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Prepararsi ad una buona morte

Il sacramento dell'unzione, il viatico, l'indulgenza plenaria in articulo mortis, la raccomandazione dei moribondi. Importanza della preparazione prossima all'incontro con sorella morte corporale. La benedizione della salma, la preghiera per il defunto e le esequie. Cenni sulla cremazione. Ciclo di catechesi la sana dottrina cattolica, quarantunesima puntata, Lunedì 13 Settembre 2021

Come ci si prepara ad una buona morte? La nostra vita terrena è un cammino verso la Patria e l'incontro verso il Signore da preprare giorno per giorno perchè si muore come si è vissuti, e quindi prepariamoci con una vita di santità e certamente quando si approssima l'appuntamento con la morte sorella corporale c'è l'Eucarestia, l'ultima comunione assume una connotazione ben specifica e oltre ai sacramenti c'è un'azione ecclesiale che era la raccomandazione dei fedeli moribondi a Dio. Dopo i sacramenti ultimi, c'è questa bellissima preghiera e ci sarebbe un'ulteriore corredo da fornire ai defunti di tipo devozionale che è la coroncina della Divina Misericordia che il Signore ha raccomandato per ottenere la grazia in punto di morte per i moribondi e peccatori. Non dobbiamo essere sciocchi perchè oggi c'è un'opinione diffusa a livello implicito che dice che dopo la morte o non c'è più nulla o vanno tutti in Paradiso, questa posizione è ereticale; per secoli i Santi ci hanno insegnato che il momento della morte è un momento serio, solenne, impegnativo e pericoloso nel senso che si legge la vita dei Santi ecc... sono sempre stati concordi che al momento della morte si concentrano gli attacchi dei demoni per fare in modo di portarsi quell'anima all'inferno perchè è l'ultima chanche. Se l'anima non sta in grazia, saranno attacchi per impedirle di pentirsi, di fare almeno quell'atto estremo che la salvi per Divina Misericordia o se l'anima è in grazia di fargli fare qualche peccato, es: di pensare che Dio non ci abbia perdonato o peccati di mancanza di fede ecc... / di questo occorre prenderne atto così bisogna prendere atto che la vita, in particolare quella cristiana è una cosa bella ma una cosa seria. Le scelte che ogni giorno sulle quali costruiamo la nostra esistenza, non è la stessa cosa orientarsi in un modo o in un'altro, non è la stessa cosa commettere un peccato mortale o non farlo, non è la stessa cosa non aver mai commesso certi peccati o averli fatti, non è la stessa cosa dinnanzi a scelte delicate di vita fare una cosa o la sua opposta; perchè quando ci sono due cose sovente accade che una è giusta e l'altra è sbagliata. Altro è fare la cosa giusta e l'altro è fare la cosa sbagliata. Non cadiamo in una visione ingenua, falsa ed edulcurata sia della vita che della morte. La vita è meravigliosa ma è anche una realtà seria, la vita ci è data da Dio per raggiungere attraverso l'esercizio delle virtù quanto meno la salvezza e possibilmente la santità. Ma questa cosa (la salvezza) non è scontata. Non è detto che ti conservi la fede fino all'ultimo, Padre Pio pregava il Signore ogni giorno di riuscire a perseverare. Noi dobbiamo, sempre alla scuola di chi ne sa più di noi, il don è preoccupato ed esterefatto dell'oblio dell'uomo contemporaneo anche da parte di alcune persone di Chiesa degli insegnamenti della Chiesa e dei Santi. Non possiamo mettere tutto nel dimenticatoio pensando che siano cose di altri tempi. Se uno legge le biografie dei Santi si mette sotto terra, non è umiltà ma è essere realistici: è gente che sta su un'altro pianeta (per le cose che hanno fatto). Come si fa di fronte all'autorevolezza di questi giganti ad infischiarsene di ciò che hanno detto?

