Don Silvestro spiega i novissimi ( Morte, Giudizio, inferno, Paradiso). Nello specifico in questo incontro tratta come il raggiungimento del "Dio è misericordia e mi perdonerà quindi posso peccare" denota mancanza di fede sia nella misericordia di Dio come in Dio stesso.
La volta scorsa abbiamo aperto la parentesi sulla Misericordia di Dio, per mettere in rilievo la serietà del Giudizio. Ed abbiamo soffermato la nostra attenzione su un pensiero comune: Dio è misericordioso e mi perdonerà. E questo pensiero tante volte porta al peccato. Abbiamo visto l'errore di questo ragionamento. Questo ragionamento mette in rilievo una mancanza di fede nella misericordia di Dio, perché chi lavora alle dipendenze di un'uomo avaro non è spronato a compiere grandi cose perché conosce l'avarizia del suo padrone. Ma chi ha per padrone la misericordia stessa chi sarà giustificato nel suo ozio? Questo ragionamento denota mancanza di fede in Dio. Che immagine ci siamo fatti di Dio? Possibile che non abbiamo capito che i suoi comandamenti sono un'esternazione della sua Bontà in quanto ci indicano la via per la nostra felicità? Possibile che non abbiamo capito che Dio ci ama per davvero e in ogni pronunciamento delle sue labbra è racchiuso un suo Ti amo e voglio il tuo bene? La felicità non può essere il peccato perché esso non è la via indicata da Colui che ci ama e vuole il nostro bene - ma la via del peccato è indicata da colui che ci odia e vuole il nostro male. Perché l'uomo vuole ricorrere alla misericordia di Dio come espediente per salvare capra e cavolo? Cioè dice: posso peccare perché Dio è pronto a perdonarmi? Quasi come se il peccato fosse un qualcosa di buono per me. Come se il peccato fosse un'esperienza che io debba fare. Ma questi atteggiamenti/ragionamenti mostrano solo quando poco di fidiamo di Dio. E quanto poco crediamo nel suo amore per noi che ci vuole felici.
Può sembrare che Dio debba necessariamente punire il peccato e che il peccato sia grave nelle sue conseguenze solo perché Dio lo punisce. Ma in realtà non è così. E' il peccato stesso che punisce colui che lo commette, è il Signore stesso che ebbe da dire al profeta Geremia in riferimento a Gerusalemme che si era allontana dal suo Dio: la tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Di fronte al crollo di Israele di fronte ai Babilonesi, Dio stesso dice al suo popolo tramite il suo profeta: la tua condotta e le tue azioni hanno causato contro di te tali cose. Beato la persona che ascolta il Signore. Chi trova Dio trova la vita e chi pecca contro Dio danneggia sé stesso. Quanti odiano Dio ama la morte. Sono i peccati che puniscono i peccatori.
Salmo 7
(12 Dio è giudice giusto,
Dio si sdegna ogni giorno.
13 Non torna forse ad affilare la spada,
a tendere, a puntare il suo arco?
14 Si prepara strumenti di morte,
arroventa le sue frecce.
15 Ecco, il malvagio concepisce ingiustizia,
è gravido di cattiveria, partorisce menzogna. .. versetti prima a quelli citati dal don)
16 Egli scava un pozzo profondo e cade nella fossa che ha fatto;
(17 la sua cattiveria ricade sul suo capo,
la sua violenza gli piomba sulla testa…)
In riferimento agli empi, scavano un pozzo profondo e cadono nella fossa che loro stessi hanno fatto.
SALMO 9
16 Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato,
nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede.
17 Il Signore si è fatto conoscere, ha reso giustizia;
il malvagio è caduto nella rete, opera delle sue mani.
Anche nel libro dei Proverbi, al capito 5 si legge…
22L’empio è preda delle sue iniquità,
è tenuto stretto dalle funi del suo peccato.
23Egli morirà per mancanza d’istruzione,
si perderà per la sua grande stoltezza.
Nel racconto della Genesi, possiamo notare come i doni soprannaturali ed extranaturali dati ai nostri progenitori non furono tolti da Dio ma furono distrutti dal peccato; facendo bene attenzione al racconto della caduta, si nota come i nostri progenitori, prima di essere chiamati da Dio a rendere conto della ragione della loro disobbedienza si accorsero di essere nudi. Quando Dio li chiamò si accorsero di aver distrutto la loro veste nuziale a causa del loro peccato. Questa storia si ripete in ogni anima ogni volta che pecca mortalmente. E' il peccato che opera la nostra rovina, e solo il peccato deliberatamente voluto e consumato che opera la nostra rovina. E di qua l'invito di Dio a convertirsi ed ad allontanarsi dal peccato (nostra rovina). Ecco una serie di domande che Dio pone ai suoi figli ribelli?
