Dio dà la missione a Mosè. Le dieci piaghe d'Egitto. La Pasqua e il Passaggio del Mar Rosso. Le tre tentazioni di Israele nel deserto. I serpenti velenosi. Venerdì 25 Giugno 2022.
Abbiamo visto (nella puntata precedente)la nascita e vocazione di Mosè e di come lui debba poi scappare dal Faraone. Quando c'è un'opera di Dio che prendere l'avvio, perchè nasca ci sono sempre tribolazioni e vicissitudini che la rendono un'impresa. Nelle opere di Dio nulla si fa senza croce, proprio perchè Dio vuol mostrare che, pur servendosi di cause esterne - per esempio noi esseri umani; Mosè è stato un grande tra i più miti e santi sulla terra - Grandi grazie chiamano in causa grandi croce e responsabilità (il don salta di discorso).
Invio di Mosè:
Dio lo manda per far uscire il suo popolo dall'Egitto. Poi c'è sempre che il chiamato non si sente all'altezza, fa delle obiezioni a Dio, ma Dio gliele smonta tutte. Poi il Faraone non vuole, le piaghe, ecc... c'è tutta una storia divina. Con Dio è sempre così: le opere divine (basta leggere anche le storie dei Santi, sono travagliate). Dio dispone così perchè appaia che tutto questo viene da Lui e non da noi, anche se noi dobbiamo metterci la nostra parte.
ESODO - 3
16Va’! Riunisci gli anziani d’Israele e di’ loro: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. 17E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell’Egitto verso la terra del Cananeo, dell’Ittita, dell’Amorreo, del Perizzita, dell’Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele”.
La terra dove scorre latte e miele, il Signore aveva già formulato con Abramo (circa 6-700 anni di distanza, all'incirca); questo per dire che le opere di Dio - oltre che ad essere caratterizzate dalla croce, nella Storia della Salvezza, in Dio l'azione è assolutamente istantanea. Nell'economia della salvezza c'è il discorso misteriosissimo dei tempi, Dio ha i suoi tempi, ad Abramo era stata promessa la terra promessa ma lui non c'è entrato, e neanche Isacco, Giacobbe ecc.. e ci sono entrati gli Israeliti quasi 700 anni dopo e Mosè non ci entrerà passando attraverso il deserto e altre prove. Ci sono molte cose molto contemporanee, Signore fino a quando dovremo vedere tutto quello che vediamo? Fino a quando non sono compiuti i suoi tempi. Mentre nel suo orizzonte l'agire è istantaneo, mentre nelle vicende della Storia si apre la misteriosa parentesi dei tempi dell'Altissimo. Tipo, i tempi dell'Altissimo....
"..Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti..." Luca Vangelo Lc 21 (versetto non lo so).
"..18Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d’Israele andrete dal re d’Egitto e gli direte: “Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio”. 19Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte. 20Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare..."
Dio aveva già detto tutto. Mosè fa delle obiezioni e Dio opera dei miracoli dimostrativi. Insegnamenti: Dio suscita i suoi uomini ma li accredita attraverso dei segni, non sempre segni straordinari ma a volte segni ordinari. Quali possono essere secondo noi i segni di un'uomo di Dio? Si riconosce l'albero dai suoi frutti. Guarda i frutti che produce la predicazione di qualcuno e capirai e anche i riverberi che provoca in te e capirai se quella persona viene da Dio. Prima Mosè chiede aiuto per essere accreditato davanti al suo popolo, poi chiama in causa la sua incapacità di non saper parlare. Molti pensano che anche san Paolo fosse impacciato di bocca e di lingua.
"..10Mosè disse al Signore: «Perdona, Signore, io non sono un buon parlatore; non lo sono stato né ieri né ieri l’altro e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua». 11Il Signore replicò: «Chi ha dato una bocca all’uomo o chi lo rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore? 12Ora va’! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire». 13Mosè disse: «Perdona, Signore, manda chi vuoi mandare!». 14Allora la collera del Signore si accese contro Mosè e gli disse: «Non vi è forse tuo fratello Aronne, il levita? Io so che lui sa parlare bene. Anzi, sta venendoti incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor suo. 15Tu gli parlerai e porrai le parole sulla sua bocca e io sarò con la tua e la sua bocca e vi insegnerò quello che dovrete fare. 16Parlerà lui al popolo per te: egli sarà la tua bocca e tu farai per lui le veci di Dio. 17Terrai in mano questo bastone: con esso tu compirai i segni»..."
