Il vizio capitale dell'avarizia nella Sacra Scrittura e la sua distinzione dalla cupidigia. I modi con cui mortificarne i veleni pestiferi e le virtù contrarie da praticare al riguardo. Considerazioni di san Tommaso d'Aquino su questo vizio. Ciclo di catechesi "Vizi e virtù", undicesima puntata, Lunedì 3 Gennaio 2022
Secondo vizio capitale: l'avarizia, bruttissimo vizio ma profondamente radicato ed è particolarmente odioso e meschino che rende i comportamenti delle persone duri, detestabili e meschini fino al limite del ridicolo. Se uno evitasse di compiere quegli atti meschini del vizio dell'avarizia per una forma di amor proprio - sono cose talmente degradanti che non si possono fare - una sana fierezza potrebbe trovarne un'uso buono, l'umiltà ci fa abbassare davanti a Dio ma non è umiltà abbassarsi a fare cose miserabili e meschine. Come non ci si sottomette ad assurdità, abusi di potere o a follie, ma quella non è superbia. Noi non possiamo abbassarci e degradarci ad atti tanto miserabili. L'avarizia consiste nell'idolatria del denaro e delle realtà create, anche dei beni, perchè il denaro in sè è lo strumento con cui ci procacciamo tutti i beni terreni possibili ed immaginabili ed ecco perchè è così tanto ambito. L'avarazia considera il denaro (e simile) come un fine e non come un mezzo. Questa è il confine tra la virtù e il vizio. La virtù usa i mezzi terreni come mezzi. L'avaro quando usa i suoi beni lo fa solo per mezzi egoistici e senza nessuna considerazione del prossimo. Nella Scrittura si parla di questo vizio avendo come riferimento alcune letture di san Tommaso d'Aquino che ha toccato dei vertici non indifferenti.
Prima lettera a Timòteo - 6 "...10L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti...."
Nella prima lettera a Timoteo, San Paolo sferza e stigmatizza questo vizio con parole di fuoco, definendo l'avarizia radice di tutti i mali. Dalla radice tutti i mali...tutti.
"..11Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza..." san Paolo
Deviare dalla fede e procurarsi molti tormenti. Ma come i soldi e i beni, anzichè darti gioie e pace ti danno tormenti? Sì, tanti tormenti e deviazione dalla fede. Spalancandosi le porte della stessa dannazione, l'avarizia intesa in senso forte ci porta all'inferno ed è la conferma della storia di Gesù sul ricco epulone o ricco senza nome.
SAN LUCA 16 "...19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”»
E' chiaro che il testo evangelico è chiaro: al momento della morte il ricco cade nella dannazione, il ricco sta tra i tormenti nell'aldilà. Questo brano è l'affermazione dell'eternità dell'inferno - e oggi qualcuno non ci crede più tanto - e anche la frase conclusiva: Manda qualcuno ad avvisare perchè non ci credono che esiste l'inferno...e la risposta: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Capite cosa significa? Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e di quanto sia importantissimo davanti a Dio mantenere la mente e il cuore aperti. Il don ha 50 anni suonati, quasi 18 di ministero e se c'è una cosa che ha imparato a temere e che gli fa paura sono i cuori e le menti chiuse, sono le arroganze e supponenze di chi pensa di sapere già tutto e di non aver bisogno di nulla e di essere il possesore della Verità spesso intagliata a propria immagine, perchè quando si sta così si vanifica tutta la volontà salvifica di Dio. Il don ha sofferto tanto il non poter aiutare alcune persone, pur pensando di sapere come fare, a causa della loro non volontà di non farsi aiutare - se qualcuno non ascolta il don e non gli consente di dargli una mano, il don non lo può fare. E lo stesso dolore è vissuto da Gesù. Quando una persona ha un pregiudizio forte o anche una convinzione sciocca o radicata - quanti meccanismi interni consci o inconsci che noi abbiamo? Come ci andiamo a blindare dietro le nostre pseudo convinzioni, non perchè siano radicate su qualcosa di solido ma perchè ci trinceriamo dietro qualche cosa che rappresenta la nostra sicurezza e che ci impedisce di affrontare delle cose? Il don più di una volta ha detto a delle persone: se non affronti questo problema, quando ti ritroverai in certe condizioni ti troverai in difficoltà, i nodi vengono tutti al pettine. Non farai la volontà di Dio e la cosa giusta perchè ti porti dietro questa cosa che non funziona. Quando perdiamo quell'umiltà profonda - il problema nella vita non è sbagliarsi - ma è riconoscere di aver sbagliato. Noi sbagliamo perchè siamo stati ingannati, il demonio è il grande ingannatore, molte volte in perfetta buona fede facciamo stupidaggini grosse quante una casa perchè abbiamo preso un'abbaglio. Come facciamo a proteggerci da ciò? Mantenendo il cuore aperto e non avere nessuna paura di confrontarsi con la verità. L'episodio del ricco epulone ci dice che l'avarizia coltivata volontariamente può causare quella durezza di cuore tale da meritare la dannazione che è un pericolo reale. La superbia si manifesta in tantissime persone - nei commenti dei video ecc... - quando una persona si scaglia contro una verità di fede - per esempio contro l'eternità dell'inferno - sta facendo un grandissimo peccato di superbia. Perchè di fronte ad una verità di fede, io non mi posso arrabbiare o contestarla perchè non la capisco o mi sembra strana, è il mio cervelletto che deve adattarsi ad essa e se non la capisci cerca di informarti bene.
