Don Silvestro spiega i novissimi (Morte, Giudizio, inferno, Paradiso). Dopo aver considerato che il momento della morte è il più importante della vita; mette in guardia su quella che potrebbe essere una conclusione sbagliata
Noi che abbiamo sempre giustificato i nostri peccati, cosa diremo in giustificazione al Giudice per i nostri peccati? La volta scorsa abbiamo visto che c'è la possibilità di salvarsi in extremis nell'ultimo atto della nostra esistenza. Ma questa informazione potrebbe portarci ad una conclusione sbagliata: a rinviare la salvezza fino alla fine, tanto c'è la possibilità di salvarsi in extremis. Di conseguenza il titolo di questa meditazione dovrebbe chiamarsi:
Una conclusione sbagliata
Dal momento che si può raggiungere la salvezza in extremis, una persona potrebbe dire: perché non faccio come il buon ladrone? Il don si chiede: come mai per una cosa così importante, dovremmo rischiare in modo imprudente e sfacciato la salvezza della propria anima? E poi salvarsi in extremis non significa sempre andare diretti in Paradiso anzi non lo significa quasi mai. Nell'incontro scorso Gesù ha detto a Luisa:
"..e quanti, tranne i più perversi e ostinati, vengono salvati in virtù di questa nostra spia tutta d’amore, sebbene converrà loro fare la lunga tappa del purgatorio.." Gesù
Salvarsi in extremis tante volte significa farsi una lunga tappa in Purgatorio. Sant'Alfonso Maria de Liguori disse: ma i mondani come mai, vivendo tra i peccati, piaceri terreni ed occasioni pericolose possono sperare in una felice morte? Quando viene la morte, in quella tempesta e confusione per loro sarà quasi impossibile aggiustare una coscienza imbrogliata. Un proverbio dice: si muore come si vive. San Gerolamo osserva nella sua esperienza di tenere quasi per certo che non farà una buona fine chi ha fatto una mala vita fino alla fine. Dice di 100.000 peccatori che si riducono a morire in peccato, almeno 1 in punto di morte si salverà. Su 100.000 se ne salva uno. Non rinviamo al domani la nostra conversione, non viviamo attendendo l'attimo della nostra morte per convertirci. Santa Gertrude d'Efta (tornando al buon ladrone) comprese che nessuna persona consegue la grazia della penitenza finale se non se ne è reso in qualche modo degno praticando per grazia di Dio qualche virtù nella vita presente. Il buon ladrone conseguì la grazia del pentimento perché, pur essendo uno scellerato, indietreggiava sempre davanti ad un'ingiustizia manifesta e sapeva biasimarla anche all'occasione - tipo quando ha ripreso il suo compagno contro Gesù e riconoscendo sé stesso come colpevole e condannato per giustizia. E fu questa confessione che gli assicurò la misericordia di Dio. Il buon ladrone non era uno scellerato che ha vissuto senza coltivare nessuna virtù e poi sul finire della vita si è convertito ma aveva delle virtù che ha coltivato nella sua esistenza e che hanno reso possibile la sua salvezza. Difficilmente si può pensare di salvarsi all'ultimo istante. San Paolo dice nella lettera ai Romani dice: tu con la tua
Lettera ai Romani - 2
"..2Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che commettono tali cose è secondo verità. 3Tu che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio?..." san Paolo ".. 5Tu, però, con il tuo cuore duro e ostinato, accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, 6che renderà a ciascuno secondo le sue opere:..."