Risolto il problema del parlare. Parentesi con i legami familiari di Mosè e poi Mosè ed Aronne si mettono in cammino ed iniziano ad accreditarsi presso gli isreaeliti.
In Esodo 5 iniziano le difficoltà che insorgono, i contrasti e le apparenti contrarietà - le cose dovrebbero andare in un certo modo ma anzi, vanno al contrario. Tu parti, e anzichè fare un successo, trovi un blocco e un'apparente difficoltà insormontabile. Un'opposizione. E poi iniziano le piaghe, la progressiva manifestazione della potenza di Dio per persuadere gli egiziani a lasciar libero il popolo d'Israele.
Dopo il passaggio del Mar Rosso, 10 comandamenti e la prescrizione delle leggi perchè Israele potesse abituarsi a rendere culto a Dio.
La Pasqua e l'uscita dall'Egitto.
ESODO - 12
1Il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: 2«Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. 3Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. 4Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. 5Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre 6e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. 7Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. 8In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. 9Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. 10Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco. 11Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! 12In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! 13Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. 14Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne...."
Gli Israeliti scappano, arrivano al Mar Rosso e si ritrovano in una situazione senza via d'uscita.
"..10Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani marciavano dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. 11E dissero a Mosè: «È forse perché non c’erano sepolcri in Egitto che ci hai portati a morire nel deserto? Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? 12Non ti dicevamo in Egitto: “Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l’Egitto che morire nel deserto”?». 13Mosè rispose: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! 14Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli»..."
Si arriva ad un momento in cui sembra che il male prevalga, come il venerdì Santo dove appariva che tutto sia finito. E si aprono le acqua del Mar Rosso.
"..15Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. 16Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. 17Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. 18Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri»
Questo passaggio è importante perchè qui la teologia biblica attribuisce a Dio la causalità di tutte le cose, sembra che Dio sia la causa del Bene e in un certo senso anche del Male. Sembra che gli egiziani stessi - ad una letteratura superificiale - siano stati induriti da Dio. Più avanti nella riflessione teologica - cosa tipica nella mentalità semitica, gli ebrei hanno il tempo causativo, per la loro testa la casualità è fondamentale. Loro (gli ebrei) non distinguono la causa diretta (Dio è causa diretta del bene); Dio lo permette dopo averlo previsto perchè attraverso quel male può trarne il bene. Come alla famosa questione del Padre Nostro: non ci indurre in tentazione. Nessuno dica che Dio ci induca il male, al male ci induciamo da soli (dice san Giacomo). Quindi sarebbe da intendere: non permettere che cadiamo in tentazione. Se è possibile tiemmi lontano questa tentazione. Poi c'è il fatto che Dio ci mette alla prova con Abramo - tienicele lontane e se dovessero arrivare dacci la forza di superarle. Durante l'Esodo, Dio guidava il proprio popolo con una colonna di nube e di notte con una colonna luminosa. Nel momento critico, quando tutto sembra perduto, Dio interviene e rovescia la situazione - si pensa al Venerdì Santo e al sabato di Pasqua. Ci sono fitte tenebre che adesso sono posate sulla sposa di Cristo e anche sul mondo. Quanto più si vanno inflittendo tanto più forte dev'essere la nostra fede. Alla luce di questi avvenimenti. Ecco perchè è importante l'AT. San Paolo, commentando l'AT, dice che sono state scritte per noi perchè imparassimo da queste cose. Queste grandi chiavi di lettura che dobbiamo prendere per decodificare ciò che accade di fronte a noi sono importantissime.
Poi dall'Esodo 16 si inizia a camminare verso il Sinai e si arriva al capitolo 19. Poi ci sono i preparativi con numeri simbolici. La grande teofania.
