Don Silvestro spiega i novissimi (Morte, Giudizio, Paradiso, Inferno). Nello specifico, in questo incontro tratta: Come dobbiamo ricordare i novissimi
Nel primo incontro abbiamo visto la grande disgrazia di aver dimenticato i novissimi, nel secondo incontro abbiamo visto l'importanza del ricordo dei novissimi, quanto è importante ricordarci di loro. Ma come dobbiamo ricordarli?
5 condizioni affinché il ricordo dei novissimi produca frutti di vita eterna: non ci si deve fermare soltanto su uno di essi, ma il ricordo dei Novissimi li abbracci tutti insieme. Non posso meditare solo sulla morte, ma anche sul Giudizio, Paradiso, Inferno ecc... perché il solo pensiero della morte può essere un'incentivo al male. Vediamo il libro della Sapienza ( Sapienza 2, versetto 3)
1 Dicono fra loro sragionando: «La nostra vita è breve e triste; non c'è rimedio, quando l'uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi. 2 Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati. È un fumo il soffio delle nostre narici, il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore. 3 Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere e lo spirito si dissiperà come aria leggera. 4 Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo e nessuno si ricorderà delle nostre opere. La nostra vita passerà come le tracce di una nube, si disperderà come nebbia scacciata dai raggi del sole e disciolta dal calore.
6 Su, godiamoci i beni presenti, facciamo uso delle creature con ardore giovanile!
Preso singolarmente, un'aspetto dei Novissimi non produce frutti di vita eterna, si trema perché si deve morire ma non ci si cura per non dover tremare nell'ora della nostra morte. Perché il pensiero della morte riesca proficuo, ricordiamoci che è un'opportunità unica e che ad essa seguirà un'immediato giudizio così come è scritto nella lettera agli Ebrei. Il pensiero della morte deve abbracciare tutti i novissimi affinché questo ricordo sia proficuo.
2° modalità: ricordarsi che sono eventi che non toccano solo agli altri ma toccano anche la nostra persona. Perciò nel Siracide si legge: ricordati che la sua sorte sarà pure la tua. Ieri a me, domani a te. E la conseguenza non può essere che questa: (Siracide 28,6)
("..6 Ricòrdati della tua fine e smetti di odiare, ricòrdati della corruzione e della morte e resta fedele ai comandamenti….")
I novissimi mi riguardano.
3° Modalità: conviene che il ricordo sia non solo speculativa ma pratica. In ogni tua azione ricordati dei novissimi. Vedete il risvolto pratico dei novissimi che non è solo speculativo? Se prima di ogni azione considerassimo i Novissimi, non solo eviteremmo il peccato ma troveremmo in quella considerazione la forza di praticare le eroiche virtù. Il ricordo dei novissimi deve portare dei risvolti pratici: l'esercizio delle virtù. Il cristiano trova nella meditazione dei Novissimi un giovamento. Il ricordo della morte distrugge l'ambizione e la superbia e così dà alla Prudenza e Sapienza. Dice il salmo 90 al versetto: insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore. Dice san Basilio: osservate i peccati dei fanciulli e vergognatevi, osservate i peccati degli adulti e rammaricatevi. Osservate la vostra empia vita, ed espiate perché tempo non ne avrete, osservate le tombe dei morti e chiedetevi: cosa farebbero loro se avessero ancora del tempo? E che cosa invece chi è vivo come me? E che faccio io? In questo giorno penserai al passaggio della morte perché questa è una delle considerazioni più vantaggiosi per acquistare la Sapienza e fuggire al peccato e prepararsi alla resa dei conti (San…). Una giovane ebrea olandese morta in un campo