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La vera paternità di san Giuseppe

San Giuseppe e la sua vera paternità. Dimensione religiosa, di autorità e autorevolezza, dimensione affettiva. Ciclo di catechesi San Giuseppe il più santo dei santi", quarta puntata, Mercoledì 2 Febbraio 2022

San Giuseppe e Maria Santissima hanno vissuto un matrimonio senza però la componente dell'unione carnale. E ciò che fa comprendere che ci sia un matrimonio senza vita sessuale. In senso stretto Gesù non era figlio in senso stretto di san Giuseppe. Specialmente per i maschi c'è una differenza notevole tra fare il padre e l'essere il padre perchè ahimè un maschio potrebbe avere un comportamento sessuale contrario alla legge di Dio e potrebbe avere in giro dei figli biologici ma non sa neanche di averli e ci sono dei padri che non sono padri biologici ma sono straordinariamente padri. E vale per i padri adottivi e per i padri spirituale. Un ministro di Dio si chiama padre...è perchè ha ricevuto da Dio quest'abilitazione ad esercitare la paternità spirituale ma poi bisogna vedere se fa il padro o il padrone o potrebbe infischiarsene del gregge.

Il don legge tutto il trattato su San Giuseppe e la sua paternità. C'è una dimensione legale, religiosa, affettiva ecc.. che san Giuseppe ha avuto nei confronti di Gesù. Qua siamo in un contesto catechetico atto a provocare delle domande. La catechesi è finalizzata sempre alla conversione, dici alcune cose non per dare un'istruzione e basta. Quella sarebbe una conferenza o un catechismo. Ma una catechesi serve a stimolare e provocare, dovrebbe essere un'input per la santificazione. Un parroco e un sacerdote hanno come missione di collaborare con Dio alla santificazione del prossimo dando sia la vita divina sacramentale e anche attraverso il ministero della parola.

Abbiamo visto tutti quanti i doveri religiosi che la legge d'Israele imponeva sul padre. La circoncisione e l'imposizione del nome - glielo ha detto l'Angelo di farlo. Ma non bastava che lo sapesse la Madonna ma non poteva portare Gesù alla circoncisione a dargli il nome. Poteva farlo solo il capofamiglia. Perchè Gesù fosse chiamato figlio di Davide, il sangue veniva dalla Madonna ma se san Giuseppe non fosse stato della Tribù di Giuda anche lui, a Betlemme non ci sarebbero andati perchè ci voleva il padre e l'offerta sacrificale l'ha fatta san Giuseppe.

"..La paternità di Giuseppe era indispensabile a Nazaret per onorare la maternità di Maria. Era indispensabile la circoncisione e l’imposizione del nome. Era indispensabile a Betlemme per iscrivere il neonato come figlio di Davide nei registri dell’impero romano. Era indispensabile a Gerusalemme per presentare il primogenito al tempio. Ed inoltre era indispensabile la presenza di Giuseppe per la crescita di Gesù in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2, 52)...." P. ÁNGEL PEÑA O.A.R.

Pensiamo alla latitanza dei padri cattolici. Il don sta facendo una catechesi e l'80% delle persone che lo stanno seguendo adesso sono donne - in diretta - ma questi numeri fanno comprendere che c'è una mentalità diffusa che le cose della fede - istruzione religiosa, frequenza dei sacramenti ecc.. - è roba da donne. Ma questo è quanto più di folle possa esistere. Su questo gli Ebrei ci danno delle sonore lezione, per loro la presenza di Dio dentro casa la porta l'uomo e la cura della vita religiosa spetta l'uomo e chi porta la famiglia in sinagoga. E per la donna è un'onore seguire l'uomo. Papa Giovanni Paolo II ha raccontato una storia in occasione del 50° anno di sacerdozio e disse: raccontava un particolare della sua infanzia, andando a letto, il papà aveva lasciato la porta aperta e lui bambino guardando vede il padre davanti al crocifisso a pregare e la lezione di fede che ha avuto è rimesta indelebile. E' vero che le donne e le mamme - dentro casa dovrebbero essere il punto di riferimento della dolcezza - ma anche il Papà dovrebbe essere il polo dell'autorevolezza e dell'autorità (non dispostismo). Se un ragazzino vedesse il padre con una vita cristiana esemplare, perchè si incarica - senza delegare in bianco o delegare completamente - magari aiutato dalla moglie alla formazione religiosa del figlio il mondo sarebbe un'altro. I figli ascoltano la madre, se una cosa però il padre non la fa non sarà tanto importante. Ma se il padre la fa allora il discorso cambia. Lo dice mio padre, è un'altra cosa. Il don implora che i padri imparino queste cose. Le cose che san Giuseppe ha fatto erano doveri religiosi, non era perchè in quel momento le donne non contavano nulla. Ma se Dio ha stabilito questo, è perchè sa nella sua Sapienza quanto sia importante e non deve passare nei nostri figli l'idea che la fede sia da donne o da donnicciole. E' un problema grosso in Occidente e dev'essere affrontato. Gesù ha voluto che san Giuseppe fosse il suo istruttore religioso per quanto riguarda la perfetta osservanza di ciò che Dio aveva lasciato prescritto ai figli.

L'autore nota che la Madonna quando ritrova Gesù con san Giuseppe dice: Tuo Padre ed io...

"...Anche Maria riconosce Giuseppe come padre di Gesù. Quando lo trovano nel tempio dopo averlo cercato per tre giorni, Maria dice: Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo (Lc 2, 48). Qui Maria antepone perfino l’autorità di Giuseppe alla sua, dicendo: Tuo padre ed io....." P. ÁNGEL PEÑA O.A.R.