Dio, prima di chiedere, dà. Dio non arriva come primo approccio di osservare i suoi precetti. La prima cosa che fa si fa conoscere come tuo Salvatore, come persone che ti tira fuori dai guai, come una persona che è degna di essere ascoltato ed obbedito. Perchè ti ha fatto solo tanto tanto tanto bene. Chi incontra il Signore questa cosa la vive. Più abbiamo in qualche modo vissuto l'esperienza e la percezione profonda di quanto Dio ci voglia bene, e quanto più è forte, più saremo spediti nel servirlo. Dio ci ha creato per conoscerlo, amarlo e servirlo - che è il terzo step. E Dio si fa conoscere da chi lo vuole conoscere, se tu non lo conosci non lo ami e non lo servi. Ci sono dei battezzati che hanno vissuto una vita cristiana al rimorchio o di tradizione che Dio quasi non lo conoscono quasi per nulla.
«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me.
"..Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. 5Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, 6ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti..."
La gelosia di Dio è una cosa bella, sa che se mi allontano da Lui è la fine per me e se il mio cuore non è tutto Suo, è la fine per chi ha il cuore diviso. E poi gli altri comandamenti. E la legislazione cultuale. Poi inizia il grande passaggio del popolo d'Israele nel deserto. Cosa succede nel tempo del deserto?
Le tre grandi prove: la Manna, l'Acqua e il Vitello d'oro. Questi tre momenti critici sono esattamente quelli che Gesù avrebbe vissuto nel suo deserto - non casualmente di 40 giorni e con le tre tentazioni: mangiare il pane, prostarsi ad adorare il vitello d'oro e l'acqua significa il tentare Dio. O tu Dio fai quello che dico io o non faccio un passo. E' capovolgere l'ordine delle cose. Non siamo noi che dobbiamo mettere alla prova il Signore. Non funziona così. E' Dio che subordina il darci una grazia a una cosa che ci chiede di fare.
Dettaglio di questi momenti critici: il primo capita abbastanza presto, prima ancora dei 10 comandamenti. Dopo il Passaggio del Mar Rosso. Memoria corta dei figli degli uomini, appena escono dall'Egitto iniziano quasi a dimenticarsi facilmente di ciò che è accaduto.
ESODO - 16
1Levarono le tende da Elìm e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elìm e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dalla terra d’Egitto. 2Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. 3Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine».
Stavamo meglio prima - dice il popolo. E il Signore risponde:
"..4Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. 5Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che avranno raccolto ogni altro giorno»...
Gesù ha detto di non affannarsi per il domani, dacci oggi il Nostro Pane Quotidiano. Il popolo raccoglieva la razione del giorno e il sesto giorno se ne raccoglierà di più per osservare il riposo. Il nome Manna deriva dal fatto che vedendo questa cosa granulosa e fine, gli israeliti si chiesero in ebraico: cos'è questo? Man-hu? Gesù disse alla sinagoga di Cafarnao che è stato Dio non Mosè a dare il pane.
"..17Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto, chi poco. 18Si misurò con l’omer: colui che ne aveva preso di più, non ne aveva di troppo; colui che ne aveva preso di meno, non ne mancava. Avevano raccolto secondo quanto ciascuno poteva mangiarne. 19Mosè disse loro: «Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino». 20Essi non obbedirono a Mosè e alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì. Mosè si irritò contro di loro. 21Essi dunque ne raccoglievano ogni mattina secondo quanto ciascuno mangiava; quando il sole cominciava a scaldare, si scioglieva..."
Gesù dice di non affannarsi per il domani. Capiamo perchè è così bello l'AT?
ESODO - 17
1Tutta la comunità degli Israeliti levò le tende dal deserto di Sin, camminando di tappa in tappa, secondo l’ordine del Signore, e si accampò a Refidìm. Ma non c’era acqua da bere per il popolo. 2Il popolo protestò contro Mosè: «Dateci acqua da bere!». Mosè disse loro: «Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore?»
