Don Silvestro spiega i novissimi (Morte, Giudizio, inferno, Paradiso). Nello specifico in questo incontro tratta sulla modalità e l'oggetto del Giudizio e in particolare concentra l'attenzione sull'uso del pensiero
La volta scorsa abbiamo soffermato l'attenzione sull'uso della nostra parola. Oggi vediamo il pensiero, perché renderemo conto di ogni nostro pensiero buono o cattivo che sia.
PROVERBI - 15
26Il Signore aborrisce i pensieri malvagi, ma le parole benevole gli sono gradite.
Dio conosce ogni pensiero dell'uomo e non si inganna. San Paolo dice di non giudicare adesso perché quando ci sarà il Giudizio di Dio, sarà Lui a mettere in luce le cose nelle tenebre e manifesterà le cose occulte. Dio può dare un giudizio giusto sulla nostra vita perché conosce tutti i propositi ed intenzioni che hanno accompagnato la nostra vita.
Vangelo secondo Matteo - 5
"...27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore…."
Dio conosce e valuta i nostri desideri. I nostri desideri non sono cose senza effetto, i nostri desideri possono diventare peccati e anche per i nostri pensieri saremo giudicati.
SAPIENZA - 1
6La sapienza è uno spirito che ama l’uomo, e tuttavia non lascia impunito il bestemmiatore per i suoi discorsi, perché Dio è testimone dei suoi sentimenti, conosce bene i suoi pensieri e ascolta ogni sua parola.
9Si indagherà infatti sui propositi dell’empio, il suono delle sue parole giungerà fino al Signore a condanna delle sue iniquità,
Dio non si lascia ingannare dall'atto ma conosce tutto ciò che contorna l'atto, ciò che l'ha ispirato, lo ha finalizzato e tutto ciò che si è mosso accanto.
SAPIENZA - 6
3Dal Signore vi fu dato il potere e l’autorità dall’Altissimo; egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi:
Non solo le opere ma scruterà tutti i propositi che hanno accompagnato le opere. Questo vale per tutti. Nulla sfugge alla Sua Considerazione.
LIBRO DEL PROFETA GEREMIA - 17
9Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere? 10Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni.
Sembra quasi che Dio valuterà le azioni in base alle intenzioni che le hanno ispirate ed Egli è l'unico che può dare a ciascuno secondo la sua condotta. In che cosa consiste il peccato di pensiero? Ci sono due ben comandamenti che impongono di non desiderare quello che è lecito avere, ma il desiderio appare un processo articolato che coinvolge la persone in modo graduale. Non posso dire ho pensato una cosa peccaminosa ed ho peccato. C'è un processo che porta al peccato di pensiero. Termine tecnico di teologia: la Delectatio morosa è la volontaria compiacenza nel peccato nel peccato attualmente pensato. Non è semplicemente il pensarlo ma è la volontaria compiacenza del peccato attualmente pensato: mi compiaccio di questo pensiero peccaminoso che mi è venuto. La ragione trattiene e ripensa volentieri cose che appena giunte all'anima dovevano essere respinte (Sant'Agostino). Non è semplicemente il fatto che si è affacciato nella mia mente un pensiero peccaminoso e quindi ho peccato. No, si è affacciato nella mia mente e io mi sono trattenuto volentieri su questo pensiero anziché respingerlo. E questo si tratta dei pensieri cattivi. La malizia di tale morosità deriva che esprime affetto per il peccato. Il fatto che io mi diletto a soffermare la mia attenzione su quel pensiero peccaminoso, vuol dire che ho affetto per quel peccato. Perché vi sia peccato è necessario che si avverta la compiacenza amorosa come peccaminosa e vi si acconsenta liberamente. Io so che questo pensiero è peccaminoso ma mi soffermo in maniera volontaria. Pensare per distrazione ad una cosa cattiva senza avvertire la sua peccamosità e anzi rimuovendo questo pensiero, non è peccato ma imperfezione. Il semplicemente pensare qualcosa di sbagliato e lo scaccio io merito.
