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San Giuseppe patrono dei moribondi e della buona morte

San Giuseppe ebbe la sorte unica di spirare tra le braccia di Gesù e di Maria ed è per questo che è patrono dei moribondi e della buona morte. Come un cristiano dovrebbe porsi dinanzi al problema della morte corporale e quanto è importante prepararsi bene a questo decisivo appuntamento. Ciclo di catechesi San Giuseppe il più santo dei santi", settima puntata, Mercoledì 4 Maggio 2022

La fonte di queste meditazioni le potete trovare sul pdf reperibile on-line, l'autore è ÁNGEL PEÑA O.A.R.

Nelle apparizioni di Itapiranga, san Giuseppe avrebbe confermato la sua assunzione in Cielo e avrebbe chiesto la celebrazione con devozione dei primi 5 mercoledì del mese. San Giuseppe è considerato il patrono della Buona Morte perchè ha avuto la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria.

Dice la parola di Dio: Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli (Sal 116, 15). Beati d’ora in poi i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono (Ap 14, 13). La morte è una delle realtà più certe e più tragiche dell’esi-stenza umana. Tutti, tardi o presto, dobbiamo morire. Ma che differenza tra il morire disperati e il morire in pace con Dio!..." (testo)

Un punto fondamentale della nostra vita cristiana è il nostro rapporto con la nostra e il nostro pensiero su di essa. Qual'è la nostra reazione al pensiero con la morte? Purtroppo oggi molti non ci pensano e non ci vogliono pensare. Epicuro diceva una stupidaggine che è vera gli animali non per gli animali: quando io ci sono la morte non c'è, quando non ci sono io c'è la morte. Gli animali, quando vedono un'animale morto accanto a loro ma non sono in grado di dire che moriranno anche loro. Ma noi sì. Noi non possiamo non chiederci: perchè c'è la morte? Cosa c'è dopo? ecc.. Non possono esistere credenti in Cristo che hanno paura della morte. Chi ha paura della morte non crede nella vita eterna, non crede nell'immortalità dell'anima, della resurrezione del corpo ecc... certamente è un travaglio che però pone fine ad ogni sofferenza e ci porta a conseguire il fine per cui siamo stati creati: il Cielo, non per la Terra. Un cristiano degno di questo nome, se sapesse di dover morire fra 2 minuti sarebbe pronto a consegnare l'anima (certamente sapendo di essere in grazia di Dio, avendo riparato o fatto il possibile per saldare i conti ecc...). Se ci fossero stati credenti degni di questo nome, durante l'epidemia ci saremmo risparmiati un sacco di reazioni come si sono viste. L'essere terrorizzati dalla prospettiva di una morte dolorosa, ci vuole una grande santità, ma se dovesse capitare potrei usare le sofferenze per riparare le ultime mancanze ecc.... ma è una grazia morire nel sonno? O una disgrazia? Quando ci credevano i cristiani pregavano di essere salvati dalla morte improvvisa perchè la Morte è l'appuntamento degli appuntamenti. Ma ti pare che una persona ci arrivi impreparati? Una persona solitamente si prepara per bene quando ha un'appuntamento importante. Di per sè la morte è una cosa tragica, ma noi cristiani sappiamo perchè c'è la morte e la morte deve temere chi si è allontanato da Dio. Cosa c'è da temere? Beati chi muore nel Signore. In questa terra possiamo avere una vita felice ma beata no. La beatitudine è la pienezza inimmaginabile della felicità e la felicità è uno stato di già vero appagamento. La vita eterna inizia adesso. Non è un problema il morire ma come si muore. Un parroco vede certe cose: ci sono certe persone con una vita brutta, una vita vissuta malamente o grigia, la vita è finita e non si può riavvolgere il nastro della propria esistenza. Quello che abbiamo fatto, abbiamo fatto e quello che non abbiamo fatto non abbiamo fatto.