ISAIA - 50
1Dice il Signore: «Dov’è il documento di ripudio di vostra madre, con cui l’ho scacciata? Oppure a quale dei miei creditori io vi ho venduti? Ecco, per le vostre iniquità siete stati venduti, per le vostre colpe è stata scacciata vostra madre. 2Per quale motivo non c’è nessuno, ora che sono venuto? Perché, ora che chiamo, nessuno risponde? È forse la mia mano troppo corta per riscattare oppure io non ho la forza per liberare? Ecco, con una minaccia prosciugo il mare, faccio dei fiumi un deserto. I loro pesci, per mancanza d’acqua, restano all’asciutto, muoiono di sete.
Vedete l'appello di Dio? Sembra voler dire non sono stato io la causa della vostra rovina ma sono state le vostre iniquità. Dio è la causa della nostra salvezza, perché non andiamo a Lui dopo aver sperimentato la rovina causata dal vostro peccato? Dio è Colui che ci rende felici. Seguire i precetti di Dio dà la felicità.
Salmo 119 (118)
14 Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia, più che in tutte le ricchezze.
16 Nei tuoi decreti è la mia delizia, non dimenticherò la tua parola.
143 Angoscia e affanno mi hanno colto: i tuoi comandi sono la mia delizia.
(alcuni li posto ma sono tanti)
Nel peccato è racchiusa la punizione stessa, il male per noi. Quando scelgo il peccato scelgo per me il male.
SIRACIDE - 1
11Il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona d’esultanza. 12Il timore del Signore allieta il cuore, dà gioia, diletto e lunga vita.
DEUTERONOMIO - 4
"..39Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro. 40Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».
Qua è racchiuso il motivo dei comandi di Dio. Perché Dio ci ha comandato alcune cose? Per la nostra felicità e dei nostri figli.
DEUTERONOMIO - 6
"..18Farai ciò che è giusto e buono agli occhi del Signore, perché tu sia felice….."
Alcune volte sembra che Dio sia felice nel renderci felici
DEUTERONOMIO - 30
"...9....Il Signore, infatti, gioirà di nuovo per te facendoti felice, come gioiva per i tuoi padri,..."
PROFETA SOFONIA - 3
17Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».
Il Signore gioisce della nostra gioia. Nella Volontà di Dio è racchiusa la nostra gioia, nel tempo e nell'eternità. Santa Faustina, una sera mentre camminava nell'orto recitando il Rosario arrivò al cimitero, e lì ha pregato per i defunti chiedendogli nel cuore: siete veramente felici? Ed ebbe questa risposta: siamo felici nella misura in cui abbiamo fatto la Volontà di Dio. Tutti aspirano alla felicità ma pochi la raggiungano perché non la cercano nei decreti divini, unico luogo in cui possono trovarla (La Madonna a Suor Maria d'Agreda).
Se Dio è la mia gioia, si comprende come l'allontanarsi da Lui è la più grande sventura.
C'era una volta un Re che aveva un'unica figlia bella e virtuosa. Il Re non voleva che la sua figlia buona ed intelligente sposasse il primo figlio di Re o di principe che domandasse la sua mano, era giustamente preoccupato e brontolava: questi giovani che sono stati educati nei palazzi tra onori e ricchezze smisurate sono dei bambini viziati che cercano solo il loro piacere e non sarebbero in grado di governare dopo la sua morte. Quello che voglio è una persona di fiducia, fosse anche un contadino o un'operaio. Ma tutti quelli che facevano la fila davanti alla sua porta per chiedere la mano della principessa erano o stupidi o rozzi e scortesi o grandi intenditori d'armi e cavalli ma incolti. Il Re cercò per sua figlia un'artigiano laborioso che potesse prendersi cura di lei. Davanti ad ogni casa in costruzione chiamava il proprietario e il capo mastro perché gli indicasse un'uomo che potesse diventare suo genere e potesse diventare un futuro Re. Un Re giorno vide degli operari che trasportavano dei mattoni e il re chiese informazioni su di uno di loro che attrasse la sua attenzione. Il capo mastro disse: è un'operaio che lavora senza ricevere salario, dorme, mangia e beve a casa mia. Ma non riceve denaro. Suo padre era un mercante importante, quando morì mi doveva ancora 100 denari d'oro e allora ho preso con me il ragazzo e gli ho insegnato il mestiere. Lavora dall'alba al tramonto e in tal modo ripaga il debito del suo padre defunto. Il re allora gli disse: ti pago tutto quello che ha mangiato e bevuto e anche il suo debito. E il proprietario accettò. Il Re condusse l'operaio nel suo palazzo reale e i servitori gli tolsero i suoi abiti dismessi sporchi