Santa Caterina da Siena fu molto afflitta da tre giorni dal demonio con tentazioni impure, dopo tre giorni le apparve il Signore per consolarla. La Santa gli chiese: dove siete stato in questi tre giorni? E Gesù rispose: sono stato nel cuore tuo per darti forza in queste tentazioni e poi le fece vedere il cuore suo come in quei tre giorni è stato purificato. Un qualcosa di simili è raccontato anche da Santa Brigida nel libro delle rivelazioni celesti.
Bisogna saper distinguere quando il cattivo pensiero è un peccato mortale, veniale o non lo è affatto. Nel peccato di pensieri vi concorrono tre cose: la suggestione, la dilettazione e il consenso. La prima: la suggestione è quel primo pensiero di far male che si affaccia alla mente, anzi quando la volontà lo rigetta la persona acquista merito. Non siamo ancora nel peccato. Ma dopo la suggestione viene la dilettazione, quando la persona si mette a discorrere con il pensiero ecco che la tentazione va tirando la persona al consenso. Siamo vicini al peccato. Il consenso: fino a quando la volontà non consente non è peccato mortale, siamo al peccato veniale. Ma se l'anima non ricorre a Dio e non fa forza per resistere alla dilettazione facilmente quella si tirerà il consenso. San Francesco di Sales dice che non vorrei che ci inquietassimo mai per i cattivi sentimenti che possiamo provare ma dobbiamo metterci d' impegno a non consentire. Vi è grande differenza tra sentire e consentire. Tra la tentazione e il consenso alla tentazione. Una prima spiegazione circa il peccato di pensiero - un cardinale morto nel 2010, riflette sul problema di coloro che nella confessione si accusano di aver peccati di pensieri ma non riescono dire se abbiamo acconsentito o meno. Gli antichi monaci proposero un'accurata analisi delle tentazioni. Ordinariamente si distinguono 5 stadi di penetrazione della tentazione: 1) la suggestione 2) il colloquio 3) Il combattimento 4) il consenso e 5) la passione. 1) La suggestione. La prima immagine fornita dalla fantasia, se lasciamo perdere la prima suggestione se ne va com'è venuta. Ma molti non fanno ciò ed iniziano a rifletterci (ecco cosa si intende per 2 colloquio). Arriviamo alla seconda fase. Un pensiero che dopo lungo colloquio si è insediato nel cuore non si lascia scacciare facilmente ma l'uomo è ancora libero di non acconsentire e può uscire da questa lotta ma gli costa tanta fatica. Tanto più mi soffermo a riflettere su questo pensiero peccaminoso tanto più diventa difficile il scacciarlo via. Il terzo stadio 3) con il colloquio dovrebbe arrivare anche il combattimento. Nella quarta fase siamo nell'ambito del peccato mortale: il consenso, è lo stadio di chi ha perduto la battaglia. Lo stadio di chi ha perduto la battaglia e decide di eseguire alla prima occasione ciò che il pensiero maligno gli suggerisce. Il consenso non significa aver posto in essere l'atto che sono andato a fare, ma siamo ancora a livello di pensiero. Io ho acconsentito con il mio pensiero con l'aver trovato compiacimento. Ho messo da parte il combattimento con questa suggestione. Non è che il consenso significa che io ho attuato il pensiero che mi è venuto. Se io sono impedito a compiere quell'azione malevola ma ho acconsentito al pensiero, io ho già peccato. Perché se non ci fosse stato quell'impedimento io l'avrei fatto. es: non compio un crimine, desidererei farlo ma non lo faccio perché rischio il carcere io ho peccato lo stesso. La passione (5) nella spiritualità orientale ha un significato diverso e che può equivalere al nostro modo al concetto di vizio. Chi soccombe ai pensieri maligni spesso indebolisce il suo carattere, nasce così una costante inclinazione al male e che può diventare forte fino a che sia quasi impossibile resisterle. Un desiderio può diventare abituale e quindi un vizio. Io avendo sempre ceduto a questo pensiero malevolo, ha indebolito il mio carattere ed è più facile che nelle volte prossime io tonerò a cadere.
E' quindi colpevole il desiderio collocabile negli ultimi due stadi dello schema precedente. Osserva l'autore dell'Imitazione di Cristo, bisogna vigilare all'inizio della tentazione perché si può combattere più facilmente il nemico affrontandolo sulla soglia. Già entrare in colloquio è una situazione pericoloso. Chi trascura i piccoli difetti scivola piano piano nei grandi.
