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La serietà del Giudizio I parte

Don Silvestro spiega i novissimi ( Morte, Giudizio, Paradiso, Inferno). Nello specifico in questo incontro tratta sulla serietà del Giudizio e mette in guardia su una confidenza sbagliata nella misericordia divina

La volta scorsa abbiamo visto la modalità del Giudizio. Il don vuole farci comprendere la serietà del Giustizio, la misericordia di Dio da intendersi non come una grazia da buon mercato. Il Giudizio non sarà un gioco dove Dio chiuderà un'occhio e farà finta di non aver visto, la sua misericordia non stenderà un velo pietoso sulle nostre colpe. Sant'Agostino definiva il Giorno del Giudizio, il giorno in cui Dio non tacerà. Quante volte nelle esperienze della nostra vita, abbiamo sperimentato che di fronte al peccato e alle giustizie c'è stato questo silenzio di Dio. Nel giorno del Giudizio, sarà il giorno in cui Dio non tacerà. San Giovanni Paolo II dice che in nessun passo evangelico, la misericordia e il perdono, come sua fonte, significano indulgenza verso il male, lo scandalo o l'oltraggio arrecato. La riparazione del male e dello scandalo, la soddisfazione dell'oltraggio sono condizioni del perdono. La misericordia di Dio non è automatica, non è un qualcosa che ci è dovuto ma va richiesto da noi, sia attraverso la nostra preghiera e la nostra vita, scelte, atti, penitenze ecc... Santa Caterina da Genova, riflettendo su queste cose, nel suo trattato sul Purgatorio ebbe da scrivere: mentre vedo alla luce di Dio ciò che sto raccontando, mi viene voglia di gridare forte da spaventare tutti: Oh, miseri, che vi lasciate accecare da non dare soddisfazione a Dio per il peccato commesso (soddisfazione cioè riparazione). Quando vi imbattere in Esso tutti vi nascondete sotto la misericordia di Dio che sapete essere grandi ma non sapete che l'immensa bontà di Dio vi giudicherà per aver agito contro la sua Volontà. La giustizia non può venir meno e deve compiersi in qualche modo. Non essere troppo sicuro e credere che ti confessai, prenderai l'indulgenza plenaria e a quel punto sarò purgato da tutti i miei peccati. Queste condizioni per ottenere l'indulgenza plenaria sono difficili da ottenere. Sbagliato dire: pecco e poi mi confesserò e le conseguenze del mio peccato saranno annullate. Non è così. Osserva Sant'Alfonso che molti peccatori si giustificano affermando: Dio è misericordioso e mi perdonerà e così il demonio inganna molti peccatori e così molti si dannano. Ne manda più all'inferno la considerazione della misericordia di Dio che la Giustizia. Perché questi miserabili confidando temerariamente nella misericordia divina, non lasciano di peccare e così si perdono. Il Signore ha rivelato a Santa Brigida nulla che odia di più che il saper di aver peccato e di non curarsene. Perciò mi rifiuterò di sollevare dal peccato chi rifiuta di chiedermi perdono. Dio è Misericordioso ma è anche Giusto.

A chi Dio usa misericordia? A chi lo teme. E non a chi non lo teme confidando nella sua misericordia.

"...di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono..." (Magnificat).

Salmo 103 (102)

11 Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; 12 quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe. 13 Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,

Ottiene la misericordia di Dio chi lo teme non chi non lo teme. Ma con chi lo disprezza ed abusa della sua Misericordia per più disprezzarlo, Egli usa la Giustizia. Dio perdona il peccato ma non può perdonare la volontà di peccare. Guai a coloro che dicono: Dio è misericordioso e mi perdonerà e quindi posso peccare. Chi pecca con il pensiero di pentirsene, dopo aver peccato è uno schernitore di Dio. Dio non si fa burlare. Non vi fate illusioni - dice san Paolo - non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Non ci si può burlarsi di Dio e poi pretendere il Paradiso magari appellandosi al fatto che Egli è Misericordioso. Osserva san Giovanni Climaco: l'intenzione del diavolo è sottrarci il pianto e il timore del peccato in considerazione della benignità di Dio. Quando questa misericordia ci priva del timore di Dio, ci priva del timore del peccato non viene da Dio ma dal diavolo. Non merita misericordia chi usa la misericordia per offenderlo. Chi offende la giustizia può ricorrere alla misericordia, ma chi offende la stessa misericordia a chi ricorrerà?

PROVERBI - 8

1La sapienza forse non chiama e l’intelligenza non fa udire la sua voce? 2In cima alle alture, lungo la via, nei crocicchi delle strade si apposta, 3presso le porte, all’ingresso della città, sulle soglie degli usci essa grida:

13Temere il Signore è odiare il male:


Se coloro ottengono la misericordia di Dio sono quelli che temono Dio, e coloro che temono Dio odiano il male, questo vuol dire che chi pecca con la speranza di essere perdonato appellandosi alla misericordia di Dio non sta facendo un buon servizio alla misericordia di Dio. Temere il Signore è odiare il male. Su quale sia il male da odiare la sapienza dichiara:

io detesto la superbia e l’arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa.

Ciò che si odia non si cerca in nessun modo. Io non posso dire che Dio mi ama ed è misericordioso verso me quindi posso peccare. Molti ragionano così. Sarebbe un po' come dire: posso continuare a schiaffeggiare il mio amico perché avendolo fatto una volta egli mi ha perdonato. Chi non condannerebbe un'atteggiamento simile? Quando invece un ragionamento riguarda Dio sembra sia logico. Come può sapere di essere amati e muoversi per offendere Dio? Il peccato è amore di sé e disprezzo di Dio. Com'è possibile che la considerazione del perdono di Dio mi dovrebbe spingere ad amarlo, mi spinge ad odiarlo? Il Concilio di Trento, al 12° canone sulla giustificazione afferma: se qualcuno afferma che la fede che giustifica non è altro che la fiducia della misericordia divina che rimette i peccati a motivo del Cristo e che questa fiducia solo giustifica sia anatema. Cioè, se qualcuno crede che la confidenza che ha nella misericordia di Dio gli renda lecito il peccato sia anatema. Il peccato ha le sue conseguenze e non ci è lecito peccare confidando nella misericordia di Dio. Poco prima dell'inizio del Conclave del 2005, il futuro Papa Benedetto 16°, disse in un'omelia: la misericordia di Cristo non è una grazia a buon mercato, non suppone la banalizzazione del male. Ecco che quando accade quando ci si appella alla misericordia per peccare: il male viene banalizzato. San Paolo afferma: ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza, della sua pazienza senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione. Ma tu, con la tua durezza, accumuli collera su di te nel giorno del giudizio. Romani 2 4-5. Dio è infinitamente buono ma vuole il pentimento per perdonare, vuole che l'uomo si umili per elevarlo. Senza pentimento non c'è salvezza. Non inganniamo noi stessi e gli altri. Dio perdona ma a condizione che gli si chieda perdono. Non vi è pentimento fino a quando perdura l'appetito per l'oggetto per cui peccammo. Pensare di poter peccare perché Dio mi perdonerà, perché Dio mi ha donato il rimedio per il peccato, questo nella maniera più assoluta non deve accadere. Quando il demonio ti promette la divina misericordia perché pecchi, guai a chi spera di peccare. Quanti si sono persi (diceva sant'Agostino).

Catechesi di Don Silvestro

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