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L'accidia o tristezza, vizio deprimente

L'accidia è la nausea dei beni spirituali per il travaglio corporale che li accompagna e il torpore dell’anima che trascura di intraprendere il bene. Chiamato anche tristezza, chiude completamente l'orizzonte del Cielo e condanna ad una vita disperata, triste e meschina. Ciclo di catechesi "Vizi e virtù", trentasettesima puntata, 15 Luglio 2022

Generalmente questo vizio viene considerato come pigrizia, come una persona che si crogiola e perde tempo. L'accidia è anche questo e la caratteristica di questo vizio non è solo la semplice pigrizia ma - gli orientali sono stati più bravi di noi - è una forma di tristezza. L'invidia si rattrista per il bene altrui concepito come male proprio e si rallegra per il male altrui concepito come bene proprio. L'accidia è la tristezza che deriva dalla nausea dei beni spirituali, per il travaglio corporale che li accompagna. L'accidioso non è semplicemente il pigro ma è il pigro e lo svogliato nelle cose spirituali. fare una penitenza comporta un sacrificio, stare in preghiera comporta un sacrificio, partecipare ad una processione comporta ad un sacrificio, partecipare ad un'atto di culto (Messa ad esempio) come Dio comanda senza guardare l'orologio ecc.. -- può un ministro di Dio puntare a celebrare la Messa nel modo più corto possibile? Ecco qua il vizio dell'accidia. O anche il torpore dell'anima che trascura di intraprendere il bene. Si inizia con la tiepidezza nel compiere il bene e si finisce con il torpore, è come una sorta di sabbie mobili dove si rimane incastrati, sembra impossibile venirne fuori. L'accidioso è il contrario del forte, di coloro che si imbarcano in grandi imprese e hanno la forza di portarle al termine. Questo vizio comporta il disprezzo dei doni di Dio e delle grazie di Dio, l'accidioso è espresso in maniera esemplare da Gesù nel vangelo è il servo che va a mettere il talento o la mina sotto la sabbia. Gli accidiosi si possono assimilare agli ignavi. Gli accidiosi sembra che non facciano niente di male, attenzione quando ci giustifichiamo dicendo: io non faccio nulla di male - ma potremmo fare del bene e non lo facciamo. Il disprezzo dei doni di Dio: il gravissimo peccato di ingratitudine. La gratitudine non è un'optional ma è un dovere di Giustizia, Gesù è morto in croce per noi, noi non possiamo rimanere indifferenti ma abbiamo il dovere di essergliene grati. Dio si è incarnato, si è speso, umiliato, ha inventato la Messa e la Chiesa per farti giungere ogni momento gli effetti di ciò che ha fatto per te, si è fatto tuo cibo, ti dà l'assoluzione dei propri peccati ecc... e tu manco ci pensi. Sarà peccato mortale o veniale? Abbiamo sperimentato su di noi l'ingratitudine? Per quanto sia stato fatto un bene modesto, fallace, ecc... per qualcuno e averne ricevuto in contraccambio ingratitudine o peggio. Questo vizio capitale facilmente, ma non solo, attanaglia i temperamenti flemmatici. Il don conosce persone sanguigne che sono accidiose fino all'inverosimile. Ma anche una tristezza spossante che toglie all'anima la forza d'agire.

Vuoi sapere quanto sei accidioso? Guarda quanto sei triste. L'accidioso è triste. Pensiamo ad una persona triste nel Vangelo: un giovanotto che si chiama il giovane ricco. Gesù lo chiama a grandi cose e il gesto gretto di dire no. E come se ne è andato? Triste nonostante i soldi che aveva. Ha sputato sopra una vita meravigliosa che il Signore ti avrebbe donato. Il don si addolora quando vede scene del genere e si chiede come si fa? Lo spreco delle grazie di Dio. E' un delitto atroce (percepito dal don). Sprecare i doni di Dio, sprecare le grazie ordinarie e le grazie straordinarie. Pure le grazie straordinarie. Ma come starà un'anima così? Si condanna a vivere in modo triste ed hai voglia andare a cercare palliativi, gratificazioni e surrogati. Ma quando si commette il crimine di sprecare le grazie di Dio, di essere ingrati ecc... non c'è altro che la tristezza. E' un vizio - il don assicura - che è quasi impossibile sentirlo dire in confessione: io ho disprezzato i doni di Dio e ho sprecato le sue grazie. Il contrario dell'accidioso è colui che dà importanta alla vita interiore, alla spiritualità ma dove stanno queste persone? Il don non capirà mai, ma come è possibile, come si può non riflettere un pochino?

