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La perfezione della carità

L'insegnamento di san Tommaso d'Aquino sulla carità: la carità è amicizia di benevolenza fra Dio e l'uomo, la cui massima perfezione si raggiunge quando tutto l'impegno è posto nell'attendere a Dio e alle sue cose, posponendo ogni altro interesse e relativizzando tutto ciò che è del mondo. Ciclo di catechesi "Vizi e virtù", diciassettesima puntata, 21 Febbraio 2022

Amicizia di benevolenza tra l'uomo e Dio (secondo san Tommaso d'Aquino) ed è creata in noi da Dio affinchè la volontà agisca con prontezza e falicità per amor di Lui. Qualunque azione che io compio ho sempre di mira l'amore di Dio, per amore di Dio faccio o non faccio qualsiasi cosa. La carità con le virtù è un pò l'Eucarestia per i sacramenti. san Tommaso ribadisce che la carità consiste nell'amare Dio con la dimensione affettiva, della mente e della totalità della dimensione volitiva. Solo Dio va amato in questo modo: pieno, totale ed assoluto e per quanto ci possiamo adoperare è praticamente impossibile adempiere a questo precetto della carità. Perfino la Madonna, la sua perfezione è stata una cosa soggettiva, l'ha amato da creatura, ha dato il massimo di sè. In quanto ente creato la Madonna è limitata e neanche Lei ha potuto dare a Dio l'amore infinito che merita. Noi abbiamo adesso le rivelazioni di Gesù alla Piccarretta che dicono che l'unico modo per adempiere il primo comandamento è dono della divina volontà, perchè bisogna andare a cercare la dv in tutte le cose e renderle al Signore? Perchè Lui è degno di cose alla sua altezza e una volontà divina è l'unica cosa che lo soddisfi mentre il nostro amore o volontà è creaturale. La Madonna è andata molto in alto. Solo da questo primo precetto discende il secondo e anche san Tommaso d'Aquino sottolinea che l'amore santo di sè viene logicamente prima dell'amore del prossimo ed infatti se non ami santamente te stesso tu non amerai santamente il prossimo. L'amore santo di sè, quello che ci porta alla propria santificazione. Esempio: se io mi amo di amore santo custodirò il corpo nella più assoluta purezza e castità. E' chiaro che se io mi amo di amore santo, se sono ancora non sposato non farò mai un peccato contro il sesto comandamento con la mia anima gemella (se l'ho trovata) perchè mai macchierei il mio corpo e quello di un'altra persona. Se l'amore santo si sè significa mettere Dio al primo posto non indurrò nessuno a peccare, non scandalizzerò nessuno ecc... Noi amiamo la nostra anima e quella del prossimo perchè noi abbiamo un'anima affidata che dobbiamo ridare al Signore. L'amore santo dell'anima del prossimo. Il peccato si trova nella nostra volontà, l'anima è distinta dalla volontà, è un'essenza spirituale uscita dalle mani di Dio e la volontà non coincide con essa. Tutte le altre forme di amore, che non sono amore santi hanno il nome di amore ma poco della sua sostanza. E questo comprende anche l'amore al nemico per il quale si desidera la salvezza.

Anche amare i nostri politici è difficile, ma fare delle cose ingiuste sono atti della volontà di quel politico ma quel politico ha un'anima - anche se magari l'ha ricoperta di peccati - ma Dio quell'anima l'ha creata per sè. La volontà cattiva in una persona cessa se si converte. Non è che questo significa annullare il male o farla fare franca ai cattivi, se i cattivi non si convertiranno passeranno per la Divina Giustizia. Il male di cui ci si è pentiti bisogna espiarlo qua o nell'aldilà.

Alla carità vanno sacrificati tutti i beni esterni e lo stesso corpo (dice Gesù nel Vangelo). L'amore di Dio e l'amore alla propria anime - che sono molto attigui - l'anima è una peculiare aspetto di Dio, le anime sono tantissime - sappiamo che quelli che andranno in Paradiso vedranno il loro nome nuovo. Tu ed io non ci conosciamo bene da noi stessi, noi non sappiamo qual'è la particolare bellezza che abbiamo (non c'è un merito da parte della creatura) in questo mondo non capiremo bene chi siamo e lo capiremo bene chi siamo. Sono concetti molto importanti. Certo che certe persone ci fanno imbestialire e venire il nervoso a volte e dobbiamo sopportare tanti mali ma questi sono atti della volontà e nelle persone - a differenza dei demoni - la volontà può cambiare direzione. Ed ecco perchè i demoni sono irrecuperabili mentre le persone possono sempre salvarsi all'ultimo.

