Teneramata spiega cosa è veramente la morte alla luce di quanto da lei insegnato sull'eternita creata. La morte è separazione dell'anima dal corpo del suo ultimo istante, ossia dal cadavere, di cui riprenderà possesso solo con la risurrezione della carne. Nell'eternità creata l'anima continua ad animare, nei paratempi e in altre frequenze temporali, tutto l'organismo integrale. Ciclo di catechesi "Il libro di Teneramata. Ciò che ci attende nella vita beata", ventesima puntata, 13 Gennaio 2023
(T parla Tenera Amata, R parla Ricardo) -- (Pagina 64, capitolo 21)
Questa rivelazione privata ci aiuta a retifficare alcune nostre percezioni. Comunemente si pensa che quando si muore si perda il contatto con il corpo fino al Giudizio Universale. In parte è giusto, il fatto è che esistendo l'eternità creata e l'anima non cessa di animare ininterrottamente le nostre fasi della nostra vita. C'è una separazione tra l'anima e il corpo, ci sarà la riunione tra l'anima e il corpo, però c'è questo elemento che è nuovo entro certi limiti. Noi vediamo sempre l'ultima carta del mazzo ma dalla morte in poi cessa quello che verrà dopo ma non cessa quello che c'è stato prima (a patto che ciò non sia avvenuto nel peccato). Il peccato - filosoficamente parlando - è il non essere. Il peccato non fa parte della nostra condizione umana, noi siamo impastati (con il peccato originale) con il non - essere. Il concetto di peccato si esplicita come il termine di privazione, il male non ha la possibilità di definirsi in sè stesso come il Bene ma si definisce in bene di cui è in relazione. Essendo privazione di un qualcosa, un meno, il meno non c'è. I numeri negativi esistono soltanto come possibilità ed immaginario, ma nella realtà concreta che viviamo non esistono. Posso concepire di avere 3 o 2 penne, ma posso concepire di avere meno una penna?
“Allora, che cosa è la morte?” R
"...Ciò che muore dell’uomo è unicamente il suo cadavere, che, come lascia di essere un organismo, si rende incapace di ritenere l’anima; e questa si va allora separando dall’ultima fase di sviluppo biologico a cui giunse quel viatore, perché questa tappa entra nel processo irreversibile di putrefazione..." T
L'anima di Gesù Cristo si è veramente staccata dal suo Corpo (spiega san Tommaso d'Aquino) ma non ha perso l'unione ipostatica. Ma il corpo, il cadavere di Gesù è rimasto per 40 ore senz'anima. La Madonna, alle Tre Fontane, tre anni prima del dogma dell'Assunzione: il mio corpo non poteva morire e non morì, non poteva marcire e non marcì. Non è stato approfondito il dogma, ma una cosa è certa: qualcuno pensa che la Madonna non sia morta sul serio per imitare Gesù e altri dicono che la Madonna andò in estasi e alla fine dei tre giorni fu portato in Cielo. Ma in ogni caso il punto comune è che il corpo della Madonna non andò in putrefazione perchè essa è la conseguenza diretta del peccato originale che ci portiamo dietro. Il peccato produce la morte e morte significa putrefazione, dissoluzione e disgregazione. La putrefazione non tocca la persona integrale ma l'ultima fase di sviluppo dell'esistenza della persona.
"..Tuttavia, l’anima non si rende indipendente dall’organismo integrale, cioè, dall’insieme di stadi corporali del passato e degli spazi-tempi corrispondenti agli atti di esistenza ormai trascorsi..." T
L'anima (definizione cattolica dell'anima) - dice san Tommaso d'Aquino - è la forma sostanziale del corpo. E qua il don dovrebbe fare un'altra lezione di teologia ma facciamo un'atto di fede: dire forma sostanziale, cioè la forma sostanziale non si può staccare dalla forma materia di cui è forma sostanziale. Ecco perchè il distacco dell'anima dal cadavere è una cosa innaturale. E che ci fa comprendere l'assoluta gravità del peccato.
"..Perciò l’uomo continua ad essere uomo prima della morte, nella morte e dopo la morte. E ti ho già detto che il pericolo di morire, così come l’opportunità dei cambiamenti e la possibilità di fare atti di esistenza, si presenta soltanto nello spazio-tempo dell’istante attuale..." T
In ogni istante che trascorre, si rende costante il pericolo di morire.
