Il vizio capitale della gola, generalmente minimizzato, ma foriero di problemi che possono diventare anche seri. Come si pecca di gola. Le cinque specie e le cinque figlie di questo vizio capitale. Ciclo di catechesi "Vizi e virtù", quarantunesima ed ultima puntata, 27 Luglio 2022
Questo vizio non viene considerato di grande gravità, si considerano dei peccatucci nella coscienza comune. E' vero che la gola, nella maggioranza dei casi, dà luogo a peccati veniali o imperfezioni. Ma in certe circostanze il singolo atto può diventare grave ma sottovalutare questo vizio è pericoloso. Fare tanti peccati veniali predisponde l'anima al peccato mortale e fa danni all'anima; se uno fa una serie di peccatucci - beve un pò più del dovuto facendolo 6,7, 10, 20 volte ecc... diventerà gradualmente alcolizzato. C'è un percorso che parte dal poco e si arriva al molto. Non si diventa obesi dall'oggi al domani e non è detto che si diventi obesi con peccati mortali, ma facendo un peccato veniale dietro l'altro. Il problema della gola è che almento 3 volte al giorno abbiamo a che fare alle occasioni prossime inevitabili di peccato - e non possiamo astenerci dal cibo - ma si deve mangiare per vivere e non l'incontrario. Alcuni Santi (il santo Curato d'Ars che diceva che a tavola finisce la vita dell'anima ed inizia quella del corpo).
La gola, assieme alla lussuria, appartiene ai piaceri della carne e in questo caso consiste nel godimento del tatto (ci vuole la bocca e la lingua) legati ai cibi e bevande. Tutto il problema del controllo delle papille gustative. Il Signore ha fatto Lui le papille gustative perchè noi assaporando i sapori, potessimo gustare tanti sapori differenti rendendo gloria a Dio e non facendo questo il fine della nostra esistenza. La virtù incaricata di combattere questo vizio è la temperanza, ha l'astinenza e il digiuno, perchè dopo il peccato originale noi siamo schegge impazzite e non abbiamo ordinariamente il controllo e il senso della misura. E quindi c'è questa croce perpetua, dobbiamo osservare il senso e la misura e farlo a vari livelli richiede non poco sacrificio.
Nel NT tutti i cibi sono stati dichiarati puri e mondi - i Figli di Dio possono aver accesso a qualsiasi cibo e bevanda di per sè. La varietà di gusti e sapori che Dio ha fatto, di per se è una cosa che dovrebbe essere vissuta santamente in spirito di riconoscenza ecc... il naturale piacere che si prova nei processi di nutrizione non è in sè stesso un peccato. Mangiare una cosa buona non è peccato di gola, ancor meno se prima di consumare i pasti (e anche dopo) si loda e si ringrazia il Signore per i cibi. Teniamo presente questa regola. A fronte dell'idolatria dilagante del corpo che c'è oggi, noi abbiamo un grande dovere: di mantenere il nostro corpo in stato di buona salute non per vanità ma per quanto sta in noi dobbiamo vivere gli anni di vita che il Signore ci ha assegnato spendendoci per il Signore senza abbreviargli con comportamenti che mettono a repentaglio la nostra salute fisica o sistema immunitario. Quando noi danneggiamo queste cose, pecchiamo. Il vizio è un'uso cattivo di una facoltà che ci è stata data per fini buoni, un'uso distorto ed alieno dei doni di Dio che ha dato ai suoi figli.