Premesso quello che ci siamo detti la volta scorsa (che la morte non è per noi Figli di Dio uno spauracchio, che si muore così come si è vissuti, che c'è una preparazione remota alla morte e prossima, l'arco della giornata sintetizza in piccole nuce quella che è l'esistenza umana - apriamo gli occhi e poi ci addormentiamo. Abbiamo aperto gli occhi a questo giorno e arriverà il giorno in cui li chiuderemo. Le preghiere del mattino e della sera si devono fare tutti i santi giorni perchè non è la stessa cosa fare per prima cosa consacrare la giornata a Dio e non andare a gironzolare e fare la colazione ecc...., tu ti svegli ed immediatamente offri la giornata al Signore. E' un gesto dal significato dal valore simbolico altissimo: io (rivolto al Signore) non faccio nulla se prima non ti ho affidato la giornata e chiesto la tua protezione. Per noi ogni giornata dovrebbe essere una grande giornata in cui siamo cresciuti in santità e grazia e poi le preghiere della sera e l'esame di coscienza per ricordarci che se il Signore mi chiamasse stanotte? Se fosse l'ultimo sonno, sarei pronto ad andare incontro a Dio? Vado a dormire in grazia di Dio? Il don si chiede come le persone che non sono in grazia di Dio a non preoccuparsi, perchè la morte non è che ci bussa ma ci coglie all'improvviso. Una volta c'era la preghiera di salvarci dalla morte improvvisa e oggi se qualcuno muore all'improvviso la gente dice: beato lui che non se ne è neanche accorto. Siamo sicuri? Beato lui se ha fatto una vita santa ed era pronto e non aveva nessun peccato grave non confessato; ma beato lui di solito si potrebbe dire verso chi si è preparato alla morte. Se si soffre un pò prima della morte non è che sia una grande disgrazia. Attenzione a come noi ci relazioniamo con la sofferenza e con la morte perchè qua ci giochiamo la nostra fede. In un'episodio del Vangelo (e nell'omelia) il don dice che prima San Pietro riconosce Gesù come Messia e si becca i complimenti di Gesù e poi dopo gli parla di croce e san Pietro si becca il primo rimprovero di Gesù e poi Gesù dice: chi vorrà salvare la propria vita la perderà e chi la perderà per Me la troverà. La croce e la morte sono discorsi che Gesù ha fatto apertamente per la prima volta proprio quando davanti a tutti è stato proclamato come Messia. Gesù sta di fatto portanto un capovolgimento di mentalità, ciò che l'uomo che considera il male assoluto e fugge terrorizzato (malattia e la morte) per i discepoli di Gesù non sono affatto mali assoluti da evitare. Noi dobbiamo scappare dal peccato e la disgrazia non è essere più in comunione con Gesù; non ci stanno altre disgrazie. Non è quando che c'è la salute c'è tutto e/o quando c'è l'amore c'è tutto. Ma dovremmo dire quando c'è la Fede vera (e le virtù cristiane) c'è tutto. Premesso ciò c'è anche la preparazione prossima.

Il sacramento dell'Unzione non si dà a ridosso della morte ma si può dare in presenza di una malattia grave e alla vigilia di un'intervento chirurgico (serio), ci vuole una malattia seria o se una persona inizia a diventare molto anziana può ricevere questo sacramento nella forma prima ed ordinaria cioè si dà il sacramento dell'unzione, si fa la confessione sacramentale e si fa la comunione ordinaria. Questo è il rito ordinario.

