Il cammino di santificazione richiede la pratica dell'ascesi, per estirpare i vizi, acquisire le virtù, correggere i difetti, potenziare e ben indirizzare le risorse positive, imparare l'arte della mortificazione e della penitenza. L'ascesi è necessaria alla propria santificazione. Ciclo di catechesi "dal non senso alla vita di cielo", ventisettesima puntata, Venerdì 23 Luglio 2021
Stiamo vedendo come la santità è il cammino della felicità; l'importanza dell'uso dei Sacramenti, dell'avere un piano di vita serio ed equilibrato ed impegnativo, l'importanza della preghiera, l'importanza della direzione spirituale sia per il don che per chi la fa (catechesi precedente). Oggi completiamo il discorso perchè abbiamo dei passi del Vangelo che ci parlano della Santità tradizionale, che consiste nell'imparare a fare ciò che Dio vuole. Per esempio non chi dice Signore Signore ma chi fa la Volontà di Dio entrerà nel Regno dei Cieli. I Sacramenti sono dei mezzi, non un fine, per compiere le opere di santità, c'è una forma di alienazione religiosa che fa consistere la santità nelle pratiche sacramentali e di preghiera ma tutto deve concorrere alla nostra vita di fede. Al fine della Messa si dovrebbe dire: è finita la celebrazione Sacramentale perchè tu diventi un'altro Cristo. Finisce la celebrazione ma poi inizia la Messa vita.
Oggi dobbiamo trattare di argomenti un pò difficolti per oggi ma dobbiamo pensare che ciò che era vero per i nostri padri, è vero anche oggi. Ciò che i grandi maestri di spirito hanno insegnato - magari qualcosa risente delle circostanze contingenti - ha un valore universale. Se San Francesco d'Assisi facesse oggi i suoi comportamenti di un tempo sarebbe stato ricoverato al TSO perchè in un contesto come il nostro estraneo alla religione sarebbe stato visto come un matto. Le manifestazioni possono essere segnate dalla contingenza storica ma la sostanza no. Il regno di Dio patisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Che significa questa frase? San Paolo dice che combatte e nella prima lettera ai Corinzi si legge al capitolo 9:
"..23Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.24Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! 25Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre. 26Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; 27anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato.." san Paolo
Quindi san Paolo ha un sacco davanti e non sta dando cazzotti al vento. Che significano queste espressioni? Oggi parleremo dell' Ascetica, cioè esercizio ed allenamento, qua bisogna vincere e tirare cazzotti mirati per mettere ko i nemici. L'ascetica è quella parte di spiritualità che afferma che per diventare santi dobbiamo imparare ad affrontare il combattimento spirituale contro i nemici dell'anima che sono la carne, il mondo e il demonio. Dobbiamo lavorare aiutati dalla grazia di Dio e dalla preghiera - senza di essi non ce la si può fare - e riconoscere i miei vizi e le cattive inclinazioni e devo aver la pazienza e voglia di combatterla. Quindi la violenza la usiamo contro di noi stessi per dire no alle tentazioni, di dire di no al mondo e allo spirito del mondo. Non c'è santità senza percorrere un'adeguato cammino ascetico. Il don cercherà di tratteggiare - ci sono alcuni libri in giro che aiutano in modo più profondo - e darà una sintesi. Le catechesi sono degli imput, sono delle provocazioni, che poi vanno approfondite a livello personale.