Mangiare troppo: prima specie, mangiare al di là del necessario. E' peccato non perchè si ingrassa ma perchè rappresenta un disordine oggettivo, un concedere alla parte meno nobile di noi stessi più di quello che ha bisogno e questo crea problemi. I maestri di spirito hanno sempre insegnato che un'eccessiva alimentazione produce stanchezza, sonnolenza, tendenza all'oziosità (e quindi accidia). Cosa che creano ostacoli alla nostra vita spirituale e anche a quella materiale. Il mangiare troppo va considerato in base a vari fattori, che lavoro si fa, quanti anni si hanno ecc.... un manovale non può mangiare quanto mangia un sacerdote perchè muore, il don svolge un ministero che non comporta una grossa fatica. Alcune cose opportune per il nostro corpo noi dobbiamo fare cercando di dargli il giusto spazio, però uno che dice 4 rosari può anche mettersi a camminare. Ma perchè si mangia troppo? Ci sono altre specie: la raffinatezza e la squisitezza (san Tommaso). La prima è mangiare solo cibi ottimamente cucinati e la squisitezza è mangiare cibi particolarmente lauti o gustosi. Conosciamo qualcuno che si strafoga di insalata, zucchine o di carote? Quando una persona va in sovrappeso deve perderlo perchè sta uscendo dalla volontà di Dio - a meno che non ci siano problemi di disfunzioni ecc.. - Mangiare solo cibi ottimamente cucinati, qualche volta si può, - magari alla domenica per celebrare la gioia di quel giorno. Si definisce goloso chi mangia più del necessario, mangia solo cibi ottimamente preparati e la squisitezza. Quando una persona entra nell'ottica di voler sotto controllo queste cose deve fare una penitenza perpetua, la temperanza richiede un sacrificio. Poi ci sono altre due specie: la modalità che è il mangiare troppo voracemente, una grande mortificazione è mangiare troppo lentamente - quando noi abbiamo fame, ci viene voglia di divorare quello che abbiamo davanti ed invece dobbiamo mangiare piano piano. E poi mangiare fuori orario.
La gola - ordinariamente sono peccati veniali - ma producono effetti negativi anche sulla salute, il problema dell'obesità non è un problema estetico. I Figli di Dio non fanno le rinuncie per il corpo ma per la linea dell'anima. Corpo ed anima sono uniti. Se parte la linea del corpo, parte anche la linea dell'anima.
Peccati che accompagnano il vizio della gola più gravi: gettare il cibo non gradito, buttare il cibo al secchio, il don non pensa che sia un peccato veniale - in una testimonianza privata di Gloria Polo, a questa donna il Signore gli ha chiesto conto anche di un chicco di riso sprecato. Rimproverare chi ha cucinato in maniera poco raffinata: è una mortificazione che si può dare. Si può sperparare denaro per cibi di lusso - salvo rare eccezzioni. Uno non può mangiare scampi e vongole veraci tutti i giorni. I cibi eccessivamente costosi sono come gli abiti di lusso, il lusso per noi figli di Dio - quando si arriva a questo gradino, sono schiaffi alla povertà. Non si possono spendere cifre folli a cuor leggero. Gesù, quando invia i 72 dice di mangiare tutto ciò che gli avrebbero dato. Se Nostro Signore la carne l'ha mangiata (di sicuro ha mangiato l'Agnello pasquale) sicuramente. Noi viviamo bene la temperanza e la mortificazione della gola non per ragioni di linea o per questi fenomeni non molto conformi al cristianesimo in alcune circostanze.
Cinque figlie: san Tommaso chiama figlie gli effetti di un vizio particolarmente degradanti ed umilianti. Il primo: l'ottusità dei sensi, i sensi diventao ottusi, perdità della capacità della mente di intendere, fenomeno che si verifica non solo con l'ubriachezza ma anche in seguito a loculliani bagordi, in cui se si lavora troppo di posate e si eccede si cade nell'ottusità dei sensi. I grandi maestri di spirito dicevano: alla sazietà, se vuoi tendere alla perfezione, non devi arrivarci mai. La seconda figlia è la sciocca allegria, è agli antipodi di quella condizione di gioia e serenità profonda dei Figli di Dio. La sciocca allegria consiste nell'abbandonarsi a risate grasse e grossolane e questo a causa della perdita dei freni inibitori. Stare sempre a ridere in maniera sguaiata non è una cosa da santi. I figli di Dio sorridono sempre, i figli del mondo ridono troppo e sempre. I romani dicevano: il riso abbonda sulla bocca degli stolti. Altra figlia è la scurrilità, la disonestà o buffoneria nell'uso delle parole segnata tra trivialità, sconcezze o altro nell'uso della parola. Quando si indulge a queste cose, ci si tolgono i freni inibitori nel parlare, generalmente la persona scurrile non è una persona temperante.