"..A questo proposito, non dimentico il mio stupore quando, immediatamente dopo la morte reale, nel comparire in giudizio,32 contemplai la fila interminabile dei miei corpi, dei miei atti di esistenza nei loro rispettivi spazi-tempi. Erano come fotogrammi di un film al rallentatore, ma, questo sì, realissimi. È grandiosa la quinta dimensione!..." T
Cosa accade nel Giudizio Particolare? La Luce di Dio ci prende e noi rivediamo nel più piccolo dettaglio - alla sua Luce, come la vede Lui, è la presa di coscienza soprannaturale della nostra vita. Io adesso non ricordo quasi nulla del mio passato da bambino (esempio) ma nel Giudizio Particolare vedrò tutto in modo istantaneo.
"..Ovviamente, il giudizio particolare è rapidissimo in confronto del tempo dell’orologio, per il fatto che avviene, minuziosamente e rigorosamente, in paratempi molto lenti..." T
Dura un secondo in relazione al tempo normale, ma in che para - tempi avviene? Il Giudizio si colloca in para tempi molto lenti e andremo a rivederci la nostra esistenza e cerchiamo di evitare d'ora in poi di compiere altre stupidaggini (per evitare di rivedercele dopo). Noi cerchiamo di vivere come amici del Signore, non siamo terrorizzati ma se ci facesse un'analisi agli infrarossi ci troverebbe una marea di cose che non funzionano. E speriamo di convincerci tutti quanti. L'eternità creata ce la stiamo costruendo secondo dopo secondo, con la morte siamo slegati all'istante attuale ma non è corretto dire che con la morte si passa all'eternità.
"..E non credere −aggiunse con una leggerissima punta d’ironia nel suo sorriso, leggendo il mio pensiero− che parteciperai all’eternità solo dopo la morte. No, la morte non è il salto dal tempo all’eternità. L’eternità creata, anche se non la senti, è già qui e adesso, in te e con te. Da ciò ne deriva un’ammirabile conseguenza: è meraviglioso che l’uomo, qui e nell’Aldilà, cooperi realmente col Creatore nella durata senza fine delle cose e nell’evoluzione degli esseri, la quale è moderata nel tempo terrestre, ma eccellente e grandiosa nel Cielo...." T
Dove c'è l'Essere c'è Dio. Ma la tua eternità creata (o la mia) chi la sta costruendo? Tu ed io. Il don sta facendo una catchesi e io potrei fare dell'altro e questo tempo che ho usato rimarrà nell'eternità, perchè se non faccio peccati mortali, questo rimarrà. E come rimarrà così come - con l'aiuto della Grazia, Dio ci ha creati e ci mantiene nell'essere - ma c'è anche il nostro operato. Quello che costruisco istante dopo istante, l'eternità creata mia o tua non sarà soltanto diletto per me nell'altro mondo ma anche per altri. Tutte quante le relazioni d'amore che Dio ha disposto tra me e moltissime persone, magari una l'ho vista per tre secondi, se io vado in Paradiso e mi porto dietro la mia eternità creata, sarà godimento per altri. A differenza se vado dannato. E in questo senso (buono) nell'agire su ciò che mi circonda sono cooautore con Dio. Nel grande magazzino dell'eternità creata ci staranno i miei e i tuoi. Anche se tu fossi la persona più insignificante dell'Universo. Il che aumenta notevolmente la tua umana responsabilità davanti a Dio e al prossimo. Perchè se faccio qualche guaio, non faccio danno solo a me - come dice san Giovanni Paolo II - che spiega la dimensione sociale del peccato. Se io faccio un peccato di pensiero consentito, un peccato anche solo di pensiero ferisce il corpo della Chiesa e fa male intorno a me. Comprendiamo anche la responsabilità dei nostri atti.
“Teneramata, perché l’anima non si rende indipendente dai suoi corpi anteriori al decesso?” R
“Perché sono vivi, perché non sono entrati in putrefazione e perché sono immortali”. T
Il corpo, unito alla mia anima, è pefettamente vivo (dice il don), c'è il sangue che scorre, i nervi che trasmettono e dentro il mio corpo c'è la mia anima. Quello che sto scrivendo - ciò che facciamo nel tempo rieccheggia nell'Eternità (viene detto nel Gladiatore) ..Creata. E la va a costituire istante dopo istante.
