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Superbia e follia Orgoglio e vanagloria

Il principio della superbia: allontanarsi dal Signore. Il peccato come atto del superbo per antonomasia. La superbia è follia e peccato contro la verità. Il fratello gemello e la sorella gemella della superbia: orgoglio e vanagloria. Ciclo di catechesi "Vizi e virtù", quinta puntata, Lunedì 22 Novembre 2021

Oggi cercheremo di entrare più dentro a questo vizio (la Superbia) che è luciferino. Ed è anche il movente più profondo che ha condotto i progenitori al peccato originale, perchè il movente era diventare come Dio. Come parliamo di superbia dobbiamo pensare alla follia e/o mito di diventare come Dio. O meglio essere dio di sè stessi, è l'autogoverno, faccio come voglio e non riconosco nessuna autorità. In effetti volendo incominciare in questo discorso..

Siracide 10,

"..12Principio della superbia è allontanarsi dal Signore; il superbo distoglie il cuore dal suo creatore. 13Principio della superbia infatti è il peccato; chi ne è posseduto diffonde cose orribili..."

Nella traduzione usata dal don, si dice che si abbandona al peccato diffonde l'abominio

Perciò il Signore ha castigato duramente i superbi e li ha abbattuti fino ad annientarli.

Se uno legge sant'Agostino, l'allontanarsi da Dio è uno dei due costitutivi del peccato, - il peccato è una disobbedienza alla sua legge - il peccato è immediatamente correlato con la legge di Dio, per avere il senso del peccato bisogna conoscere la legge di Dio e riconoscerne l'Autorità (della legge di Dio) altrimenti il senso del peccato muore. Ma da dove viene il peccato? Da dove viene la superbia? Via Dio e la conversione alla creatura, mi rivolgo a una qualsiasi creatura che la metto al posto di Dio. Noi viviamo in tempi in cui la superbia - si porta subito appresso un'accumolo di peccati - i peccati contro il primo comandanto sono quasi tutti peccati di superbia - l'idolatria è la manifestazione somma della superbia perchè io mi rifiuto di adorare Dio e metto al suo posto qualcun'altro o qualcos'altro. Nessun essere umano deve essere idolatrato e nemmeno i Santi, i santi si venerano e basta. Che succede se mi allontano dal Signore? Se potessi vedere con gli occhi di Dio moriremmo di paura - se noi vogliamo vedere una rappresentazione della follia - un pazzo è uno a cui non funziona il cervello, mentre il pazzo clinico è innocente, ha delle malattie mentali, ma il pazzo alla lucifero è colui che decide di non far funzionare il cervello. E questo è veramente la fine. Il don personalmente trema quando vede certe cose, sia per gli Angeli che esseri umani, Nostro Signore ci guida attraverso l'intelligenza, - l'intelligenza conosce e riconosce la Verità l'accetta e la mette in pratica. Quale sarebbe la ragionevolezza di allontanarsi da Colui che ci ha creati? Qual'è il senso? Noi e lucifero anche - non abbiamo l'essere da noi stessi, non abbiamo il principio di conservazione da noi stessi, non ci siamo fatti da soli, pensiamo alla follia del peccato di Lucifero. Lui lo sapeva che nessuno poteva essere come Dio, io che sono nato non posso cancellarla e diventare eterno. Ecco perchè è uno sragionamento folle, la radice dell'ateismo è la follia, è lo stupido che dice che Dio non esiste (lo dice la Bibbia) non il miscredente o altro. La superbia è la follia volontaria, il don è preoccupato e tanto, perchè di questa follia ne vede tanta in giro. Un male che affligge la nostra società contemporanea è l'abdicazione della ragione, Dio ci ha dato la ragione per farla funzionare non per mettercela sotto i piedi e per nutrirci di fandonie. Il peccato di per sè è follia, follia, follia. Il discorso è molto semplice: il peccatore è sempre un superbo: a me non importa cosa mi dice Dio. Secondo te a Dio gliene importa qualcosa se tu non osservi i comandamenti? A Dio non gli cambia nulla, ma te lo dice per il bene tuo, e se non lo fai sei un scemo, sei fuori di testa e anche se sembra una cosa bella di cui ti privi, ragiona e pensa. Ti sembra che sia una cosa bella ma è una cosa vecchia come il cucco (ad Eva la questione sembrava bella) e poi hai voglia a piangere.