Come campa chi non pensa mai alla vita eterna? Chi vive con la sua mentalità misera, piccina e ristretta a questi pochi giorni che abbiamo sul pianeta terra non rendendosi conto che non abbiamo una città stabile quaggiù, ma come si fa a campare non pensando a queste cose? Non ponendosi seriamente sul problema Dio? Se dopo la morte c'è qualcosa che non finisce più....l'eternità e tu vorresti affrontare questa cosa con leggerezza? Andremo tutti finire bene alla grande qualsiasi cosa si è fatto? Il don si accorge che si passa dalla soglie dei 50 anni e tante cose non le capisce. Non riesce a capirle. Tante cose non si capiscono. E poi succede che nel cuore di un sacerdote si inizia a prospettare un pensiero che in queste cose ci giochiamo le anime, le persone che campano non riflettendo sull'aldilà sono a rischio dannazione. L'altro ieri è stato il 13 luglio (riferendosi a quando è stata fatta la catechesi), il giorno delle grandi rivelazioni a Fatima. Il primo segreto è stata la visione dell'Inferno. Non è un caso che la prima cosa che la Madonna ha fatto vedere è l'inferno. Chi ci crede che basta un peccato mortale non rimesso e di cui non ci si è pentiti (fatto con pieno consenso, deliberata avvertenza e materia grave) per andare direttamente all'inferno. L'accidioso non prega quasi mai o se lo fa biascando in modo annoiato e distratto quasi come se stesse facendo un favore a Dio. Trascura regolarmente i sacramenti. Ma come fanno a campare le persone senza Messa o i Sacramenti? Chi di noi, se posto di fronte alla scelta: mangi in questo giorno o vai a Messa e ti fai la comunione, che scegli? O l'uno o l'altro. Come fa un battezzato, un figlio di Dio a campare lontano da Dio? Come passa il tempo? L'accidioso celebra i Sacramenti in maniera molto superficiale o in modo sacrilego. Il don non può vedere certe scene che vede in parrocchia. Ma come si fa a vedere - per esempio - i modi scandalosi di accostarsi alla santa Comunione o il comportarsi dopo averla ricevuta? Come fa una persona ad uscire dalla Chiesa subito dopo aver fatto la Comunione? Il don dice che il cuore non lo possiamo vedere - la speranza è sempre l'ultima a morire o c'è sempre speranza ma c'è anche un proverbio sarcastico: chi di speranza vive, disperato muore. L'accidioso non si cura di crescere nella conoscenza di Dio, non impiega tempo, risorse ed energie nella propria formazione salvo poi vedere la propria vita andare a rotoli.

Le gente dimentica anche la sapienza popolare: ciò che si semina, si raccoglie. Quando una persona, arrivata ad un certo punto della vita si ferma e vede che tutto sta andando a rotoli, piange, si dispera ecc.. chiede spiegazioni, aiuto ecc... ma al don è capitato rarissime volte di pensare: ma con una vita così condotta, cosa ti aspettavi? Il don sta maturando che la sconsideratezza è una delle cose più pericolose e gravi. Quanti matrimoni non avrebbero dovuti essere celebrati per mancanza di considerazione, di discernimento, di preghiera e di mettersi davanti al Signore... se chiedi veramente al Signore la sua Volontà pensi che Dio non te la manifesti? L'accidioso oltre a non formarsi nella fede e nella morale - e quindi fare un'autotreno di peccati mortali e veniali - magari che non saranno imputabili al 100% a chi li compie perchè poco formato, ma anche se tu non ti rendi conto del peccato che fai non succede nulla, tutto il male del peccato che fai ti ricade addosso comunque. La non piena consapevolezza (colpevole) del male che compi a causa dell'accidia, l'unica cosa che comporta una diminuzione della responsabilità del male che ha fatto davanti a Dio - ma se una persona ha rapporti pre matrimoniali la marea di fango e di male generato da questa cosa è un fatto oggettivo che te la tieni punto e basta. E a smaltire questo male ci devi pensare te. Se ti confessi, in parte, i meriti di Gesù in parte ti ripuliscono. Ecco perchè poi occorre la penitenza. Dio ti rimette la colpa ma delle conseguenze te ne fai carico te in buona parte. L'accidioso ridicolizza tacciandoli di bigotteria e di fanatismo tutti coloro che vede intrisi di spirito di orazione, di vera fede, di carità operosa, di sincera orazione ecc... e qui vale un'altro proverbio popolare: ride bene chi ride ultimo. Gli accidiosi fa parte di quella categoria degli stolti o di quelli che si fanno beffe o che derive o ridicolizza l'uomo pio. Qua vale chi ride bene chi ride ultimo. Ci sarà un giorno in cui non ci sarà più nulla da ridere.