"..Insisto che il pericolo di morte si trova soltanto nell’istante attuale, che è l’unica opportunità dei cambiamenti basilari; ma una volta che è trascorso lo spazio-tempo del momento presente, il decesso è impossibile, non può più accadere nessun fenomeno naturale, sarebbe irrealizzabile la putrefazione;c’è soltanto persistenza vivente nell’eterno magazzino del tempo trascorso..." T
Quello che è successo tre secondi fa non potrà mai morire nel senso con il quale intendiamo la cosa. Non potrà mai cadere in putrefazione perchè è stato.
"..Tuttavia, l’immutabilità non è assoluta, perché nell’ambito dell’eternità creata vigono alte frequenze del tempo, differenti dal ritmo temporale della terra, come ad esempio il paratempo in cui oggi ci siamo situati. In essa avvengono moltissimi fenomeni d’ordine soprannaturale oppure di natura diversa dei cambiamenti fisici e chimici che tu conosci..." T
Noi non sappiamo capire cosa stia dicendo Tenera Amata. In questa vita terrena conosciamo solo lo scorrere del tempo istante dopo istante; ma come è chiaro già dall'inizio, esistono dei ritmi temporali diverse e molto più piccole delle quali non abbiamo la più minima conoscenza. Ma quando usciremo (in grazia) dal corpo, noi potremo rivivere i nostri istanti della vita terrena e queste misteriose frequenze dove avvengono fenomeni d'ordine soprannaturale o di natura fisica o chimica diversi da quelli che noi conosciamo.
"..Il decesso consiste nella corruzione dell’ultimo involucro corporale, il quale diventa cadavere nel sopraggiungere la decomposizione della materia organica. Ma le cellule vive dei corpi anteriori, cioè quelle dell’organismo totale, continuano ad essere rette dall’anima nei loro spazi-tempi corrispondenti; continuano e continueranno a vivere, dovuto all’eternità immanente di ogni essere”. T
Le cellule vive dei corpi anteriori continuano ad essere rette dalla mia stessa anima che ho adesso negli spazi tempi corrispondenti.
“Scusami che insista. Vedo il mio corpo di bambino, sì, ma il mio corpo di adolescente... e tutti gli altri?” R
“Non li vedi perché non stanno vivendo nell’istante attuale; vivono nella quinta dimensione, in onde temporali che non sono quelle dell’orologio e dell’almanacco, e in spazi-tempi differenti di quelli che stiamo adoperando”. T
Ci stiamo capendo qualcosa? Il mio corpo di adolescente continua a vivere in spazi tempi differenti. Loro avevano raggiunto lo spazio tempo di Ricardo bambino.
“L’anima si separa dal cadavere: perciò si dice «anima separata». Ma non si rende indipendente dalla materia viva dei suoi corpi anteriori, giacché essa perdura eternamente vivente nella grandiosa bottega del tempo passato. Nella morte, l’anima, insieme col suo organismo totale, si separa dal cadavere. Di conseguenza, non esistono anime isolate dal loro corpo totale. L’anima e l’organismo intero sono consustanziali e, perciò, inseparabili. Dal concepimento, ogni uomo rimane vivo e continua sussistendo dopo la morte, per il semplice motivo che non è morto: la corruzione è soltanto della salma. Il decesso non tocca il corpo totale anteriore al momento del trapasso”. T
I morti sono morti. Non è un'apparenza, l'anima è certamente separata dal corpo ma non si rende indipendente dalla materia viva dei suoi corpi anteriori. Il don e io non siamo morti adesso e quindi la mia anima sta qua, e siccome nulla si crea da sè stesso e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, questo tempo non può cessare di essere. Questa è logica ferrea. Dire consustanziali è la stessa cosa che dire che la l'anima è la forma sostanziale del corpo. Sembra difficile da capire, ma se uno ci pensa bene difficile da capire non è.
