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Empietà, superstizione e irreligiosità

I peccati contro il primo comandamento (segue). Il peccato di empietà, ossia il rifiuto di dare a Dio il culto che gli è dovuto. Le forme del peccato di superstizione. Il peccato di irreligiosità e di irriverenza a Dio e alle cose divine. Ciclo di catechesi "Il catechismo di san Pio X", quattordicesima puntata, Mercoledì 16 Novembre 2022

Il Catechismo di san Pio X serviva a dare delle basi solide e chiare per la nostra fede. Qualcuno ha mandato una mail al don dicendo che ad 80 anni si ricorda ancora del catechismo di san Pio X. E questo modo di fare catechismo però è stato archiviato. E adesso il catechismo non si sa più con il risultato con i ragazzini che fanno comunione e cresima pensando che le persone della Santissima Trinità siano quattro: Padre, Figlio, Spirito e Santo. La formazione sui 10 comandamenti è molto importanti perchè quando saremo morti ci troveremo tutti quanti l'esame della nostra vita su di essi + i doveri del nostro stato + varie ed eventuali che sono altre cose che fanno da corollario nella nostra vita cristiana.

171. Che cos'è empietà?
Empietà è il rifiuto a Dio d'ogni culto.

L'essere pii è una cosa buona, l'empio è una persona non pia. L'uomo pio è l'uomo che rende a Dio il culto che gli è dovuto. A Dio è dovuto il culto di adorazione che si esprime sia attraverso la lode (la bocca), con la bocca si dice al Signore il Gloria. Dare a Dio le lodi, adorazioni e le esaltazioni che gli sono dovute. Con i gesti del corpo, come quando si dice il Gloria al Padre si china la testa in segno di riverenza, ...alle parole dello Spirito Santo si è incarnato c'era l'abitudine di stare in ginocchio nel vecchio ordine. E poi c'è l'altra adorazione, nella vita - san Paolo esorta ad offrire un culto al Signore con la nostra vita. Offrire i nostri corpi, non soltanto come corporeità ma tutta la nostra vita, per esempio anche offrendo il nostro corpo in sacrificio - per esempio la penitenza cristiana. Se faccio una veglia offro a Dio il sacrificio del mio corpo, dedicandogli del tempo, ecc.... il lavoro fatto in obbedienza a Dio, ecc...l'accettazione serena dei travagli della vita. Questo è l'uomo pio.

Quando una persona non rende culto a Dio, cosa fa?

172. Che cos'è superstizione?
Superstizione è il culto divino o di latria reso a chi non è Dio, o anche a Dio ma in modo non conveniente: perciò l'idolatria o il culto di false divinità e di creature; il ricorso al demonio, agli spiriti e ad ogni mezzo sospetto per ottener cose umanamente impossibili; l'uso di riti sconvenienti, vani o proibiti dalla Chiesa.

Dobbiamo scendere nel dettaglio. Analisi dettagliata. Non ci si prostra di fronte ad altri dei (terza tentazione di Gesù nel deserto). Ci sono gli adoratori del maligno - persone che hanno perso il senno. Ci sono gli adoratori degli idoli del mondo, il più grande adorato oggi è il denaro in forza del quale si fa tutto. Poi c'è il culto di false creature - noi adoriamo solo la Santissima Trinità e basta. Il culto di latria è dovuto a Dio solo. Poi ci sono una serie di pratiche purtroppo oggi molto diffuse (ricorso al maligno, spiriti ecc...) è quello che va sotto il termine di magia. C'è gente che va da chi pratica magia nera per fare male al prossimo. Molti esorcisti dicono che molte cause di possessione diabolica dipendono dal fatto che c'è chi va dallo spiritista che conosce la materia per infliggere un maleficio. Il don ricorda che quando leggeva queste cose all'inizio non ci credeva tanto, sorrideva. Ma si è dovuto ricredere e non solo per letture teoriche ma anche perchè si è imbattuto in situazioni di questo genere e sono più che reali. E anche quando non si va a fare male al prossimo, ma quando si fanno sedute spritiche, invocazioni dei morti, o pensiamo alle scritture automatiche, o i medium o la negromanzia - nella Bibbia è quello che fece Saul per invocare lo spirito di Samuele quando stava sull'orlo della disperazione. Il futuro e l'Aldilà appartiene a Dio e il Signore vuole che ne stiamo fuori, sono cose che Lui ci ha blindato in questa vita e noi non dobbiamo cercare di sfondare forzatamente questi mondi con le arti magiche. Da tutte queste cose bisogna starne lontano come dalla peste bubbonica, perchè oltre ad essere peccaminose, sono altamente pericolose perchè quando ci si imbatte in questi personaggi o c'è la possibilità di incontrare il ciarlatano che ti spilla un sacco di soldi o chi pratica la magia nera/bianca (è lo stesso) ti fa mettere nei guai. Nei paesi c'erano delle donne anziane che toglievano il malocchio - uno direbbe che è una cosa buona, ma non lo è. Ammesso che tu abbia un malocchio, vatti a fare benedire dal sacerdote o una preghiera dall'esorcista autorizzato. Con questi mondi non si gioca e non si scherza. Sono tutti peccati mortali da confessare. A volte Nostro Signore ti manda un profeta e ti rivela il futuro o ti manda il mistico (Natuzza Evolo, Maria Simma....) ma un conto è Dio che ti manda un dono gratuito che ti mette in contatto con un mondo che non ti appartiene ma un conto è che te lo vada a prendere tu con la forza. Se Dio vuole farti un dono è liberissimo di farlo ma se Dio quel dono non te lo fa, tu non sei libero di andartelo a prendere. Il famoso film che terrorizzò mezzo mondo (l'Esorcismo), la possesione diabolica della bambina ... si vede benissimo che nel rustico della casa aveva un cartellone e si vede che la bambina giocava ad evocare i morti e si capisce che la causa della possessione è stata la seduta spiritica. Non sono giochetti o passatempi.

