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La verginità, la continenza, la modestia nel vestire e nei gesti del corpo

La verginità e la pudicizia. La continenza e la modestia nell'abbigliamento. L'umiltà, la studiosità e la modestia negli atteggiamenti del corpo e del gioco. Ciclo di catechesi "Vizi e virtù", quarantesima puntata, 25 Luglio 2022

Siamo nella virtù della temperanza. Tutti i cristiani devono essere casti e diversamenti casti. Chi non è sposato deve astenersi dall'esercizio di ogni attività sessuale, i fidanzati possono avere delle effusioni ma polarizzate sull'affettività. Quando un bacio diventa troppo spinto, semaforo rosso - diceva un Papa. Il problema è quando parte la concupiscenza nella persona. Anche se sono cose brutte da ascoltarsi, chi dice altro non dev'essere ascoltato da chi vuol rimanere dentro la Volontà di Dio. L'onore e il rispetto a tutti i ministri e l'obbedienza della fede (la chiama san Paolo) a chi predica la Fede nella sua autenticità e nella sua completezza altrimenti no.

La verginità: la Chiesa insegna che è uno stato eccellente, la forma più sublime di vita raggiungibile da un'essere umano. Rinuncia totale dell'attività sessuale anche nelle sue forme più lecite. Non per una forma malata di sessofobia, il Vergine è l'innamorato folle di Dio, la vergine vive l'amore nella forma più nobile e santa e apre le braccia ad un casto ed intenso abbraccio con l'Altissimo. Non senza ragione, la Santissima Vergine, Gesù e san Giuseppe sono stati vergini. Il don nel ciclo di catechesi Il peccato originale e l'ipotesi su cosa sia stato tratta in maniera più approfondita il tema della verginità. Nell'attività sessuale non è possibile eliminare la componente egoistica anche quella buona, anche quando è vissuto bene dentro il Matrimonio. Nel Vergine questo non c'è e quindi c'è una sublimazione della capacità d'amore e nella Chiesa si parla - dello stato di Verginità - di vita angelica. Si tratta di una vocazione sublime che dev'essere ritenuta in altissima considerazione nella Chiesa. La Verginità è custodia non solo di una possibile scelta a vita consacrata ma è anche custodia di un possibile matrimonio, la verginità conservata prima del Matrimonio è un'atto d'amore detto in anticipo al futuro coniuge. Potrò dire al coniuge solo tu mi hai avuto. E i matrimoni hanno la pienezza della divina benedizione, solo quando gli sposi sono arrivati vergini all'altare. A Fatima (1917) la Madonna ha detto che ci sono dei matrimoni non benedetti da Dio, a quei tempi il dilagare delle unioni civili che c'è oggi non c'era. L'Europa era profondamente cristiana non come oggi. Oggi si va in abito bianco all'altare anche se c'è stata una convivenza. Il don soffre quando vede fare delle cose che non capisce...ma questa persona come fa a farlo? Non è un giudizio morale. Abiti bianchi concepiti pensando alla verginità e alla modestia, ma oggi ci sono dei vestiti da sposa che sono allucinanti...tutto bene? La verginità è anche una custodia della santità dell'amore. Un corpo che non sarà conosciuto e sarà solo del coniuge. Saresti contento nello sposarti una persona vergine? Che potrebbe essere solo tua? Chi risponderebbe di no, che motivazioni darebbe? Una scelta che va contro la volontà di Dio è una scelta che va contro la ragione. La Volontà di Dio ha sempre delle ragioni che la sostiene, ma quando uno esce deve darsi delle pseudo ragioni che lo illudano per tacitare la propria coscienza. Quando una persona si mette ad illudersi c'è bisogno di un'intervento della grazia.