“E allora, che cosa sono i morti?” R
“Quelli che tu chiami «morti» continuano a vivere nell’eterna realtà oggettiva ed universale, non nella realtà del momento presente del tempo terrestre. Essi vivono senza il loro cadavere e senza transitare per lo stesso sentiero temporale dei viatori. Queste persone «morte» proseguono vive, a passo diverso, per altri sentieri delle intricate frequenze del tempo. Vivono nel luogo che meritarono secondo le loro opere terrene, ma libere ormai dal legame della coscienza con l’istante attuale”. T
“Allora, invece di vivi e morti, quello che c’è è liberi e prigionieri...” R
“Sì, qualcosa del genere. Pensa adesso che tragica confusione si fa tra il corpo integrale e il cadavere. Il processo della morte reale incomincia in un preciso momento, ma non prima...." T
“Sì, qualcosa del genere. Pensa adesso che tragica confusione si fa tra il corpo integrale e il cadavere. Il processo della morte reale incomincia in un preciso momento, ma non prima. Malgrado questa semplice constatazione, t’inganna crudelmente la testimonianza dei tuoi sensi. È un vero peccato che tu confonda il passato che non puoi guardare col presente che stai vedendo. Trasponi, senza ragione, i dati del presente al tempo passato. Giudichi, arbitrariamente, che la storia sia stata annientata, e così, logicamente, concludi che il passato meno immediato è finito (perché non lo vedi più), e quello più immediato lo confondi con l’istante attuale. In questo modo infantile confondi la massa putrefatta del cadavere con l’uomo integrale, incorruttibile ed eterno, quello che perdura vivente senza fine nella maestosa realtà oggettiva della quinta dimensione..." T
Vedi un cadavere e pensi che sia morta tutta la persona. Ma chi te l'ha detto? Come fai a fare questa trasposizione? E' tanta roba. Dovremmo rifletterci sopra e il don sta cercando di aiutare.
"..Ebbene, non ti pare che la convinzione che i defunti persistono vivi, col corpo e l’anima, ma senza il loro cadavere, già immediatamente subito dopo il decesso, abbia la forza di mitigare il dolore dei congiunti davanti al letto di morte dei loro cari? Non ti tranquillizza la certezza morale che tutto perdura, anche se non lo puoi osservare? Per questo ti dicevo che la quinta dimensione è fonte di ottimismo”. T
C'è bisogno di fare scenate alla morte di qualcuno?
“È strano che Dio manifesti il mistero dell’eternità creata a uomini di scienza laici, e non a chierici dotti della Chiesa...” R
“Non c’è niente di strano. I laici scienziati sono anch’essi parte della Chiesa. Ti ho già detto che la pedagogia della Divina Rivelazione è lenta e progressiva, d’accordo con la cultura ed il progresso cristiano −non materialista− della società. Le idee che il Signore ti regala e che nella tua mente ho chiarito, possono sembrare delle novità; ma, lo vedrai dal Cielo, come nel secolo venturo saranno prese in considerazione dal Magistero Ecclesiastico”. T
Secolo venturo cioè il nostro. Ricardo era uno scienzato e aveva anche lui la Fede. I dogmi non cambiano. Però è chiaro che l'aquisizione di cognizioni ulteriori nel settore scentifico in senso buono, consente al Magistero stesso di comprendere meglio alcune verità di fede. Non si tratta di farne altre ma alla luce di ciò che il progresso buono non quello scientista del sapere ti consente di prendere in considerazione.
“Sarà la prima cosa che vedrai nel tuo giudizio particolare. Manca poco! La vita mortale è brevissima, malgrado i mortali si afferrino disperatamente ad essa. Inoltre, il Signore ti ha permesso la bilocazione nel tuo corpo di bambino; è già molto! D’altronde, ti annienterebbe la vertigine, se dal tuo stato di viatore tu potessi contemplare la maestà dell’eterna realtà oggettiva dell’Universo...." T
Fino a quando siamo in stato d'interdizione siamo in uno stato di umiliazione, non può far nulla se non per mezzo del tutore. La nostra condizione non è differente da chi è stato interdetto, o possiamo fare molto poco. La preghiera è chiedere a Dio di fare ciò che noi non possiamo fare.
"..La imponente visione del tuo passato integro diminuirebbe la tua libertà umana nel momento attuale; ameresti l’Altissimo per interesse e per timore; si ridurrebbe il merito della Gloria futura da raggiungere. E il nostro Dio non vuole amore di Carità per forza” T
Tenera Amata chiede a Ricardo di accontentarsi di ciò che ha ricevuto. Guardate come Dio non vuole che la nostra libertà umana sia diminuita o coartata. Il più grande garante della libertà è Dio. La libertà non può essere vera se non prevedesse la possibilità di allontanarsi a Dio, Dio vuole che lo stare con Lui sia frutto una nostra libera scelta. All'inferno ci dobbiamo credere liberamente ma non abbiamo le prove. Se avessimo le prove avremmo la conoscenza ma non avremmo la Fede e - se potessimo vedere qualcosa - si diminuirebbe il nostro grado di gloria che raggiungeremo in Cielo perchè è tanto più alto il grado di gloria che avremo in Cielo quanto maggiore sarà la fede che avremo esercitato basandoci su realtà inevidenti. Anzi, se uno si mettesse a riflettere noterebbe che i nostri sensi ci dicono l'opposto alle verità di fede. I gradi di gloria in Paradiso aumentano o diminuiscono a seconda dei meriti.
