Don Silvestro spiega i novissimi (Morte, Giudizio, inferno, Paradiso). Nello specifico in questo incontro tratta sulla modalità e l'oggetto del Giudizio e in particolare concentra l'attenzione sull'uso del pensiero ma questa volta nella sua accezione positiva ossia il valore delle intenzioni.
Noi, per la verità, siamo più quello che pensiamo che facciamo. Chi sono io? Chiese un giovane ad un maestro di spiritualità. Rispose: sei quello che sei pensi. Te lo spiego con una piccola storia, disse il maestro. Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto si videro sulla linea dell'orizzonte due persone che si abbracciavano. Sono un papà ed una mamma, pensò un bambino innocente. Sono due amanti, pensò un'uomo dal cuore torbido, sono due amici che si incontrano dopo molti anni pensò un'uomo solo. Sono due mercanti che hanno concluso un buon affare, pensò un'uomo avido di denaro. E' un padre che abbraccia un figlio di ritorno dalla guerra, pensò una donna dall'anima tenera, è la figlia che abbraccia il padre di ritorno da un viaggio, pensò un'uomo addolorato per la morte di una figlia. Sono due innamorati, pensò una ragazza che sognava l'amore. Sono due uomini che lottano all'ultimo sangue, pensò un'assassino. Chissà perché si abbracciano, pensò un'uomo dal cuore arido. Che bello vedere due persone che si abbracciano, pensò un'uomo di Dio. Ogni pensiero - concluse il maestro - rivela a te stesso quello che sei. Esamina spesso i tuoi pensieri, possono dirti molto di te rispetto a quello che ti potrebbe dire un maestro. Se quello pensiamo rivela quello che siamo, chiaramente il Giudizio di Dio non può esulare dai nostri pensieri.
Le intenzioni.
Noi saremo giudicati non tanto pe l'azione ma per l'intenzione che abbiamo messo in quell'azione. E allora noteremo quanta lega è mescolata all'oro. I farisei infatti facevano opere buone ma siccome agivano unicamente per piacere agli uomini ed acquistare fama di virtuosi, il Signore disse di loro: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Vedete come il bene fatto male non produce frutti di eternità.
Vangelo secondo Matteo - 6
1State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 2Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà…
Vedete il bene fatto male e il bene fatto bene. Il bene fatto bene è sempre fatto nel segreto ed è accompagnato da un'intenzione buona. Il bene fatto male è in bella vista ed è quasi sempre accompagnato da un'intenzione non buona. E' interessante sapere che il Padre Tuo nel segreto ti ricompenserà. Egli non guarda tanto la nostra efficienza ben sapendo che senza di Lui non possiamo far nulla (di buono ndr). Le nostre sconfitte nel far il bene non sono sconfitte. Se non riesco a fare il bene che volevo fare, l'occhio di Dio vede dove dirigevo la mia volontà non vede il fallimento della mia opera, ma quanto volevo fare in quell'opera. Dio guardando nel mio cuore vede le mie intenzioni e la mia volontà. Ciò che è stato fallimento agli occhi delle persone non è fallimento agli occhi di Dio che vede nel segreto. Dio non guarda la nostra efficienza ma la nostra buona volontà ed intenzioni che mettiamo in ciò che facciamo. Dio ricerca piuttosto l'intenzione con la quale facciamo l'opera che l'opera medesima che noi facciamo. Un giorno a Santa Faustina, il Signore disse: io do la ricompensa non per il risultato positivo ma per la pazienza e fatica sopportata per Me. Un'altra volta circa le opere la Santa disse: il Signore guarda le intenzioni con la quale iniziamo e secondo questa darà la ricompensa. Quante esperienze fallimentari agli occhi delle persone saranno ricompensate da Dio. Anche San Padre Pio disse ad una figlia spirituale: Gesù guarda e premia il buon volere e non il successo perché quest'ultimo non dipende dagli sforzi ed industrie umane. A Suor Josepha Menendez il Signore disse: io non guardo all'azione, considero solo l'intenzione. Il più piccolo atto compiuto per amore acquista tanto merito e mi consola molto. Non cerco che l'amore e non chiedo che l'amore. La Santa continua: ogni anima può farsi strumento di quest'opera sublime. Non è necessario fare grandi opere, un passo che si fa, uno sguardo trattenuto, un servizio reso, un sorriso amabile ecc.. tuti questi atti offerti all'amore procureranno un grande profitto ed attireranno a loro torrenti di grazie. // Il Signore non guarda il risultato delle nostre azioni ma le intenzioni. // Chi potrà mai apprezzare il valore degli atti interiori?