L'avarizia si divive nella cupidigia, è un desiderio di accumulare disordinatamente denaro e tesori terreni. La parabole per esempio del ricco stolto. San Luca ha moltissimo a cuore il tema dei soldi e di tutto quello che attiene ai soldi. San Luca è la penna di San Paolo.
Cupidigia, cioè avere troppo. Avere la pienezza, quello che arraffo tutto e voglio tutto.
"..13Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede»
SAN LUCA - 12 "..16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. 20Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio»
Stolto cioè senza cervello, A- FRON (in greco). Chi fa questo è matto dice Gesù, noi diremmo è fuori. In greco non si dice vita biologica, questa notte ti sarà richiesta la tua anima. Quando uno muore, nelle epigrafi la frase migliore da scrivere - ci sono le frasi umane: è venuto a mancare all'affetto X o è tornato alla casa del Padre o volato al Cielo -- ma siamo propri sicuri? Chi decide questa cosa qua? Non sarebbe il caso di farlo decidere a Nostro Signore? Quando uno muore sarebbe bello scrivere: oggi ha reso l'anima a Dio. Perchè è stupido o stolto quello che ha vissuto di cupidigia? Perchè questa roba ti resta sulla terra e tu come ti presenti davanti a Dio? Se non ci penso io alla mia vita eterna chi ci penserà al mio posto? Tu ci vuoi pensare - tutti sono preoccupati di perdere la vita biologica e il don da sacerdote dice: ma è questo il male assoluto? Il problema non è perdere la vita biologica, non si odia la vita - per i Figli di Dio perdere la vita biologica è una grazia non disgrazia - noi non abbiamo nessun dubbio che esista la vita ultraterrena, noi usiamo la vita terrena per accumulare opere sante per ritrovarle nel Paradiso. Secondo voi, nell'altro mondo, si presenta Padre Pio e Totò Rina davanti a Dio, e la sorte di loro due è la stessa? Supponiamo che Totò Rina abbia fatto un'atto di contrizione in punto di morte (esempio), secondo voi uno che ha campato così può essere trattato allo stesso modo di Padre Pio? Facciamo una cosa più terra terra, una persona che non va quasi mai a Messa, un tempo almeno ci andavano solo a Natale e Pasqua, adesso neanche più quello, non mette Dio al primo posto, è avaro, superbo, bestemmia, droga, ruberie e ecc..... a tutto spiano e una persona che va a Messa la domenica, si mantiene puro, è fedele alla moglie/marito, si astiene dal linguaggio volgare, non bestemmia, non parla male del prossimo, cerca di stare con tutti ecc... ma due persone così hanno la stessa sorte? I soldi vanno santificati se li possiedi. Pensiamo che Dio sia meno giusto di qualsiasi persona umana? La misericordia non è far finta di nulla. Il don racconta di giovani scandalizzati che hanno visto funerali di amici (ad esempio di chi si è schiantato contro un'albero perchè impasticcato, ubriaco dopo una notte in discoteca ecc...) una vita bestemmiava come un turco ecc... tra amici si sanno queste cose e si sentono dire dal prete: adesso è entrato un'angelo in Paradiso. Ma evita, non dire nulla, dì che lo affidiamo alla Misericordia del Signore. Perchè poi altri pensano che fare una vita sballata non ti danni.