Prossima volta vedremo cosa ha visto tenera amata vedendo il suo funerale (pagina 66, capitolo 22)
(T parla Tenera Amata, R parla Ricardo) -- (Pagina 64, capitolo 21)
Questa rivelazione privata ci aiuta a retifficare alcune nostre percezioni. Comunemente si pensa che quando si muore si perda il contatto con il corpo fino al Giudizio Universale. In parte è giusto, il fatto è che esistendo l'eternità creata e l'anima non cessa di animare ininterrottamente le nostre fasi della nostra vita. C'è una separazione tra l'anima e il corpo, ci sarà la riunione tra l'anima e il corpo, però c'è questo elemento che è nuovo entro certi limiti. Noi vediamo sempre l'ultima carta del mazzo ma dalla morte in poi cessa quello che verrà dopo ma non cessa quello che c'è stato prima (a patto che ciò non sia avvenuto nel peccato). Il peccato - filosoficamente parlando - è il non essere. Il peccato non fa parte della nostra condizione umana, noi siamo impastati (con il peccato originale) con il non - essere. Il concetto di peccato si esplicita come il termine di privazione, il male non ha la possibilità di definirsi in sè stesso come il Bene ma si definisce in bene di cui è in relazione. Essendo privazione di un qualcosa, un meno, il meno non c'è. I numeri negativi esistono soltanto come possibilità ed immaginario, ma nella realtà concreta che viviamo non esistono. Posso concepire di avere 3 o 2 penne, ma posso concepire di avere meno una penna?
“Allora, che cosa è la morte?” R
"...Ciò che muore dell’uomo è unicamente il suo cadavere, che, come lascia di essere un organismo, si rende incapace di ritenere l’anima; e questa si va allora separando dall’ultima fase di sviluppo biologico a cui giunse quel viatore, perché questa tappa entra nel processo irreversibile di putrefazione..." T
L'anima di Gesù Cristo si è veramente staccata dal suo Corpo (spiega san Tommaso d'Aquino) ma non ha perso l'unione ipostatica. Ma il corpo, il cadavere di Gesù è rimasto per 40 ore senz'anima. La Madonna, alle Tre Fontane, tre anni prima del dogma dell'Assunzione: il mio corpo non poteva morire e non morì, non poteva marcire e non marcì. Non è stato approfondito il dogma, ma una cosa è certa: qualcuno pensa che la Madonna non sia morta sul serio per imitare Gesù e altri dicono che la Madonna andò in estasi e alla fine dei tre giorni fu portato in Cielo. Ma in ogni caso il punto comune è che il corpo della Madonna non andò in putrefazione perchè essa è la conseguenza diretta del peccato originale che ci portiamo dietro. Il peccato produce la morte e morte significa putrefazione, dissoluzione e disgregazione. La putrefazione non tocca la persona integrale ma l'ultima fase di sviluppo dell'esistenza della persona.
"..Tuttavia, l’anima non si rende indipendente dall’organismo integrale, cioè, dall’insieme di stadi corporali del passato e degli spazi-tempi corrispondenti agli atti di esistenza ormai trascorsi..." T
L'anima (definizione cattolica dell'anima) - dice san Tommaso d'Aquino - è la forma sostanziale del corpo. E qua il don dovrebbe fare un'altra lezione di teologia ma facciamo un'atto di fede: dire forma sostanziale, cioè la forma sostanziale non si può staccare dalla forma materia di cui è forma sostanziale. Ecco perchè il distacco dell'anima dal cadavere è una cosa innaturale. E che ci fa comprendere l'assoluta gravità del peccato.
"..Perciò l’uomo continua ad essere uomo prima della morte, nella morte e dopo la morte. E ti ho già detto che il pericolo di morire, così come l’opportunità dei cambiamenti e la possibilità di fare atti di esistenza, si presenta soltanto nello spazio-tempo dell’istante attuale..." T
In ogni istante che trascorre, si rende costante il pericolo di morire.
"..A questo proposito, non dimentico il mio stupore quando, immediatamente dopo la morte reale, nel comparire in giudizio,32 contemplai la fila interminabile dei miei corpi, dei miei atti di esistenza nei loro rispettivi spazi-tempi. Erano come fotogrammi di un film al rallentatore, ma, questo sì, realissimi. È grandiosa la quinta dimensione!..." T
Cosa accade nel Giudizio Particolare? La Luce di Dio ci prende e noi rivediamo nel più piccolo dettaglio - alla sua Luce, come la vede Lui, è la presa di coscienza soprannaturale della nostra vita. Io adesso non ricordo quasi nulla del mio passato da bambino (esempio) ma nel Giudizio Particolare vedrò tutto in modo istantaneo.