Hai scoperto che temperamento hai? Il temperamento non si può cambiare ma dev'essere oggetto di ascesi, gli aspetti positivi del tuo temperamento li devi valorizzare per il bene e quelli cattivi li devi lavorare. Un temperamento collerico che è superbo ed iroso, deve giungere ad un grando di umiltà e sufficente non può rimanere allo stato brado. Un temperamento nervoso e malinconico e non la smette di piangersi addosso e di vedere sempre il mondo nero e in congiura contro di lui, santa quella persona non diventerà mai. La lotta contro noi stessi altro che pugilato è impegnativa. Quindi abbiamo i difetti temperamentali. Sant'Ignazio di Loyola dice che una persona inizia a camminare veramente sulla santità quando inizia a fare dei passi sul difetto predominante, può essere utile (il don suggerisce non sono dogmi di fede) l'esame particolare. Devo prendere di petto un mio difetto? Sono irascibile, prima di andare a dormire vedi le situazioni ti sei arrabbiato, quanto e cosa hai fatto? Ti arrabbi senza mandare a quel paese senza mandare a quel paese nessuno? Non basta un proposito generico. Occorre elaborare una strategia, il don non conosce la ricetta d hoc, si sono dei mezzi. Per esempio il don cita una persona che li chiede aiuto per vincere la sua superbia... ricette già fatte non ce ne sono, ma punto primo (suggerisce il don) prenditi tutte le umiliazioni che ti manda Nostro Signore, per un superbo umiliarsi può diventare una forma di superbia (guardate come sono umile) - il superbo quando ascolta un discorso tende ad interrompere (il don non può fare esempi per tutti i vizi), quindi il consiglio è: non interrompere, ascolta fino alla fine; parla pacatamente, non dire la tua opinione se non sei interrogato o se non è necessario, non parlare di tè stesso, non dire le cose belle che hai ed evita. Ciò che il don fa è L'agire contrario, cioè avere dei comportamenti opposti rispetto a quello che si sente inclinato dalla passione e dal difetto. L'atto di volontà di un superbo che decide di non interrompere il discorso per umiliarsi è reso possibile dalla grazia di Dio (ed ecco perchè bisogna pregare e stare in grazia di Dio) - ma anche dal fatto che se tu hai però hai acquisito che sei un temperamento collerico e quindi superbo. Vale per tutti i nostri vizi e cattive tendenze. Il percorso che abbiamo fatto dovrebbe aiutarci. Sei capace di scrivere un quaderno i difetti che hai? Se qualcuno volesse farsi male, ricordate il discorso sull'io cieco? Chi vede bene i miei difetti? Gli altri. Tu metti su un foglio (se ti vuoi far male) i tuoi difetti in ordine gerarchico ma devi esserne convinto dopodichè devi - se hai coraggio - il cammino ascetico comporta anche la mortificazione e la penitenza - Gesù chiede di rinnegare sè stessi e di seguire Gesù - prendi le persone che ti conoscono: tua moglie, marito, padre, madre, figlio, ecc... e poi gli chiedi: in foglio anonimo mi puoi scrivere secondo te quali sono i miei difetti principali? Poi li confronti con il foglio che hai scritto tu, così capisci bene su cosa devi lavorare e capisci bene il tasso d'incidenza del tuo io cieco. Perchè se tu hai scritto che il tuo difetto principale è la gola e quelli scrivono all'unanimità che è l'ira....come facciamo diventare meno ciechi? Formazione, preghiera, ascoltare ciò che ci viene detto dal prossimo...incremento delle virtù. Potenzia gli atti positivi del tuo temperamento. Gesù e la Madonna avevano le passioni tutte e quante. Di per sè sono neutre dice San Tommaso d'Aquino diventano buone o cattive su come le agiamo. Gesù nel tempio ha dimostrato un'uso retto della passione dell'ira trasformando l'ira in una risorsa che si chiama zelo. Questa cosa è molto difficilissima da fare. Gesù era Dio e ha potuto farlo senza problemi. Sei capace di scrivere i tuoi pregi. Non è umiltà gettarsi fango completamente addosso.
In molti dicono al don che ha un dono nel parlare e a far capire agli altri anche se si tratta di gente poco acculturata. Se lui dicesse: non sono capace di parlare e se ne stesse zitto, non sarebbe umiltà ma falsità. I doni che abbiamo, non dobbiamo appropriarcene ma dobbiamo dire mi sembra di avere questo dono (e dovremo chiedere aiuto al Signore). Poi dovremmo dire alle persone che sono più strette tra noi e dire: mi dici 7 cose che funzionano bene. Quali sono le virtù e in che ordine stanno? Con il Battesimo Fede, Speranza e Carità sono già infuse e tutti quanti ne portiamo gli abiti ma vengono infuse le varie virtù (le 4 Cardinali da cui tutte le altre virtù si riconducono a loro). La Carità è quella virtù che ci fa amare Dio con tutto noi stessi e il prossimo come noi stessi. Amo poco Dio? Cerca di conoscere più Dio attraverso le catechesi e attraverso la preghiera, buona lettura, ecc.. - amare il prossimo, lo