"..San Giuseppe ebbe la fortuna di morire tra le braccia di Gesù e di Maria. La sua morte fu un passaggio tranquillo all’eternità. Vediamo ciò che ci racconta al riguardo la beata Anna Caterina Emmerick: Quando Giuseppe morì, c’era Maria seduta alla testata del letto e lo teneva tra le braccia, mentre Gesù era vicino al suo petto. Vidi la stanza piena di splendore e di angeli. Giuseppe, con le mani giunte sul petto, venne avvolto in teli bianchi, collocato in una cassa stretta e deposto in una bella caverna sepolcrale, che un buon uomo gli aveva regalato. Oltre a Gesù e a Maria, poche persone accompagnarono il feretro, che vidi, invece, tra grandi splendori e angeli..."

La morte del giusto, non ha un'agonia dolorosa, interminabili. Ci possono essere delle sofferenze ma poi è finito tutto. La morte dei giusti è placida - lasciando perdere Gesù. Certo, ci sono state morti cruente ma è più che lecito nel cuore fossero sereni.

"..La venerable María di Jesús da Agreda racconta: Gesù gli diede la benedizione e gli disse: Padre mio, riposa in pace nella grazia di mio Padre celeste e mia. Ai miei profeti e santi, che ti aspettano nel limbo, porta le liete notizie dell’arrivo imminente della loro redenzione. Tra le braccia di Gesù spirò il santo e felicissimo Giuseppe e Gesù gli chiuse gli occhi. E, nello stesso tempo, una moltitudine di angeli, che assistevano col loro Re e la loro Regina, intonarono dolci cantici di lode con voci celestiali e melodiose. Poi portarono la sua anima al limbo dei padri e dei profeti..., dove causò nuova gioia quella incalcolabile redenzione..."

Maria Valtorta descrive anche lei la morte di san Giuseppe in termini simili a come l'abbiamo ascoltata.

"..Il popolo cristiano, basandosi sul racconto che Giuseppe era morto fra le braccia di Gesù e di Maria, lo ha sempre considerato avvocato e protettore degli agonizzanti. E così lo ha confermato la Chiesa con la sua autorità. Papa Benedetto XV, il 25 luglio 1920, scrisse: Avendo la Sede apostolica approvato diversi modi di onorare il santo patriarca, si celebrino con tutta la solennità possibile i mercoledì e il mese a lui dedicato (marzo), in tutte ed in ciascuna delle diocesi a istanza dei vescovi. Ma, principalmente, poiché è singolare protettore dei moribondi, siccome alla sua morte erano presenti lo stesso Gesù e Maria, incoraggino i venerabili fratelli quelle pie associazioni che furono fondate per pregare san Giuseppe in favore dei moribondi come quella della “Buona morte” e quella del “Transito di san Giuseppe”, affinché egli aiuti con tutta la sua autorità gli agonizzanti.."

Qua cogliamo un particolare: "..si celebrino con tutta la solennità possibile i mercoledì...", la Messa del mercoledì dovrebbe essere quella di san Giuseppe e il mese di Marzo sarebbe meglio pregare san Giuseppe, con il Sacro Manto, è una preghiera abbastanza impegnativa, ci vogliono una decine di minuti almeno. Però un devoto di san Giuseppe deve acquisire lo stile di dare onore al Mercoledì. San Montfort è stato l'inventore delle 1000 Ave Giuseppe che però sono stati leggermente modificate ad Itapiranga. San Giuseppe è il Patrono della Chiesa e il terrore dei demoni.

"..Papa Pio XI, nelle litanie di san Giuseppe approvate il 21 marzo del 1935 acclama: Patrono dei moribondi, prega per noi. Nel Catechismo della Chiesa cattolica ci viene consigliato: chiedere alla Madre di Dio di intercedere per noi “nell’ora della nostra morte” e affidarci a san Giuseppe, patrono della buona morte (Catechismo C.C. 1014)...."

La cosa più importante per noi è la buona morte perchè da questo dipende tutto. Il don ha avuto la possibilità di parlare con fedeli prossimi alla morte, ci sono state delle persone che si sono veramente preparate alla morte, hanno fatto la confessione generale, baci al crocifisso in continuazione attendendo la morte,...malati terminali ecc... il don ha avuto la gioia di celebrare qualche funerale sapendo come era morte quella persona. Olio santo, viatico, preghiera dei moribondi ecc... Chi accetta la morte (dice sant'Alfonso Maria de Liguori) - consapevole del momento che sta per venire - la vive come atto di ubbidienza come prezzo ultimo del peccato, accetto di farlo quando Dio vorrà, come verrà, non mi preoccupo di quello che succederà ecc.. ci pensa Dio agli altri. Pensa a morire bene. Chi riesce ad accettare pienamente la morte e la offre - può darsi che si sbagli - non si passa per il Purgatorio. Chi di noi può pensare di andare in Paradiso senza Purgatorio? Se ti giochi bene l'appuntamento con la morte, paghi tutto.