"..Ovviamente, il giudizio particolare è rapidissimo in confronto del tempo dell’orologio, per il fatto che avviene, minuziosamente e rigorosamente, in paratempi molto lenti..." T
Dura un secondo in relazione al tempo normale, ma in che para - tempi avviene? Il Giudizio si colloca in para tempi molto lenti e andremo a rivederci la nostra esistenza e cerchiamo di evitare d'ora in poi di compiere altre stupidaggini (per evitare di rivedercele dopo). Noi cerchiamo di vivere come amici del Signore, non siamo terrorizzati ma se ci facesse un'analisi agli infrarossi ci troverebbe una marea di cose che non funzionano. E speriamo di convincerci tutti quanti. L'eternità creata ce la stiamo costruendo secondo dopo secondo, con la morte siamo slegati all'istante attuale ma non è corretto dire che con la morte si passa all'eternità.
"..E non credere −aggiunse con una leggerissima punta d’ironia nel suo sorriso, leggendo il mio pensiero− che parteciperai all’eternità solo dopo la morte. No, la morte non è il salto dal tempo all’eternità. L’eternità creata, anche se non la senti, è già qui e adesso, in te e con te. Da ciò ne deriva un’ammirabile conseguenza: è meraviglioso che l’uomo, qui e nell’Aldilà, cooperi realmente col Creatore nella durata senza fine delle cose e nell’evoluzione degli esseri, la quale è moderata nel tempo terrestre, ma eccellente e grandiosa nel Cielo...." T
Dove c'è l'Essere c'è Dio. Ma la tua eternità creata (o la mia) chi la sta costruendo? Tu ed io. Il don sta facendo una catchesi e io potrei fare dell'altro e questo tempo che ho usato rimarrà nell'eternità, perchè se non faccio peccati mortali, questo rimarrà. E come rimarrà così come - con l'aiuto della Grazia, Dio ci ha creati e ci mantiene nell'essere - ma c'è anche il nostro operato. Quello che costruisco istante dopo istante, l'eternità creata mia o tua non sarà soltanto diletto per me nell'altro mondo ma anche per altri. Tutte quante le relazioni d'amore che Dio ha disposto tra me e moltissime persone, magari una l'ho vista per tre secondi, se io vado in Paradiso e mi porto dietro la mia eternità creata, sarà godimento per altri. A differenza se vado dannato. E in questo senso (buono) nell'agire su ciò che mi circonda sono cooautore con Dio. Nel grande magazzino dell'eternità creata ci staranno i miei e i tuoi. Anche se tu fossi la persona più insignificante dell'Universo. Il che aumenta notevolmente la tua umana responsabilità davanti a Dio e al prossimo. Perchè se faccio qualche guaio, non faccio danno solo a me - come dice san Giovanni Paolo II - che spiega la dimensione sociale del peccato. Se io faccio un peccato di pensiero consentito, un peccato anche solo di pensiero ferisce il corpo della Chiesa e fa male intorno a me. Comprendiamo anche la responsabilità dei nostri atti.
“Teneramata, perché l’anima non si rende indipendente dai suoi corpi anteriori al decesso?” R
“Perché sono vivi, perché non sono entrati in putrefazione e perché sono immortali”. T
Il corpo, unito alla mia anima, è pefettamente vivo (dice il don), c'è il sangue che scorre, i nervi che trasmettono e dentro il mio corpo c'è la mia anima. Quello che sto scrivendo - ciò che facciamo nel tempo rieccheggia nell'Eternità (viene detto nel Gladiatore) ..Creata. E la va a costituire istante dopo istante.
"..Insisto che il pericolo di morte si trova soltanto nell’istante attuale, che è l’unica opportunità dei cambiamenti basilari; ma una volta che è trascorso lo spazio-tempo del momento presente, il decesso è impossibile, non può più accadere nessun fenomeno naturale, sarebbe irrealizzabile la putrefazione;c’è soltanto persistenza vivente nell’eterno magazzino del tempo trascorso..." T
Quello che è successo tre secondi fa non potrà mai morire nel senso con il quale intendiamo la cosa. Non potrà mai cadere in putrefazione perchè è stato.