Alla serva di Luisa Piccarretta, Gesù gli parla dell'importanza della retta intenzione (2° volume), Gesù le disse: la mia persona è circondata da tutte le opere delle anime come da una veste. E da misura della purità d' intenzione e a misura dell' intensità d'amore con cui si fanno, così mi danno più splendore ed io darò loro più gloria. E nel Giorno del Giudizio le mostrerò con cui mi hanno amato. Poi Gesù con aria afflitta ha detto: figlia mia, che sarà di tante opere buone fatte senza retta intenzione per usanza e per fine interesse? Quale vergogna sarà per quelle persone quando vedranno le loro opere marcite? Non sono le opere grandi che meritano ma le intenzioni con cui si fanno, qua è tutta la mia attenzione (di Gesù). Sull'intenzione con cui si compie l'opera. Volume 12° dice Gesù: le cose forzate senza amore sono piccole, Gesù non le guarda e sono di peso a Gesù.
Prima lettera ai Corinzi - 13
1Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. 2E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. 3E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe……"
L'amore è sempre accompagnato da una retta intenzione. Ci sono molti che si affaticano tutto il tempo della loro vita, operano molto ma non lo fanno per Dio ma per la gloria umana, ne ricavano un piccolo splendore di gloria umana che presto passa lasciando i loro cuori pieni i rammarico e pena. Nessun premio ne riporteranno nell'altra vita.
Il Montfort circa le azioni di Maria dice: le intenzioni di Maria nella sua vita terrena erano talmente pure che davano tanta gloria a Dio con un minimo atto, per esempio filare con la conocchia che San Lorenzo sulla graticola. Durante la sua presenza terrena ha acquistato un numero di meriti tale da sorpassare il numero dei granelli di sabbia. // La Madonna aveva così fortemente orientate a Dio che ogni sua opera meritava grandemente ogni merito. Solo l'amore dà valore alle opere. Niente deve soffocare l'amore. Non può essere puro e perfetto quello che è contaminato dall'interesse personale (Imitazione di Cristo). Un'intenzione non buona rende l'azione non meritoria. Quando un'anima compie un'atto seppur costoso per interesse o piacere ne ricava poco merito. Ma una minima azione fatta con tanto amore inclina Dio verso quell'anima.
Il profeta Samuele fu inviato dal Signore per andare ad eleggere un nuovo Re in sostituzione di Saul.
1 SAMUELE - 16
"..7Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore»
Il motivo per cui il Signore guarda il cuore è detto nel capitolo 15 di San Matteo.
Vangelo secondo Matteo - 15
"..19Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. 20Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo».
Le intenzioni non buone provengono dal cuore. E il Signore non guarda ciò che guarda l'uomo ma guarda principalmente il cuore. La conversione non è questione di esteriorità perché il Signore guarda il cuore. L'apparenza può ingannare le persone ma non Dio che guarda il cuore. I farisei, con tutto il carico della loro apparenza, erano ritenuti dalle persone dei santi ma Gesù li vedeva come sepolcri imbiancanti. Anche se tutto il mondo si avventasse contro di noi per condannarci, ciò non influenzerà il giudizio di Dio, esso non è turbato dalle vociferazioni umane.
