce agli occhi del prossimo. 5) Se è defunta puoi chiedere al Signore che questa persona ti possa ascoltare e fare un bel gesto nei suoi confronti, un rosario in uno suffragio, ecc...il massimo che potresti fare è offrirgli un ciclo di messe gregoriane che in Paradiso sarà un sussulto di gioia e le grazie che ti pioveranno addosso a te che fai questo solo Dio lo sa. Se è viva il perdono si ferma ordinariamente al saluto e alle norme di buona educazione. La cordialità, la buona educazione, il sorriso, il saperci parlare del più e del meno, ecc.. Scendendo nel concreto, quanta gente non parla con i parenti? Non si può vivere in cui tu non parli con tua sorella, madre, padre, ecc... - discorso generale - è chiaro che la Volontà di Dio per un matrimonio celebrato in Chiesa è che si faccia il possibile per salvarlo. Poi c'è chi arriva all'eroismo come Santa Rita da Cascia che si prendeva le botte pur di salvare il Matrimonio. L'eroismo non è mai imposto dalla Chiesa e dai comandamenti ma noi seguiamo Gesù. Qua finisce il perdono spirituale e il perdono psicologico è ripristinare un rapporto come c'era prima o meglio di prima. Quando si tratta di famiglia nucleare, Papà, mamma, figlio, figlia, - non basta un saluto. Ma è tuo fratello e sorella, un cugino o cugina, uno zio o zia potrebbe non essere opportuno perchè fuori dal nucleo familiare le cose sono diverse. Alcuni rapporti sono da tagliare, quando ci sono state situazioni tali che hanno compromesso - se la fiducia è compromessa - si arriva al perdono spirituale però le cose non possono tornare come prima e non è forse opportuno che tornino come prima. Se una persona ti ha fatto molto male e hai visto che - senza giudicarlo e chissà cosa si porta dietro - se mi accorgo che rimane una persona inaffidadibile Gesù non mi chiede di ripristinare ciò che c'era. Perdono sì, pace sì, buona educazione sì e no al ripristino del rapporto. Escluso il nucleo familiare. Se un figlio scappa di casa e non vuole vedere i genitori questa è la sua volontà e si reagisce cristianamente abbracciando la croce, credendo che in questa situazione di morte passa la vita. Questo è il grande annuncio del cristianesimo.

La grande molla che fa partire questo processo è una condizione di fede, che dietro alla mia storia c'è la mano di Dio anche quando mi è stato fatto del male. Dio non vuole nessun peccato con volontà positiva o propositiva - su questo non ci piove - però per accident permettere alcune cose negative (e questo sono i misteri della sua Infinita Sapienza - ci si entra soltanto attraverso la fede e non con altro), ma quella cosa così brutta Dio l'ha permessa e non l'ha permessa senza un fine di bene che tu forse in questo mondo non conoscerai mai. A volte il Signore - con il senno di poi - a chi è riconciliato fa vedere: (esempio: se non ci fosse stata questa cosa che mi ha fatto tanto soffrire, non avrei capito quella cosa, non sarei guarito da questa ferita, ecc...). Tutti lo vedranno dopo questa vita. La grande molla per riconciliarsi con la propria storia: la tua vita è un prodigio, obiezione: ma sono arrivato a 60 anni e non mi ha sposato nessuno. Ci sono dei livelli: a che livello ti vuoi porre? Questo lo decidi tu in parte. Il minimo è smetto di essere arrabbiato, non ce l'ho più a morte con tutto quello che ho vissuto, non voglio più vedere (il male) e non sono più arrabbiato e accetto la mia storia. Non si fa dall'oggi al domani. Il secondo step: è la rassegnazione, vabbè è andata così, un motivo ci sarà e Dio sa il perchè. Già quando uno non è più arrabbiato e dannato è una conquista e alcune modalità distruttive - tipo quelli che vomitano veleno in continuazione. Terzo step: ancora un gradino superiore, accettare è qualcosa di più perchè la rassegnazione (era meglio che andasse diversamente però è andato così pazienza Dio sa perchè); l'accettazione è un momento che anche se è andata così e lo accetto. Quarto step: L'accoglienza. Accolgo la mia vita così come è stata, accolgo il male che ho ricevuto, accetto e lo accolgo, inizio a credere profondamente che dietro a quelli che mi sembravano schiaffi c'erano delle carezze, o medicine che il Signore - il Signore ha sofferto nel farmi passare attraverso quelle strettoie - ma sapendo il bene che avrebbero prodotto io inizio ad accoglierlo. Ci vuole luce dal Cielo, la luce non arriva solo a chi si ostina e non fa un passo e a chi non perdona. Quinto step: il ringraziamento, qua inizia ad essere difficile, ti ringrazio di questa sofferenza ricevuta e...poi? Poi ti Lodo e ti dico: guarda, più bella di quello che ho avuto, la mia vita non avrebbe potuto essere. Dietro questa cosa c'è una Fede con la F maiuscola. E dire al Signore: non potevo avere papà o mamma o fratello, sorella, marito, moglie, ecc... di quelli che ho avuto, quello giusto per me. Se tu sei capace davanti a Dio non davanti agli uomini. Non bisogna sbandierare queste cose neanche nei commenti. Le cose intime non vanno sbandierate perchè il don pensa che certe cose il Signore pensa che rimangano intime e poi potrebbero essere usate per farsi belli. Davanti al Sacramento fare queste cose.