173. Che cos'è irreligiosità?
Irreligiosità è l'irriverenza a Dio e alle cose divine, come la tentazione di Dio, il sacrilegio o profanazione di persona o di cosa sacra, la simonía o compra e vendita di cose spirituali o connesse con le spirituali.

Anche qua dobbiamo fermarci un pò. Irreverenza a Dio e alle cose divine. Ma abbiamo mai confessato i peccati a Dio questi peccati? Esempi facili: gli atti esterni di irreverenza. Quando in una Chiesa si passa davanti all'altare si fa l'inchino profondo perchè l'altare rappresenta Cristo ed è una cosa sacra, non posso passare davanti all'Altare come se nulla fosse. Quando si passa davanti al Santissimo si fa la ginoflessione. L'inchino profondo secondo il linguaggio della Chiesa si fa alle cose divine, a ciò che rappresenta il Signore ma nel Tabernacolo c'è Dio stesso. E a Dio ci si inginocchia con la genuflessione. Quando il Santissimo è esposto pubblicamente: quando si passa davanti non si fa la genuflessione poggiano la gamba destra a terra (non la sinistra) ma si fa la genuflessione a due ginocchia. E poi si fa l'inchino profondo. Quando il Santissimo è esposto non bisogna dargli le spalle, quindi quando il Santissimo è esposto nella navata centrale posso girarmi voltandomi a destra o sinistra - perchè non sto dando le spalle a Dio - ma se io esco dalla Chiesa dalla navata centrale non posso girarmi ed andarmene. Se esco dalla navata centrale vorrà dire che andrò a marcia indietro. Ma solo quando il Santissimo è esposto. Sono surplus di delicatezze. L'irriverenza è un peccato mortale non veniale. I peccati mortali non soltanto quelli del sesto.

Tentare Dio, lo fanno tutti. E' metterlo alla prova, è invertire l'ordine stabilito ma è Dio che ogni tanto ci mette alla prova e ha il diritto di farlo (pensiamo all'esperienza di Abramo o la prova dei 40 anni del deserto). Nel Padre Nostro è una preghiera con la quale noi chiediamo al Signore se per favore non ci metta alla prova. Non è la tentazione. Il diavolo ci tenta al male e il Signore ci mette alla prova per vedere se gli siamo fedeli. Purtroppo siamo noi che mettiamo alla prova Dio - se vuoi che creda in te fammi questo miracolo. Esempio di tentare Dio. O obbligarlo ad agire, guido come un pazzo e poi dico: ci pensi tu a preservarmi. Dio non si tenta, sfida nè si provoca.