Non rinviate la conversione perché quel giorno che potrebbe arrivare nella vecchiaia, potresti non trovarci più gusto nei sacramenti, nelle preghiere, nella vita religiosa ecc... quando per tutto l'arco della mia vita ho gustato altri cibi. Santa Faustina si è sentita dire dal Signore: nel momento della tua morte Io ti sarò vicino nella misura in cui tu fosti vicina a Me nell'arco della tua vita. /// Quanto è importante coltivare la nostra conversione nella nostra vita. Tanto più lo avremo fatto tanto più saremo vicini a Gesù nel momento della nostra morte. Sant'Alfonso dice che il mal abito indurisce la mente, acceca il cuore e facilmente lo rende ostinato (la persona) fino alla morte. San Pio da Pietralcina in una lettera scritta al suo padre spirituale descrive ottimamente le anime indurite e di come gli sforzi di Dio nel salvarle sono resi nulla dal loro indurimento: Gesù rivolge loro quel tenerissimo invito, venite a Me voi tutti che avete sete e Io vi darò da bere. Ma Dio Mio, quale risposta ottenete da codesti infelici? Essi danno segno di non intenderVi e vi sfuggono e quel che è peggio, questi sciagurati, avezzi a vivere in quel fuoco di soddisfazioni terrene, invecchiati tra quelle fiamme. più non sentono gli amorosi vostri inviti e neppure s'avvengono più del pericolo grande in cui sono. Qual rimedio vi è da usare per codesti per questi infelici per farli tornare in sé? L'anima mia mi si scoppia dal dolore, anche a costoro Gesù ha dato un saluto, un'amplesso e un bacio ma per questi miseri è stato un saluto/amplesso che non li ha santificati e convertiti. Ecc...
SIRACIDE - 23
15Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.
16Due tipi di persone moltiplicano i peccati,
e un terzo provoca l’ira:
una passione ardente come fuoco acceso
non si spegnerà finché non sia consumata;
un uomo impudico nel suo corpo
non desisterà finché il fuoco non lo divori;
17per l’uomo impudico ogni pane è appetitoso,
non si stancherà finché non muoia.
Attenzione a non peccare più volte perché il cuore si indurisce nel peccato. Osserva Sant'Agostino dice che non è Dio che indurisce il cuore del peccatore ma gli sottrae la grazia in pena dell'ingratitudine usata alle sue grazie. E così il cuore di costui resta duro e fatto come di pietra. Il malabito a poco a poco fa perdere il rimorso della coscienza. Chi vive nel peccato finisce per giustificare i suoi peccati e non ne sente il peso. San Girolamo dice che il far male porta con sé un certo rossore ma i mal abituati perdono anche il rossore peccando. Il peccato porta con sé la giustificazione del peccato e poi non ne sento più il peso e di conseguenza il peccato diventa qualcosa di giustificabile e di conseguenza non c'è conversione e rossore. Chi ci assicura che in quel momento avremo la grazia della penitenza finale?
SIRACIDE - 5
7Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
SIRACIDE - 3
26Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male,
chi ama il pericolo in esso si perderà.
27Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni,
il peccatore aggiungerà peccato a peccato.
28Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Nel capitolo 16 dell'Apocalisse si parla di 7 flagelli simboleggiati con 7 coppe.
Libro dell’Apocalisse - 16
"..8Il quarto angelo versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco. 9E gli uomini bruciarono per il terribile calore e bestemmiarono il nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli, invece di pentirsi per rendergli gloria. 10Il quinto angelo versò la sua coppa sul trono della bestia; e il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore 11e bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei loro dolori e delle loro piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni…"
Alla quarta e quinta coppa, mentre le persone morivano, bestemmiavano il nome di Dio che ha in potere i flagelli anziché ravvedersi. Vedete come il peccato difficilmente si converte anche al momento della morte.
Libro dell’Apocalisse - 3
"...3Ricorda dunque come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convèrtiti perché, se non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che ora io verrò da te…"
La sorte di chi rinvia e rinvia e alla fine è troppo tardi. E Geremia osserva:
San Gregorio osserva: se uno è assalito dal nemico, alla prima ferita che riceve resta anche forse abile al difendersi, ma tanto più ferite riceve, tanto più non riesce a difendersi e alla fine resta ucciso. Tanto più il peccato: alla prima o seconda volta, resta qualche forza al peccatore - sempre per mezzo della Grazia - ma se poi seguita a peccare, il peccatore trovandosi tante ferite, come potrà evitare la morte? /// Non crediamo di essere forti al momento della morte quando invece siamo stati deboli nell'arco della nostra vita. Non crediamo di vincere ogni tentazione in quel momento se non ci siamo fortificati nell'arco della nostra vita. Non rinviamo a quel momento la nostra salvezza. I rifiuti momentanei ma continui e lucidi alla vita interiore come amore e donazione possono diventare indurimento del cuore e far rifiutare la salvezza. Facciamo attenzione a questo rischio grandissimo. I rifiuti momentanei possono generare un'irreprensibile indurimento del cuore e possono portarci al rifiuto della nostra salvezza.