L'avarizia, propriamente detta, è l'attaccamento dei beni che si hanno e nella riluttanza (come il ricco epulone) non sono a condividerli con chi ha bisogno ma anche per usarle per i propri bisogni. Chi non conosce Zio Paperone? (per esempio) Sono personaggi di fantasia, ma ci stanno in giro gli avari e i Paperon de Paperoni. E purtroppo l'esperienza insegna che persone ben vegete e reali e non sono molto distanti da questi personaggi di fantasia ben caricati. Secondo san Tommaso d'aquino la cupidigia è fomentata dalla possibilità di procacciarsi beni materiali a volontà e di soddisfare qualsiasi desiderio peccaminoso. Questo vizio stravolge ogni azione dell'uomo instillando in ogni azione un principio egoistico e sfrenato. Fare ogni cosa per sè e per il proprio utile. E questo accade della volontà di godere in modo eccessivo e disordinato delle creature o dei beni creati. Un vero cancro e tarlo dell'anima. L'avarizia è opposta alla carità ha l'elemosina e la misericordia. Nelle opere di misericordia consiste nell'elargire beni materiali o di dargli la possibilità di averli. Fate quanto più elemosine potete raccomanda il don. Quei pochi ci credono, temono il Purgatorio, vuoi abbreviare il Purgatorio? Elemosina - dice san Pietro che copre una moltitudine di peccati. Ovviamente va fatta in maniera intelligente, non significa che alla prima persona incontro per strada gli dò i soldi. Se incontro una persona strada...devo vedere se ha una necessità vera o no. Quando si danno i soldi sarebbe meglio darli attraverso canali sicuri, ci sono tantissime cose anche online dove andare ad asciugare un sacco di lacrime. Una grande elemosina - ad avviso del don - far dire le messe per i defunti. L'elemosine che noi facciamo, vanno direttamente nel conto corrente della banca del Cielo. Quelli che abbiamo speso per noi ce li siamo persi, quelli che lasciamo faranno bestemmiare eredi o affini ma quelli che abbiamo dato in elemosina ce li ritroveremo dall'altra parte. E Gesù ricompensa ciò con 100 per uno e vita eterna in Paradiso. E dato che tutti dicono che non sono attaccati ai soldi (che non è vero) e il modo da cui ci distacchiamo è salare i soldi. Ci sono gesti eroici, comuni ecc.. più fai elemosine, meglio è. Evidente che chi ha la famiglia, figli, ecc... però in linea di massima più ne fai meglio è. Un genitore al figlio deve dare una montagna di buoni esempi e di virtù, insegnate e praticate e poi ci possono stare anche i soldi. Ma entro certi limiti (i soldi). L'elemosina e misericordia. Ci sono altre due virtù contraddette dall'avarizia: la liberalità, la parte più nobile - dare, c'è più gioia nel dare e la magnificenza, cioè fare le cose in grande, specie quelle condotte per amore di Dio. Che è il contrario dello spilorcio che sta sempre a risparmiare. Non puoi dare 10 centesimi - si capisca il senso - pensate ad un barbone che non abbia una gamba ecc... anche un pò di magnificenza, se gli dai 5€ ecc.. quello sarà contento e a Nostro Signore intercederà per te dicendo (per esempio): sono stato 50 anni a chiedere l'elemosina e lui è stato l'unico a darmi qualcosa di grosso. Il fare le cose in grande quando c'è di mezzo la gloria di Dio e del prossimo. L'avarizia è principalmente un vizio dei ricchi, i ricchi non sono tutti cattivi e dannati, alcuni hanno imparato ad usare bene i soldi e fanno un sacco di bene. Lazzaro, il miglior amico di Gesù, era un miliardario, era il figlio del governatore della Siria. Betania, la casa di Lazzaro era una villa megagalattica ed era il miglior amico di Gesù. I ricchi sono esposti, le ricchezze sono un pericolo. Il commento del giovane ricco che non riesce a lasciare le ricchezze per amor Suo. Il problema di far ricchezze in modo onesto. La disonesta ricchezza, Gesù la chiama così perchè fare una fortuna in maniera del tutto liscio e fluido è un pochino complicato. Quando la ricchezza supera certe proporzioni tu ti stai prendendo qualcosa che non è tuo. Se un super super riccone fa un'elemosina, sta facendo elemosina o giustizia? Chi perde la vita la trova e chi si accaparra la vita la perde. Non riteniamoci troppo facilmente dal denaro perchè questa cosa va provata attraverso le elemosine e attenzione come tutti i vizi capitali, queste sono malepiante che crescono nell'humus della propria anima vulnerata dal peccato originale. Dio ci scampi e liberi dalla presunzione di essere liberi da essi, teniamo alta la guardia e rendiamo i vizi inattivi con gli atti contrari.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