Il sacrilegio o la profonazione di cosa sacra. Le persone sacre lo possiamo capire bene. C'è una forte irriverenza verso i sacerdoti e persone consacrate, la riverenza alla persona sacra non è dovuta in forza della sua meritorietà - es: io venero quel sacerdote e lo rispetto perchè lo ritengo santo e lo stimo ma quello lo ritengo un grande peccatore e me lo metto sotto i piedi. Ma questo non si può fare. La persona sacra non è degna di onore e venerazione per le sue qualità soggettive ma perchè ricopre un'ufficio sacro. Non parliamo poi delle cose sacre: comunioni sacrileghe e confessioni sacrileghe a tutto spiano, delle cresime e matrimoni sacrileghi a go go. Esempi: Una confessione è sacrilega o quando non si confessa tutto per paura o per vergogna o ci si confessa senza pentimento alcuno. Non soltanto che non si è assolti ma si commette un'altro peccato che dovrà essere confessato a sua volta nella prossima confessione. Le comunioni sacrileghe, quelle fatte senza stare in grazia di Dio....la gente non si confessa e la gente va a fare la comunione a fiotti. Il don ha sentito decine di centinaia di racconti ecc....ma quante storie di questo genere. Non parliamo delle irriverenze diffusissime con certi modi quasi imposti - per ora in maniera del tutto arbitraria (quando è stata fatta questa meditazione si stava uscendo dal covid ndr) perchè nessuno ti può imporre la comunione in mano con l'attuale legge della Chiesa. Però al don arrivano in continuazione lamentele di fedeli su questo tema. Una coscienza ha tutto il diritto di non toccare l'Eucarestia. Il don continua a sentire gente che - a causa della comunione in mano (perchè così cadono dei frammenti per terra per disattenzione dei fedeli ndr) - continua a trovare ostie davanti agli altari, nelle chiese buttati per terra, persone che trova queste cose e si mette in ginocchio e si china con la faccia e con la lingua per togliere quel frammento dal pavimento. E' una tragedia ed è una delle cause di maggior dolore a Gesù e secondo il don è anche la causa della brutta situazione in cui la Chiesa è ridotta, perchè se l'Eucarestia smette di essere trattata come si deve, quella da farmaco si trasforma in veleno. I peccati commessi contro l'Eucarestia - a detta dei Santi - sono i più gravi e i meno perdonabili.

Vogliamo parlare poi delle cresime sacrileghe? Ragazzini che vanno a ricevere la cresima non si sa come ben sapendo che finita la celebrazione diranno addio alla parrocchia fino alla fine. Ma che razza di cresima è?

I matrimoni...una sposa che entra in Chiesa sbracciata e scollata, ma come lo chiamate quel matrimonio? Ma come ci si permette di presentarsi all'altare in quel modo lì? L'abito bianco significa qualcosa....noi non possiamo irridire Nostro Signore, sfidarlo e provocarlo. L'abito bianco significa purezza e verginità. Tu non te lo puoi mettere se non sei vergine. Fallo pure ma quando ti ritroverai al tuo giudizio particolare - il don spera di sbagliarsi - vedrai cosa succede. L'abito bianco - simbolo di immacolatezza e purezza - completamente scollato e con la bretellina e poi al parroco dicono: Padr, ma io ho il velo. Ma di che vogliamo parlare? Dopo quando si rileggono le parole di Fatima - vi sono matrimoni che non piacciono a Dio - un matrimonio che nasce con quest cosa - fermo restando la sua validità - un sacerdote che celebrata in peccato mortale è valida - però oltre alla validità c'è l'aspetto della liceità e tu non puoi celebrare la Messa se sei in stato di peccato mortale e se lo fai pecchi mortalmente ma la Messa è valida. Se tu ti presenti conciato in quel modo pecchi mortalmente ma il matrimonio è valido. E poi c'è la fruttuosità di un sacramento...se un sacerdote celebra la Messa con amore, raccoglimento e con devozione attira le grazie di Dio, se un sacerdote celebra la Messa velocemente senza nessuna devozione e malamente la Messa è valida e lecita ma produce pochi frutti. Perchè Dio non è gloricato dal modo di celebrare la Messa. Questa è teologia sacramentale della Chiesa Cattolica. Prima che un matrimonio sia nullo ce ne vuole molto per dimostrarlo, il problema è il contorno. Il sacrilegio o profanazione di una cosa sacra presuppone l'esistenza di una cosa sacra. Se un sacramento è invalido non è stato profanato un bel nulla.

