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Una giustificazione sconvolgente III parte

Don Silvestro spiega i novissimi (Morte, Giudizio, inferno, Paradiso). In questo incontro si esplicita che fondamentale è l'attimo della morte; il nostro destino eterno dipende da quell'istante

Abbiamo aperto una grossa e grande questione: cosa diremo al Supremo Giudice quando saremo giudicati? Siamo giunti a questa conclusione che essenzialmente possiamo giustificarci in tre modi: in un modo stolto, saggio e in un modo sconvolgente. Abbiamo visto la giustificazione sconvolgente e abbiamo visto che il momento fondamentale della nostra vita è fondamentalmente l'ultimo. Fondamentale è l'attimo della morte: il nostro destino eterno dipende da quell'istante. E' solo nell'esperienza di morte si fa l'esperienza di Dio e si fa la scelta di aderire al Divino. Evento che la ragione non potrà mai comprendere. Il nostro destino eterno dipende dallo stato in cui la morte troverà la nostra anima.

SIRACIDE - 11

"...28Prima della fine non chiamare nessuno beato; un uomo sarà conosciuto nei suoi figli…"

Tutto dipende dal grado di grazia con il quale si concluderà la nostra esistenza. Una figura emblematica è quella del buon ladrone che ha concluso la sua vita terrena con un'altissimo grado di grazia. Un alto grado di pentimento per i propri peccati accettando la crocefissione in espiazione dei propri peccati, un altro grado di carità, cercando di ammansire il collega che stava alla propria sinistra. Un alto grado di fede riconoscendo Gesù un Re che stava per entrare nel suo Regno. Un alto grado di umiltà, non osa chiedere un posto in Cielo, ma gli chiede solo una menzione: ricordati di me. Il buon ladrone è un santo canonizzato dallo stesso Gesù. Come ha guadagnato la sua Santità? Nell'istante che ha preceduto la morte. Per il buon ladrone accade ciò che Santa Teresina chiedeva per sé: chiedeva a Gesù di prepararla in un'istante per comparire bene davanti a Lui, la santità non è opera del tempo ma della grazia che non ha bisogno di secondi per operare prodigi. Ecco perché c'è speranza per gli operari dell'ultima ora. In un'attimo - dice Gesù a Santa Faustina - posso darti tutto, Io non sono vincolato da nessuna legge. // Questo non ci rende lecito disperare per nessuno per la salvezza. Non possiamo disperare né della salvezza nostra nonostante le nostre fragilità e nonostante i nostri peccati né tanto meno della salvezza degli altri. Non possiamo mai dire. Possiamo dire che questa persona si è salvata, solo in riferimento ai Santi. Ma non possiamo dire che quella persona si è sicuramente dannata. Racconto: una volta giunse dal santo Curato d'Ars una donna sconvolta perché suo marito s'è gettato dal ponte di un fiume togliendosi la vita, sarà forse perduto in eterno? Il Santo rispose: il tempo richiesto per ricevere una grazia di Dio è inferiore dal salto allo scomparire sott'acqua. Dio lo ha salvato. La donna era meravigliata. Ma aggiunse: non andava quasi mai in Chiesa e non l'ho mai visto pregare. Il Santo Curato d'Ars rispose: suo marito raccoglieva una rosa ogni primo maggio e le diceva: per favore, porta questa rosa alla Santa Madre di Dio, Lei se lo è ben meritato. La Madre di Dio ha voluto sdebitarsi con lui, Lei ha supplicato Dio per il suo pentimento mente cadeva nell'acqua ed ecco il suo perdono.

24 Luglio 1982

“Al momento della morte si lascia la terra in piena coscienza: quella che abbiamo ora. Al momento della morte si è coscienti della separazione dell’anima dal corpo. È sbagliato insegnare alla gente che si rinasce più volte e che l’anima passa in diversi corpi. Si nasce una volta sola e dopo la morte il corpo si decompone e non rivivrà più. Ogni uomo poi riceverà un corpo trasfigurato. Anche chi ha fatto molto male durante la vita terrena può andare diritto in Cielo se alla fine della vita si pente sinceramente dei suoi peccati, si confessa e si comunica ”. Medjugorje

La nostra destinazione eterna dipende essenzialmente dal nostro stato di grazia. Se al termine dei nostri giorni abbiamo la grazia ci salveremo. E' possibile ottenere lo stato di grazia anche nell'ultimo momento della nostra esistenza come è avvenuto al buon ladrone. E' possibile che uno perda la grazia al termine della propria esistenza. Chi è in piedi badi di non cadere. E' necessario essere perseveranti nel bene. E' difficile che chi ha condotto una vita virtuosa all'ultimo crolli. Sant'Agostino afferma: non può morire male chi visse bene.

SIRACIDE - 1

13Chi teme il Signore avrà un esito felice, nel giorno della sua morte sarà benedetto.

Gesù fa di tutto per non perdere la pecora smarrita.

Seconda lettera di Pietro - 3

"..9Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.." san Pietro

Dio si identifica come il Pastore che avrò cura del suo pascolo (Ezechiele). E più volte lo stesso Dio dichiara che non gode della morte del malvagio ma perché esso si converta. San Tommaso d'Aquino dice che non c'è da disperare della salvezza di una persona considerando l'Onnipotenza di Dio. Dio ci vuole salvi e ci chiama sempre al momento opportuno. /// Sant'Alfonso Rodriguez pregando per una persona malata ebbe dal Signore questa risposta: il Signore farà quello che tutto vorrai ma sappi che quella persona non sarà più preparata (a comparire davanti a Me ndr) rispetto ad adesso. Allora il Santo l'abbandonò interamente al beneplacito divino e l'ammalata morì. Dio sa quand'è il momento opportuno per chiamarci.