Racconto del pellegrino e degli spaccapietre: durante il Medioevo un pellegrino aveva fatto voto di raggiungere un lontano santuario, dopo alcuni giorni di cammino si ritrovò a passare per una strada che si districava per il fianco di una collina brulla e bruciacchiata dal Sole e c'erano tanti scalpellini per ricavarne squadrati blocchi di pietra per la costruzione. Il pellegrino vide uno spacca pietra tutto polveroso e sul volto si leggeva una fatica terribile, il suo braccio sembrava una cosa unica con il suo pesante martello che continuava a sollevare. Che cosa fai? disse il pellegrino Non lo vedi? Rispose sgarbato lo spacca pietra senza alzare il capo. Mi sto ammazzando di fatica. Il pellegrino non disse nulla e riprese il cammino. S'imbattè in un altro spacca pietre - solita storia - lavoro dal mattino alla sera per mantenere la mia famiglia. In cima alla collina c'era un terzo spacca pietra, era anche lui affaticato, aveva anche lui una crosta di polvere sul volto ma gli occhi feriti dalle schegge di pietra avevano una strana serenità. Che cosa fai? gli disse il pellegrino. Lui rispose: non lo vedi? rispose sereno - sto costruendo una cattedrale e con il braccio indicò la valle dove si stava innalzando la costruzione. I tre spacca pietre richiamano al senso dell'attenzione che si deve avere nel compiere azioni nella propria vita. Fanno lo stesso identico lavoro, ma c'è differenza tra l'ammazzarsi di lavoro e costruirsi una cattedrale. E' il perché lo fanno che li cambia profondamente. Si può vivere senza capirne il perché. E' il caso del primo spacca pietre, questo porta essere concentrati su sé stessi senza andare oltre, è l'atteggiamento di chi subisce la vita senza viverla. Si può vivere la vita con qualche perché senza però andare oltre il proprio recinto. Il secondo spacca pietre lavora per vivere, faccio quello che faccio perché quello che faccio mi aiuta a sopravvivere. Si può vivere sapendo il perché la vivo. E' il caso del terzo spacca pietre che conosce il fine soprannaturale del proprio lavoro. Nel catechismo di san Pio X il senso dell'esistenza umana era coniugato con Dio: conoscerlo, amarlo e servirlo per poi goderne nell'altra.
Ad un cristiano veramente convinto, se qualcuno dovesse chiedergli che fai? La risposta dovrebbe essere: sto costruendo una cattedrale.
CICLO DI CATECHESI DEL DON
Noi, per la verità, siamo più quello che pensiamo che facciamo. Chi sono io? Chiese un giovane ad un maestro di spiritualità. Rispose: sei quello che sei pensi. Te lo spiego con una piccola storia, disse il maestro. Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto si videro sulla linea dell'orizzonte due persone che si abbracciavano. Sono un papà ed una mamma, pensò un bambino innocente. Sono due amanti, pensò un'uomo dal cuore torbido, sono due amici che si incontrano dopo molti anni pensò un'uomo solo. Sono due mercanti che hanno concluso un buon affare, pensò un'uomo avido di denaro. E' un padre che abbraccia un figlio di ritorno dalla guerra, pensò una donna dall'anima tenera, è la figlia che abbraccia il padre di ritorno da un viaggio, pensò un'uomo addolorato per la morte di una figlia. Sono due innamorati, pensò una ragazza che sognava l'amore. Sono due uomini che lottano all'ultimo sangue, pensò un'assassino. Chissà perché si abbracciano, pensò un'uomo dal cuore arido. Che bello vedere due persone che si abbracciano, pensò un'uomo di Dio. Ogni pensiero - concluse il maestro - rivela a te stesso quello che sei. Esamina spesso i tuoi pensieri, possono dirti molto di te rispetto a quello che ti potrebbe dire un maestro. Se quello pensiamo rivela quello che siamo, chiaramente il Giudizio di Dio non può esulare dai nostri pensieri.
Le intenzioni.
Noi saremo giudicati non tanto pe l'azione ma per l'intenzione che abbiamo messo in quell'azione. E allora noteremo quanta lega è mescolata all'oro. I farisei infatti facevano opere buone ma siccome agivano unicamente per piacere agli uomini ed acquistare fama di virtuosi, il Signore disse di loro: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Vedete come il bene fatto male non produce frutti di eternità.