Riscopriamo il profondo rispetto verso noi stessi, non abbassiamoci. Mangiare infognandoti in un piacere così basso è brutto, parlare in maniera scurrile è brutto sia per un'uomo che donna. Oggi il vezzo della parolaccia è diventato costume nella società. Qua bisogna fare un pochino lo slalom.
Lettera agli Efesini con il quale san Paolo mette in guardia i suoi discepoli
Lettera agli Efesini - 5
1Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. 3Di fornicazione e di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi – come deve essere tra santi – 4né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. Piuttosto rendete grazie! 5Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno di Cristo e di Dio.
Con la gola accade un'altro inconveniente: la persona inizia a parlare dicendo un sacco di parole vuote, stolte ed insensate causate dall'euforia dei beni della tavola. Gesù invece ci dice che ai figli dell'uomo sarà richiesto conto perfino di una parola inutile al giorno del Giudizio. La quinta figlia, la più grave è l'immondezza. Ossia un'assecondare queste passioni concupiscibile fino ad assecondare la libidine e quindi cadendo nell'incontinenza (cioè cadere nella lussuria che non per nulla è stretta parente di questo vizio).
Lettera ai Gàlati - 5
"...16Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. 17La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. 18Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. 19Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23contro queste cose non c’è Legge.24Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 26Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri....."
Iniziare a vivere da temperanti sempre è crocifiggere la nostra carne ed è una croce non indifferente perchè ogni giorno ci sono le tentazioni da superare.
("...non erediterà il regno di Dio....") che è un pò come dire andrà all'inferno.
CICLO DI CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
Questo vizio non viene considerato di grande gravità, si considerano dei peccatucci nella coscienza comune. E' vero che la gola, nella maggioranza dei casi, dà luogo a peccati veniali o imperfezioni. Ma in certe circostanze il singolo atto può diventare grave ma sottovalutare questo vizio è pericoloso. Fare tanti peccati veniali predisponde l'anima al peccato mortale e fa danni all'anima; se uno fa una serie di peccatucci - beve un pò più del dovuto facendolo 6,7, 10, 20 volte ecc... diventerà gradualmente alcolizzato. C'è un percorso che parte dal poco e si arriva al molto. Non si diventa obesi dall'oggi al domani e non è detto che si diventi obesi con peccati mortali, ma facendo un peccato veniale dietro l'altro. Il problema della gola è che almento 3 volte al giorno abbiamo a che fare alle occasioni prossime inevitabili di peccato - e non possiamo astenerci dal cibo - ma si deve mangiare per vivere e non l'incontrario. Alcuni Santi (il santo Curato d'Ars che diceva che a tavola finisce la vita dell'anima ed inizia quella del corpo).
La gola, assieme alla lussuria, appartiene ai piaceri della carne e in questo caso consiste nel godimento del tatto (ci vuole la bocca e la lingua) legati ai cibi e bevande. Tutto il problema del controllo delle papille gustative. Il Signore ha fatto Lui le papille gustative perchè noi assaporando i sapori, potessimo gustare tanti sapori differenti rendendo gloria a Dio e non facendo questo il fine della nostra esistenza. La virtù incaricata di combattere questo vizio è la temperanza, ha l'astinenza e il digiuno, perchè dopo il peccato originale noi siamo schegge impazzite e non abbiamo ordinariamente il controllo e il senso della misura. E quindi c'è questa croce perpetua, dobbiamo osservare il senso e la misura e farlo a vari livelli richiede non poco sacrificio.