si ama perchè è stato Creato da Dio, è a sua immagine e Dio vuole che sia amato così lo ama LUi. La speranza è quella virtù che ci fa camminare sulla terra ma con lo sguardo fissato al Cielo. Domanda: chi ha una grande speranza non ha paura della morte, ma attende tutti i santi giorni la vita eterna. Il male assoluto è la morte fisica? Il male assoluto è morire non in grazia di Dio, la Speranza è quella cosa che ti fa attraversare momenti difficili con la certzza che Dio non ci abbandona e ci tirerà fuori da qualsiasi situazione a condizione che combattiamo la buona battaglia della fede. La fede è la prima delle virtù teologali. La fede e la speranza possono stare senza la Carità? Sì; la Carità può stare senza la Speranza e la Fede? No. La Speranza ci dà la possibilità di dare a Dio carta bianca. La prudenza, San Tommaso d'Aquino la descrive con la retta ragione delle cose da farsi, cioè capire qual'è la cosa giusta in ogni circostanza concreta. Quando capitano le situazioni difficili tipo lockdown, epidemia...chi lo dedice che è una cosa giusta? L'opinione pubblica? La Maggioranza? Dio, la sua Legge? La coscienza? La prudenza è una grande virtù, san Tommaso d'Aquino la chiama la regina delle virtù morali perchè se non hai quella tu non hai nessuna virtù perchè non capisci cosa sia giusto da farsi e cosa non lo sia. La Giustizia consiste nel dare a Dio ciò che è di Dio e al prossimo ciò che è del prossimo e me stesso cosa è di me stesso. La fortezza, la forza di affrontare le peggiori prove per amore di Dio, per la sua Legge e al Bene e i valori non si barattano. Pensiamo ai martiri dei primi secoli: tu sei cristiano, ti porto davanti alla statua di Giove e ti metto la navicella con il cucchiaino d'incenso dentro il carbone alla statua di Giove te ne vai a casa altrimenti vai al Colosseo dove ci sono i leoni. Cosa hanno fatto? - La Temperanza. Un'atleta dev'essere temperante in tutto. La mortificazione e la sobrietà fa parte della temperanza, la rinuncia ai piacieri del mondo,la modestia, ecc.. queste virtù dobbiamo conoscerle e fuggire i vizi opposti.
E' necessario - per un cammino di santificazione - praticare un certo stile di vita penitenziale. Oltre che ad imparare bene il sacramento della Penitenza bisogna anche fare penitenza ciò che che la Chiesa ci fa vivere durante la Quaresima. Le opere penitenziali per antonomasia sono il digiuno, elemosina e preghiera. Il digiuno è una forma di mortificazione diretta e frontale del nostro corpo diretta a combattere il vizio della gola, dal digiuno si comprende la mortificazione dei 5 sensi (udito, olfatto, tatto, vista..), sarebbe utile leggersi le vite dei Santi e prudentemente se si inizia a maturare lo spirito di penitenza comprendere il valore di questi atti. Noi non ci distaccheremo dallo spirito del mondo se non impararemo a dirci alcuni no. Le opere di penitenza corporale di cui il digiuno è l'emblema sono cose importanti più di quanto uno pensa. Oggi sta in giro la fissazione per la linea, essere statuari, magri, ecc... per fare una cosa del genere uno deve fare una vita molto sacrificata e per quale fine? Piacere e poter godere, se piace godrà. Quindi uno può decidere di diventare obeso perchè non vuole piacere al prossimo, ma obesi non si diventa a meno che non ci siano problematiche particolari se uno non ha fatto una montagna peccati di gola. Si mangia per vivere e non si vive per mangiare - non è il motto dell'avaro di Moliere - per noi cristiani è vero per altri motivi: secondo noi Gesù e Maria com'erano? Quanto pesavano? Sicuramente Gesù e Maria mangiavano per vivere e al corpo va dato quello che è strettamente necessario non troppo di più, questo dobbiamo mettercelo bene in testa. Perchè a causa della condizione dopo peccato originale, (ecco a cosa serve l'ascesi, se tu il corpo lo lasci a briglia libera non si regola. Non è detto che tu per diventare santo debba togliere la tv del tutto ma regolarla sì. Regolare sia la quantità e qualità di ciò che vedi. Mortificazione della vista. Perchè se uno non sta attento diventa un drogato per tutte le cose sensibili. L'alcolizzato è una persona che non nasce così ma se tu non moderi commetti degli eccessi. Mortificazione dei sensi. In alcuni casi diventa una mortificazione dei sensi. Una delle aree problematiche con la crisi del Sacramento della Penitenza diventa la soddisfazione Sacramentale che dovrebbe essere secondo la disciplina dogmatica della Chiesa proporzionata al numero e gravità colpe commesse - oggi succede che c'è un pentito che vuole cambiare vita ma tu capisci (il don parla per esperienza) è talmente lontano non sarebbe in grado di sostenere una penitenza troppo grande. Tocca al Sacerdote calibrare bene la penitenza sperando che lo Spirito Santo lo aiuti e guidi a fare di più.