di concentramento ha scritto nel suo diario: sembra quasi un paradosso: se si esclude la morte non si ha mai una vita completa e se la si accetta nella propria vita si amplia e si arricchisce quest'ultima. Vedete i risvolti positivi e pratici del pensiero della morte? La meditazione sul giudizio particolare quali effetti pratici comporta? Meditando sul fatto che il Giudice darà il suo giudizio sulla nostra vita, questo pensiero ci porta ad usare giustizia e bontà al prossimo. Pensando adesso al giudizio particolare mi rivestirò del Timor di Dio e l'odio del peccato. Il ricordo dell'Inferno anche questo reprime l'appetito dei piaceri illeciti e rinnova la temperanza. San Pietro d'alcantara invita a meditare sull'inferno e sulle pene. La piccola Giacinta di Fatima prima di morire fece alla cugina Lucia questa richiesta: io vado in Cielo, e se la Madonna ti lascia dì a tutti com'è l'inferno, perché non facciano più peccati e non vadano più laggiù. Lucia, rivolgendosi al Reverendo mette in rilievo le due cause principali le che hanno portato i due veggenti di Fatima agli altari: L'afflizione della Madonna e la visione dell'Inferno. Anche il pensiero dell'Inferno ha dei risvolti positivi. La memoria del Paradiso diminuisce il timore dei patimenti di questa vita e rinsalda la fortezza. Così san Francesco poteva dire: tanto il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto. Un giorno la Vergine Santissima disse a Suor Josepha Mendeze: tutto passa figlia mia, e la beatitudine (celeste) non ha fine. Soffri ed ama. Mio Figlio tra poco coronerà le tue fatiche. L'inverno della vita è breve e la primavera sarà eterna. Santa Madre Teresa di Calcutta diceva: gli esseri umani possono scegliere, è l'unica cosa che Dio non ci toglie: la volontà e la forza di volere. Io voglio andare in Paradiso e con la grazia di Dio ci riuscirò ad andare. -- Non siamo fatti per le cose temporali ma per le cose eterne. Vedete come la memoria dei Novissimi porta con sé l'accrescimento delle virtù.
4° modalità nel ricordare i Novissimi: sarebbe un'errore credere che il pensiero dei Novissimi porti con sé la tristezza. Se lo Spirito Santo ci assicura che il ricordo dei novissimi basta a tenerci pura la coscienza e in eterno non peccheremo. Ricordati della tua fine. Non abbandonarti alla tristezza ma cacciala da te, ricordandoti dei novissimi. La più grande tristezza è vivere una vita senza senso, senza significato. Il pensiero dei novissimi carica la vita di un grande significato e di una grande importanza e la riempie di significato e fa sì che la vita sia gioiosa. Il don conosce e sa dove è diretto: all'eternità e questo pensiero gli riempie il cuore di gioia.
5° modalità: il pensiero dei novissimi non può e non deve esulare dalla realtà di questo tempo e di questa vita, anzi necessariamente deve condurre alla consapevolezza di questa vita.
43. L'aiuto che la Chiesa intende dare all'attività umana per mezzo dei cristiani. Il Concilio esorta i cristiani, cittadini dell'una e dell'altra città, di sforzarsi di compiere fedelmente i propri doveri terreni, facendosi guidare dallo spirito del Vangelo.
Sbagliano coloro che, sapendo che qui noi non abbiamo una cittadinanza stabile ma che cerchiamo quella futura (93), pensano che per questo possono trascurare i propri doveri terreni, e non riflettono che invece proprio la fede li obbliga ancora di più a compierli, secondo la vocazione di ciascuno (94). (gaudium et spes)
Non si crei perciò un'opposizione artificiale tra le attività professionali e sociali da una parte, e la vita religiosa dall'altra. Il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna.