LIBRO DEL PROFETA GEREMIA - 3
7E io pensavo: “Dopo che avrà fatto tutto questo tornerà a me”; ma ella non è ritornata…"
Anche la Madonna a Medjugorje nel messaggio del 25 Novembre 1998 diceva...
"..e quindi, cari figli, decidetevi per la santità. Che la vostra conversione e la decisione per la santità cominci oggi, e non domani.
e Padre Livio commentando diceva: domani è la parola del diavolo, che per le cose riguardano Dio invita a rinviare il più possibile. Se senti questa voce: convertiti quando sarai vecchio e moribondo, allora sappi che stai sentendo la voce del diavolo.
Santa Elisabetta della Trinità diceva che il domani non c'è nella vita dei santi ma in quella dei peccatori. E così i peccatori si riducono alla morte. Sant'Agostino nelle confessioni scrive: mi sentivo trattenuto dal mio passato e quindi gridavo: per quanto tempo griderò domani domani ecc... perché non porre subito fine alla mia indegnità? Questa è la parola che cambia la nostra vita: l'ora, l'adesso e non domani. Ora è il momento favorevole e il giorno della salvezza. Ora, non domani, adesso e non poi. Ascoltate la Voce di Dio, non domani - dice il Salmista. Perché domani non potrebbe esserci più tempo. Chi in Lui si rifugia oggi non sarà condannato domani. Ciò che è prima è sempre causa di ciò che viene dopo. Se ho vissuto in grazia di Dio con buona probabilità morirò in grazia di Dio e viceversa. E' vero che in qualunque ora si converte il peccatore ma non è detto che il peccatore in morte si convertirà.
Vangelo secondo Giovanni - 8
"..21Di nuovo disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato…" e poi "...24Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati» // lo cercheranno (Gesù) in morte ma non lo troveranno. Ecco perché Isaia diceva di invocare il Signore mentre è vicino e l'empio abbandoni la sua vita e l'uomo iniquo i suoi pensieri. Il Signore chiama stolte quelle vergini perché volevano preparare le lampade quando già veniva lo Sposo. Papa Leone 1, l'11 giugno del 452 sul sacramento della Riconciliazione afferma: è necessario che ogni cristiano abbia presente il giudizio della sua coscienza affinché non rimandi di giorno in giorno alla conversione in Dio e si assegni il tempo della riparazione alla fine della nostra vita.
Racconto di una storia vera di Padre Peter di Medjugorje:
Durante un'incidente mortale, un ragazzo rimane mortalmente ferito, ancora fino a poche ore prima sognava di avere un futuro felice. Ma adesso doveva guardare la morte in faccia, un sacerdote si era recato al suo capezzale e quando il giovane tornò un po' in sé, quel pastore s'intrattenne con lui sullo stato della sua anima: Padre io non pensavo di dover morire così presto. So bene cosa sia la vita eterna e cosa bisogna fare per meritarsela. Però pensavo di avere ancora un po' di tempo di prepararmi. // Egli era stato allevato in una famiglia che coltivava la fede cristiane e anche per questa ragione egli ancora più difficile gli riesce di sopportare la sua morte e gli riesce credere difficile di dover morire così presto. A quel ragazzo gli venne data l'unzione degli infermi e dopo due ore il ragazzo era davanti al Giudice Eterno. Quel sacerdote raccontò poi che non sarebbe riuscito a dimenticare quel volto nel quale si rispecchiava la sua tristezza perché non aveva fatto buon uso di tutte le grazie che Dio gli aveva fatto dono nel corso della sua pur breve vita. Egli era straordinariamente commosso del ricordo di quel giovane morto all'improvviso.
Fai buon uso del tempo che Dio ti ha concesso per la tua salvezza. Non è cosa buona e saggia rinviare al domani la propria salvezza eterna. Già questo è il tempo della salvezza e del discernimento. Oggi e non domani. Non rinviamo al domani il tempo della nostra salvezza e non rinviamolo all'ultimo istante rischiando di perderlo del tutto perché non abbiamo saputo usare bene le grazie nel tempo presente.