L'elemosina, oltre che a coprire una moltitudine di peccati, ricordatevi che i soldi sono una brutta bestia. Gesù dice che non potete servire Dio o la ricchezza. Non dobbiamo essere tutti accattoni, ma nessuno stia tranquillo su questo argomento. E dobbiamo esaminarci, è una cosa molto pericolosa. Quanti soldi ti sono passati per le mani fino ad oggi? E che cosa ne hai fatto? L'unico modo per portarmi un pò di soldi nell'aldilà è togliere soldi dal mio conto in banca e consegnarli ad un povero, ma quei soldi sono stati ipso facto depositati nella Banca del Cielo attraverso quel povero. Quanti soldi abbiamo messo nel conto corrente celeste? (e questo vale dall'offerta ai poveri, ai soldi per le messe, per i defunti ecc...). Supponiamo che mi siano passati 100.000 euro, quanti ne ho messi nel salvadanaio del Cielo? Se fossero 50€ sarebbe un pò poco, a chiacchere siamo tutti quanti santi ma poi bisogna provarci. Penitenza per la riparazione dei peccati commessi. Molto importante, noi non dobbiamo fare le cose per essere visti dalle persone ci dice Gesù nel Vangelo, però dobbiamo essere consapevoli che quello che facciamo dà il buon esempio o scandalizza.
Come stiamo vestiti? Vale sia per uomini e donne. L'esterno non va sopravvalutato. I gestacci noi figli di Dio non li facciamo, il gesto dell'ombrello non lo facciamo, il dito medio alzato non lo facciamo, le corna non le facciamo perchè non sono gesti da Figli di Dio. I nostri gesti esterni di fronte a Dio, quando una persona inizia ad interiorizzare certe cose una persona inizia a stare davanti a Dio in ginocchio e fino a quando non viene la santità è lontana. Oggi non è possibile neanche pensare ad un discorso con la santificazione se non si pensa al proprio look: come ti vesti? Come si sistemi? Noi facciamo una serie di cose in automatico che si imparano da giovani e vanno avanti, ma quando uno intraprende un cammino di santità uno lo sceglie perchè ha un signficato. Quando Maria di Magdala ha cambiato vita (scritti di Maria Valtorta) e quando si è convertita ha cambiato modo di vestirsi. Le coscienze aperte che vogliono conoscere la Volontà di Dio....il don sa di alcune persone che per il desiderio grande - il don parla con le persone - ci sono persone che si sentono a disagio a stare al mare in un certo modo...non chiudere la voce della coscienza, ma ascolta. La volontà umana cerca di soffocare la coscienza. Sei sposata? Se vuoi piacere a tuo marito allora sì - certo sempre coscienza e stà attenta alla vanità - per rimanere nella Volontà di Dio e con l'intenzione di fare contento tuo marito o se si è in cerca di marito di vestirsi in modo presentabile. Il don conosce persone che da sole sono arrivate ad interiorizzare alcune cose che hanno trovato soluzioni spettacolari per garantire la modestia senza cadere nel ridicolo. La santità è una scelta che si deve fare, non c'è un problema a cui non ci sia soluzione bisogna vedere se tu la vuoi trovare la soluzione, i nostri atteggiamenti esterni sono quello che le persone vedono di noi - non la cosa più importante - ma l'esterno parla.