I sacrilegi sono peccati gravissimi. Poi c'è la Simonia. Le cose sacre non si vendono. Atti degli Apostoli - 8 ("...18Simone, vedendo che lo Spirito veniva dato con l’imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro 19dicendo: «Date anche a me questo potere perché, a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo». 20Ma Pietro gli rispose: «Possa andare in rovina, tu e il tuo denaro, perché hai pensato di comprare con i soldi il dono di Dio! 21Non hai nulla da spartire né da guadagnare in questa cosa, perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. 22Convèrtiti dunque da questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonata l’intenzione del tuo cuore. 23Ti vedo infatti pieno di fiele amaro e preso nei lacci dell’iniquità». 24Rispose allora Simone: «Pregate voi per me il Signore, perché non mi accada nulla di ciò che avete detto»...)

Simon il mago chiese agli Apostoli di vendergli la possibilità di fare i miracoli. I sacerdoti devono essere molto attenti, per i sacramenti possono essere accettate solo offerte, non possono esserci offerte. E se non ti lasciano nessuna offerta, non è una cosa carina o garbata - le parrocchie campano di carità e non hanno introiti. Campa di offerte ma l'offerta è sempre libera. Il don dice che ci sono delle persone che si sono sposate in Chiesa, hanno celebrato il funerale di un loro caro o che hanno fatto battezzare la prole in Chiesa e poi arrivederci e grazie. I documenti della Chiesa raccomandano di tenere lontano la parvenza di simonia. Uno non deve pagare la Messa per un defunto o altre persone. L'offerta è un'elemosina - che può essere amministrata liberamente dal celebrante - quando uno è parroco, tutte le offerte che riceve vanno tutte nella cassa della parrocchia. I soldi per le offerte della Messa decide il parroco se darli ai poveri, metterle nelle casse della parrocchia, può usarle per celebrare altre Messe o tenerle per sè. Ma è un'offerta. Se un parrocchiano chiede una Messa ma è povero non c'è nessun problema. Se un sacerdote non ha un'incarico canonico (non è parroco, professore ecc...) un prete non ha nulla per campare, un prete che sta facendo il dottorato quello non ha di cosa campare e campa delle offerte delle Messe che gli chiedono. Se un sacerdote riceve l'intenzione per una Messa con l'offerta corredata è tenuto - sotto obbligo grave di giustizia - di soddisfare quell'intenzione con Messa singola e non cumolata con altre intenzioni entro un'anno e non riesce personalmente deve farlo celebrare da un'altro sacerdote girandogli l'offerta assicurandosi che l'intenzione resti singola e venga celebrata tale Messa. Sono tutte norme della Chiesa. E chi non le osserva trasgredisce le norme della Chiesa su questa materia. Il motivo per cui le Messe collettive sono proibite e sono consentite solo nei casi in cui in una parrocchia ci siano richieste superiori al numero di Messe celebrate. Esempio: se in una parrocchia si celebrano 30 Messe al mese e ci sono 80 intenzioni, in casi del genere il sacerdote deve scegliere due giorni a settimana comunicando ai fedeli che in quei giorni si possono prendere intenzioni cumulate. E' evidente che la cosa ideale è che se io avessi 4 intenzioni, la Messa celebro nominandole tutte ma io dico al Signore la Messa celebro per una intenzione e le intenzioni le faccio girare ad altri sacerdoti. Così anche le altre intenzioni come Dio comanda. Se in una parrocchia ci stanno 20 intenzioni al giorno, il frutto particolare della Messa, l'applicazione della Messa non può essere frazionato trattandosi di un'atto limitato e finito. Ecco perchè non dev'essere applicato per un'altra intenzione.

Se il don dovesse applicare la Messa per 5 intenzioni differenti...non si può fare. Non è uno scherzo. Se il don applica una Messa per un'anima del purgatorio, a quell'anima vengono diminuiti considerevolmente sia l'intensità delle sofferenze sia il tempo di permanenza. Ma se io ho 5 defunti in Purgatorio non pensate affatto che sia la stessa cosa se applico la messa per 5. E poi c'è il problema dei soldi: che ci faccio con tutti quei soldi? Supponiamo che la Cei stabilisca per le offerte un minimo di 10 €, ma a volte i fedeli lasciano di più. Il discorso della simonia...il don crede che dobbiamo tutti quanti (ecclesiastici) dare testimonianza della Provvidenza Divina, è vero che uno dei precetti della Chiesa chiede ai fedeli di sovvenire alle necessità della Chiesa con i propri mezzi - ma questo dev'essere sempre su base volontaria senza avere paura. Il don è convinto che se ci sia una gestione oculata dei soldi il Signore non manda in bancarotta una parrocchia. L'esperienza personale del don è che Dio ha sempre provveduto. A tutto quello che era necessario alla parrocchia senza dare l'impressione che una persona prenda i soldi così.

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