di calce, il barbiere gli tagliò la barba e i sarti gli cucirono su misura un vestito nuovo poi un solerte maggiordomo lo guidò nella da pranzo e lo fece mangiare. Ma il giovane si sentiva a disagio per tutto quello che gli stava capitando e i servitori del Re lo condussero allora in una stanza del palazzo che era stata preparata per lui e si addormentò. Il mattino dopo il Re fece chiamare il giovane muratore e gli disse: mi sei piaciuto, voglio darti mia figlia in sposa, se vuoi sposarla così com'è bene altrimenti ti farò uccidere. Il povero giovane non aveva scelta, perdere la vita gli sarebbe dispiaciuto assai. Iniziarono i preparativi per le nozze e il re iniziò ad invitare le persone. Lo sposo era triste e preoccupato: come sarà la mia sposa? Forse ceca o zoppa, forse sordomuta o malata. Perché il Re mi obbliga a sposarla con forza? Ci dev'essere sicuramente una ragione. Il giovane si rivolse alla ragazza e la fece avvicinare, e gli chiede qualcosa da mangiare. la figlia del Re gli preparò una macedonia e scrisse una lettere alla vecchia madre. E la figlia del Re gli raccontò una storia. Nel giro di pochissimo tempo il giovane muratore scoprì che la moglie che gli era stata imposta era bellissima, una brava massaia ecc... e si rallegrò molto. Al genero del re fu chiesto: come mai eri triste alle nozze e adesso sei felice? Il futuro re disse: il re mi aveva minacciato di mettermi a morte se non avessi acconsentito a sposare la figlia del re se non avesse accettato. Ma ora che ho vissuto con lei so che possiede delle virtù e adesso so che ho una moglie buona e fedele.
Morale: nel Vangelo e nell'insegnamenti della Chiesa esistono delle leggi e degli obblighi che sembrano imposti, sul momento è difficile comprenderne l'utilità, sembrano essere fatti apposta per toglierci quello che noi riteniamo vere gioie della vita. Solo più tardi ci accorgiamo che tutto era finalizzato ad una felicità grande e sicura che non avremmo potuto ottenere con un'altra via.
Ciclo di Catechesi di Don Silvestro
La volta scorsa abbiamo aperto la parentesi sulla Misericordia di Dio, per mettere in rilievo la serietà del Giudizio. Ed abbiamo soffermato la nostra attenzione su un pensiero comune: Dio è misericordioso e mi perdonerà. E questo pensiero tante volte porta al peccato. Abbiamo visto l'errore di questo ragionamento. Questo ragionamento mette in rilievo una mancanza di fede nella misericordia di Dio, perché chi lavora alle dipendenze di un'uomo avaro non è spronato a compiere grandi cose perché conosce l'avarizia del suo padrone. Ma chi ha per padrone la misericordia stessa chi sarà giustificato nel suo ozio? Questo ragionamento denota mancanza di fede in Dio. Che immagine ci siamo fatti di Dio? Possibile che non abbiamo capito che i suoi comandamenti sono un'esternazione della sua Bontà in quanto ci indicano la via per la nostra felicità? Possibile che non abbiamo capito che Dio ci ama per davvero e in ogni pronunciamento delle sue labbra è racchiuso un suo Ti amo e voglio il tuo bene? La felicità non può essere il peccato perché esso non è la via indicata da Colui che ci ama e vuole il nostro bene - ma la via del peccato è indicata da colui che ci odia e vuole il nostro male. Perché l'uomo vuole ricorrere alla misericordia di Dio come espediente per salvare capra e cavolo? Cioè dice: posso peccare perché Dio è pronto a perdonarmi? Quasi come se il peccato fosse un qualcosa di buono per me. Come se il peccato fosse un'esperienza che io debba fare. Ma questi atteggiamenti/ragionamenti mostrano solo quando poco di fidiamo di Dio. E quanto poco crediamo nel suo amore per noi che ci vuole felici.
Può sembrare che Dio debba necessariamente punire il peccato e che il peccato sia grave nelle sue conseguenze solo perché Dio lo punisce. Ma in realtà non è così. E' il peccato stesso che punisce colui che lo commette, è il Signore stesso che ebbe da dire al profeta Geremia in riferimento a Gerusalemme che si era allontana dal suo Dio: la tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Di fronte al crollo di Israele di fronte ai Babilonesi, Dio stesso dice al suo popolo tramite il suo profeta: la tua condotta e le tue azioni hanno causato contro di te tali cose. Beato la persona che ascolta il Signore. Chi trova Dio trova la vita e chi pecca contro Dio danneggia sé stesso. Quanti odiano Dio ama la morte. Sono i peccati che puniscono i peccatori.