Una persona non sa se preghi tanto o fai penitenze, ti vedi in quel momento e se in quel momento sei scontroso, iracondo, burbero ecc... quella persona si porterà dietro per tutta la sua vita quell'immagine. L'esterno come condiziona. Noi ci relazioniamo attraverso l'esterno. Il nostro esterno può scandalizzare o edificare. Uno non può dire quello va in Chiesa ma poi si comporta così, è vero che alcune volte sono calunnie, fango che ci viene buttato addosso da chi in Chiesa non ci va e deve sciaquarsi la coscienza..però è vero anche a volte che ci sono delle cose oggettive. Pensiamo ad un prete che dica le parolaccie, se il don dicesse le parolaccie i ragazzini le ripeterebbero anche loro (e lo stesso vale per i genitori). I nostri comportamenti esterni danno testimonianza o distruggono. Oltre alla cura dell'interiore c'è la cura dell'esteriore non come i farisei. E noi dobbiamo edificare il prossimo e non scandalizzare.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
Stiamo vedendo come la santità è il cammino della felicità; l'importanza dell'uso dei Sacramenti, dell'avere un piano di vita serio ed equilibrato ed impegnativo, l'importanza della preghiera, l'importanza della direzione spirituale sia per il don che per chi la fa (catechesi precedente). Oggi completiamo il discorso perchè abbiamo dei passi del Vangelo che ci parlano della Santità tradizionale, che consiste nell'imparare a fare ciò che Dio vuole. Per esempio non chi dice Signore Signore ma chi fa la Volontà di Dio entrerà nel Regno dei Cieli. I Sacramenti sono dei mezzi, non un fine, per compiere le opere di santità, c'è una forma di alienazione religiosa che fa consistere la santità nelle pratiche sacramentali e di preghiera ma tutto deve concorrere alla nostra vita di fede. Al fine della Messa si dovrebbe dire: è finita la celebrazione Sacramentale perchè tu diventi un'altro Cristo. Finisce la celebrazione ma poi inizia la Messa vita.
Oggi dobbiamo trattare di argomenti un pò difficolti per oggi ma dobbiamo pensare che ciò che era vero per i nostri padri, è vero anche oggi. Ciò che i grandi maestri di spirito hanno insegnato - magari qualcosa risente delle circostanze contingenti - ha un valore universale. Se San Francesco d'Assisi facesse oggi i suoi comportamenti di un tempo sarebbe stato ricoverato al TSO perchè in un contesto come il nostro estraneo alla religione sarebbe stato visto come un matto. Le manifestazioni possono essere segnate dalla contingenza storica ma la sostanza no. Il regno di Dio patisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Che significa questa frase? San Paolo dice che combatte e nella prima lettera ai Corinzi si legge al capitolo 9:
"..23Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.24Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! 25Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre. 26Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; 27anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato.." san Paolo
Quindi san Paolo ha un sacco davanti e non sta dando cazzotti al vento. Che significano queste espressioni? Oggi parleremo dell' Ascetica, cioè esercizio ed allenamento, qua bisogna vincere e tirare cazzotti mirati per mettere ko i nemici. L'ascetica è quella parte di spiritualità che afferma che per diventare santi dobbiamo imparare ad affrontare il combattimento spirituale contro i nemici dell'anima che sono la carne, il mondo e il demonio. Dobbiamo lavorare aiutati dalla grazia di Dio e dalla preghiera - senza di essi non ce la si può fare - e riconoscere i miei vizi e le cattive inclinazioni e devo aver la pazienza e voglia di combatterla. Quindi la violenza la usiamo contro di noi stessi per dire no alle tentazioni, di dire di no al mondo e allo spirito del mondo. Non c'è santità senza percorrere un'adeguato cammino ascetico. Il don cercherà di tratteggiare - ci sono alcuni libri in giro che aiutano in modo più profondo - e darà una sintesi. Le catechesi sono degli imput, sono delle provocazioni, che poi vanno approfondite a livello personale.