Fare un test. Qua non viene detto ma nel libro dei Numeri si dice che Mosè batte due volte sulla pietra (anche se il Signore gli aveva detto di farne solo una). E dal momento che ha dubitato Dio dice che Mosè non entrerà nella terra promessa. Come i giudei che pretendevano un miracolo per credere. Ma questo non funziona. E quando il diavolo tenta Gesù nel fare un grande miracolo per dare inizio alla sua carriera. L'ultima tentazione il vitello d'oro dopo i 10 comandamenti.
ESODO - 32
1Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dal monte, fece ressa intorno ad Aronne e gli disse: «Fa’ per noi un dio che cammini alla nostra testa, perché a Mosè, quell’uomo che ci ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto». 2Aronne rispose loro: «Togliete i pendenti d’oro che hanno agli orecchi le vostre mogli, i vostri figli e le vostre figlie e portateli a me». 3Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. 4Egli li ricevette dalle loro mani, li fece fondere in una forma e ne modellò un vitello di metallo fuso. Allora dissero: «Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto!». 5Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: «Domani sarà festa in onore del Signore». 6Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento.
Mangiare, bere e divertirsi. Dio minaccia di sterminali e Mosè intercede per loro. Mosè scende per loro, scaglia dalle mani tavole e le spezza ai piedi della montagna.
Poi c'è l'episodio dei serpenti e del serpente di bronzo, causato dalla mormorazione, dalla lamentosi e dal lamentarsi in continuazione. Dio riempe il suo popolo di benefici e questi non sanno altro che lamentarsi di tutto e di tutti.
NUMERI - 21
"..4Gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. 5Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero». 6Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. 7Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. 8Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». 9Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita..."
C'è una figura misteriosa, il serpente simboleggia il serpente antico. I serpenti che mordevano le persone non erano altro che un simbolo del serpente antico che inietta il veleno mortale che istiga a lamentarsi di Dio. Un serpente messo su un'asta, vuol dire che quell'asta lo sta uccidendo e Gesù ha ucciso il peccato alla lettera sulla croce e ha vinto completamente il demonio e lo ha disermato. C'è un fatto misterioso o neanche troppo che poi nel nuovo testamento se ne comprende la piena significazione.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
Abbiamo visto (nella puntata precedente)la nascita e vocazione di Mosè e di come lui debba poi scappare dal Faraone. Quando c'è un'opera di Dio che prendere l'avvio, perchè nasca ci sono sempre tribolazioni e vicissitudini che la rendono un'impresa. Nelle opere di Dio nulla si fa senza croce, proprio perchè Dio vuol mostrare che, pur servendosi di cause esterne - per esempio noi esseri umani; Mosè è stato un grande tra i più miti e santi sulla terra - Grandi grazie chiamano in causa grandi croce e responsabilità (il don salta di discorso).
Invio di Mosè:
Dio lo manda per far uscire il suo popolo dall'Egitto. Poi c'è sempre che il chiamato non si sente all'altezza, fa delle obiezioni a Dio, ma Dio gliele smonta tutte. Poi il Faraone non vuole, le piaghe, ecc... c'è tutta una storia divina. Con Dio è sempre così: le opere divine (basta leggere anche le storie dei Santi, sono travagliate). Dio dispone così perchè appaia che tutto questo viene da Lui e non da noi, anche se noi dobbiamo metterci la nostra parte.
ESODO - 3
16Va’! Riunisci gli anziani d’Israele e di’ loro: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. 17E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell’Egitto verso la terra del Cananeo, dell’Ittita, dell’Amorreo, del Perizzita, dell’Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele”.
La terra dove scorre latte e miele, il Signore aveva già formulato con Abramo (circa 6-700 anni di distanza, all'incirca); questo per dire che le opere di Dio - oltre che ad essere caratterizzate dalla croce, nella Storia della Salvezza, in Dio l'azione è assolutamente istantanea. Nell'economia della salvezza c'è il discorso misteriosissimo dei tempi, Dio ha i suoi tempi, ad Abramo era stata promessa la terra promessa ma lui non c'è entrato, e neanche Isacco, Giacobbe ecc.. e ci sono entrati gli Israeliti quasi 700 anni dopo e Mosè non ci entrerà passando attraverso il deserto e altre prove. Ci sono molte cose molto contemporanee, Signore fino a quando dovremo vedere tutto quello che vediamo? Fino a quando non sono compiuti i suoi tempi. Mentre nel suo orizzonte l'agire è istantaneo, mentre nelle vicende della Storia si apre la misteriosa parentesi dei tempi dell'Altissimo. Tipo, i tempi dell'Altissimo....