"..Tuttavia, l’immutabilità non è assoluta, perché nell’ambito dell’eternità creata vigono alte frequenze del tempo, differenti dal ritmo temporale della terra, come ad esempio il paratempo in cui oggi ci siamo situati. In essa avvengono moltissimi fenomeni d’ordine soprannaturale oppure di natura diversa dei cambiamenti fisici e chimici che tu conosci..." T
Noi non sappiamo capire cosa stia dicendo Tenera Amata. In questa vita terrena conosciamo solo lo scorrere del tempo istante dopo istante; ma come è chiaro già dall'inizio, esistono dei ritmi temporali diverse e molto più piccole delle quali non abbiamo la più minima conoscenza. Ma quando usciremo (in grazia) dal corpo, noi potremo rivivere i nostri istanti della vita terrena e queste misteriose frequenze dove avvengono fenomeni d'ordine soprannaturale o di natura fisica o chimica diversi da quelli che noi conosciamo.
"..Il decesso consiste nella corruzione dell’ultimo involucro corporale, il quale diventa cadavere nel sopraggiungere la decomposizione della materia organica. Ma le cellule vive dei corpi anteriori, cioè quelle dell’organismo totale, continuano ad essere rette dall’anima nei loro spazi-tempi corrispondenti; continuano e continueranno a vivere, dovuto all’eternità immanente di ogni essere”. T
Le cellule vive dei corpi anteriori continuano ad essere rette dalla mia stessa anima che ho adesso negli spazi tempi corrispondenti.
“Scusami che insista. Vedo il mio corpo di bambino, sì, ma il mio corpo di adolescente... e tutti gli altri?” R
“Non li vedi perché non stanno vivendo nell’istante attuale; vivono nella quinta dimensione, in onde temporali che non sono quelle dell’orologio e dell’almanacco, e in spazi-tempi differenti di quelli che stiamo adoperando”. T
Ci stiamo capendo qualcosa? Il mio corpo di adolescente continua a vivere in spazi tempi differenti. Loro avevano raggiunto lo spazio tempo di Ricardo bambino.
“L’anima si separa dal cadavere: perciò si dice «anima separata». Ma non si rende indipendente dalla materia viva dei suoi corpi anteriori, giacché essa perdura eternamente vivente nella grandiosa bottega del tempo passato. Nella morte, l’anima, insieme col suo organismo totale, si separa dal cadavere. Di conseguenza, non esistono anime isolate dal loro corpo totale. L’anima e l’organismo intero sono consustanziali e, perciò, inseparabili. Dal concepimento, ogni uomo rimane vivo e continua sussistendo dopo la morte, per il semplice motivo che non è morto: la corruzione è soltanto della salma. Il decesso non tocca il corpo totale anteriore al momento del trapasso”. T
I morti sono morti. Non è un'apparenza, l'anima è certamente separata dal corpo ma non si rende indipendente dalla materia viva dei suoi corpi anteriori. Il don e io non siamo morti adesso e quindi la mia anima sta qua, e siccome nulla si crea da sè stesso e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, questo tempo non può cessare di essere. Questa è logica ferrea. Dire consustanziali è la stessa cosa che dire che la l'anima è la forma sostanziale del corpo. Sembra difficile da capire, ma se uno ci pensa bene difficile da capire non è.
“E allora, che cosa sono i morti?” R
“Quelli che tu chiami «morti» continuano a vivere nell’eterna realtà oggettiva ed universale, non nella realtà del momento presente del tempo terrestre. Essi vivono senza il loro cadavere e senza transitare per lo stesso sentiero temporale dei viatori. Queste persone «morte» proseguono vive, a passo diverso, per altri sentieri delle intricate frequenze del tempo. Vivono nel luogo che meritarono secondo le loro opere terrene, ma libere ormai dal legame della coscienza con l’istante attuale”. T
“Allora, invece di vivi e morti, quello che c’è è liberi e prigionieri...” R
“Sì, qualcosa del genere. Pensa adesso che tragica confusione si fa tra il corpo integrale e il cadavere. Il processo della morte reale incomincia in un preciso momento, ma non prima...." T
“Sì, qualcosa del genere. Pensa adesso che tragica confusione si fa tra il corpo integrale e il cadavere. Il processo della morte reale incomincia in un preciso momento, ma non prima. Malgrado questa semplice constatazione, t’inganna crudelmente la testimonianza dei tuoi sensi. È un vero peccato che tu confonda il passato che non puoi guardare col presente che stai vedendo. Trasponi, senza ragione, i dati del presente al tempo passato. Giudichi, arbitrariamente, che la storia sia stata annientata, e così, logicamente, concludi che il passato meno immediato è finito (perché non lo vedi più), e quello più immediato lo confondi con l’istante attuale. In questo modo infantile confondi la massa putrefatta del cadavere con l’uomo integrale, incorruttibile ed eterno, quello che perdura vivente senza fine nella maestosa realtà oggettiva della quinta dimensione..." T
Vedi un cadavere e pensi che sia morta tutta la persona. Ma chi te l'ha detto? Come fai a fare questa trasposizione? E' tanta roba. Dovremmo rifletterci sopra e il don sta cercando di aiutare.