Salmo 7
(12 Dio è giudice giusto,
Dio si sdegna ogni giorno.
13 Non torna forse ad affilare la spada,
a tendere, a puntare il suo arco?
14 Si prepara strumenti di morte,
arroventa le sue frecce.
15 Ecco, il malvagio concepisce ingiustizia,
è gravido di cattiveria, partorisce menzogna. .. versetti prima a quelli citati dal don)
16 Egli scava un pozzo profondo e cade nella fossa che ha fatto;
(17 la sua cattiveria ricade sul suo capo,
la sua violenza gli piomba sulla testa…)
In riferimento agli empi, scavano un pozzo profondo e cadono nella fossa che loro stessi hanno fatto.
SALMO 9
16 Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato,
nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede.
17 Il Signore si è fatto conoscere, ha reso giustizia;
il malvagio è caduto nella rete, opera delle sue mani.
Anche nel libro dei Proverbi, al capito 5 si legge…
22L’empio è preda delle sue iniquità,
è tenuto stretto dalle funi del suo peccato.
23Egli morirà per mancanza d’istruzione,
si perderà per la sua grande stoltezza.
Nel racconto della Genesi, possiamo notare come i doni soprannaturali ed extranaturali dati ai nostri progenitori non furono tolti da Dio ma furono distrutti dal peccato; facendo bene attenzione al racconto della caduta, si nota come i nostri progenitori, prima di essere chiamati da Dio a rendere conto della ragione della loro disobbedienza si accorsero di essere nudi. Quando Dio li chiamò si accorsero di aver distrutto la loro veste nuziale a causa del loro peccato. Questa storia si ripete in ogni anima ogni volta che pecca mortalmente. E' il peccato che opera la nostra rovina, e solo il peccato deliberatamente voluto e consumato che opera la nostra rovina. E di qua l'invito di Dio a convertirsi ed ad allontanarsi dal peccato (nostra rovina). Ecco una serie di domande che Dio pone ai suoi figli ribelli?
ISAIA - 50
1Dice il Signore: «Dov’è il documento di ripudio di vostra madre, con cui l’ho scacciata? Oppure a quale dei miei creditori io vi ho venduti? Ecco, per le vostre iniquità siete stati venduti, per le vostre colpe è stata scacciata vostra madre. 2Per quale motivo non c’è nessuno, ora che sono venuto? Perché, ora che chiamo, nessuno risponde? È forse la mia mano troppo corta per riscattare oppure io non ho la forza per liberare? Ecco, con una minaccia prosciugo il mare, faccio dei fiumi un deserto. I loro pesci, per mancanza d’acqua, restano all’asciutto, muoiono di sete.
Vedete l'appello di Dio? Sembra voler dire non sono stato io la causa della vostra rovina ma sono state le vostre iniquità. Dio è la causa della nostra salvezza, perché non andiamo a Lui dopo aver sperimentato la rovina causata dal vostro peccato? Dio è Colui che ci rende felici. Seguire i precetti di Dio dà la felicità.
Salmo 119 (118)
14 Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia, più che in tutte le ricchezze.
16 Nei tuoi decreti è la mia delizia, non dimenticherò la tua parola.
143 Angoscia e affanno mi hanno colto: i tuoi comandi sono la mia delizia.
(alcuni li posto ma sono tanti)
Nel peccato è racchiusa la punizione stessa, il male per noi. Quando scelgo il peccato scelgo per me il male.
SIRACIDE - 1
11Il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona d’esultanza. 12Il timore del Signore allieta il cuore, dà gioia, diletto e lunga vita.
DEUTERONOMIO - 4
"..39Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro. 40Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».
Qua è racchiuso il motivo dei comandi di Dio. Perché Dio ci ha comandato alcune cose? Per la nostra felicità e dei nostri figli.
DEUTERONOMIO - 6
"..18Farai ciò che è giusto e buono agli occhi del Signore, perché tu sia felice….."
Alcune volte sembra che Dio sia felice nel renderci felici
DEUTERONOMIO - 30
"...9....Il Signore, infatti, gioirà di nuovo per te facendoti felice, come gioiva per i tuoi padri,..."
PROFETA SOFONIA - 3
17Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».