Pudicizia: Pudore, pudico....cioè capacità di mantenere il pudore in tutti gli atti anche in quelli sessuali. Tra gli sposi cristiani c'è una bellezza anche nel porre in essere gli atti sessuali. Il pudore - Tessalonicesi ndr - , trattare il corpo con santità e rispetto non per provocare reazioni o ostentarlo al prossimo ecc... il problema è che sia la donna che l'uomo hanno il dovere di non ostentare il proprio corpo ostentando il proprio corpo attirando l'attenzione. Altro è la bellezza, decoro e cure. Un bambino piccolo non ha la malizia, non va ad ostentare il proprio corpo se entra in Chiesa con la maglietta corta (il don cita qualche domanda che gli è stata fatta) e il don spera che ciò non lo faccia oggetto d'attenzioni - non è un fatto che in sè stesso è da non farsi ma è un problema di educazione. Se il bambino, fin da quando inizia a capire che in Chiesa si va vestiti in un certo modo, è un fatto educativo. Siccome oggi i costumi sono caduti molto in basso, certe manifestazioni fatte in giugno sarebbero passibili di atti osceni in luogo pubblico. Noi non possiamo - nella condizione in cui stiamo adesso - vedere un'altra persona nuda, in tutti c'è la malizia e la concupiscenza ed ecco perchè ci siamo vestiti e coperti. Il vestire manifesta tantissimo quello che siamo. Proviamo a pensare al prete in talare, in clerygman e quello vestito in borghese, trasmettono tutti la stessa cosa? Nei tempi di corruzione l'importanza dei segni è straordinaria. Le testimonianze impegnative che ti attirano dileggi ecc.... sono martiri e il Signore li ripagherà. Riscoprire la dignità del corpo, i corpi che sono in questo mondo trattato in maniera differente e diventano oggetto di provocazione soffriranno assai anche nel corpo le pene dell'altra vita. Quanto più sarà stato idolatrato quanto più sarà mostruoso nell'altra vita - e non lo dice il don. Facciamo che il nostro corpo trampolino per il Cielo e non mezzo per l'avvilimento.

La continenza: La capacità della volontà umana di dominare gli impulsi sessuali (e chi non è sposato dev'essere continente) ma anche il controllo della volontà sulle altre passioni specialmente l'ira. Un nome comune della continenza sono i freni inibitori che impediscono alla passione di dominare sulla ragione. C'è una sana vergogna che dobbiamo imparare e che è santa. La temperanza assoggeta totalmente l'appetito sensitivo mentre la continenza ne frena solo il disordine e la veemenza. Lo stesso discorso vale con la castità: La castità serve ad indirizzare al bene tutto il patrimonio affettivo e corporeo dell'essere umano affinchè serva al suo fine che è l'amore e nel caso del matrimonio anche la cooperazione con Dio nella procreazione. La continenza è il controllo delle pulsioni quando esplodono. Se si asseconda una pulsione sessuale disordinata si pecca sempre mortalmente. San Tommaso approfondisce anche - seguendo sant Ambrogio - il tema dedicato alla modestia nell'abbigliamento.

Modestia nell'abbigliamento: più siamo simili al naturale meglio è - specie per le donne. Semplice e più tendente al trascurato che al ricercato. Corredato di vesti non preziosi o sgargianti ma ordinarie. E' morale spendere cifre stratosferiche per vestiti costosi? Tu prova ad avere una cura ordinaria di te, ci sono poi delle scelte personali - dentro ogni virtù c'è la soglia del minimo e del massimo. Mi tingo i capelli o no? Mi cascano i capelli, faccio il trapianto? Mi tengo i capelli al naturale o me li tingo? Uso i cosmetici? Quando? Quali? Come? Che foggie uso? Che stile ho? A chi voglio assomigliare? Il decoro sta sempre bene, la trasandazza gratuita non è mai cosa buona. Il don certe look anche per i maschetti non li approva personalmente, non li sembrano cose buone. Un conto è stare al mare - lì c'è un'altro mondo stando però rimanendo nella decenza - ma in altri contesti - ad avviso del don non è virtù andare con le ciabatte e canottieri in luoghi che non siano la spiaggia. E' importante tenere un certo decoro, per una sorta di rispetto verso noi stessi e verso la nostra persona e verso il prossimo che io interiorizzo e maturo. In Chiesa si entra con le ciabatte? Con le infradito? Noi non dobbiamo attirare l'attenzione per come stiamo conciati, dobbiamo presentare la nostra persona nella bellezza intrinseca di ciò che noi siamo. Accontentiamoci delle cose semplici senza cose ricercate. Secondo voi, come andavano vestiti Gesù e Maria? Che idea ci siamo fatti? Spendere un saldo di soldi per un vestito...ma dove sta scritto? Ma chi l'ha detto che devo spendere un sacco di soldi per un vestito che magari non userò mai più? Che ci fai con un sacco di vestiti o con un sacco di scarpe? Su questi temi dobbiamo fare un pochino d'attenzione. Un'armadio strapieno di vestiti....fermati, non comprarne di più e usa quello che hai. E magari danne qualcuno via. La bellezza santa: modestia ed eleganza. Ci vuole discernimento e capacità di calabrire i nostri stili al nostro stato di vita, gli ambienti da frequentare, ecc... abbiamo due vizi opposti: l'ostentazione e la trasandatezza. O anche caricare troppo con vesti misere. Non è possibile che una donna laica vada vestita come una suora di clausura, il troppo stroppia sempre come dicono anche i saggi.