"..Ebbene, non ti pare che la convinzione che i defunti persistono vivi, col corpo e l’anima, ma senza il loro cadavere, già immediatamente subito dopo il decesso, abbia la forza di mitigare il dolore dei congiunti davanti al letto di morte dei loro cari? Non ti tranquillizza la certezza morale che tutto perdura, anche se non lo puoi osservare? Per questo ti dicevo che la quinta dimensione è fonte di ottimismo”. T
C'è bisogno di fare scenate alla morte di qualcuno?
“È strano che Dio manifesti il mistero dell’eternità creata a uomini di scienza laici, e non a chierici dotti della Chiesa...” R
“Non c’è niente di strano. I laici scienziati sono anch’essi parte della Chiesa. Ti ho già detto che la pedagogia della Divina Rivelazione è lenta e progressiva, d’accordo con la cultura ed il progresso cristiano −non materialista− della società. Le idee che il Signore ti regala e che nella tua mente ho chiarito, possono sembrare delle novità; ma, lo vedrai dal Cielo, come nel secolo venturo saranno prese in considerazione dal Magistero Ecclesiastico”. T
Secolo venturo cioè il nostro. Ricardo era uno scienzato e aveva anche lui la Fede. I dogmi non cambiano. Però è chiaro che l'aquisizione di cognizioni ulteriori nel settore scentifico in senso buono, consente al Magistero stesso di comprendere meglio alcune verità di fede. Non si tratta di farne altre ma alla luce di ciò che il progresso buono non quello scientista del sapere ti consente di prendere in considerazione.
“Sarà la prima cosa che vedrai nel tuo giudizio particolare. Manca poco! La vita mortale è brevissima, malgrado i mortali si afferrino disperatamente ad essa. Inoltre, il Signore ti ha permesso la bilocazione nel tuo corpo di bambino; è già molto! D’altronde, ti annienterebbe la vertigine, se dal tuo stato di viatore tu potessi contemplare la maestà dell’eterna realtà oggettiva dell’Universo...." T
Fino a quando siamo in stato d'interdizione siamo in uno stato di umiliazione, non può far nulla se non per mezzo del tutore. La nostra condizione non è differente da chi è stato interdetto, o possiamo fare molto poco. La preghiera è chiedere a Dio di fare ciò che noi non possiamo fare.
"..La imponente visione del tuo passato integro diminuirebbe la tua libertà umana nel momento attuale; ameresti l’Altissimo per interesse e per timore; si ridurrebbe il merito della Gloria futura da raggiungere. E il nostro Dio non vuole amore di Carità per forza” T
Tenera Amata chiede a Ricardo di accontentarsi di ciò che ha ricevuto. Guardate come Dio non vuole che la nostra libertà umana sia diminuita o coartata. Il più grande garante della libertà è Dio. La libertà non può essere vera se non prevedesse la possibilità di allontanarsi a Dio, Dio vuole che lo stare con Lui sia frutto una nostra libera scelta. All'inferno ci dobbiamo credere liberamente ma non abbiamo le prove. Se avessimo le prove avremmo la conoscenza ma non avremmo la Fede e - se potessimo vedere qualcosa - si diminuirebbe il nostro grado di gloria che raggiungeremo in Cielo perchè è tanto più alto il grado di gloria che avremo in Cielo quanto maggiore sarà la fede che avremo esercitato basandoci su realtà inevidenti. Anzi, se uno si mettesse a riflettere noterebbe che i nostri sensi ci dicono l'opposto alle verità di fede. I gradi di gloria in Paradiso aumentano o diminuiscono a seconda dei meriti.
Prossima volta vedremo cosa ha visto tenera amata vedendo il suo funerale (pagina 66, capitolo 22)
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