La carità è infusa dallo Spirito Santo, nel Battesimo abbiamo ricevuto tutte le virtù e i vizi li abbiamo ereditati dalle conseguenze del peccato originale e si tratta di far morire tutti i vizi. Come per tutte le virtù, la sua permanenza, crescita o Dio non voglia la sua perdita o diminuzione dipende dagli atti che l'anima fa. Se tu non fai un'atto di amor di Dio (glielo dici o preghi in un certo modo, o fai una cosa per amor suo o sacrificio) l'amore si raffredda. Cresce quando si compie un'atto di amor di Dio - o si fa un'atto di amore santo verso sè stessi o un'atto di amore ordinato nei confronti del prossimo. Quando noi diciamo: Mio Dio io vi Amo. Anche quando non ci sono trasporti sensibili e non sentissimi riverberi emotivi, dirlo aumenta il nostro amore per Lui. Se uno lo dice sinceramente. Dio accoglie questo atto nella misura in cui è sincero, se fosse un'atto ipocrita non lo accoglierebbe, ma è sempre un'atto imperfetto e limitato. C'è stata una piccola apostola serva d'amore - questa suora stava dalla mattina alla sera a fare atti d'amore e gli è stato detto di diffondere questi atti d'amore. La cosa brutta è che la vita di molti cattolici praticanti è molto fredda o mediocre. In una lettera dell'Apocalisse Gesù rimprovera una Chiesa che aveva abbandonato l'amore di un tempo.

(sarà questo?:..."..1All’angelo della Chiesa che è a Èfeso scrivi: “Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro. 2Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza, per cui non puoi sopportare i cattivi. Hai messo alla prova quelli che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. 3Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. 4Ho però da rimproverarti di avere abbandonato il tuo primo amore....")

La carità quando è coltivata porta al fervore e allo zelo. E' chiaro che in certi momenti il Signore ci lascia nell'aridità per vedere se andiamo avanti o - accade ad alcuni santi di essere purificati - ma non è possibile essere sempre aridi, senza devozione e un minimo di zelo...c'è qualcosa che non torna. Questo non dipende dal fatto che Dio non ci accende ma è che noi non ci lasciamo accendere da Dio. Ci sono stati dei grandi santi (san Filippo Neri), il don ha visto con gli occhi suoi le camice di san Filippo Neri che avevano all'altezza del cuore un buco con un'alone nero perchè gli bruciava la camicia. Quando è morto hanno notato uno spostamento delle costole a causa dell'amore che aveva per Dio. Questo non dipende da noi, ma le grazie straordinarie che ogni tanto Dio manda ma non è tenuto a mandare a nessuno - noi non dobbiamo chiederle, cercarle, desiderarle e volerle dicono i maestri di spirito. San Filippo Neri - prima di vivere gli incendi d'amore- pur vivendo nella misura ordinaria la carità, amava il Signore con tutto sè stesso...non è che ti prende fuoco il cuore se tu sei tiepido. Ti prende fuoco se su un tuo fervore già vivo - il Signore ci mette del proprio. Su questa base si è andata poi ad innestare la grazia soprannaturale - san Filippo Neri quando faceva la comunione aveva il dono straordinario di sentire il sapore non del vino ma del Sangue di Cristo - chi l'ha percepito dice che non ha il sapore del sangue umano ma è sangue vivo con sapori del tutto soprannaturali. Sono mistici godimenti non indifferenti. Non possono essere chiesti, desiderati, ecc.... e dobbiamo ritenerci i più indegni ecc...però dobbiamo anche pensare che sicuramente nessuno sentirà il sapore del sangue di Cristo se disprezza l'amore di Dio per andare presso ai piaceri bassi mondani. La nostra vita ordinaria di grazia e di virtù funge da disposizione ad eventuali grazie straordinarie che non dobbiamo desiderare e cercare e ritenerci indegni ma se il Signore le vuole le fa. Ma non le fa se non trova un humus già presente.