Sant'Alfonso arriva a far voto di non voler perdere mai tempo. La meditazione sui novissimi porta alla consapevolezza che la vita è preziosa ed unica, che porta a decidersi per Dio. Non c'è nessuna reincarnazione, abbiamo ascoltato la Lettera agli Ebrei: è stabilito che le persone muoiano una sola volta dopo c'è il Giudizio. Una volta sola ho la sorte di farmi santo e se la perdo la perdo per sempre. La vita è troppo bene, bisogna fare il bene prima che la morte ci sorprenda (san Giovanni Bosco). Le persone come pellegrini stanno compiendo il loro viaggio verso l'eternità, la vita serve per diventare cittadini del Cielo. Chiave di lettura che mette in rilievo il valore della propria esistenza, dando alla vita la sua dignità in quanto viene da Dio e va verso Dio. Dando anche la propria responsabilità individuale, dando alla vita la propria immensità perché è diretta verso l'Eternità. San Francesco di Sales: questa vita è breve ma di grande valore, perché per mezzo di questa possiamo acquistare l'eterno. Beati coloro che la sanno impegnare. In ciascuno dei nostri momenti è racchiuso il seme di tutta l'eternità, con un'attimo la persona può conquistare l'eternità. Un'istante di dolore in più può valere un'immensa gioia eterna. La vita è un passaggio dal tempo all'eternità, l'uomo non viene dal caos per andare verso il nulla ma viene da Dio per andare verso Dio. Seneca - filosofo pagano - dice che l'uomo, di tanto in tanto sperimenta il suo essere eterno. L'aldilà emerge sempre come domanda. Venendo al mondo si è abituati a vedere persone che muoiono (nonni, zii, amici, ecc...) e Manuel (un filosofo francese) affermava che i ragazzi verso i 6/8 anni iniziavano a farsi domande metafisiche: chi è l'uomo? Da dove viene? Dov'è il senso della vita? La nostra società moderna, basata sul consumismo, vuol farci credere con (nome filosofo) che l'uomo è ciò che mangia. Riducendo l'uomo al consumatore. Ma l'uomo ha una vita spirituale e mistica che è superiore al corpo. Oggi siamo 7 miliardi, ma fra 123 anni saranno tutti morti. Può essere credibile che la nostra sorte eterna sia quella dei pidocchi o delle galline? Dio vuole che lo godiamo per sempre. L'uomo non può identificarsi con il suo corpo, l'uomo ha una vita spirituale e mistica che non può essere ridotta al proprio corpo. Non si può essere discepoli del Signore se non si sa dare alla vita umana quel peso che merita, di mezzo per conquistare la vita vera e non di fine. Per questo Gesù dice che chi vorrà salvare la propria vita la perderà ma chi la perderà per causa Mia la troverà. Gesù, nell'Evangelo che mi è stato rivelato, dice che spiace di morire solo ai ricchi e ai giovani che sono ricchi o di soldi o di anni da vivere. Ma chi è ricco di virtù e giovane in quanto purezza dei costumi non duole il dover morire, il vero sapiente, dall'uso della ragione in poi, si regola in modo da dover rendersi placido il morire. La vita e la preparazione alla morte, il vero sapiente da quando comprendere la verità sulle ultime cose, studia il modo di spogliarsi di tutto quanto è inutile e di arricchirsi di tutto ciò che è utile: le virtù e gli atti buoni per avere un corredo per presentarsi davanti a Colui che Giudicherà. -- Noi barattiamo i beni eterni per un cibo grossolano che fa anche male alla salute eterna -- il succo del discorso del don che legge un brano di Valtorta.
Riflessione di San Massimiliano Kolbe: a colui che ha il cuore infangato dal peccato e ha paura dell'eternità, e quindi fugge dal pensarci. IL santo consiglia: il non pensarci non elimina la realtà e quindi è necessario pensarci.
Parabola del re e del buffone di corte: Un re aveva un buffone di corte che gli riempiva le sue giornate di battute e scherzi, un giorno il re affidò al buffone il suo scettro dicendo: tienilo tu, fino a quando non troverai qualcuno più stupido di te, allora potrai regalarlo a lui. Qualche anno dopo il re si ammalò gravemente e sentendo avvicinarsi la morte, chiamò il buffone a cui in fondo si era affezionato e gli disse: parto per un lungo viaggio; e il buffone gli rispose: quando tornerai? Fra un mese? E il re rispose: no, non tornerò mai più. E il buffone gli rispose: e quali preparativi hai fatto per questa spedizione? Il re rispose: nessuno, fu la triste risposta. Tu parti per sempre e non ti sei preparato per niente? (rispose il buffone). No, non mi sono preparato per niente. Tieni (rispose il buffone) lo scettro, ho trovato uno più stupido di me. Luca 12,20
Sono tanti quelli che non si preparano alla grande partenza, per questi - quel momento - si riveste di una penosa angoscia. Negli ultimi mesi di vita di Don Bosco, egli camminava a fatica e chi lo vedeva così gli chiedeva: dove va don Bosco? La risposta era sempre la stessa: in Paradiso. Prepararsi significa questo: orientare i passi della propria vita verso il Paradiso.