13Principio della superbia infatti è il peccato; chi ne è posseduto diffonde l'abominio..."

Oggi si fanno anche laddove non sarebbero dovuti esseri, molti li fanno perchè hanno smarrito il senso del peccato. Tutto questo abominio - noi stiamo sempre a parlare della misericordia ecc...-

Perciò il Signore ha castigato duramente i superbi e li ha abbattuti fino ad annientarli.

Espressione che va spiegata ma qua si dice chiaro. Il tenere lontano il proprio cuore da Colui che ti ha creato, come fai a tenere lontanto il tuo cuore da chi ti ama di più rispetto all'universo? Dio ti ama come se non avesse altra cosa da fare...questo dobbiamo mettercelo bene in testa. Immaginiamo che esista solo te, noi dobbiamo concepire come se fosse così, anche se Dio ama tutti e tutto ciò che ha creato. Per Dio non esiste la massa o uno fra tanti, esiste il singolo davanti a Dio. Ecco perchè i cristiani hanno sempre difeso questo concetto; i comunismi, collettivismi, i socialismi, i comunitarismi ecc... di fronte a Dio ogni persona è un'Unicum. E' una follia allontanare il cuore da Colui che ci ha creati. Quando pensiamo alla superbia pensiamo al diavolo - è il forireo di ogni male - è la testa del serpente. In senso stretto l'oggetto della superbia è la brama della propria gloria, di essere il numero uno o il più - che è proprio di Dio - si china la testa quando si dice Gloria al Padre...Ecco perchè l'umiltà è la virtù più importante, senza di essa la Carità non ci sta. A noi qualcuno ci disonora parlandoci male? Mente contro di noi? La brama della propria reputazione ed eccellenza, essere il migliore e primeggiare, queste cose qua.. che il Signore ce ne scampi e liberi. Teniamo presente che Santa Teresa diceva che l'umiltà è verità e il don chiosa: la superbia potrebbe essere il vizio è menzogna o follia. E' qualcosa che va contro la verità. Questo mostro diffuso fa dimenticare all'uomo la propria condizione creaturale, lo porta a stravolgere i propri atti, il superbo tutto quello che fa, lo fa per la propria gloria e non per quella di Dio. I teologi dicono per questo motivo che la superbia è l'inizio di tutti i peccati. Questo peccao ha mosso lucifero e i progenitori. Questa cosa nasce nell'intelletto come distorsione della realtà, la realtà distorta, falsa, diversa da quella che è, pensare o bramare di essere chissà chi, San Francesco d'Assisi, tutti parlano male di te? - ricordiamo anche il primato della coscienza - in questi tempi dove ci bombardano in continuazione di leggi e pressioni di ogni tipo, la legge suprema, il luogo dove avvertiamo la voce di Dio ed è a quella che dobbiamo fare riferimento. Un'anima umile vuole conoscere la verità, ciò che è buono ciò che è giusto, noi abbiamo un dovere gravissimo di cercare la Verità e anche la Chiesa ha il compito importantissimo di aiutare a far funzionare alle persone la testa. Quando uno inizia a far funzionare la testa, sta già sulla strada buona, se tu ti avvicini alla verità ti avvicini a Gesù - magari non riuscirai a fare un'atto di fede ma sicuramente ti stai avvicinando. Inizi a sragionare col la superbia e il tutto finisce nella volontà, se io penso di essere autonomo dal mio Creatore inizio poi ad agire e scegliere contro la legge di Dio e vado verso il compimento della superbia che è fare quello che mi pare. Che non è la libertà. Fare quello che ci pare non è la libertà autentica, Gesù dice che conosceremo la Verità che ci farà liberi, cioè nell'ambito di ciò che è lecito, io mi muovo - imparando a sentire sempre meglio il mio cuore - sempre meglio. Perchè Dio è Onnipotente ma non fa il male, perchè? Perchè non è scemo, sarebbe da stupidi. La libertà non è fare quello che ci pare però il poterlo fare fa parte della libertà. La libertà che Dio concede all'uomo ha in sè almeno come punto di inizio la possibilità di fare del male altrimenti non sarebbe reale. Io avrò sempre la possibilità di fare un passo indietro e sarò sempre tentabile. Ma nella misura in cui cresco io capirò che non posso fare il pazzo suicida, se farò il male mi verrà il male. Tutti i mali che vediamo - fisico, morale, psichico ecc... - gente depressa, handicap, deformazione fisica, ecc... non vengono da Dio. I diavoli e le anime dannate sono mostri, ogni forma di male in tutte le sue forme viene solo dal peccato e solo da quello. Gesù è venuto a salvarci dal peccato, la Chiesa non ha altre prediche da fare, la Chiesa ha una cosa più grande da dare al mondo: questa sapienza che nessuna agenzia politica ecc... possiedono. Follia significa distorcere la realtà, agire da folli.