Hai scoperto che temperamento hai? Il temperamento non si può cambiare ma dev'essere oggetto di ascesi, gli aspetti positivi del tuo temperamento li devi valorizzare per il bene e quelli cattivi li devi lavorare. Un temperamento collerico che è superbo ed iroso, deve giungere ad un grando di umiltà e sufficente non può rimanere allo stato brado. Un temperamento nervoso e malinconico e non la smette di piangersi addosso e di vedere sempre il mondo nero e in congiura contro di lui, santa quella persona non diventerà mai. La lotta contro noi stessi altro che pugilato è impegnativa. Quindi abbiamo i difetti temperamentali. Sant'Ignazio di Loyola dice che una persona inizia a camminare veramente sulla santità quando inizia a fare dei passi sul difetto predominante, può essere utile (il don suggerisce non sono dogmi di fede) l'esame particolare. Devo prendere di petto un mio difetto? Sono irascibile, prima di andare a dormire vedi le situazioni ti sei arrabbiato, quanto e cosa hai fatto? Ti arrabbi senza mandare a quel paese senza mandare a quel paese nessuno? Non basta un proposito generico. Occorre elaborare una strategia, il don non conosce la ricetta d hoc, si sono dei mezzi. Per esempio il don cita una persona che li chiede aiuto per vincere la sua superbia... ricette già fatte non ce ne sono, ma punto primo (suggerisce il don) prenditi tutte le umiliazioni che ti manda Nostro Signore, per un superbo umiliarsi può diventare una forma di superbia (guardate come sono umile) - il superbo quando ascolta un discorso tende ad interrompere (il don non può fare esempi per tutti i vizi), quindi il consiglio è: non interrompere, ascolta fino alla fine; parla pacatamente, non dire la tua opinione se non sei interrogato o se non è necessario, non parlare di tè stesso, non dire le cose belle che hai ed evita. Ciò che il don fa è L'agire contrario, cioè avere dei comportamenti opposti rispetto a quello che si sente inclinato dalla passione e dal difetto. L'atto di volontà di un superbo che decide di non interrompere il discorso per umiliarsi è reso possibile dalla grazia di Dio (ed ecco perchè bisogna pregare e stare in grazia di Dio) - ma anche dal fatto che se tu hai però hai acquisito che sei un temperamento collerico e quindi superbo. Vale per tutti i nostri vizi e cattive tendenze. Il percorso che abbiamo fatto dovrebbe aiutarci. Sei capace di scrivere un quaderno i difetti che hai? Se qualcuno volesse farsi male, ricordate il discorso sull'io cieco? Chi vede bene i miei difetti? Gli altri. Tu metti su un foglio (se ti vuoi far male) i tuoi difetti in ordine gerarchico ma devi esserne convinto dopodichè devi - se hai coraggio - il cammino ascetico comporta anche la mortificazione e la penitenza - Gesù chiede di rinnegare sè stessi e di seguire Gesù - prendi le persone che ti conoscono: tua moglie, marito, padre, madre, figlio, ecc... e poi gli chiedi: in foglio anonimo mi puoi scrivere secondo te quali sono i miei difetti principali? Poi li confronti con il foglio che hai scritto tu, così capisci bene su cosa devi lavorare e capisci bene il tasso d'incidenza del tuo io cieco. Perchè se tu hai scritto che il tuo difetto principale è la gola e quelli scrivono all'unanimità che è l'ira....come facciamo diventare meno ciechi? Formazione, preghiera, ascoltare ciò che ci viene detto dal prossimo...incremento delle virtù. Potenzia gli atti positivi del tuo temperamento. Gesù e la Madonna avevano le passioni tutte e quante. Di per sè sono neutre dice San Tommaso d'Aquino diventano buone o cattive su come le agiamo. Gesù nel tempio ha dimostrato un'uso retto della passione dell'ira trasformando l'ira in una risorsa che si chiama zelo. Questa cosa è molto difficilissima da fare. Gesù era Dio e ha potuto farlo senza problemi. Sei capace di scrivere i tuoi pregi. Non è umiltà gettarsi fango completamente addosso.
In molti dicono al don che ha un dono nel parlare e a far capire agli altri anche se si tratta di gente poco acculturata. Se lui dicesse: non sono capace di parlare e se ne stesse zitto, non sarebbe umiltà ma falsità. I doni che abbiamo, non dobbiamo appropriarcene ma dobbiamo dire mi sembra di avere questo dono (e dovremo chiedere aiuto al Signore). Poi dovremmo dire alle persone che sono più strette tra noi e dire: mi dici 7 cose che funzionano bene. Quali sono le virtù e in che ordine stanno? Con il Battesimo Fede, Speranza e Carità sono già infuse e tutti quanti ne portiamo gli abiti ma vengono infuse le varie virtù (le 4 Cardinali da cui tutte le altre virtù si riconducono a loro). La Carità è quella virtù che ci fa amare Dio con tutto noi stessi e il prossimo come noi stessi. Amo poco Dio? Cerca di conoscere più Dio attraverso le catechesi e attraverso la preghiera, buona lettura, ecc.. - amare il prossimo, lo