MEDITAZIONE DEL DON
Noi che abbiamo sempre giustificato i nostri peccati, cosa diremo in giustificazione al Giudice per i nostri peccati? La volta scorsa abbiamo visto che c'è la possibilità di salvarsi in extremis nell'ultimo atto della nostra esistenza. Ma questa informazione potrebbe portarci ad una conclusione sbagliata: a rinviare la salvezza fino alla fine, tanto c'è la possibilità di salvarsi in extremis. Di conseguenza il titolo di questa meditazione dovrebbe chiamarsi:
Una conclusione sbagliata
Dal momento che si può raggiungere la salvezza in extremis, una persona potrebbe dire: perché non faccio come il buon ladrone? Il don si chiede: come mai per una cosa così importante, dovremmo rischiare in modo imprudente e sfacciato la salvezza della propria anima? E poi salvarsi in extremis non significa sempre andare diretti in Paradiso anzi non lo significa quasi mai. Nell'incontro scorso Gesù ha detto a Luisa:
"..e quanti, tranne i più perversi e ostinati, vengono salvati in virtù di questa nostra spia tutta d’amore, sebbene converrà loro fare la lunga tappa del purgatorio.." Gesù
Salvarsi in extremis tante volte significa farsi una lunga tappa in Purgatorio. Sant'Alfonso Maria de Liguori disse: ma i mondani come mai, vivendo tra i peccati, piaceri terreni ed occasioni pericolose possono sperare in una felice morte? Quando viene la morte, in quella tempesta e confusione per loro sarà quasi impossibile aggiustare una coscienza imbrogliata. Un proverbio dice: si muore come si vive. San Gerolamo osserva nella sua esperienza di tenere quasi per certo che non farà una buona fine chi ha fatto una mala vita fino alla fine. Dice di 100.000 peccatori che si riducono a morire in peccato, almeno 1 in punto di morte si salverà. Su 100.000 se ne salva uno. Non rinviamo al domani la nostra conversione, non viviamo attendendo l'attimo della nostra morte per convertirci. Santa Gertrude d'Efta (tornando al buon ladrone) comprese che nessuna persona consegue la grazia della penitenza finale se non se ne è reso in qualche modo degno praticando per grazia di Dio qualche virtù nella vita presente. Il buon ladrone conseguì la grazia del pentimento perché, pur essendo uno scellerato, indietreggiava sempre davanti ad un'ingiustizia manifesta e sapeva biasimarla anche all'occasione - tipo quando ha ripreso il suo compagno contro Gesù e riconoscendo sé stesso come colpevole e condannato per giustizia. E fu questa confessione che gli assicurò la misericordia di Dio. Il buon ladrone non era uno scellerato che ha vissuto senza coltivare nessuna virtù e poi sul finire della vita si è convertito ma aveva delle virtù che ha coltivato nella sua esistenza e che hanno reso possibile la sua salvezza. Difficilmente si può pensare di salvarsi all'ultimo istante. San Paolo dice nella lettera ai Romani dice: tu con la tua
Lettera ai Romani - 2
"..2Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che commettono tali cose è secondo verità. 3Tu che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio?..." san Paolo ".. 5Tu, però, con il tuo cuore duro e ostinato, accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, 6che renderà a ciascuno secondo le sue opere:..."