Qui ci stanno l'orgoglio e la vanagloria.

L'orgoglio, ne abbiamo una conoscenza empirica, un'orgoglioso non chiede mai scusa dei suoi errori, è diffusa. Il don conosce qualche persona che non ha mai chiesto scusa anche quando hanno torti fracidi. L'orgolioso non riconosce i propri sbagli, si annebbia la mente per il quale l'uomo, convinto della propria eccellenza - io non sono come gli altri uomini - pensa di non sbagliare mai e di essere sempre nel giusto e non riconosce i propri sbagli ed errori. Il principio della perseveranza nel male è l'orgoglio, chi te l'ha detto che tu non stia sbagliando? Il don vede persone blaterare, sparare sentenze e pensare di avere la verità rivelata alla quale tutti devono prostrarsi...difficile l'orgoglioso difficilmente si confessa, ma se si confessa..che confessione fa? Una cosa bene o minimizzi o neghi qualche peccato? L'orgoglioso fino a quando rimane così non si converte, non cambia vita perchè pensa di sapere tutto e di non aver sbagliato. Bisogna prendere le distanze dai peccati e dagli errori - il peccato si trova nella Volontà, o sapevi che quella cosa non dovevi farla o perchè la coscienza ti aveva avvertito in maniera forte: non fare questa cosa anche se non ce l'avevo molto chiaro. Un pò come quando diciamo: lo sapevo che non dovevo fare questa cosa...ma chi me l'ha detto se fisicamente non c'era nessuno? La coscienza. O delle altre volte, se ci facciamo mente locale, c'è l'errore - a volte il peccato non c'è proprio - io pensavo di fare bene ma ho fatto bene ma soltanto Dio lo conosce perfettamente, la coscienza magari di fronte a questo comportamento - che io percepivo conforme alla volontà di Dio - non ha avuto nessun tipo di problemi. Se per certi aspetti è più umiliante confessare un peccato dove c'era la volontà, riconoscere un'errore è diverso, gli errori li facciamo perchè ci manca qualche informazione e che magari avremmo dovuto acquisirla o perchè siamo stati ingannati. Riconoscere un'inganno è una cosa più difficile del mondo, io devo riconoscere a me stesso che sono stato un'imbecille o lo scemo di turno. Ti sei fatto abbindolare. E sarebbe interessante vedere tutti quanti i meccanismi psicologici che partono: uno è stato ingannato, deve dire a sè stesso che è stato ingannato ma non ce la fa, -- e quindi si deve convincere che non ha sbagliato e fa un processo psicologico che poi il diavolo sfrutta per portarsi le anime all'inferno: se siamo in tanti a farlo allora abbiamo fatto bene, il coinvolgere altri serve a tacitarne la coscienza, creaimo quegli strumenti di convincimento. L'orgoglio ci impedisce di riconoscere il peccato o l'errore e ci impedisce di fare un passo indietro sia di fronte a Dio, sia dinnanzi agli uomini. Quando abbiamo sbagliato dobbiamo chiedere scusa di fronte alle persone. Gesù ci chiede di andare a chiedere perdono perchè se qualcuno ce l'ha con te vuol dire che gli hai fatto qualcosa. Se quella cosa che lui pensa che tu glielo hai fatto con altre intenzioni glielo spieghi ma tu ti devi riconciliare. Se qualcuno ce l'ha con te avrà i suoi buoni motivi. Non puoi rimanere all'offertorio (Gesù parla di lasciare l'offerta e di riconciliarsi). Proviamo a chiederci: è più difficile perdonare chi ci ha fatto del male o chiedere perdono a chi noi volontariamente o involontariamente abbiamo fatto del male? L'orgoglioso o superbo ha difficoltà a perdonare? No. Se uno mi viene a chiedere scusa vuol dire che si crede inferiore, è lui che ha sbagliato. Ma chinare la testa e chiedere perdono....perchè la Confessione è in crisi? Pochi si confessano e molte confessioni sono chiaccherate o sfoghi...si raccontano dolori o peccati altrui ma non è la confessione. Poi ci sono confessioni che sono striminzite, non fatte bene, si dice qualche peccato ma la persona sarà convinta di averli fatti? O ti dice qualche sciocchezza per dire qualcosa e per farsi la comunione? L'orgoglioso non si confessa....che ho fatto? Il diavolo - in qualche libro di qualche esorcista - dice: io non ho peccati. Quanta gente pensa di non aver peccati? Il diavolo ha una responsabilità in causa di tutto il male che esiste. Il diavolo è perfetto. Tu sei un ridicolo (al diavolo). L'uomo è grande quanto si umilia - motto di un grande rabbino ebreo, Hillal (?).