Oggi stiamo in un mondo dove tutto sta a rovescio. Notare l'umiltà della Madonna e come la Madonna fosse entrata nell'ordine voluto da Dio: il capo famiglia dev'essere l'uomo. Non significa autorizzazione a fare il despota, dittatore, padre - padrone ecc.. la possibilità della degenerazione di una cosa non deve diventare la scusa per demolire qualcosa. Può succedere che ci siano delle sante donne che a volte - con un carattere dirompente - che quasi impediscono all'uomo di esercitare il proprio compito di marito e padre. La pari diginità non significa stare sullo stesso livello, se ci sono delle realtà di subordinazione volute da Dio lo dobbiamo rispettare. Non dobbiamo avvallare i sorprusi. I soprusi devono essere fermati. Chi di noi conosce Costanza Miriano? Scrisse un libro che fece scandalo: sposati e sii sottomessa, il titolo volutamente provocatorio scatenò il finimondo. Oggi il don crede nei processi di conversione ci dovrebbe essere un discorso da fare davanti al Signore - previa formazione della coscienza - di riscoperta dei propri ruoli e funzioni. Le cose funzionano nell'ordine divino se ognuno fa bene quello che deve fare. Il sacerdote deve fare il sacerdote non il laico e non il monaco, frate ecc... un'uomo sposato deve fare il padre, una donna sposata deve fare la madre e il figlio deve fare il figlio ecc... E' chiaro che l'obbedienza si guadagna con l'autorevolezza ordinariamente ma è anche vero che ai ragazzi l'educazione bisogna dargliela: ci sono scene diffusissime di ragazzini che sono irrispettosi di ogni minima forma di autorità dai genitori in poi. Il don ha visto dei ragazzini che fanno delle cose in presenza del prete assolutamente inqualificabili, ma non te la puoi prendere con loro anche se qualche volta qualche cosa gliela devi dire. Quando di un ragazzino si dice che è maleducato, a chi è rivolto il rimprovero? Ai genitori. Oggi si assiste spesso di una debolezza, non è possibile - anche se l'educazione va data attraverso valori ed esempi - un figlio deve imparare a stare sottomesso all'autorità dei genitori altrimenti non rispetterà nessun'altra forma di autorità costituita. E non crescere anche in maniera umana in maniera sana, equilibrata e corretta. Il padre dentro casa rappresenta l'autorità dell'Altissimo e deve entrare in questo compito e deve assumerlo. Le grandi decisioni della famiglia di Nazareth le prende san Giuseppe non Maria. L'angelo va da San Giuseppe ed è stato lui a dare l'ordine. Da un punto di vista di santità e meriti chi era più grande? Ma però c'è un'ordine stabilito. Gesù si è voluto sottomettere a san Giuseppe. La vicenda di san Giuseppe - assieme a tante altre - ci fa comprendere come l'ordine sia di importanza capitale. E' san Giuseppe che prende le decisioni per la famiglia di Nazareth.

"..San Bernardo (1090-1153) afferma: Colui che molti profeti desiderarono vedere e non videro, desiderarono udire e non udirono, fu dato a Giuseppe, non solo di vederlo e udirlo, ma anche portarlo in braccio, guidarne i passi, stringerselo al petto. Coprirlo di baci, nutrirlo e vegliarlo. Immagina che genere di uomo fu Giuseppe e quanto valeva. Immaginalo in accordo col titolo con cui Dio volle onorarlo, che fosse chiamato e preso per padre di Dio, titolo che veramente dipendeva dal piano di redenzione(17)....." P. ÁNGEL PEÑA O.A.R.

Alcune volte gli uomini sono un pò anafettivi, ma questo anche perchè c'è un pregiudizio che essere affettuosi che sia una cosa da donne. Coltivare una buona affettività alla quale ci si educa non è svilire ma promuovere la propria virilità. Molte donne lamentano il non sentirsi amata. E molti ragazzini lamentano di non sentirsi amati spesso dai padri e questa non è una cosa buona. Alla sana affettività ci si educa, al massimo impari a porre in essere atti d'amore. Non basta dire ti amo, e tu lo sai che ti amo, quell'amore lo deve percepire. Se tu chiedi al ragazzino se lo ama papà...se il ragazzino ci pensa un pò...no. Quando noi ci sentiamo amati, alla domanda uno risponde immeditamante sì. Una sposa quando uno gli chiede se si sente amata da suo marito deve rispondere subito sì. Ci si educa a queste cose perchè i gesti sono molto importanti. I gesti di affetto. Anche nella vita di coppia. La castità pre matrimoniale è una risorsa formidabile, perchè l'astenersi dai gesti che hanno marito e moglie non significa vivere come estrani ma quel tempo è il tempo per coltivare l'affettività e solo questa creerà un contesto bello anche per la vita sessuale attiva nel matrimonio. Pensiamo anche al nostro rapporto con Dio, potrebbe essere un rapporto freddo e distaccato - ma non è questo che Dio vuole - nel primo comandamento Dio dice di amare il Signore con tutto il cuore eccc... - l'amore è un'arte che si impara. E Gesù e la Madonna si sentivano amati da san Giuseppe e si sentivano protetti da San Giuseppe, sentivano che san Giuseppe era il punto di riferimento pur essendo povero. E sicuramente non gli ha mai fatto mancare nulla.

CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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