Nel NT tutti i cibi sono stati dichiarati puri e mondi - i Figli di Dio possono aver accesso a qualsiasi cibo e bevanda di per sè. La varietà di gusti e sapori che Dio ha fatto, di per se è una cosa che dovrebbe essere vissuta santamente in spirito di riconoscenza ecc... il naturale piacere che si prova nei processi di nutrizione non è in sè stesso un peccato. Mangiare una cosa buona non è peccato di gola, ancor meno se prima di consumare i pasti (e anche dopo) si loda e si ringrazia il Signore per i cibi. Teniamo presente questa regola. A fronte dell'idolatria dilagante del corpo che c'è oggi, noi abbiamo un grande dovere: di mantenere il nostro corpo in stato di buona salute non per vanità ma per quanto sta in noi dobbiamo vivere gli anni di vita che il Signore ci ha assegnato spendendoci per il Signore senza abbreviargli con comportamenti che mettono a repentaglio la nostra salute fisica o sistema immunitario. Quando noi danneggiamo queste cose, pecchiamo. Il vizio è un'uso cattivo di una facoltà che ci è stata data per fini buoni, un'uso distorto ed alieno dei doni di Dio che ha dato ai suoi figli.
Mangiare troppo: prima specie, mangiare al di là del necessario. E' peccato non perchè si ingrassa ma perchè rappresenta un disordine oggettivo, un concedere alla parte meno nobile di noi stessi più di quello che ha bisogno e questo crea problemi. I maestri di spirito hanno sempre insegnato che un'eccessiva alimentazione produce stanchezza, sonnolenza, tendenza all'oziosità (e quindi accidia). Cosa che creano ostacoli alla nostra vita spirituale e anche a quella materiale. Il mangiare troppo va considerato in base a vari fattori, che lavoro si fa, quanti anni si hanno ecc.... un manovale non può mangiare quanto mangia un sacerdote perchè muore, il don svolge un ministero che non comporta una grossa fatica. Alcune cose opportune per il nostro corpo noi dobbiamo fare cercando di dargli il giusto spazio, però uno che dice 4 rosari può anche mettersi a camminare. Ma perchè si mangia troppo? Ci sono altre specie: la raffinatezza e la squisitezza (san Tommaso). La prima è mangiare solo cibi ottimamente cucinati e la squisitezza è mangiare cibi particolarmente lauti o gustosi. Conosciamo qualcuno che si strafoga di insalata, zucchine o di carote? Quando una persona va in sovrappeso deve perderlo perchè sta uscendo dalla volontà di Dio - a meno che non ci siano problemi di disfunzioni ecc.. - Mangiare solo cibi ottimamente cucinati, qualche volta si può, - magari alla domenica per celebrare la gioia di quel giorno. Si definisce goloso chi mangia più del necessario, mangia solo cibi ottimamente preparati e la squisitezza. Quando una persona entra nell'ottica di voler sotto controllo queste cose deve fare una penitenza perpetua, la temperanza richiede un sacrificio. Poi ci sono altre due specie: la modalità che è il mangiare troppo voracemente, una grande mortificazione è mangiare troppo lentamente - quando noi abbiamo fame, ci viene voglia di divorare quello che abbiamo davanti ed invece dobbiamo mangiare piano piano. E poi mangiare fuori orario.
La gola - ordinariamente sono peccati veniali - ma producono effetti negativi anche sulla salute, il problema dell'obesità non è un problema estetico. I Figli di Dio non fanno le rinuncie per il corpo ma per la linea dell'anima. Corpo ed anima sono uniti. Se parte la linea del corpo, parte anche la linea dell'anima.