"..Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti..." Luca Vangelo Lc 21 (versetto non lo so).
"..18Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d’Israele andrete dal re d’Egitto e gli direte: “Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio”. 19Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte. 20Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare..."
Dio aveva già detto tutto. Mosè fa delle obiezioni e Dio opera dei miracoli dimostrativi. Insegnamenti: Dio suscita i suoi uomini ma li accredita attraverso dei segni, non sempre segni straordinari ma a volte segni ordinari. Quali possono essere secondo noi i segni di un'uomo di Dio? Si riconosce l'albero dai suoi frutti. Guarda i frutti che produce la predicazione di qualcuno e capirai e anche i riverberi che provoca in te e capirai se quella persona viene da Dio. Prima Mosè chiede aiuto per essere accreditato davanti al suo popolo, poi chiama in causa la sua incapacità di non saper parlare. Molti pensano che anche san Paolo fosse impacciato di bocca e di lingua.
"..10Mosè disse al Signore: «Perdona, Signore, io non sono un buon parlatore; non lo sono stato né ieri né ieri l’altro e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua». 11Il Signore replicò: «Chi ha dato una bocca all’uomo o chi lo rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore? 12Ora va’! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire». 13Mosè disse: «Perdona, Signore, manda chi vuoi mandare!». 14Allora la collera del Signore si accese contro Mosè e gli disse: «Non vi è forse tuo fratello Aronne, il levita? Io so che lui sa parlare bene. Anzi, sta venendoti incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor suo. 15Tu gli parlerai e porrai le parole sulla sua bocca e io sarò con la tua e la sua bocca e vi insegnerò quello che dovrete fare. 16Parlerà lui al popolo per te: egli sarà la tua bocca e tu farai per lui le veci di Dio. 17Terrai in mano questo bastone: con esso tu compirai i segni»..."
Risolto il problema del parlare. Parentesi con i legami familiari di Mosè e poi Mosè ed Aronne si mettono in cammino ed iniziano ad accreditarsi presso gli isreaeliti.
In Esodo 5 iniziano le difficoltà che insorgono, i contrasti e le apparenti contrarietà - le cose dovrebbero andare in un certo modo ma anzi, vanno al contrario. Tu parti, e anzichè fare un successo, trovi un blocco e un'apparente difficoltà insormontabile. Un'opposizione. E poi iniziano le piaghe, la progressiva manifestazione della potenza di Dio per persuadere gli egiziani a lasciar libero il popolo d'Israele.
Dopo il passaggio del Mar Rosso, 10 comandamenti e la prescrizione delle leggi perchè Israele potesse abituarsi a rendere culto a Dio.
La Pasqua e l'uscita dall'Egitto.
ESODO - 12
1Il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: 2«Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. 3Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. 4Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. 5Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre 6e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. 7Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. 8In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. 9Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. 10Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco. 11Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! 12In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! 13Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. 14Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne...."
Gli Israeliti scappano, arrivano al Mar Rosso e si ritrovano in una situazione senza via d'uscita.
"..10Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani marciavano dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. 11E dissero a Mosè: «È forse perché non c’erano sepolcri in Egitto che ci hai portati a morire nel deserto? Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? 12Non ti dicevamo in Egitto: “Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l’Egitto che morire nel deserto”?». 13Mosè rispose: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! 14Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli»..."
Si arriva ad un momento in cui sembra che il male prevalga, come il venerdì Santo dove appariva che tutto sia finito. E si aprono le acqua del Mar Rosso.