Il rito continuo con il Viatico, si danno i sacramenti quando è fondato e reale il pericolo di morte e la persona è cosciente e sta in condizione di assumere l'ostia anche un frammento piccolo; è in condizione di confessari. In questa forma ci sono delle caratterische che non ci sono nella forma ordinaria: dopo la confessione del moribondo, il sacerdote ha la facoltà di poter amministrare dalla Sede Apostolica, un'indulgenza plenaria in articulo mortis. Se il moribondo che si è confessato se ha il distacco dall'effetto del peccato anche veniale se ne va in Paradiso. Il distacco dall'effetto del peccato anche veniale esempio comprensibile: la bugia di scusa (peccato veniale in materia lieve che trasgredisce un comandamento), tu prendi l'indulgenza se di fronte al peccato volontario - se uno ha nel cuore io piuttosto che dire una bugia mi faccio ammazzare, in questo caso è probabile che uno si prenda l'indulgenza e se questo requisito interiore che Dio conosce meglio di noi il nostro interiore non c'è mi arriva un'indulgenza parziale, ma l'indulgenza mi arriva. Si pensi al gravissimo danno che si arreca al moribondo se ciò gli viene negato (o per scelta del moribondo o per scelta di chi gli sta accanto). Subito dopo c'è la recita del Credo, prima dell'unzione c'è questo gesto meraviglioso. Poi dell'unzione - (un tempo si toccavano i sensi con cui si può peccare e per ogni cosa c'era la nomina dei peccati commessi con i piedi, ecc..), prima dell'unzione c'è l'imposizione delle mani toccando con le mani sulla testa senza dire nulla perchè quando un sacerdote ci impone le mani consacrate con il Crisma è una cosa bellissima, sono cose che si realizzano con il contatto. La nostra vita liturgico sacramentale....Gesù toccava gli ammalati...i sacramenti e sacramentali funzionano così. Poi preghiere e poi il Viatico, è l'ultima comunione e per conoscenza la comunione in punto di morte è secondo la legge della Chiesa obbligatoria. Noi non possiamo poter fare a meno della Comunione Sacramentale, almeno una volta all'anno la devo fare almeno a Pasqua e non farlo oltre a mettere in pericolo la nostra anima è anche di per sè un peccato perchè trasgredisce una legge positiva della Chiesa. In tutte le altre circostanze la Comunione è raccomandata dalla Chiesa. A Pasqua e in punto di morte c'è l'obbligo.

Il rito continuo senza il Viatico quando il moribondo non può più confessarsi, mentre l'unzione si può dare anche se la persona non può più confessarsi (ma deve essere vivo) e si può dare se si può ragionevolmente presumere se l'interessato l'avrebbe chiesto.

Dopo l'Unzione c'è la raccomandanzione del fedele moribondo, con preghiere e letture bibliche in cui il parroco in particolare che vorrebbe essere l'ultima preghiera che accompagna l'anima alla buona morte e tiene lontano i diavoli. Morire con il proprio parroco che sta pregando per te accanto al tuo letto. Noi dovremmo essere pronti alla morte in ogni momento, non facciamoci cogliere impreparati. Spesso, quando il don celebra un funerale, dice che guardate che adesso c'è lui o lei, ma un giorno ci saremo noi dentro quella bara e se fosse accaduto oggi, noi saremo pronti a rendere conto a Nostro Signore della nostra vita? Quando è possibile il don, oltre alla preghiere liturgiche, si trattiene a fare la coroncina della Misericordia che Gesù ha dato per i moribondi.

Effetti del Sacramento dell'Unzione? Fa crescere la grazia santificante, e cancella i peccati.

1520 Un dono particolare dello Spirito Santo. La grazia fondamentale di questo sacramento è una grazia di conforto, di pace e di coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia grave o della fragilità della vecchiaia. Questa grazia è un dono dello Spirito Santo che rinnova la fiducia e la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni del maligno, cioè contro la tentazione di scoraggiamento e di angoscia di fronte alla morte. 130 Questa assistenza del Signore attraverso la forza del suo Spirito vuole portare il malato alla guarigione dell'anima, ma anche a quella del corpo, se tale è la volontà di Dio. 131 Inoltre, « se ha commesso peccati, gli saranno perdonati » (Gc 5,15). 132

Qualche autore, come possibilità (il don non gli sembra del tutto remota) dice che tra i peccati perdonati ci sono anche quelli dimenticati. Quelli che non sono mai stati confessati che nonostante la buona volontà una persona ci avesse messo, non si ricorda più. Non una confessione alla carlona ma prendendo tempo. La nostra natura è tale che qualche cosa se la dimentica.

Questo sacramento ci dà la forza per affrontare la sofferenza e per poterla offrire al Signore. Nelle opere di Sant'Alfonso dice che se una persona che vede avvicinarsi la morte (perchè ha una malattia) e fa l'offerta della vita: cioè dice al Signore, tu mi hai dato la vita e adesso che arriva la morte quindi io molto volentiere te la offro e te la dò, quindi vive la morte non soltanto che subisce contro la sua volontà ma come atto che santifica con un'atto di offerta della propria volontà. Sant'Alfonso è dottore della Chiesa e chi fa questa cosa qua non si fa il Purgatorio. Gesù ha sofferto tantissimo in Croce ma poi ha offerto la croce e la sua morte come atto d'offerta. (Dal 1520 al 1523 Del catachesimo). Altro effetto: resistere alle tentazioni, noi non sappiamo cosa accade in quei momenti e non è un caso che noi chiediamo alla Madonna di pregare per noi nell'ora della nostra morte. Preghiamo mai il Signore di morire santamente?