Secondo vizio capitale: l'avarizia, bruttissimo vizio ma profondamente radicato ed è particolarmente odioso e meschino che rende i comportamenti delle persone duri, detestabili e meschini fino al limite del ridicolo. Se uno evitasse di compiere quegli atti meschini del vizio dell'avarizia per una forma di amor proprio - sono cose talmente degradanti che non si possono fare - una sana fierezza potrebbe trovarne un'uso buono, l'umiltà ci fa abbassare davanti a Dio ma non è umiltà abbassarsi a fare cose miserabili e meschine. Come non ci si sottomette ad assurdità, abusi di potere o a follie, ma quella non è superbia. Noi non possiamo abbassarci e degradarci ad atti tanto miserabili. L'avarizia consiste nell'idolatria del denaro e delle realtà create, anche dei beni, perchè il denaro in sè è lo strumento con cui ci procacciamo tutti i beni terreni possibili ed immaginabili ed ecco perchè è così tanto ambito. L'avarazia considera il denaro (e simile) come un fine e non come un mezzo. Questa è il confine tra la virtù e il vizio. La virtù usa i mezzi terreni come mezzi. L'avaro quando usa i suoi beni lo fa solo per mezzi egoistici e senza nessuna considerazione del prossimo. Nella Scrittura si parla di questo vizio avendo come riferimento alcune letture di san Tommaso d'Aquino che ha toccato dei vertici non indifferenti.
Prima lettera a Timòteo - 6 "...10L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti...."
Nella prima lettera a Timoteo, San Paolo sferza e stigmatizza questo vizio con parole di fuoco, definendo l'avarizia radice di tutti i mali. Dalla radice tutti i mali...tutti.
"..11Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza..." san Paolo
Deviare dalla fede e procurarsi molti tormenti. Ma come i soldi e i beni, anzichè darti gioie e pace ti danno tormenti? Sì, tanti tormenti e deviazione dalla fede. Spalancandosi le porte della stessa dannazione, l'avarizia intesa in senso forte ci porta all'inferno ed è la conferma della storia di Gesù sul ricco epulone o ricco senza nome.
SAN LUCA 16 "...19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”»
E' chiaro che il testo evangelico è chiaro: al momento della morte il ricco cade nella dannazione, il ricco sta tra i tormenti nell'aldilà. Questo brano è l'affermazione dell'eternità dell'inferno - e oggi qualcuno non ci crede più tanto - e anche la frase conclusiva: Manda qualcuno ad avvisare perchè non ci credono che esiste l'inferno...e la risposta: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Capite cosa significa? Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e di quanto sia importantissimo davanti a Dio mantenere la mente e il cuore aperti. Il don ha 50 anni suonati, quasi 18 di ministero e se c'è una cosa che ha imparato a temere e che gli fa paura sono i cuori e le menti chiuse, sono le arroganze e supponenze di chi pensa di sapere già tutto e di non aver bisogno di nulla e di essere il possesore della Verità spesso intagliata a propria immagine, perchè quando si sta così si vanifica tutta la volontà salvifica di Dio. Il don ha sofferto tanto il non poter aiutare alcune persone, pur pensando di sapere come fare, a causa della loro non volontà di non farsi aiutare - se qualcuno non ascolta il don e non gli consente di dargli una mano, il don non lo può fare. E lo stesso dolore è vissuto da Gesù. Quando una persona ha un pregiudizio forte o anche una convinzione sciocca o radicata - quanti meccanismi interni consci o inconsci che noi abbiamo? Come ci andiamo a blindare dietro le nostre pseudo convinzioni, non perchè siano radicate su qualcosa di solido ma perchè ci trinceriamo dietro qualche cosa che rappresenta la nostra sicurezza e che ci impedisce di affrontare delle cose? Il don più di una volta ha detto a delle persone: se non affronti questo problema, quando ti ritroverai in certe condizioni ti troverai in difficoltà, i nodi vengono tutti al pettine. Non farai la volontà di Dio e la cosa giusta perchè ti porti dietro questa cosa che non funziona. Quando perdiamo quell'umiltà profonda - il problema nella vita non è sbagliarsi - ma è riconoscere di aver sbagliato. Noi sbagliamo perchè siamo stati ingannati, il demonio è il grande ingannatore, molte volte in perfetta buona fede facciamo stupidaggini grosse quante una casa perchè abbiamo preso un'abbaglio. Come facciamo a proteggerci da ciò? Mantenendo il cuore aperto e non avere nessuna paura di confrontarsi con la verità. L'episodio del ricco epulone ci dice che l'avarizia coltivata volontariamente può causare quella durezza di cuore tale da meritare la dannazione che è un pericolo reale. La superbia si manifesta in tantissime persone - nei commenti dei video ecc... - quando una persona si scaglia contro una verità di fede - per esempio contro l'eternità dell'inferno - sta facendo un grandissimo peccato di superbia. Perchè di fronte ad una verità di fede, io non mi posso arrabbiare o contestarla perchè non la capisco o mi sembra strana, è il mio cervelletto che deve adattarsi ad essa e se non la capisci cerca di informarti bene.