Il tema del trucco: ne parlava sant'Agostino, Cipriano, sant'Ambrogio, san Tommaso d'Aquino, i padri della Chiesa ecc.. San Tommaso cerca sempre di mitigare un pò e sulla base di quello anche dice anche san Paolo e consente alle donne sposate - entro certi limite - di truccarsi di piacere al marito e non di fare la civettuola al prossimo. Il discorso della vanità - che per le donne rischia di scivolare verso la verecondia o la pubblica oscenità - è un'attenzione alla quale una donna deve sempre badare e curare. Non bisogna esagerare in nessun modo. Il discernimento è sempre la regola principale. Al fine di piacere al marito è consentito un'uso moderato dei cosmetici. Cose tenue e delicate.

Umiltà: modera l'amore disordinato di sè e la brama della propria eccellenza che dà origine a molteplici insopprtabili comportamenti. Si vada a riprendere il vizio della Superbia. L'umiltà è la virtù che porta l'uomo ad avere l'esatta conoscenza di sè stesso, a me quanto a me appartiene solo miserie e difetti e solo grazie a Dio ci sono le cose belle. Quando una persona è umile, se insultata non ne resti desolato e se ti applaudono non ci fai caso. Non ci dovrebbe pesare nulla di ciò che dicono di noi le persone. A noi dovrebbe pesare ciò che pensa di Dio. L'umile non può far finta di non avere i doni ma deve sempre riferirli a Dio solo e considerando bene il male in sè stesso, ecc...

Studiosità: Virtù per mezzo della quale l'uomo si applica a conoscere ciò che deve nel modo e nella misura consentiti frenando gli eccessi di desiderio e di gloria nella conoscenza vincendo la repulsione naturale alla fatica necessaria per acquisirla. Nella studiosità rientra il nostro dovere della formazione cristiana, ti porta a conoscere ciò che è necessario ed utile a fine buoni. Una persona che studia perchè vuole primeggiare nello studio o la voglia di conoscere le cose proibite, la magia, la condizione dei morti, ecc... o le cose inutili o futili non va bene. La curiosità è un peccato o un difetto. Inutilità dell'oggetto della conoscenza che distoglie da altre occupazione, per esempio l'abitudine di vedere programmi frivoli anche se non fossero (cosa da verificare) peccaminosi, noi abbiamo un tempo limitato a disposizione. O interessamento a fatti altrui. La virtù richiede delle attenzioni e degli stili. La cultura e conoscenza di molte cose non sempre sono sinonimo di vita virtuosa, una persona molto istruita non ha nessun attestato di virtù; una persona può essere un pozzo di scienza ma può umiliare il prossimo.

Modestia negli atteggiamenti del corpo e del gioco: il corpo è una dimensione della vita umana, c'è un proverbio che dice: al tavolo da gioco si conosce il signore o la signora. Il tono della voce, i gesti che si fanno, come si sta seduti e in piedi, come si mangia e come si sta a tavola. Posso stare in Chiesa con le gambe accavvallate? Posso mangiare qualcosa con le mani? Posso stare seduto con pose disordinate? Maria Valtorta scriveva come Gesù mangiava. Tutte queste forme di modestia rientrano nel decoro. Fa parte di questa categoria l'ordine della propria persona, dei luoghi di lavori, della nostra stanza, camera, ecc.. darsi un piano di vita, ordinare bene la giornata, un periodo, la modalità ordinata di procedere in un lavoro. La sacra scrittura ammonisce (Siracide 19; 29Dall’aspetto si conosce l’uomo e chi è assennato da come si presenta.30Il vestito di un uomo,.) Non è un giudicare la persona nelle intenzioni però una persona che non si inginocchia di fronte al Santissimo o ha delle protesi o....... il fatto in sè stesso parla eccome. La buona educazione fa parte della modestia degli atteggiamenti esterni. Dio è bellezza assoluta.

Modestia nel gioco: consiste nel dare all'anima la possibilità di riposarsi un pò regolando il tempo di giocare, le modalità che non devono far dissipare l'anima, si devono evitare giochi illeciti o dedicare troppo tempo ai giochi ecc.... anche nei monasteri c'è un tempo di ricreazione avendo questi canoni. E' grave fare giochi illeciti, fuori dalle circostanze, desiderare con veemenza il divertirsi e non andare a Messa o essere troppo austeri ecc... la vera gioia è un frutto dello Spirito Santo ed è un segno della santità della persona. La letizia umana è un'ottima spia dello stato di grazia, noi dobbiamo imparare a divertirsi. E' un'altra cosa la sciocca e stolta allegria. Il sorriso abbonda sulla bocca dei santi.

CICLO DI CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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