MEDITAZIONE DI DON SILVESTRO ZAMMARELLI
Nel primo incontro abbiamo visto la grande disgrazia di aver dimenticato i novissimi, nel secondo incontro abbiamo visto l'importanza del ricordo dei novissimi, quanto è importante ricordarci di loro. Ma come dobbiamo ricordarli?
5 condizioni affinché il ricordo dei novissimi produca frutti di vita eterna: non ci si deve fermare soltanto su uno di essi, ma il ricordo dei Novissimi li abbracci tutti insieme. Non posso meditare solo sulla morte, ma anche sul Giudizio, Paradiso, Inferno ecc... perché il solo pensiero della morte può essere un'incentivo al male. Vediamo il libro della Sapienza ( Sapienza 2, versetto 3)
1 Dicono fra loro sragionando: «La nostra vita è breve e triste; non c'è rimedio, quando l'uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi. 2 Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati. È un fumo il soffio delle nostre narici, il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore. 3 Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere e lo spirito si dissiperà come aria leggera. 4 Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo e nessuno si ricorderà delle nostre opere. La nostra vita passerà come le tracce di una nube, si disperderà come nebbia scacciata dai raggi del sole e disciolta dal calore.
6 Su, godiamoci i beni presenti, facciamo uso delle creature con ardore giovanile!
Preso singolarmente, un'aspetto dei Novissimi non produce frutti di vita eterna, si trema perché si deve morire ma non ci si cura per non dover tremare nell'ora della nostra morte. Perché il pensiero della morte riesca proficuo, ricordiamoci che è un'opportunità unica e che ad essa seguirà un'immediato giudizio così come è scritto nella lettera agli Ebrei. Il pensiero della morte deve abbracciare tutti i novissimi affinché questo ricordo sia proficuo.
2° modalità: ricordarsi che sono eventi che non toccano solo agli altri ma toccano anche la nostra persona. Perciò nel Siracide si legge: ricordati che la sua sorte sarà pure la tua. Ieri a me, domani a te. E la conseguenza non può essere che questa: (Siracide 28,6)
("..6 Ricòrdati della tua fine e smetti di odiare, ricòrdati della corruzione e della morte e resta fedele ai comandamenti….")
I novissimi mi riguardano.
3° Modalità: conviene che il ricordo sia non solo speculativa ma pratica. In ogni tua azione ricordati dei novissimi. Vedete il risvolto pratico dei novissimi che non è solo speculativo? Se prima di ogni azione considerassimo i Novissimi, non solo eviteremmo il peccato ma troveremmo in quella considerazione la forza di praticare le eroiche virtù. Il ricordo dei novissimi deve portare dei risvolti pratici: l'esercizio delle virtù. Il cristiano trova nella meditazione dei Novissimi un giovamento. Il ricordo della morte distrugge l'ambizione e la superbia e così dà alla Prudenza e Sapienza. Dice il salmo 90 al versetto: insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore. Dice san Basilio: osservate i peccati dei fanciulli e vergognatevi, osservate i peccati degli adulti e rammaricatevi. Osservate la vostra empia vita, ed espiate perché tempo non ne avrete, osservate le tombe dei morti e chiedetevi: cosa farebbero loro se avessero ancora del tempo? E che cosa invece chi è vivo come me? E che faccio io? In questo giorno penserai al passaggio della morte perché questa è una delle considerazioni più vantaggiosi per acquistare la Sapienza e fuggire al peccato e prepararsi alla resa dei conti (San…). Una giovane ebrea olandese morta in un campo di concentramento ha scritto nel suo diario: sembra