si ama perchè è stato Creato da Dio, è a sua immagine e Dio vuole che sia amato così lo ama LUi. La speranza è quella virtù che ci fa camminare sulla terra ma con lo sguardo fissato al Cielo. Domanda: chi ha una grande speranza non ha paura della morte, ma attende tutti i santi giorni la vita eterna. Il male assoluto è la morte fisica? Il male assoluto è morire non in grazia di Dio, la Speranza è quella cosa che ti fa attraversare momenti difficili con la certzza che Dio non ci abbandona e ci tirerà fuori da qualsiasi situazione a condizione che combattiamo la buona battaglia della fede. La fede è la prima delle virtù teologali. La fede e la speranza possono stare senza la Carità? Sì; la Carità può stare senza la Speranza e la Fede? No. La Speranza ci dà la possibilità di dare a Dio carta bianca. La prudenza, San Tommaso d'Aquino la descrive con la retta ragione delle cose da farsi, cioè capire qual'è la cosa giusta in ogni circostanza concreta. Quando capitano le situazioni difficili tipo lockdown, epidemia...chi lo dedice che è una cosa giusta? L'opinione pubblica? La Maggioranza? Dio, la sua Legge? La coscienza? La prudenza è una grande virtù, san Tommaso d'Aquino la chiama la regina delle virtù morali perchè se non hai quella tu non hai nessuna virtù perchè non capisci cosa sia giusto da farsi e cosa non lo sia. La Giustizia consiste nel dare a Dio ciò che è di Dio e al prossimo ciò che è del prossimo e me stesso cosa è di me stesso. La fortezza, la forza di affrontare le peggiori prove per amore di Dio, per la sua Legge e al Bene e i valori non si barattano. Pensiamo ai martiri dei primi secoli: tu sei cristiano, ti porto davanti alla statua di Giove e ti metto la navicella con il cucchiaino d'incenso dentro il carbone alla statua di Giove te ne vai a casa altrimenti vai al Colosseo dove ci sono i leoni. Cosa hanno fatto? - La Temperanza. Un'atleta dev'essere temperante in tutto. La mortificazione e la sobrietà fa parte della temperanza, la rinuncia ai piacieri del mondo,la modestia, ecc.. queste virtù dobbiamo conoscerle e fuggire i vizi opposti.
E' necessario - per un cammino di santificazione - praticare un certo stile di vita penitenziale. Oltre che ad imparare bene il sacramento della Penitenza bisogna anche fare penitenza ciò che che la Chiesa ci fa vivere durante la Quaresima. Le opere penitenziali per antonomasia sono il digiuno, elemosina e preghiera. Il digiuno è una forma di mortificazione diretta e frontale del nostro corpo diretta a combattere il vizio della gola, dal digiuno si comprende la mortificazione dei 5 sensi (udito, olfatto, tatto, vista..), sarebbe utile leggersi le vite dei Santi e prudentemente se si inizia a maturare lo spirito di penitenza comprendere il valore di questi atti. Noi non ci distaccheremo dallo spirito del mondo se non impararemo a dirci alcuni no. Le opere di penitenza corporale di cui il digiuno è l'emblema sono cose importanti più di quanto uno pensa. Oggi sta in giro la fissazione per la linea, essere statuari, magri, ecc... per fare una cosa del genere uno deve fare una vita molto sacrificata e per quale fine? Piacere e poter godere, se piace godrà. Quindi uno può decidere di diventare obeso perchè non vuole piacere al prossimo, ma obesi non si diventa a meno che non ci siano problematiche particolari se uno non ha fatto una montagna peccati di gola. Si mangia per vivere e non si vive per mangiare - non è il motto dell'avaro di Moliere - per noi cristiani è vero per altri motivi: secondo noi Gesù e Maria com'erano? Quanto pesavano? Sicuramente Gesù e Maria mangiavano per vivere e al corpo va dato quello che è strettamente necessario non troppo di più, questo dobbiamo mettercelo bene in testa. Perchè a causa della condizione dopo peccato originale, (ecco a cosa serve l'ascesi, se tu il corpo lo lasci a briglia libera non si regola. Non è detto che tu per diventare santo debba togliere la tv del tutto ma regolarla sì. Regolare sia la quantità e qualità di ciò che vedi. Mortificazione della vista. Perchè se uno non sta attento diventa un drogato per tutte le cose sensibili. L'alcolizzato è una persona che non nasce così ma se tu non moderi commetti degli eccessi. Mortificazione dei sensi. In alcuni casi diventa una mortificazione dei sensi. Una delle aree problematiche con la crisi del Sacramento della Penitenza diventa la soddisfazione Sacramentale che dovrebbe essere secondo la disciplina dogmatica della Chiesa proporzionata al numero e gravità colpe commesse - oggi succede che c'è un pentito che vuole cambiare vita ma tu capisci (il don parla per esperienza) è talmente lontano non sarebbe in grado di sostenere una penitenza troppo grande. Tocca al Sacerdote calibrare bene la penitenza sperando che lo Spirito Santo lo aiuti e guidi a fare di più.