"..15Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. 16Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. 17Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. 18Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri»
Questo passaggio è importante perchè qui la teologia biblica attribuisce a Dio la causalità di tutte le cose, sembra che Dio sia la causa del Bene e in un certo senso anche del Male. Sembra che gli egiziani stessi - ad una letteratura superificiale - siano stati induriti da Dio. Più avanti nella riflessione teologica - cosa tipica nella mentalità semitica, gli ebrei hanno il tempo causativo, per la loro testa la casualità è fondamentale. Loro (gli ebrei) non distinguono la causa diretta (Dio è causa diretta del bene); Dio lo permette dopo averlo previsto perchè attraverso quel male può trarne il bene. Come alla famosa questione del Padre Nostro: non ci indurre in tentazione. Nessuno dica che Dio ci induca il male, al male ci induciamo da soli (dice san Giacomo). Quindi sarebbe da intendere: non permettere che cadiamo in tentazione. Se è possibile tiemmi lontano questa tentazione. Poi c'è il fatto che Dio ci mette alla prova con Abramo - tienicele lontane e se dovessero arrivare dacci la forza di superarle. Durante l'Esodo, Dio guidava il proprio popolo con una colonna di nube e di notte con una colonna luminosa. Nel momento critico, quando tutto sembra perduto, Dio interviene e rovescia la situazione - si pensa al Venerdì Santo e al sabato di Pasqua. Ci sono fitte tenebre che adesso sono posate sulla sposa di Cristo e anche sul mondo. Quanto più si vanno inflittendo tanto più forte dev'essere la nostra fede. Alla luce di questi avvenimenti. Ecco perchè è importante l'AT. San Paolo, commentando l'AT, dice che sono state scritte per noi perchè imparassimo da queste cose. Queste grandi chiavi di lettura che dobbiamo prendere per decodificare ciò che accade di fronte a noi sono importantissime.
Poi dall'Esodo 16 si inizia a camminare verso il Sinai e si arriva al capitolo 19. Poi ci sono i preparativi con numeri simbolici. La grande teofania.
Dio, prima di chiedere, dà. Dio non arriva come primo approccio di osservare i suoi precetti. La prima cosa che fa si fa conoscere come tuo Salvatore, come persone che ti tira fuori dai guai, come una persona che è degna di essere ascoltato ed obbedito. Perchè ti ha fatto solo tanto tanto tanto bene. Chi incontra il Signore questa cosa la vive. Più abbiamo in qualche modo vissuto l'esperienza e la percezione profonda di quanto Dio ci voglia bene, e quanto più è forte, più saremo spediti nel servirlo. Dio ci ha creato per conoscerlo, amarlo e servirlo - che è il terzo step. E Dio si fa conoscere da chi lo vuole conoscere, se tu non lo conosci non lo ami e non lo servi. Ci sono dei battezzati che hanno vissuto una vita cristiana al rimorchio o di tradizione che Dio quasi non lo conoscono quasi per nulla.
«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me.
"..Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. 5Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, 6ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti..."
La gelosia di Dio è una cosa bella, sa che se mi allontano da Lui è la fine per me e se il mio cuore non è tutto Suo, è la fine per chi ha il cuore diviso. E poi gli altri comandamenti. E la legislazione cultuale. Poi inizia il grande passaggio del popolo d'Israele nel deserto. Cosa succede nel tempo del deserto?
Le tre grandi prove: la Manna, l'Acqua e il Vitello d'oro. Questi tre momenti critici sono esattamente quelli che Gesù avrebbe vissuto nel suo deserto - non casualmente di 40 giorni e con le tre tentazioni: mangiare il pane, prostarsi ad adorare il vitello d'oro e l'acqua significa il tentare Dio. O tu Dio fai quello che dico io o non faccio un passo. E' capovolgere l'ordine delle cose. Non siamo noi che dobbiamo mettere alla prova il Signore. Non funziona così. E' Dio che subordina il darci una grazia a una cosa che ci chiede di fare.
Dettaglio di questi momenti critici: il primo capita abbastanza presto, prima ancora dei 10 comandamenti. Dopo il Passaggio del Mar Rosso. Memoria corta dei figli degli uomini, appena escono dall'Egitto iniziano quasi a dimenticarsi facilmente di ciò che è accaduto.