Fino a quando l'uomo avrà un soffio di vita potrà chiedere il perdono di Dio. Basterà uno sguardo o un sospiro del cuore per ricevere la vita eterna.

22 Marzo 1938 Come la creatura si decide a vivere nel Divin Volere, tutte le cose si cambiano per essa e viene messa nelle stesse condizioni Divine. A che serviranno i figli del Fiat Divino e come porteranno in loro la Vita del loro Padre Celeste. L’ultima spia d’amore nel punto della morte. (Volume 35 Luisa Piccarretta)

"...La nostra Bontà, il nostro Amore è tanto, che tentiamo tutte le vie, usiamo tutti i mezzi per strapparlo al peccato, per metterlo in salvo e se non ci riusciamo in vita, facciamo l’ultima sorpresa d’amore in punto di morte. Or, tu devi sapere che in quel punto è l’ultima spia d’amore che facciamo alla creatura e la corrediamo di grazie, di luce, di bontà; ci mettiamo tali tenerezze d’amore, da ammollire e vincere i cuori più duri e quando la creatura si trova tra la vita e la morte, tra il tempo che finisce e sta per incominciare l’Eternità, quasi nell’atto in cui l’anima sta per uscire dal corpo, Io, il tuo Gesù, mi faccio vedere con una amabilità che rapisce, con una dolcezza che incatena e raddolcisce le amarezze della vita, specie di quel punto estremo; poi, col mio sguardo, la guardo, ma con tanto amore da strapparle un atto di dolore, un atto d’amore, un’adesione alla mia Volontà. Ora, in quel punto di disinganno, le creature nel vedere, nel toccare con mano quanto le abbiamo amate e amiamo, sentono tale dolore che si pentono di non averci amato e riconoscono la nostra Volontà come principio e compimento della loro vita e come soddisfazione accettano la morte, per compiere un atto di nostra Volontà. Perché tu devi sapere che se la creatura non facesse neppure un atto di Volontà di Dio, le porte del Cielo non verrebbero aperte, né sarebbe riconosciuta come erede della patria celeste, né gli angeli e i santi la potrebbero ammettere fra loro, né lei vorrebbe entrarci, perché conoscerebbe che non le appartiene. Perciò senza la nostra Volontà non vi è né Santità vera, né salvezza e quanti, tranne i più perversi e ostinati, vengono salvati in virtù di questa nostra spia tutta d’amore, sebbene converrà loro fare la lunga tappa del purgatorio. Perciò il punto della morte è la nostra pesca giornaliera, il ritrovamento dell’uomo smarrito.” Dopo ha soggiunto: “Figlia mia, il punto della morte è l’ora del disinganno e tutte le cose si presentano in quel punto, l’una dopo l’altra, per dirle: “addio, la terra per te è finita, incomincia per te l’eternità”. Succede per la creatura come quando si trova chiusa in una stanza e le vien detto: “Dietro a questa stanza vi è un’altra stanza, nella quale vi è Dio, il paradiso, il purgatorio, l’inferno, insomma l’eternità.” Ma essa nulla vede; se le sente asserire dagli altri e siccome quelli che le dicono neppure le vedono, le dicono in modo quasi da non farsi credere, non danno una grande importanza da far credere realtà, certezza, ciò che dicono in parole. Ora, un bel giorno cadono le mura e la creatura vede con gli occhi ciò che prima le dicevano; vede il suo Dio Padre, che con tanto amore l’ha amata; uno per uno i benefici, che le ha fatto e lesi tutti i diritti di amore che gli doveva; vede come la sua vita era di Dio, non sua. Tutto le si fa davanti, eternità, paradiso, purgatorio, inferno; la terra le sfugge, i piaceri le voltano le spalle, tutto sparisce e le è presente solo ciò che sta in quella stanza di cui sono cadute le mura, qual è l’eternità. Che cambiamento succede per la povera creatura! La mia Bontà è tanta che voglio tutti salvi, perché permetto che queste mura cadano quando le creature si trovano tra la vita e la morte, quando l’anima sta per uscire dal corpo per entrare nell’eternità, affinché almeno mi facciano un atto di dolore e di amore e riconoscano la mia Volontà adorabile su di loro. Posso dire che do loro un’ora di verità, per metterle in salvo. Oh se tutti sapessero le mie industrie d’amore che faccio nell’ultimo punto della vita, affinché non mi sfuggano dalle mie mani più che paterne, non aspetterebbero quel punto, ma mi amerebbero per tutta la vita!

Anche Gloria Polo ha scritto la sua esperienza di premorte. Ha visto Gesù accovacciato accanto a sé mentre lei era moribonda. Pensava che fossero allucinazioni, chiudeva gli occhi ma lo continuava a vedere. Gesù le disse che stava per morire e sentiti bisognosa della sua Misericordia. Ma Gloria Polo non era convinta dell'invocazione perché si credeva innocente, aveva perduto la coscienza del suo peccato. Gli rimase chiaro che sarebbe morta da lì a poco. Ma siccome era più attaccata alla salvezza dei gioielli i suoi pensieri la distolsero da Gesù.

Sant'Alfonso Maria de Liguri diceva che quando una persona passa all'altra vita, la speranza della sua salvezza dipende dalla rassegnazione o meno che egli ha mostrato davanti alla morte. Se tu nella vita accetterai ogni cosa come proveniente dalla volontà di Dio e alla fine accetterai la morte in adempimento alla sua Volontà morirai da Santo e ti salverai.

MEDITAZIONE DI DON SILVESTRO

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