Non rinviate la conversione perché quel giorno che potrebbe arrivare nella vecchiaia, potresti non trovarci più gusto nei sacramenti, nelle preghiere, nella vita religiosa ecc... quando per tutto l'arco della mia vita ho gustato altri cibi. Santa Faustina si è sentita dire dal Signore: nel momento della tua morte Io ti sarò vicino nella misura in cui tu fosti vicina a Me nell'arco della tua vita. /// Quanto è importante coltivare la nostra conversione nella nostra vita. Tanto più lo avremo fatto tanto più saremo vicini a Gesù nel momento della nostra morte. Sant'Alfonso dice che il mal abito indurisce la mente, acceca il cuore e facilmente lo rende ostinato (la persona) fino alla morte. San Pio da Pietralcina in una lettera scritta al suo padre spirituale descrive ottimamente le anime indurite e di come gli sforzi di Dio nel salvarle sono resi nulla dal loro indurimento: Gesù rivolge loro quel tenerissimo invito, venite a Me voi tutti che avete sete e Io vi darò da bere. Ma Dio Mio, quale risposta ottenete da codesti infelici? Essi danno segno di non intenderVi e vi sfuggono e quel che è peggio, questi sciagurati, avezzi a vivere in quel fuoco di soddisfazioni terrene, invecchiati tra quelle fiamme. più non sentono gli amorosi vostri inviti e neppure s'avvengono più del pericolo grande in cui sono. Qual rimedio vi è da usare per codesti per questi infelici per farli tornare in sé? L'anima mia mi si scoppia dal dolore, anche a costoro Gesù ha dato un saluto, un'amplesso e un bacio ma per questi miseri è stato un saluto/amplesso che non li ha santificati e convertiti. Ecc...
SIRACIDE - 23
15Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.
16Due tipi di persone moltiplicano i peccati,
e un terzo provoca l’ira:
una passione ardente come fuoco acceso
non si spegnerà finché non sia consumata;
un uomo impudico nel suo corpo
non desisterà finché il fuoco non lo divori;
17per l’uomo impudico ogni pane è appetitoso,
non si stancherà finché non muoia.
Attenzione a non peccare più volte perché il cuore si indurisce nel peccato. Osserva Sant'Agostino dice che non è Dio che indurisce il cuore del peccatore ma gli sottrae la grazia in pena dell'ingratitudine usata alle sue grazie. E così il cuore di costui resta duro e fatto come di pietra. Il malabito a poco a poco fa perdere il rimorso della coscienza. Chi vive nel peccato finisce per giustificare i suoi peccati e non ne sente il peso. San Girolamo dice che il far male porta con sé un certo rossore ma i mal abituati perdono anche il rossore peccando. Il peccato porta con sé la giustificazione del peccato e poi non ne sento più il peso e di conseguenza il peccato diventa qualcosa di giustificabile e di conseguenza non c'è conversione e rossore. Chi ci assicura che in quel momento avremo la grazia della penitenza finale?
SIRACIDE - 5
7Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
SIRACIDE - 3
26Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male,
chi ama il pericolo in esso si perderà.
27Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni,
il peccatore aggiungerà peccato a peccato.
28Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Nel capitolo 16 dell'Apocalisse si parla di 7 flagelli simboleggiati con 7 coppe.
Libro dell’Apocalisse - 16
"..8Il quarto angelo versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco. 9E gli uomini bruciarono per il terribile calore e bestemmiarono il nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli, invece di pentirsi per rendergli gloria. 10Il quinto angelo versò la sua coppa sul trono della bestia; e il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore 11e bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei loro dolori e delle loro piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni…"
Alla quarta e quinta coppa, mentre le persone morivano, bestemmiavano il nome di Dio che ha in potere i flagelli anziché ravvedersi. Vedete come il peccato difficilmente si converte anche al momento della morte.
Libro dell’Apocalisse - 3
"...3Ricorda dunque come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convèrtiti perché, se non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che ora io verrò da te…"
La sorte di chi rinvia e rinvia e alla fine è troppo tardi. E Geremia osserva:
San Gregorio osserva: se uno è assalito dal nemico, alla prima ferita che riceve resta anche forse abile al difendersi, ma tanto più ferite riceve, tanto più non riesce a difendersi e alla fine resta ucciso. Tanto più il peccato: alla prima o seconda volta, resta qualche forza al peccatore - sempre per mezzo della Grazia - ma se poi seguita a peccare, il peccatore trovandosi tante ferite, come potrà evitare la morte? /// Non crediamo di essere forti al momento della morte quando invece siamo stati deboli nell'arco della nostra vita. Non crediamo di vincere ogni tentazione in quel momento se non ci siamo fortificati nell'arco della nostra vita. Non rinviamo a quel momento la nostra salvezza. I rifiuti momentanei ma continui e lucidi alla vita interiore come amore e donazione possono diventare indurimento del cuore e far rifiutare la salvezza. Facciamo attenzione a questo rischio grandissimo. I rifiuti momentanei possono generare un'irreprensibile indurimento del cuore e possono portarci al rifiuto della nostra salvezza.