L'elemosina, oltre che a coprire una moltitudine di peccati, ricordatevi che i soldi sono una brutta bestia. Gesù dice che non potete servire Dio o la ricchezza. Non dobbiamo essere tutti accattoni, ma nessuno stia tranquillo su questo argomento. E dobbiamo esaminarci, è una cosa molto pericolosa. Quanti soldi ti sono passati per le mani fino ad oggi? E che cosa ne hai fatto? L'unico modo per portarmi un pò di soldi nell'aldilà è togliere soldi dal mio conto in banca e consegnarli ad un povero, ma quei soldi sono stati ipso facto depositati nella Banca del Cielo attraverso quel povero. Quanti soldi abbiamo messo nel conto corrente celeste? (e questo vale dall'offerta ai poveri, ai soldi per le messe, per i defunti ecc...). Supponiamo che mi siano passati 100.000 euro, quanti ne ho messi nel salvadanaio del Cielo? Se fossero 50€ sarebbe un pò poco, a chiacchere siamo tutti quanti santi ma poi bisogna provarci. Penitenza per la riparazione dei peccati commessi. Molto importante, noi non dobbiamo fare le cose per essere visti dalle persone ci dice Gesù nel Vangelo, però dobbiamo essere consapevoli che quello che facciamo dà il buon esempio o scandalizza.
Come stiamo vestiti? Vale sia per uomini e donne. L'esterno non va sopravvalutato. I gestacci noi figli di Dio non li facciamo, il gesto dell'ombrello non lo facciamo, il dito medio alzato non lo facciamo, le corna non le facciamo perchè non sono gesti da Figli di Dio. I nostri gesti esterni di fronte a Dio, quando una persona inizia ad interiorizzare certe cose una persona inizia a stare davanti a Dio in ginocchio e fino a quando non viene la santità è lontana. Oggi non è possibile neanche pensare ad un discorso con la santificazione se non si pensa al proprio look: come ti vesti? Come si sistemi? Noi facciamo una serie di cose in automatico che si imparano da giovani e vanno avanti, ma quando uno intraprende un cammino di santità uno lo sceglie perchè ha un signficato. Quando Maria di Magdala ha cambiato vita (scritti di Maria Valtorta) e quando si è convertita ha cambiato modo di vestirsi. Le coscienze aperte che vogliono conoscere la Volontà di Dio....il don sa di alcune persone che per il desiderio grande - il don parla con le persone - ci sono persone che si sentono a disagio a stare al mare in un certo modo...non chiudere la voce della coscienza, ma ascolta. La volontà umana cerca di soffocare la coscienza. Sei sposata? Se vuoi piacere a tuo marito allora sì - certo sempre coscienza e stà attenta alla vanità - per rimanere nella Volontà di Dio e con l'intenzione di fare contento tuo marito o se si è in cerca di marito di vestirsi in modo presentabile. Il don conosce persone che da sole sono arrivate ad interiorizzare alcune cose che hanno trovato soluzioni spettacolari per garantire la modestia senza cadere nel ridicolo. La santità è una scelta che si deve fare, non c'è un problema a cui non ci sia soluzione bisogna vedere se tu la vuoi trovare la soluzione, i nostri atteggiamenti esterni sono quello che le persone vedono di noi - non la cosa più importante - ma l'esterno parla.
Una persona non sa se preghi tanto o fai penitenze, ti vedi in quel momento e se in quel momento sei scontroso, iracondo, burbero ecc... quella persona si porterà dietro per tutta la sua vita quell'immagine. L'esterno come condiziona. Noi ci relazioniamo attraverso l'esterno. Il nostro esterno può scandalizzare o edificare. Uno non può dire quello va in Chiesa ma poi si comporta così, è vero che alcune volte sono calunnie, fango che ci viene buttato addosso da chi in Chiesa non ci va e deve sciaquarsi la coscienza..però è vero anche a volte che ci sono delle cose oggettive. Pensiamo ad un prete che dica le parolaccie, se il don dicesse le parolaccie i ragazzini le ripeterebbero anche loro (e lo stesso vale per i genitori). I nostri comportamenti esterni danno testimonianza o distruggono. Oltre alla cura dell'interiore c'è la cura dell'esteriore non come i farisei. E noi dobbiamo edificare il prossimo e non scandalizzare.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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