L'avarizia si divive nella cupidigia, è un desiderio di accumulare disordinatamente denaro e tesori terreni. La parabole per esempio del ricco stolto. San Luca ha moltissimo a cuore il tema dei soldi e di tutto quello che attiene ai soldi. San Luca è la penna di San Paolo.
Cupidigia, cioè avere troppo. Avere la pienezza, quello che arraffo tutto e voglio tutto.
"..13Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede»
SAN LUCA - 12 "..16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. 20Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio»
Stolto cioè senza cervello, A- FRON (in greco). Chi fa questo è matto dice Gesù, noi diremmo è fuori. In greco non si dice vita biologica, questa notte ti sarà richiesta la tua anima. Quando uno muore, nelle epigrafi la frase migliore da scrivere - ci sono le frasi umane: è venuto a mancare all'affetto X o è tornato alla casa del Padre o volato al Cielo -- ma siamo propri sicuri? Chi decide questa cosa qua? Non sarebbe il caso di farlo decidere a Nostro Signore? Quando uno muore sarebbe bello scrivere: oggi ha reso l'anima a Dio. Perchè è stupido o stolto quello che ha vissuto di cupidigia? Perchè questa roba ti resta sulla terra e tu come ti presenti davanti a Dio? Se non ci penso io alla mia vita eterna chi ci penserà al mio posto? Tu ci vuoi pensare - tutti sono preoccupati di perdere la vita biologica e il don da sacerdote dice: ma è questo il male assoluto? Il problema non è perdere la vita biologica, non si odia la vita - per i Figli di Dio perdere la vita biologica è una grazia non disgrazia - noi non abbiamo nessun dubbio che esista la vita ultraterrena, noi usiamo la vita terrena per accumulare opere sante per ritrovarle nel Paradiso. Secondo voi, nell'altro mondo, si presenta Padre Pio e Totò Rina davanti a Dio, e la sorte di loro due è la stessa? Supponiamo che Totò Rina abbia fatto un'atto di contrizione in punto di morte (esempio), secondo voi uno che ha campato così può essere trattato allo stesso modo di Padre Pio? Facciamo una cosa più terra terra, una persona che non va quasi mai a Messa, un tempo almeno ci andavano solo a Natale e Pasqua, adesso neanche più quello, non mette Dio al primo posto, è avaro, superbo, bestemmia, droga, ruberie e ecc..... a tutto spiano e una persona che va a Messa la domenica, si mantiene puro, è fedele alla moglie/marito, si astiene dal linguaggio volgare, non bestemmia, non parla male del prossimo, cerca di stare con tutti ecc... ma due persone così hanno la stessa sorte? I soldi vanno santificati se li possiedi. Pensiamo che Dio sia meno giusto di qualsiasi persona umana? La misericordia non è far finta di nulla. Il don racconta di giovani scandalizzati che hanno visto funerali di amici (ad esempio di chi si è schiantato contro un'albero perchè impasticcato, ubriaco dopo una notte in discoteca ecc...) una vita bestemmiava come un turco ecc... tra amici si sanno queste cose e si sentono dire dal prete: adesso è entrato un'angelo in Paradiso. Ma evita, non dire nulla, dì che lo affidiamo alla Misericordia del Signore. Perchè poi altri pensano che fare una vita sballata non ti danni.