CATECHESI DEL DON
La volta scorsa abbiamo soffermato l'attenzione sull'uso della nostra parola. Oggi vediamo il pensiero, perché renderemo conto di ogni nostro pensiero buono o cattivo che sia.
PROVERBI - 15
26Il Signore aborrisce i pensieri malvagi, ma le parole benevole gli sono gradite.
Dio conosce ogni pensiero dell'uomo e non si inganna. San Paolo dice di non giudicare adesso perché quando ci sarà il Giudizio di Dio, sarà Lui a mettere in luce le cose nelle tenebre e manifesterà le cose occulte. Dio può dare un giudizio giusto sulla nostra vita perché conosce tutti i propositi ed intenzioni che hanno accompagnato la nostra vita.
Vangelo secondo Matteo - 5
"...27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore…."
Dio conosce e valuta i nostri desideri. I nostri desideri non sono cose senza effetto, i nostri desideri possono diventare peccati e anche per i nostri pensieri saremo giudicati.
SAPIENZA - 1
6La sapienza è uno spirito che ama l’uomo, e tuttavia non lascia impunito il bestemmiatore per i suoi discorsi, perché Dio è testimone dei suoi sentimenti, conosce bene i suoi pensieri e ascolta ogni sua parola.
9Si indagherà infatti sui propositi dell’empio, il suono delle sue parole giungerà fino al Signore a condanna delle sue iniquità,
Dio non si lascia ingannare dall'atto ma conosce tutto ciò che contorna l'atto, ciò che l'ha ispirato, lo ha finalizzato e tutto ciò che si è mosso accanto.
SAPIENZA - 6
3Dal Signore vi fu dato il potere e l’autorità dall’Altissimo; egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi:
Non solo le opere ma scruterà tutti i propositi che hanno accompagnato le opere. Questo vale per tutti. Nulla sfugge alla Sua Considerazione.
LIBRO DEL PROFETA GEREMIA - 17
9Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere? 10Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni.
Sembra quasi che Dio valuterà le azioni in base alle intenzioni che le hanno ispirate ed Egli è l'unico che può dare a ciascuno secondo la sua condotta. In che cosa consiste il peccato di pensiero? Ci sono due ben comandamenti che impongono di non desiderare quello che è lecito avere, ma il desiderio appare un processo articolato che coinvolge la persone in modo graduale. Non posso dire ho pensato una cosa peccaminosa ed ho peccato. C'è un processo che porta al peccato di pensiero. Termine tecnico di teologia: la Delectatio morosa è la volontaria compiacenza nel peccato nel peccato attualmente pensato. Non è semplicemente il pensarlo ma è la volontaria compiacenza del peccato attualmente pensato: mi compiaccio di questo pensiero peccaminoso che mi è venuto. La ragione trattiene e ripensa volentieri cose che appena giunte all'anima dovevano essere respinte (Sant'Agostino). Non è semplicemente il fatto che si è affacciato nella mia mente un pensiero peccaminoso e quindi ho peccato. No, si è affacciato nella mia mente e io mi sono trattenuto volentieri su questo pensiero anziché respingerlo. E questo si tratta dei pensieri cattivi. La malizia di tale morosità deriva che esprime affetto per il peccato. Il fatto che io mi diletto a soffermare la mia attenzione su quel pensiero peccaminoso, vuol dire che ho affetto per quel peccato. Perché vi sia peccato è necessario che si avverta la compiacenza amorosa come peccaminosa e vi si acconsenta liberamente. Io so che questo pensiero è peccaminoso ma mi soffermo in maniera volontaria. Pensare per distrazione ad una cosa cattiva senza avvertire la sua peccamosità e anzi rimuovendo questo pensiero, non è peccato ma imperfezione. Il semplicemente pensare qualcosa di sbagliato e lo scaccio io merito.
Santa Caterina da Siena fu molto afflitta da tre giorni dal demonio con tentazioni impure, dopo tre giorni le apparve il Signore per consolarla. La Santa gli chiese: dove siete stato in questi tre giorni? E Gesù rispose: sono stato nel cuore tuo per darti forza in queste tentazioni e poi le fece vedere il cuore suo come in quei tre giorni è stato purificato. Un qualcosa di simili è raccontato anche da Santa Brigida nel libro delle rivelazioni celesti.