San Francesco d'Assisi:

"..Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; Beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ’l farrà male..."

Tutti muoiono ma non tutti vivono preparandosi giorno dopo giorno a questo appuntamento. La morte corporale è eredità comune dei figli di Adamo, non è questo il problema. Il problema è la seconda morte cioè la dannazioen eterna, quello è un grosso probelma ma non evita esorcizzando la prima e non pensandoci mai e moltiplicando gesti scaramantici (da non farsi). L'ultimo effetto accidentale che talvolta accade è quello di recuperare la salute del corpo se Dio vede e sa che quella cosa è bene per l'anima, ma non è questo il motivo per cui si amministra. Le motiviazioni di questo sacramento sono tre: remissione dei peccati, grazia di affrontare santamente la sofferenza e la morte. Non lasciamo morire i nostri cari senza i sacramenti e preghiamo il Signore che ci conceda di lasciare anche noi questo mondo con questa splendida dotazione.

Altri atti: la benedizione della salma, il parroco visita la famiglia, prega per l'anima del defunto e prega per i familiari e ci può essere un momento devozionale che è la recita del Rosario in suffragio dell'anima che si spera essere purgante. Se sta in Paradiso o all'inferno la preghiera non serve. Andare direttamente in Paradiso non è una cosa così frequente, al Paradiso non si accede se si ha anche una minima imperfezione non corretta e non riparata. Dio è la Perfezione assoluta, e se non c'è un grado di purificazione estremo, l'anima non è in grado di sostenere la vista di Dio, è come quando uno guarda il Sole, noi non possiamo guardarlo direttamente. Noi godiamo degli effetti del Sole ma se lo guardiamo direttamente ci accechiamo. Un'anima che non è purificata dalla più piccola imperfezione anzichè godere di Dio sarebbe abbagliata dalla Luce dell'Altissimo. Poi ci sono le esequie, il rituale raccomanda di evitare qualsiasi elogio funebre, l'omelia è dove si parla delle verità di fede al morire, della resurrezione della carne, ecc... . Le eseuqie sono la prima o la grande messa di suffragio ed inizia dopo la morte da parte delle persone che hanno conosciuto il defunto il suo accompagnamento post mortem. Ci vogliono i suffragi, fate celebrare messe su messe, rosari per i defunti e la visita al cimitero con i sacramentali con l'acqua o ceri benedetti.

E' tuttora valido un documento del cardinal Muller (2014) che stigmatizzava la pratica sempre più diffusa della cremazione, è vero che oggi la Chiesa permette e consente le esequie di chi si fa cremare purchè questo fatto questa pratica non sia fatta a sfregio del dogma della resurrezione della carne ma questa cosa non è da Figli di Dio. I cimiteri pagani erano fatti con le urne cinerarie, i cimiteri se li sono inventati i cristiani. Ci possono essere motivazioni di altro genere. Durante le esequie il sacerdote asperge il corpo senz'anima e lo incensa, certo che è morto ma quello risorgerà e le salme dei battezzati sono corpi esamini di un'anima che è stata battezzata, quel corpo ha ricevuto la comunione e i sacramenti. La diffusione anche tra molti battezzati (ma quanto credenti?) della pratica della cremazione, per quanto sia consentita o permessa non è ciò che la Chiesa raccomanda. Permettere una cosa è sempre un'operazione pericolosa ad avviso del don, crede che sia sempre saggio riflettere prima di dare qualche permessione. Magari le cose che non sono intrisecamente cattive non sempre vanno assolutamente proibite (dice il don) ma dobbiamo fare i conti con l'essere umano: che se una cosa è permessa, vuol dire che di per sè non è cattiva, se tu la permetti apri una porta e generalmente una cosa che nasce come permessa diventa poi la regola. Si guardi - a prescindere del marasma, con la pratica della comunione in mano. Nata come permesso accordato eccezzionalmente negli anni 1960 in circostanze ben circoscritte e nel giro di 30/40 è diventata norma in tutto il mondo. Un pò di attenzione sarebbe meglio adoperarla per evitare la degenerazione di alcuni fenomeni.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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