"..Vediamo un esempio: la venerabile Anna di Sant’Agostino(1555-1624), carmelitana scalza, era molto devota a san Giu-seppe e quando arrivò l’ora della sua agonia, vennero a portarla in cielo Gesù, san Giuseppe e santa Teresa di Gesù. La moribonda vedendo la sua cella trasformata in un cielo, diede segni di gioia straordinaria. Ad un certo punto esclamò tre volte: I miei genitori! Riferendosi a san Giuseppe e santa Teresa... Una carmelitana di grandi virtù, che abitava in un convento diverso, mentre stava pregando per l’inferma, la vide salire in cielo tra san Giuseppe e santa Teresa di Gesù, seguita da un gran numero di angeli e di santi che componevano il corteo trionfale. Così san Giuseppe onora nell’ora della morte coloro che lo onorano in vita e gli chiedono la grazia di una buona morte..."

Quante grazie arrivano con 1000 Ave Giuseppe? Non tutti possono fare un gesto ascetico del genere che dura per 5 ore? La vita di un cristiano è una vita proietta verso il Cielo, ogni cosa che noi facciamo ci torna qua e dopo. Chi ha fatto questa cosa riceve un'autotreno di grazie subito e se le ritrova dopo la morte. Chi fa le veglie il sabato sera in Chiesa anzichè andare a divertirsi rinuncia e ti passa 2-3 ore in preghiera, questa cosa non è nulla. La nostra vita spirituale si plasma qua. La nostra sorte eterna ce la scriviamo qua e l'opera della santificazione non è una cosa che si fa in due minuti ma sono operazioni...e più uno fa arriva.

"..San Vicenzo Ferrer (1350-1419), mentre predicava un giorno l’omelia della festa di Natale, raccontò quanto segue: un mercante di Valencia (Spagna) invitava a casa sua tutti gli anni nel giorno di Natale un povero anziano ed una donna col suo bambino piccolo, poiché gli raffiguravano la Vergine col bambino Gesù e Giuseppe. È noto che alla sua morte gli apparirono la Vergine con il bambino e san Giuseppe dicendogli: Per averci ricevuto nella tua casa, noi ti riceveremo nella nostra..."

Qua c'è la tradizione falsa di vedere san Giuseppe come persona anziana, probabilmente aveva 30 anni quando si è sposato con la Madonna, nel pieno della sua vitalità giovanile, però il Signore vede i cuori. Questa cosa ci faccia comprendere una cosa: quando noi in base ad una credenza lecita ma sbagliata o non del tutto corretta offriamo un gesto d'amore al Signore,...il Signore guarda l'amore e il cuore con cui tu gli hai offerto qualcosa. Chi di noi può essere certo dei valori dell'Altissimo. Ecco perchè Gesù ci dice di non giudicare il prossimo: ci può essere una persona che fa una cosa oggettivamente sbagliata - magari pensando di fare una cosa giusta e/o gradita a Dio - ma siamo sicuri che il Signore lo manda all'inferno? Se quella persona - in buona fede, senza colpa, è perfettamente convinta - non di una cosa intrisecamente cattiva - . Ecco cosa vuol dire che il Signore guarda il cuore, ma la cosa dev'essere non intrisecamente cattiva. Una cosa di per sè non cattiva, tutto dipende dalla coscienza e dall'amore con cui viene fatta. L'esercizio della buona morte (apparecchio della buona morte) e così anche la meditazione sulla propria morte - si trova anche nel libro di san Francesco di Sales. Se ti chiamasse adesso Nostro Signore..cosa gli racconto? O il pensiero, non ti alzi domani mattina...che pensi?

CICLO DI CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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