Il Signore gioisce della nostra gioia. Nella Volontà di Dio è racchiusa la nostra gioia, nel tempo e nell'eternità. Santa Faustina, una sera mentre camminava nell'orto recitando il Rosario arrivò al cimitero, e lì ha pregato per i defunti chiedendogli nel cuore: siete veramente felici? Ed ebbe questa risposta: siamo felici nella misura in cui abbiamo fatto la Volontà di Dio. Tutti aspirano alla felicità ma pochi la raggiungano perché non la cercano nei decreti divini, unico luogo in cui possono trovarla (La Madonna a Suor Maria d'Agreda).
Se Dio è la mia gioia, si comprende come l'allontanarsi da Lui è la più grande sventura.
C'era una volta un Re che aveva un'unica figlia bella e virtuosa. Il Re non voleva che la sua figlia buona ed intelligente sposasse il primo figlio di Re o di principe che domandasse la sua mano, era giustamente preoccupato e brontolava: questi giovani che sono stati educati nei palazzi tra onori e ricchezze smisurate sono dei bambini viziati che cercano solo il loro piacere e non sarebbero in grado di governare dopo la sua morte. Quello che voglio è una persona di fiducia, fosse anche un contadino o un'operaio. Ma tutti quelli che facevano la fila davanti alla sua porta per chiedere la mano della principessa erano o stupidi o rozzi e scortesi o grandi intenditori d'armi e cavalli ma incolti. Il Re cercò per sua figlia un'artigiano laborioso che potesse prendersi cura di lei. Davanti ad ogni casa in costruzione chiamava il proprietario e il capo mastro perché gli indicasse un'uomo che potesse diventare suo genere e potesse diventare un futuro Re. Un Re giorno vide degli operari che trasportavano dei mattoni e il re chiese informazioni su di uno di loro che attrasse la sua attenzione. Il capo mastro disse: è un'operaio che lavora senza ricevere salario, dorme, mangia e beve a casa mia. Ma non riceve denaro. Suo padre era un mercante importante, quando morì mi doveva ancora 100 denari d'oro e allora ho preso con me il ragazzo e gli ho insegnato il mestiere. Lavora dall'alba al tramonto e in tal modo ripaga il debito del suo padre defunto. Il re allora gli disse: ti pago tutto quello che ha mangiato e bevuto e anche il suo debito. E il proprietario accettò. Il Re condusse l'operaio nel suo palazzo reale e i servitori gli tolsero i suoi abiti dismessi sporchi di calce, il barbiere gli tagliò la barba e i sarti gli cucirono su misura un vestito nuovo poi un solerte maggiordomo lo guidò nella da pranzo e lo fece mangiare. Ma il giovane si sentiva a disagio per tutto quello che gli stava capitando e i servitori del Re lo condussero allora in una stanza del palazzo che era stata preparata per lui e si addormentò. Il mattino dopo il Re fece chiamare il giovane muratore e gli disse: mi sei piaciuto, voglio darti mia figlia in sposa, se vuoi sposarla così com'è bene altrimenti ti farò uccidere. Il povero giovane non aveva scelta, perdere la vita gli sarebbe dispiaciuto assai. Iniziarono i preparativi per le nozze e il re iniziò ad invitare le persone. Lo sposo era triste e preoccupato: come sarà la mia sposa? Forse ceca o zoppa, forse sordomuta o malata. Perché il Re mi obbliga a sposarla con forza? Ci dev'essere sicuramente una ragione. Il giovane si rivolse alla ragazza e la fece avvicinare, e gli chiede qualcosa da mangiare. la figlia del Re gli preparò una macedonia e scrisse una lettere alla vecchia madre. E la figlia del Re gli raccontò una storia. Nel giro di pochissimo tempo il giovane muratore scoprì che la moglie che gli era stata imposta era bellissima, una brava massaia ecc... e si rallegrò molto. Al genero del re fu chiesto: come mai eri triste alle nozze e adesso sei felice? Il futuro re disse: il re mi aveva minacciato di mettermi a morte se non avessi acconsentito a sposare la figlia del re se non avesse accettato. Ma ora che ho vissuto con lei so che possiede delle virtù e adesso so che ho una moglie buona e fedele.
Morale: nel Vangelo e nell'insegnamenti della Chiesa esistono delle leggi e degli obblighi che sembrano imposti, sul momento è difficile comprenderne l'utilità, sembrano essere fatti apposta per toglierci quello che noi riteniamo vere gioie della vita. Solo più tardi ci accorgiamo che tutto era finalizzato ad una felicità grande e sicura che non avremmo potuto ottenere con un'altra via.
Ciclo di Catechesi di Don Silvestro
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