quasi un paradosso: se si esclude la morte non si ha mai una vita completa e se la si accetta nella propria vita si amplia e si arricchisce quest'ultima. Vedete i risvolti positivi e pratici del pensiero della morte? La meditazione sul giudizio particolare quali effetti pratici comporta? Meditando sul fatto che il Giudice darà il suo giudizio sulla nostra vita, questo pensiero ci porta ad usare giustizia e bontà al prossimo. Pensando adesso al giudizio particolare mi rivestirò del Timor di Dio e l'odio del peccato. Il ricordo dell'Inferno anche questo reprime l'appetito dei piaceri illeciti e rinnova la temperanza. San Pietro d'alcantara invita a meditare sull'inferno e sulle pene. La piccola Giacinta di Fatima prima di morire fece alla cugina Lucia questa richiesta: io vado in Cielo, e se la Madonna ti lascia dì a tutti com'è l'inferno, perché non facciano più peccati e non vadano più laggiù. Lucia, rivolgendosi al Reverendo mette in rilievo le due cause principali le che hanno portato i due veggenti di Fatima agli altari: L'afflizione della Madonna e la visione dell'Inferno. Anche il pensiero dell'Inferno ha dei risvolti positivi. La memoria del Paradiso diminuisce il timore dei patimenti di questa vita e rinsalda la fortezza. Così san Francesco poteva dire: tanto il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto. Un giorno la Vergine Santissima disse a Suor Josepha Mendeze: tutto passa figlia mia, e la beatitudine (celeste) non ha fine. Soffri ed ama. Mio Figlio tra poco coronerà le tue fatiche. L'inverno della vita è breve e la primavera sarà eterna. Santa Madre Teresa di Calcutta diceva: gli esseri umani possono scegliere, è l'unica cosa che Dio non ci toglie: la volontà e la forza di volere. Io voglio andare in Paradiso e con la grazia di Dio ci riuscirò ad andare. -- Non siamo fatti per le cose temporali ma per le cose eterne. Vedete come la memoria dei Novissimi porta con sé l'accrescimento delle virtù.
4° modalità nel ricordare i Novissimi: sarebbe un'errore credere che il pensiero dei Novissimi porti con sé la tristezza. Se lo Spirito Santo ci assicura che il ricordo dei novissimi basta a tenerci pura la coscienza e in eterno non peccheremo. Ricordati della tua fine. Non abbandonarti alla tristezza ma cacciala da te, ricordandoti dei novissimi. La più grande tristezza è vivere una vita senza senso, senza significato. Il pensiero dei novissimi carica la vita di un grande significato e di una grande importanza e la riempie di significato e fa sì che la vita sia gioiosa. Il don conosce e sa dove è diretto: all'eternità e questo pensiero gli riempie il cuore di gioia.
5° modalità: il pensiero dei novissimi non può e non deve esulare dalla realtà di questo tempo e di questa vita, anzi necessariamente deve condurre alla consapevolezza di questa vita.
43. L'aiuto che la Chiesa intende dare all'attività umana per mezzo dei cristiani. Il Concilio esorta i cristiani, cittadini dell'una e dell'altra città, di sforzarsi di compiere fedelmente i propri doveri terreni, facendosi guidare dallo spirito del Vangelo.
Sbagliano coloro che, sapendo che qui noi non abbiamo una cittadinanza stabile ma che cerchiamo quella futura (93), pensano che per questo possono trascurare i propri doveri terreni, e non riflettono che invece proprio la fede li obbliga ancora di più a compierli, secondo la vocazione di ciascuno (94). (gaudium et spes)
Non si crei perciò un'opposizione artificiale tra le attività professionali e sociali da una parte, e la vita religiosa dall'altra. Il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna.