San Tommaso d'aquino insegna che la perfezione della Carità si manifesta quando l'anima pone tutto il suo impegno nell'attendere a Dio e alle sue cose posponendo ogni altro interesse e relativizzando tutto ciò che deve fare in questo mondo. Ciò riguarda tutti. Poi parta il buon senso che questo si deve vivere ma non lo si può vivere con un monaco certosino. Il grado comune ordinario della carità - dice san Tommaso - consiste tenere il proprio cuore in Dio in modo tale da non pensare, volere o fare nulla che sia contrario all'amore di Dio. La carità si perde (con tutte le altre virtù) con il peccato mortale e si raffredda con i peccati veniali. Noi non possiamo trattare i peccati veniali come se fossero sciocchezze o altro, il peccato mortale ti toglie la carità e tutte le virtù, il peccato veniale non te le toglie ma te le diminuisce e ti porta a lungo andare alla mediocrità e alla tiepidezza ed esponendoti al pericolo del peccato mortale. Un'imperfezione o una lieve mancanza non ti fa aumentare il grado di grazia, ogni giorno che andiamo a letto dovremmo avere un'aumento del grado di grazia e della virtù - aumentano o diminuiscono. Quando la carità funziona il nostro cuore abita in Dio. La gioia, la pace e la vera misericordia, quando in un'anima non ci sono queste tre cose, ci può essere la falsa misericordia, si ha un segno della scarsa vitalità della virtù della carità. La gioia è quella disposizione di allegrezza abituale alimentata dall'amore di Dio e del prossimo. Ami Dio? Sarai gioioso. Non lo ami? Non lo sarai. San Filippo Neri era uno dei santi della gioia. Il grande san Giovanni Bosco diceva che la santità consiste nello stare molto allegri e il demonio ha paura della gente allegra non dei gaudenti o stolti allegri. Stare molto allegri è segno di santità. Il fatto che tra anime devote si veda quella patina di tristezza vuol dire che c'è qualcosa che non funziona, magari la persona ha un temperamento malinconico, però in linea di massima la gioia è il primo corollario della carità e poi c'è la pace. La pace viene dalla piena concordia dell'anima con i divini voleri. Siamo accordi con la volontà di Dio? Facciamo sempre la volontà di Dio? Staremo in pace. C'è pace quando i tuoi desideri, scelte, aspirazione e atti volontari concordano con i divini voleri e quindi poi le relazioni con il prossimo: contese, discordie ecc... via. Quando si cresce nella carità si impara una cosa: le discussioni, le contese, polemiche e litigi sono ordinariamente da fuggire, quando una persona non è aperta all'accoglienza e della verità della fede non serve a nulla litigare e di imporre, noi non siamo più grandi dell'Altissimo. Quando una persona è ostinata e non vuole sentire, non è che ci si mette a fare una polemica perpetua, si ritrae e ogni tanto manda un delicato richiamo. Se la persona lo prende bene altrimenti alla prossima. Noi dobbiamo tenerlo presente (come agisce Dio). Al massimo prega per la sua conversione. Non sono le nostre parole a toccare i cuori del prossimo, e il don parla per esperienza, lo deve fare perchè chi ha voglia di ascoltare una parola ha il diritto di poterlo fare. Ma sa bene che se è una parola detta bene è grazia di Dio e se qualcuno accoglie quella parola è perchè c'è la grazia che ha lavorato dentro, di noi c'è pochissimo ma ce lo dobbiamo mettere ed è molto imperfetto.