L'accidia ha sei figlie: la disperazione - ma qua non s'intende la disperazione della salvezza, all'accidioso non gliene importa nulla perchè non ci pensa proprio. Ma la disperazione perchè ha abbandonato definitivamente la Speranza, non spera più alla beatitudine. E' accidioso proprio perchè non ci pensa. E come si dice: l'ozio è il padre dei vizi, la lussuria e la gola; stiamo sicuri che l'accidioso è un lussurioso e goloso di prima categoria, perchè non avendo nessun pensiero per il Cielo, si rotola dentro i lordi piaceri di questa povera terra lordandosi. Padre Pio diceva: non lordatevi. Quelli che godono i beni di questo mondo sono dei disperati, guardiamo bene con gli occhi sapienti, le grandi stelle...stelle del mondo dello spettacolo, della musica, dello sport ecc.. (salvo rare eccezioni), certi esemplari ultra osannati, lodati, famosi, ultra idolatrati ecc.... sono proprio dei piccolissimi esseri da cui traspare - dietro la maschere dell'apparente gaudenza - la più assoluta disperazione e spesso la estarnano (specie nel mondo della musica) che sono dei inni alla disperazione. La morte di queste persone sarà una cosa orribile se non si pentono e quello che verrà dopo sarà peggio ancora. La seconda figlia è la viltà o pusillaminità - qua non si intende nel senso comune - l'accidioso è vile e pusillamine perchè prova una grande repulsione verso tutti quei mezzi ardui che consentono il raggiungimento del mezzo ultimo. Manifesta una grande mancanza di intraprendenza verso tutte quelle cose che servono a portarci all'unione con Dio - ascesi, penitenza, ecc... - l'accidioso le considera follia. In relazione a questi atti è un vile. Ha paura di mettersi a pregare o di fare un pò di penitenza o esercizi ascetici. La terza figlia dell'accidia è il torpore relativo ai precetti - lo chiama san Tommaso - significa che la legge di Dio e dei precetti gravi della nuove legge - non li calcola propria e li trasgredisce e disprezza con estrema facilità e ciò comporta l'abbandono dei mezzi comuni ed obbligatori dei mezzi anche minimi. Poi abbiamo la quarta figlia: l'oziosità e la sonnolenza. L'accidioso è ozioso e dorme troppo. Non si può mangiare troppo, dormire troppo e bere troppo. Padre Pio diceva che dormire è tempo perso. Quante ore dedichiamo al sonno? Più del necessario? Sotto certi limiti non possiamo scendere a meno che Dio non ci dia qualche dono ma un pò di mortifcazione male non fa. Il rancore (quinta figlia), non un rancore generico, ma gli accidiosi sono rancorosi con chiunque promuova in qualche modo il bene spirituale. San Tommaso la chiama la malizia, è da intendersi in relazione a questo vizio consistente nella detestazione dei beni spirituali. L'accidioso non detesta il peccato ma i beni spirituali, ossia una orientata mal orientata , disprezza ciò che è sommamente desiderabile (i beni spirituali) e desidera ciò che è sommamente disprezzabile cioè i beni di questo mondo. San Paolo diceva che la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne. L'accidioso ha anche la figlia della divagazione della mente su cose illecite: noi non possiamo lascir libero il pensiero. La mente dell'accidioso è schiava della curiosità, si impicca delle cose altrui in tante circostanze, fa domande dirette ecc... non è cosa da santi. L'accidioso è un pettegolo e ciarliero e così cade facilmente nella maldicenza, nella detrazione e nella mormorazione. Peccati che fanno tanto danno all'anima e tanto danno al prossimo. Specialmente quando ricadono su coloro su coloro sopra i quali non dovrebbero ricadere. L'accidioso ha un'eccesiva verbosità e qua contravviene: di ogni parola inutile sarà chiesto conto alle persone nel giorno del Giudizio (Gesù) e nel molto parlare non manca mai il peccato. L'accidioso parla sovente a vanvera. L'accidioso non trova pace e non la trova perchè - lo dice sant'Agostino - l'anima nostra non trova pace finchè non riposa in Dio ma non volendo starci, l'accidioso non starà mai in pace. Con tutti i suoi ozi, sonni, non fa nulla dal mattino alla sera e non trova pace manco quando dorme.

L'accidioso che ha tolto Dio dalla sua esistenza è condannato a perpetua tristezza ed inquietudine e fino a quando non ritornerà sui suoi passi smettendo di ricercare la felicità nelle piccole cose di questo mondo, ritornando a cercare Dio.

CICLO DI CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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