Ci sono delle preghiere del perdono ma la cosa migliore bisognerebbe personalizzarle in base alle proprie esperienze e se non vuoi scrivere, articola le tue preghiere e poi dopo dovrai perdonare queste persone. Può darsi che non ti verrà chiesto scusa. Messe, comunioni ed adorazioni con queste intenzioni, facciamoci aiutare. Altro step il più difficile di tutti: andare a chiedere perdono. Prima preghiamo; cosa ho fatto di male alle persone? Ho fatto soffrire il prossimo e devo andare a chiedere perdono per tutte le rispostacce che ho dato e tutte le cose brutte che ho fatto (insulti, ecc..). Ma lo devi fare. Chiedi perdono a tuo marito, moglie, figlio, figlia ecc... Ti pesa qualcosa nel cuore? Noi dobbiamo toglierci i pesi dal cuore e dobbiamo riparare. Chiedere perdono. La persona non mi vuole più vedere? Questo è un problema suo. Tu fai gesti di perdono serio. Chiediamo aiuto al Signore per vedere chi sono. Se tu ti sei perdonato molte cose potremmo averle fatte non con piena avvertanza o non le abbiamo fatto con malizia. Il motivo per cui prima della comunione c'è il segno della pace in Chiesa, tu non puoi fare la comunione se non stai in pace con tutti. Non soltanto la parabola del servo spietato e anche il discorso della montagna dove Gesù chiede di essere in pace con il fratello prima di presentare l'offerta a Dio. Il rito ambrosiano mette il segno della pace prima dell'offertorio per rispetto delle parole di Gesù. Una persona che non è riconciliata con tutti, prima di fare la comunione deve pensarci bene.

Se tu non chiudi tutte le sorgenti di discomunione sia quelle attive che passive - quindi passive ricevute e attive quelle che ho ricevuto - tu la pace non la troverai mai. La pace ha tre livelli: riconciliazione con Dio e con la Chiesa - prima cosa da fare perchè la prima sorgente di non pace è il non stare in grazia di Dio - se ti rimetti in grazia di Dio potrai perdonare te stesso e terzo step: perdonare il prossimo e chiedere perdono. Se ci sono queste tre cose il percorso di guarigione è compiuto. In Paradiso c'è sicuramente la pace. La pace è il profumo, l'antipasto della vita di Cielo a cui ci porta il percorso grosso di riconciliazione, conversione, di guarigione e di santificazione. Il giorno in cui saremo in pace con tutti avremo fatto a noi il più grande regalo a noi stessi.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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