La vera misericordia verso il prossimo consiste nella compassione, soffrire insieme per i peccati e mali degli altri. Soffro per quella persona anzichè fare polemiche inutile. Soffrirò di più se è una persona a me cara e la sofferenza si trasforma in preghiera per la conversione. Ed è (la misericordia) proprio l'opposto dell'invidia. La carità soffre compatendo i mali degli altri e si rallegra con i beni degli altri. L'invidia soffre se l'altro è nella gioia e gode se l'altro è nella sofferenza. La misericordia vera porta a farsi carico delle miserie del prossimo, il peccatore è l'essere più infelice del pianeta terra, sarebbe interessare vedere com'era il cuore della Madonna negli scritti di Maria Valtorta. La Madonna soffriva dolore per i peccatori, anche se un peccatore ostenta soldi e altro, sta privo della grazia, campa sotto il giudizio di Dio, ha una vita vuota. Fa del bene a chi fa del male ed è longanime con gli ingrati. Per i Figli di Dio non ci sono altre disposizioni che queste. Se non ci stanno non possiamo ricorrere ad auto- giustificazioni, è necessario esercitare di più e meglio quest'aurea virtù. Bisogna combattere anche lo stile rilassato, la carità cresce tanto quanto cresce il nostro contatto con Gesù Eucarestia e anche nell'Adorazione. Il nostro rapporto con Gesù crescerà, prima di andare a Messa bisogna prepararsi, non si può arrivare un minuto prima - ma non basta. Ecco perchè si dice il Rosario prima della messa, almeno mezz'ora può bastare. La comunione bisogna farla bene e il modo in cui ti approcci. Poi occorre il ringraziamento fatto bene. L'adorazione è lo stare con Gesù dopo la comunione altrimenti quella comunione resterà senza frutto. Non si può terminata la Messa scappare fuori dalla Chiesa altrimenti le comunioni porteranno (su 100) al massimo 2 -3 punti di benefici e poi basta. Qualcuno scrive al don che finita la Messa chiudono la parrocchia e sbattono fuori chi è rimasto in Chiesa. Allora ti metti fuori dalla Chiesa, ti chiudi in camera ecc... quando c'è una possibilità oggettiva....ti inventi qualcosa. San Domenico Savio stava in ginocchio davanti ai gradini della Chiesa. Se il parroco dovesse vedere questa scena si sentirà male che non lo farà più. L'esempio silenzioso è una predica molto eloquente che non può suscitare polemiche. Una persona che viene sbattuta fuori dalla Chiesa senza poter far ringraziamento...hai il fegato di stare in ginocchio sui gradini di una Chiesa? Cosa succederebbe se il parroco ti dovesse vedere? Quando si acquisisce lo stile da Figlio da Dio comporta un modo diverso di lottare contro il male. Queste forme di reazione al male sono le più micidiali che ci ha insegnato Gesù.

Opere tipiche della carità nella sua particolare ramificazione nell'amore del prossimo: la beneficenza, l'elemosina e la correzione fraterna. La beneficenza cioè fare il bene, qualsiasi bene a qualsiasi persona. Che bene devo fare? Un sorriso per esempio. Un sorriso non costa nulla, arrichisce l'altro senza impoverire, nessuno è così tanto ricco da poterne farne a meno e nessuno è così povero da non meritarlo ecc.... il sorriso è una cosa stupenda perchè è un'atto d'amore. Il più bel complimento che ci possono fare è dire: ti vedo sempre sorridente mai con il muso. Un favore, fare del bene, una cortesia, una parola di pace, una parola di incoraggiamento, una gentilezza, il garbo, la generosità ecc... se non ci sono o la carità c'è poco o qualcosa non funziona. E questa va mantenuta e conservata quando ci sono situazioni che la mettono a dura prova. Un Figlio di Dio non può mai scendere ed abbassarsi a certi livelli: grida, insulti, parolacce, volgarità, ecc... non c'è niente di soprannaturale e che sia proprio di un figlio di Dio. Sono stili che abbraccerebbero Gesù e Maria? Farebbero quello che sto facendo? Se uno in coscienze può dire: Gesù manderebbe a quel paese qualcuno...lo dica. Le opere di beneficenza classiche (le opere di misericordia corporali e spirituali). Ce le ricordiamo? Se io non le conoscono non le faccio. La legge del cristiano, noi non ci accontentiamo di non fare del male a nessuno questo non è cristiano. Le opere di misericordia ci spronano e ci invitano ad agire. Noi dovremmo avere un'autotreno di opere buone, fare più bene possibile. Fate del bene. Fate del bene diceva san Giovanni Bosco. Uno dovrebbe dire: che cosa non ho fatto di bene che avrei potuto fare e non l'ho fatto?

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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