Bisogna saper distinguere quando il cattivo pensiero è un peccato mortale, veniale o non lo è affatto. Nel peccato di pensieri vi concorrono tre cose: la suggestione, la dilettazione e il consenso. La prima: la suggestione è quel primo pensiero di far male che si affaccia alla mente, anzi quando la volontà lo rigetta la persona acquista merito. Non siamo ancora nel peccato. Ma dopo la suggestione viene la dilettazione, quando la persona si mette a discorrere con il pensiero ecco che la tentazione va tirando la persona al consenso. Siamo vicini al peccato. Il consenso: fino a quando la volontà non consente non è peccato mortale, siamo al peccato veniale. Ma se l'anima non ricorre a Dio e non fa forza per resistere alla dilettazione facilmente quella si tirerà il consenso. San Francesco di Sales dice che non vorrei che ci inquietassimo mai per i cattivi sentimenti che possiamo provare ma dobbiamo metterci d' impegno a non consentire. Vi è grande differenza tra sentire e consentire. Tra la tentazione e il consenso alla tentazione. Una prima spiegazione circa il peccato di pensiero - un cardinale morto nel 2010, riflette sul problema di coloro che nella confessione si accusano di aver peccati di pensieri ma non riescono dire se abbiamo acconsentito o meno. Gli antichi monaci proposero un'accurata analisi delle tentazioni. Ordinariamente si distinguono 5 stadi di penetrazione della tentazione: 1) la suggestione 2) il colloquio 3) Il combattimento 4) il consenso e 5) la passione. 1) La suggestione. La prima immagine fornita dalla fantasia, se lasciamo perdere la prima suggestione se ne va com'è venuta. Ma molti non fanno ciò ed iniziano a rifletterci (ecco cosa si intende per 2 colloquio). Arriviamo alla seconda fase. Un pensiero che dopo lungo colloquio si è insediato nel cuore non si lascia scacciare facilmente ma l'uomo è ancora libero di non acconsentire e può uscire da questa lotta ma gli costa tanta fatica. Tanto più mi soffermo a riflettere su questo pensiero peccaminoso tanto più diventa difficile il scacciarlo via. Il terzo stadio 3) con il colloquio dovrebbe arrivare anche il combattimento. Nella quarta fase siamo nell'ambito del peccato mortale: il consenso, è lo stadio di chi ha perduto la battaglia. Lo stadio di chi ha perduto la battaglia e decide di eseguire alla prima occasione ciò che il pensiero maligno gli suggerisce. Il consenso non significa aver posto in essere l'atto che sono andato a fare, ma siamo ancora a livello di pensiero. Io ho acconsentito con il mio pensiero con l'aver trovato compiacimento. Ho messo da parte il combattimento con questa suggestione. Non è che il consenso significa che io ho attuato il pensiero che mi è venuto. Se io sono impedito a compiere quell'azione malevola ma ho acconsentito al pensiero, io ho già peccato. Perché se non ci fosse stato quell'impedimento io l'avrei fatto. es: non compio un crimine, desidererei farlo ma non lo faccio perché rischio il carcere io ho peccato lo stesso. La passione (5) nella spiritualità orientale ha un significato diverso e che può equivalere al nostro modo al concetto di vizio. Chi soccombe ai pensieri maligni spesso indebolisce il suo carattere, nasce così una costante inclinazione al male e che può diventare forte fino a che sia quasi impossibile resisterle. Un desiderio può diventare abituale e quindi un vizio. Io avendo sempre ceduto a questo pensiero malevolo, ha indebolito il mio carattere ed è più facile che nelle volte prossime io tonerò a cadere.
E' quindi colpevole il desiderio collocabile negli ultimi due stadi dello schema precedente. Osserva l'autore dell'Imitazione di Cristo, bisogna vigilare all'inizio della tentazione perché si può combattere più facilmente il nemico affrontandolo sulla soglia. Già entrare in colloquio è una situazione pericoloso. Chi trascura i piccoli difetti scivola piano piano nei grandi.
CATECHESI DEL DON
Commenti
Posta un commento