Sant'Alfonso arriva a far voto di non voler perdere mai tempo. La meditazione sui novissimi porta alla consapevolezza che la vita è preziosa ed unica, che porta a decidersi per Dio. Non c'è nessuna reincarnazione, abbiamo ascoltato la Lettera agli Ebrei: è stabilito che le persone muoiano una sola volta dopo c'è il Giudizio. Una volta sola ho la sorte di farmi santo e se la perdo la perdo per sempre. La vita è troppo bene, bisogna fare il bene prima che la morte ci sorprenda (san Giovanni Bosco). Le persone come pellegrini stanno compiendo il loro viaggio verso l'eternità, la vita serve per diventare cittadini del Cielo. Chiave di lettura che mette in rilievo il valore della propria esistenza, dando alla vita la sua dignità in quanto viene da Dio e va verso Dio. Dando anche la propria responsabilità individuale, dando alla vita la propria immensità perché è diretta verso l'Eternità. San Francesco di Sales: questa vita è breve ma di grande valore, perché per mezzo di questa possiamo acquistare l'eterno. Beati coloro che la sanno impegnare. In ciascuno dei nostri momenti è racchiuso il seme di tutta l'eternità, con un'attimo la persona può conquistare l'eternità. Un'istante di dolore in più può valere un'immensa gioia eterna. La vita è un passaggio dal tempo all'eternità, l'uomo non viene dal caos per andare verso il nulla ma viene da Dio per andare verso Dio. Seneca - filosofo pagano - dice che l'uomo, di tanto in tanto sperimenta il suo essere eterno. L'aldilà emerge sempre come domanda. Venendo al mondo si è abituati a vedere persone che muoiono (nonni, zii, amici, ecc...) e Manuel (un filosofo francese) affermava che i ragazzi verso i 6/8 anni iniziavano a farsi domande metafisiche: chi è l'uomo? Da dove viene? Dov'è il senso della vita? La nostra società moderna, basata sul consumismo, vuol farci credere con (nome filosofo) che l'uomo è ciò che mangia. Riducendo l'uomo al consumatore. Ma l'uomo ha una vita spirituale e mistica che è superiore al corpo. Oggi siamo 7 miliardi, ma fra 123 anni saranno tutti morti. Può essere credibile che la nostra sorte eterna sia quella dei pidocchi o delle galline? Dio vuole che lo godiamo per sempre. L'uomo non può identificarsi con il suo corpo, l'uomo ha una vita spirituale e mistica che non può essere ridotta al proprio corpo. Non si può essere discepoli del Signore se non si sa dare alla vita umana quel peso che merita, di mezzo per conquistare la vita vera e non di fine. Per questo Gesù dice che chi vorrà salvare la propria vita la perderà ma chi la perderà per causa Mia la troverà. Gesù, nell'Evangelo che mi è stato rivelato, dice che spiace di morire solo ai ricchi e ai giovani che sono ricchi o di soldi o di anni da vivere. Ma chi è ricco di virtù e giovane in quanto purezza dei costumi non duole il dover morire, il vero sapiente, dall'uso della ragione in poi, si regola in modo da dover rendersi placido il morire. La vita e la preparazione alla morte, il vero sapiente da quando comprendere la verità sulle ultime cose, studia il modo di spogliarsi di tutto quanto è inutile e di arricchirsi di tutto ciò che è utile: le virtù e gli atti buoni per avere un corredo per presentarsi davanti a Colui che Giudicherà. -- Noi barattiamo i beni eterni per un cibo grossolano che fa anche male alla salute eterna -- il succo del discorso del don che legge un brano di Valtorta.
Riflessione di San Massimiliano Kolbe: a colui che ha il cuore infangato dal peccato e ha paura dell'eternità, e quindi fugge dal pensarci. IL santo consiglia: il non pensarci non elimina la realtà e quindi è necessario pensarci.
Parabola del re e del buffone di corte: Un re aveva un buffone di corte che gli riempiva le sue giornate di battute e scherzi, un giorno il re affidò al buffone il suo scettro dicendo: tienilo tu, fino a quando non troverai qualcuno più stupido di te, allora potrai regalarlo a lui. Qualche anno dopo il re si ammalò gravemente e sentendo avvicinarsi la morte, chiamò il buffone a cui in fondo si era affezionato e gli disse: parto per un lungo viaggio; e il buffone gli rispose: quando tornerai? Fra un mese? E il re rispose: no, non tornerò mai più. E il buffone gli rispose: e quali preparativi hai fatto per questa spedizione? Il re rispose: nessuno, fu la triste risposta. Tu parti per sempre e non ti sei preparato per niente? (rispose il buffone). No, non mi sono preparato per niente. Tieni (rispose il buffone) lo scettro, ho trovato uno più stupido di me. Luca 12,20
Sono tanti quelli che non si preparano alla grande partenza, per questi - quel momento - si riveste di una penosa angoscia. Negli ultimi mesi di vita di Don Bosco, egli camminava a fatica e chi lo vedeva così gli chiedeva: dove va don Bosco? La risposta era sempre la stessa: in Paradiso. Prepararsi significa questo: orientare i passi della propria vita verso il Paradiso.
MEDITAZIONE DI DON SILVESTRO ZAMMARELLI
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