L'avarizia, propriamente detta, è l'attaccamento dei beni che si hanno e nella riluttanza (come il ricco epulone) non sono a condividerli con chi ha bisogno ma anche per usarle per i propri bisogni. Chi non conosce Zio Paperone? (per esempio) Sono personaggi di fantasia, ma ci stanno in giro gli avari e i Paperon de Paperoni. E purtroppo l'esperienza insegna che persone ben vegete e reali e non sono molto distanti da questi personaggi di fantasia ben caricati. Secondo san Tommaso d'aquino la cupidigia è fomentata dalla possibilità di procacciarsi beni materiali a volontà e di soddisfare qualsiasi desiderio peccaminoso. Questo vizio stravolge ogni azione dell'uomo instillando in ogni azione un principio egoistico e sfrenato. Fare ogni cosa per sè e per il proprio utile. E questo accade della volontà di godere in modo eccessivo e disordinato delle creature o dei beni creati. Un vero cancro e tarlo dell'anima. L'avarizia è opposta alla carità ha l'elemosina e la misericordia. Nelle opere di misericordia consiste nell'elargire beni materiali o di dargli la possibilità di averli. Fate quanto più elemosine potete raccomanda il don. Quei pochi ci credono, temono il Purgatorio, vuoi abbreviare il Purgatorio? Elemosina - dice san Pietro che copre una moltitudine di peccati. Ovviamente va fatta in maniera intelligente, non significa che alla prima persona incontro per strada gli dò i soldi. Se incontro una persona strada...devo vedere se ha una necessità vera o no. Quando si danno i soldi sarebbe meglio darli attraverso canali sicuri, ci sono tantissime cose anche online dove andare ad asciugare un sacco di lacrime. Una grande elemosina - ad avviso del don - far dire le messe per i defunti. L'elemosine che noi facciamo, vanno direttamente nel conto corrente della banca del Cielo. Quelli che abbiamo speso per noi ce li siamo persi, quelli che lasciamo faranno bestemmiare eredi o affini ma quelli che abbiamo dato in elemosina ce li ritroveremo dall'altra parte. E Gesù ricompensa ciò con 100 per uno e vita eterna in Paradiso. E dato che tutti dicono che non sono attaccati ai soldi (che non è vero) e il modo da cui ci distacchiamo è salare i soldi. Ci sono gesti eroici, comuni ecc.. più fai elemosine, meglio è. Evidente che chi ha la famiglia, figli, ecc... però in linea di massima più ne fai meglio è. Un genitore al figlio deve dare una montagna di buoni esempi e di virtù, insegnate e praticate e poi ci possono stare anche i soldi. Ma entro certi limiti (i soldi). L'elemosina e misericordia. Ci sono altre due virtù contraddette dall'avarizia: la liberalità, la parte più nobile - dare, c'è più gioia nel dare e la magnificenza, cioè fare le cose in grande, specie quelle condotte per amore di Dio. Che è il contrario dello spilorcio che sta sempre a risparmiare. Non puoi dare 10 centesimi - si capisca il senso - pensate ad un barbone che non abbia una gamba ecc... anche un pò di magnificenza, se gli dai 5€ ecc.. quello sarà contento e a Nostro Signore intercederà per te dicendo (per esempio): sono stato 50 anni a chiedere l'elemosina e lui è stato l'unico a darmi qualcosa di grosso. Il fare le cose in grande quando c'è di mezzo la gloria di Dio e del prossimo. L'avarizia è principalmente un vizio dei ricchi, i ricchi non sono tutti cattivi e dannati, alcuni hanno imparato ad usare bene i soldi e fanno un sacco di bene. Lazzaro, il miglior amico di Gesù, era un miliardario, era il figlio del governatore della Siria. Betania, la casa di Lazzaro era una villa megagalattica ed era il miglior amico di Gesù. I ricchi sono esposti, le ricchezze sono un pericolo. Il commento del giovane ricco che non riesce a lasciare le ricchezze per amor Suo. Il problema di far ricchezze in modo onesto. La disonesta ricchezza, Gesù la chiama così perchè fare una fortuna in maniera del tutto liscio e fluido è un pochino complicato. Quando la ricchezza supera certe proporzioni tu ti stai prendendo qualcosa che non è tuo. Se un super super riccone fa un'elemosina, sta facendo elemosina o giustizia? Chi perde la vita la trova e chi si accaparra la vita la perde. Non riteniamoci troppo facilmente dal denaro perchè questa cosa va provata attraverso le elemosine e attenzione come tutti i vizi capitali, queste sono malepiante che crescono nell'humus della propria anima vulnerata dal peccato originale. Dio ci scampi e liberi dalla presunzione di essere liberi da essi, teniamo alta la guardia e rendiamo i vizi inattivi con gli atti contrari.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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