LIBRO DEL PROFETA GEREMIA - 3
7E io pensavo: “Dopo che avrà fatto tutto questo tornerà a me”; ma ella non è ritornata…"
Anche la Madonna a Medjugorje nel messaggio del 25 Novembre 1998 diceva...
"..e quindi, cari figli, decidetevi per la santità. Che la vostra conversione e la decisione per la santità cominci oggi, e non domani.
e Padre Livio commentando diceva: domani è la parola del diavolo, che per le cose riguardano Dio invita a rinviare il più possibile. Se senti questa voce: convertiti quando sarai vecchio e moribondo, allora sappi che stai sentendo la voce del diavolo.
Santa Elisabetta della Trinità diceva che il domani non c'è nella vita dei santi ma in quella dei peccatori. E così i peccatori si riducono alla morte. Sant'Agostino nelle confessioni scrive: mi sentivo trattenuto dal mio passato e quindi gridavo: per quanto tempo griderò domani domani ecc... perché non porre subito fine alla mia indegnità? Questa è la parola che cambia la nostra vita: l'ora, l'adesso e non domani. Ora è il momento favorevole e il giorno della salvezza. Ora, non domani, adesso e non poi. Ascoltate la Voce di Dio, non domani - dice il Salmista. Perché domani non potrebbe esserci più tempo. Chi in Lui si rifugia oggi non sarà condannato domani. Ciò che è prima è sempre causa di ciò che viene dopo. Se ho vissuto in grazia di Dio con buona probabilità morirò in grazia di Dio e viceversa. E' vero che in qualunque ora si converte il peccatore ma non è detto che il peccatore in morte si convertirà.
Vangelo secondo Giovanni - 8
"..21Di nuovo disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato…" e poi "...24Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati» // lo cercheranno (Gesù) in morte ma non lo troveranno. Ecco perché Isaia diceva di invocare il Signore mentre è vicino e l'empio abbandoni la sua vita e l'uomo iniquo i suoi pensieri. Il Signore chiama stolte quelle vergini perché volevano preparare le lampade quando già veniva lo Sposo. Papa Leone 1, l'11 giugno del 452 sul sacramento della Riconciliazione afferma: è necessario che ogni cristiano abbia presente il giudizio della sua coscienza affinché non rimandi di giorno in giorno alla conversione in Dio e si assegni il tempo della riparazione alla fine della nostra vita.
Racconto di una storia vera di Padre Peter di Medjugorje:
Durante un'incidente mortale, un ragazzo rimane mortalmente ferito, ancora fino a poche ore prima sognava di avere un futuro felice. Ma adesso doveva guardare la morte in faccia, un sacerdote si era recato al suo capezzale e quando il giovane tornò un po' in sé, quel pastore s'intrattenne con lui sullo stato della sua anima: Padre io non pensavo di dover morire così presto. So bene cosa sia la vita eterna e cosa bisogna fare per meritarsela. Però pensavo di avere ancora un po' di tempo di prepararmi. // Egli era stato allevato in una famiglia che coltivava la fede cristiane e anche per questa ragione egli ancora più difficile gli riesce di sopportare la sua morte e gli riesce credere difficile di dover morire così presto. A quel ragazzo gli venne data l'unzione degli infermi e dopo due ore il ragazzo era davanti al Giudice Eterno. Quel sacerdote raccontò poi che non sarebbe riuscito a dimenticare quel volto nel quale si rispecchiava la sua tristezza perché non aveva fatto buon uso di tutte le grazie che Dio gli aveva fatto dono nel corso della sua pur breve vita. Egli era straordinariamente commosso del ricordo di quel giovane morto all'improvviso.
Fai buon uso del tempo che Dio ti ha concesso per la tua salvezza. Non è cosa buona e saggia rinviare al domani la propria salvezza eterna. Già questo è il tempo della salvezza e del discernimento. Oggi e non domani. Non rinviamo al domani il tempo della nostra salvezza e non rinviamolo all'ultimo istante rischiando di perderlo del tutto perché non abbiamo saputo usare bene le grazie nel tempo presente.
MEDITAZIONE DEL DON
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