Vangelo secondo Matteo - 6
1State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 2Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà…
Vedete il bene fatto male e il bene fatto bene. Il bene fatto bene è sempre fatto nel segreto ed è accompagnato da un'intenzione buona. Il bene fatto male è in bella vista ed è quasi sempre accompagnato da un'intenzione non buona. E' interessante sapere che il Padre Tuo nel segreto ti ricompenserà. Egli non guarda tanto la nostra efficienza ben sapendo che senza di Lui non possiamo far nulla (di buono ndr). Le nostre sconfitte nel far il bene non sono sconfitte. Se non riesco a fare il bene che volevo fare, l'occhio di Dio vede dove dirigevo la mia volontà non vede il fallimento della mia opera, ma quanto volevo fare in quell'opera. Dio guardando nel mio cuore vede le mie intenzioni e la mia volontà. Ciò che è stato fallimento agli occhi delle persone non è fallimento agli occhi di Dio che vede nel segreto. Dio non guarda la nostra efficienza ma la nostra buona volontà ed intenzioni che mettiamo in ciò che facciamo. Dio ricerca piuttosto l'intenzione con la quale facciamo l'opera che l'opera medesima che noi facciamo. Un giorno a Santa Faustina, il Signore disse: io do la ricompensa non per il risultato positivo ma per la pazienza e fatica sopportata per Me. Un'altra volta circa le opere la Santa disse: il Signore guarda le intenzioni con la quale iniziamo e secondo questa darà la ricompensa. Quante esperienze fallimentari agli occhi delle persone saranno ricompensate da Dio. Anche San Padre Pio disse ad una figlia spirituale: Gesù guarda e premia il buon volere e non il successo perché quest'ultimo non dipende dagli sforzi ed industrie umane. A Suor Josepha Menendez il Signore disse: io non guardo all'azione, considero solo l'intenzione. Il più piccolo atto compiuto per amore acquista tanto merito e mi consola molto. Non cerco che l'amore e non chiedo che l'amore. La Santa continua: ogni anima può farsi strumento di quest'opera sublime. Non è necessario fare grandi opere, un passo che si fa, uno sguardo trattenuto, un servizio reso, un sorriso amabile ecc.. tuti questi atti offerti all'amore procureranno un grande profitto ed attireranno a loro torrenti di grazie. // Il Signore non guarda il risultato delle nostre azioni ma le intenzioni. // Chi potrà mai apprezzare il valore degli atti interiori?
Alla serva di Luisa Piccarretta, Gesù gli parla dell'importanza della retta intenzione (2° volume), Gesù le disse: la mia persona è circondata da tutte le opere delle anime come da una veste. E da misura della purità d' intenzione e a misura dell' intensità d'amore con cui si fanno, così mi danno più splendore ed io darò loro più gloria. E nel Giorno del Giudizio le mostrerò con cui mi hanno amato. Poi Gesù con aria afflitta ha detto: figlia mia, che sarà di tante opere buone fatte senza retta intenzione per usanza e per fine interesse? Quale vergogna sarà per quelle persone quando vedranno le loro opere marcite? Non sono le opere grandi che meritano ma le intenzioni con cui si fanno, qua è tutta la mia attenzione (di Gesù). Sull'intenzione con cui si compie l'opera. Volume 12° dice Gesù: le cose forzate senza amore sono piccole, Gesù non le guarda e sono di peso a Gesù.
Prima lettera ai Corinzi - 13
1Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. 2E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. 3E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe……"
L'amore è sempre accompagnato da una retta intenzione. Ci sono molti che si affaticano tutto il tempo della loro vita, operano molto ma non lo fanno per Dio ma per la gloria umana, ne ricavano un piccolo splendore di gloria umana che presto passa lasciando i loro cuori pieni i rammarico e pena. Nessun premio ne riporteranno nell'altra vita.