ESODO - 16
1Levarono le tende da Elìm e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elìm e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dalla terra d’Egitto. 2Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. 3Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine».
Stavamo meglio prima - dice il popolo. E il Signore risponde:
"..4Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. 5Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che avranno raccolto ogni altro giorno»...
Gesù ha detto di non affannarsi per il domani, dacci oggi il Nostro Pane Quotidiano. Il popolo raccoglieva la razione del giorno e il sesto giorno se ne raccoglierà di più per osservare il riposo. Il nome Manna deriva dal fatto che vedendo questa cosa granulosa e fine, gli israeliti si chiesero in ebraico: cos'è questo? Man-hu? Gesù disse alla sinagoga di Cafarnao che è stato Dio non Mosè a dare il pane.
"..17Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto, chi poco. 18Si misurò con l’omer: colui che ne aveva preso di più, non ne aveva di troppo; colui che ne aveva preso di meno, non ne mancava. Avevano raccolto secondo quanto ciascuno poteva mangiarne. 19Mosè disse loro: «Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino». 20Essi non obbedirono a Mosè e alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì. Mosè si irritò contro di loro. 21Essi dunque ne raccoglievano ogni mattina secondo quanto ciascuno mangiava; quando il sole cominciava a scaldare, si scioglieva..."
Gesù dice di non affannarsi per il domani. Capiamo perchè è così bello l'AT?
ESODO - 17
1Tutta la comunità degli Israeliti levò le tende dal deserto di Sin, camminando di tappa in tappa, secondo l’ordine del Signore, e si accampò a Refidìm. Ma non c’era acqua da bere per il popolo. 2Il popolo protestò contro Mosè: «Dateci acqua da bere!». Mosè disse loro: «Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore?»
Fare un test. Qua non viene detto ma nel libro dei Numeri si dice che Mosè batte due volte sulla pietra (anche se il Signore gli aveva detto di farne solo una). E dal momento che ha dubitato Dio dice che Mosè non entrerà nella terra promessa. Come i giudei che pretendevano un miracolo per credere. Ma questo non funziona. E quando il diavolo tenta Gesù nel fare un grande miracolo per dare inizio alla sua carriera. L'ultima tentazione il vitello d'oro dopo i 10 comandamenti.
ESODO - 32
1Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dal monte, fece ressa intorno ad Aronne e gli disse: «Fa’ per noi un dio che cammini alla nostra testa, perché a Mosè, quell’uomo che ci ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto». 2Aronne rispose loro: «Togliete i pendenti d’oro che hanno agli orecchi le vostre mogli, i vostri figli e le vostre figlie e portateli a me». 3Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. 4Egli li ricevette dalle loro mani, li fece fondere in una forma e ne modellò un vitello di metallo fuso. Allora dissero: «Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto!». 5Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: «Domani sarà festa in onore del Signore». 6Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento.
Mangiare, bere e divertirsi. Dio minaccia di sterminali e Mosè intercede per loro. Mosè scende per loro, scaglia dalle mani tavole e le spezza ai piedi della montagna.
Poi c'è l'episodio dei serpenti e del serpente di bronzo, causato dalla mormorazione, dalla lamentosi e dal lamentarsi in continuazione. Dio riempe il suo popolo di benefici e questi non sanno altro che lamentarsi di tutto e di tutti.
NUMERI - 21
"..4Gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. 5Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero». 6Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. 7Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. 8Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». 9Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita..."
C'è una figura misteriosa, il serpente simboleggia il serpente antico. I serpenti che mordevano le persone non erano altro che un simbolo del serpente antico che inietta il veleno mortale che istiga a lamentarsi di Dio. Un serpente messo su un'asta, vuol dire che quell'asta lo sta uccidendo e Gesù ha ucciso il peccato alla lettera sulla croce e ha vinto completamente il demonio e lo ha disermato. C'è un fatto misterioso o neanche troppo che poi nel nuovo testamento se ne comprende la piena significazione.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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