Peccati che accompagnano il vizio della gola più gravi: gettare il cibo non gradito, buttare il cibo al secchio, il don non pensa che sia un peccato veniale - in una testimonianza privata di Gloria Polo, a questa donna il Signore gli ha chiesto conto anche di un chicco di riso sprecato. Rimproverare chi ha cucinato in maniera poco raffinata: è una mortificazione che si può dare. Si può sperparare denaro per cibi di lusso - salvo rare eccezzioni. Uno non può mangiare scampi e vongole veraci tutti i giorni. I cibi eccessivamente costosi sono come gli abiti di lusso, il lusso per noi figli di Dio - quando si arriva a questo gradino, sono schiaffi alla povertà. Non si possono spendere cifre folli a cuor leggero. Gesù, quando invia i 72 dice di mangiare tutto ciò che gli avrebbero dato. Se Nostro Signore la carne l'ha mangiata (di sicuro ha mangiato l'Agnello pasquale) sicuramente. Noi viviamo bene la temperanza e la mortificazione della gola non per ragioni di linea o per questi fenomeni non molto conformi al cristianesimo in alcune circostanze.
Cinque figlie: san Tommaso chiama figlie gli effetti di un vizio particolarmente degradanti ed umilianti. Il primo: l'ottusità dei sensi, i sensi diventao ottusi, perdità della capacità della mente di intendere, fenomeno che si verifica non solo con l'ubriachezza ma anche in seguito a loculliani bagordi, in cui se si lavora troppo di posate e si eccede si cade nell'ottusità dei sensi. I grandi maestri di spirito dicevano: alla sazietà, se vuoi tendere alla perfezione, non devi arrivarci mai. La seconda figlia è la sciocca allegria, è agli antipodi di quella condizione di gioia e serenità profonda dei Figli di Dio. La sciocca allegria consiste nell'abbandonarsi a risate grasse e grossolane e questo a causa della perdita dei freni inibitori. Stare sempre a ridere in maniera sguaiata non è una cosa da santi. I figli di Dio sorridono sempre, i figli del mondo ridono troppo e sempre. I romani dicevano: il riso abbonda sulla bocca degli stolti. Altra figlia è la scurrilità, la disonestà o buffoneria nell'uso delle parole segnata tra trivialità, sconcezze o altro nell'uso della parola. Quando si indulge a queste cose, ci si tolgono i freni inibitori nel parlare, generalmente la persona scurrile non è una persona temperante.
Riscopriamo il profondo rispetto verso noi stessi, non abbassiamoci. Mangiare infognandoti in un piacere così basso è brutto, parlare in maniera scurrile è brutto sia per un'uomo che donna. Oggi il vezzo della parolaccia è diventato costume nella società. Qua bisogna fare un pochino lo slalom.
Lettera agli Efesini con il quale san Paolo mette in guardia i suoi discepoli
Lettera agli Efesini - 5
1Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. 3Di fornicazione e di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi – come deve essere tra santi – 4né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. Piuttosto rendete grazie! 5Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno di Cristo e di Dio.
Con la gola accade un'altro inconveniente: la persona inizia a parlare dicendo un sacco di parole vuote, stolte ed insensate causate dall'euforia dei beni della tavola. Gesù invece ci dice che ai figli dell'uomo sarà richiesto conto perfino di una parola inutile al giorno del Giudizio. La quinta figlia, la più grave è l'immondezza. Ossia un'assecondare queste passioni concupiscibile fino ad assecondare la libidine e quindi cadendo nell'incontinenza (cioè cadere nella lussuria che non per nulla è stretta parente di questo vizio).
Lettera ai Gàlati - 5
"...16Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. 17La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. 18Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. 19Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23contro queste cose non c’è Legge.24Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 26Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri....."
Iniziare a vivere da temperanti sempre è crocifiggere la nostra carne ed è una croce non indifferente perchè ogni giorno ci sono le tentazioni da superare.
("...non erediterà il regno di Dio....") che è un pò come dire andrà all'inferno.
CICLO DI CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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