Il Montfort circa le azioni di Maria dice: le intenzioni di Maria nella sua vita terrena erano talmente pure che davano tanta gloria a Dio con un minimo atto, per esempio filare con la conocchia che San Lorenzo sulla graticola. Durante la sua presenza terrena ha acquistato un numero di meriti tale da sorpassare il numero dei granelli di sabbia. // La Madonna aveva così fortemente orientate a Dio che ogni sua opera meritava grandemente ogni merito. Solo l'amore dà valore alle opere. Niente deve soffocare l'amore. Non può essere puro e perfetto quello che è contaminato dall'interesse personale (Imitazione di Cristo). Un'intenzione non buona rende l'azione non meritoria. Quando un'anima compie un'atto seppur costoso per interesse o piacere ne ricava poco merito. Ma una minima azione fatta con tanto amore inclina Dio verso quell'anima.
Il profeta Samuele fu inviato dal Signore per andare ad eleggere un nuovo Re in sostituzione di Saul.
1 SAMUELE - 16
"..7Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore»
Il motivo per cui il Signore guarda il cuore è detto nel capitolo 15 di San Matteo.
Vangelo secondo Matteo - 15
"..19Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. 20Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo».
Le intenzioni non buone provengono dal cuore. E il Signore non guarda ciò che guarda l'uomo ma guarda principalmente il cuore. La conversione non è questione di esteriorità perché il Signore guarda il cuore. L'apparenza può ingannare le persone ma non Dio che guarda il cuore. I farisei, con tutto il carico della loro apparenza, erano ritenuti dalle persone dei santi ma Gesù li vedeva come sepolcri imbiancanti. Anche se tutto il mondo si avventasse contro di noi per condannarci, ciò non influenzerà il giudizio di Dio, esso non è turbato dalle vociferazioni umane.
Racconto del pellegrino e degli spaccapietre: durante il Medioevo un pellegrino aveva fatto voto di raggiungere un lontano santuario, dopo alcuni giorni di cammino si ritrovò a passare per una strada che si districava per il fianco di una collina brulla e bruciacchiata dal Sole e c'erano tanti scalpellini per ricavarne squadrati blocchi di pietra per la costruzione. Il pellegrino vide uno spacca pietra tutto polveroso e sul volto si leggeva una fatica terribile, il suo braccio sembrava una cosa unica con il suo pesante martello che continuava a sollevare. Che cosa fai? disse il pellegrino Non lo vedi? Rispose sgarbato lo spacca pietra senza alzare il capo. Mi sto ammazzando di fatica. Il pellegrino non disse nulla e riprese il cammino. S'imbattè in un altro spacca pietre - solita storia - lavoro dal mattino alla sera per mantenere la mia famiglia. In cima alla collina c'era un terzo spacca pietra, era anche lui affaticato, aveva anche lui una crosta di polvere sul volto ma gli occhi feriti dalle schegge di pietra avevano una strana serenità. Che cosa fai? gli disse il pellegrino. Lui rispose: non lo vedi? rispose sereno - sto costruendo una cattedrale e con il braccio indicò la valle dove si stava innalzando la costruzione. I tre spacca pietre richiamano al senso dell'attenzione che si deve avere nel compiere azioni nella propria vita. Fanno lo stesso identico lavoro, ma c'è differenza tra l'ammazzarsi di lavoro e costruirsi una cattedrale. E' il perché lo fanno che li cambia profondamente. Si può vivere senza capirne il perché. E' il caso del primo spacca pietre, questo porta essere concentrati su sé stessi senza andare oltre, è l'atteggiamento di chi subisce la vita senza viverla. Si può vivere la vita con qualche perché senza però andare oltre il proprio recinto. Il secondo spacca pietre lavora per vivere, faccio quello che faccio perché quello che faccio mi aiuta a sopravvivere. Si può vivere sapendo il perché la vivo. E' il caso del terzo spacca pietre che conosce il fine soprannaturale del proprio lavoro. Nel catechismo di san Pio X il senso dell'esistenza umana era coniugato con Dio: conoscerlo, amarlo e servirlo per poi goderne nell'altra.
Ad un cristiano veramente convinto, se qualcuno dovesse chiedergli che fai? La risposta dovrebbe essere: sto costruendo una cattedrale.
CICLO DI CATECHESI DEL DON
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