La sorella gemella che è la vanagloria. Il vanaglorioso è chi sta sempre a vantarsi, a parlare bene di sè, tutte le cose sono fatte bene da sè, si pavoneggia, si vanta in continuazione di ciò che si ha o si è - superbia, orgoglio e vanagloria...ci sono alcune parrocchie dove si sgomita..chi legge le letture? Chi mette a posto i fiori? I seminaristi....la smania di protagonisto, sono tutte manifestazioni di superbia. Noi siamo liberi da tutte queste cose quando lo fa qualcun'altro. Lo fa un'altro? Benissimo. Dietro a questi vizi ci sono ricerce di gratificazioni e problematiche di tipo psicologico (non mi sento amato, gratificato ecc...) in giro non trovi questa compensazione ma nell'ambiente ecclesiale c'è un'atteggiamento tollarante nelle miserie del prossimo. Prima di giungere al rimprovero diretto dai il tempo alla persona di giungerci da sola. Il vanaglorioso, colui che si vanta, gloria vana,...san Matteo 6, Gesù dice di non prendersi la gloria umana...risposta tipica: ah, ma non è che io non mi sto vantando di una cosa che ho fatto - c'è la millanteria - io mi spaccio per medico anche se non ho la laurea, mi faccio grande dicendo il falso. Il fariseo al tempio diceva cose che aveva fatto, ma era vanagloria: le haio fatte? Te ne vanti? Ne parli? La stima e la considerazione del prossimo è la tua ricompensa. La vanagloria è il veleno di quelle poche opere buone che faccio - nessuna ricompensa presso Dio. Quando abbiamo le cose buone - titoli, lauree, onoreficenza, impresa compiuta ecc... - meno ne parli meglio è. Se tu ti attribuisci il merito e disprezzi gli altri pecchi. L'esempio emblematico del fariseo al tempio è quello che rispecchia chi pecca di vanagloria, e gli orgogliosi? L'orgoglio può portare al micidiale peccato contro lo Spirito Santo. Due personaggi che hanno fatto questo: Caino, troppo grande il mio peccato per avere perdono - peccato non errore e l'altro era Giuda Iscariota, ha riconosciuto che l'aveva fatta grossa ma anzichè andare al Monte Calvario e piangere da Gesù si è andato ad impiccare al monte del Cattivo Consiglio. Chi dice che Giuda sia salvo, per quanto riguarda il don, sta rasentando la bestemmia: perchè Gesù dice sarebbe stato meglio per quell'uomo non essere nato. Tutti i dannati all'inferno maledicono il giorno della propria nascita, perchè era meglio non essere nati che dan- nati. Chi maledice la data di nascita sono i dannati, che senso ha una vita di sola sofferenza, di solo male, di solo odio, di sola rabbia e di solo rancora, invidia, cattiveria, ecc... e questo che non finisce mai e non può finire mai? L'orgolio, la superbia e la vanagloria ci portano lì. Nessuno pensi di essere totalmente esente della superbia, è un mostro che abbiamo ereditato perchè le malepiante arrivano dal peccato originale e alcuni santi ironizzavano dicendo che la superbia muore dopo di noi, per quanto stava impastata con la nostra natura - problema di cui dobbiamo farci i conti. E' bene conoscerlo a fondo per evitarlo e il male se lo conosci lo eviti. Speriamo di conoscerlo un pò meglio e stiamoci alla larga come dalla peste bubbonica.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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